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Autore: RoriStark    17/06/2012    1 recensioni
fanfiction appena sfornata XD mi era venuta in mente guardando per l'ennesima volta Sherlock Holmes ed amo la mentalità del personaggio.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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221b Baker Street, Holmes era immobile davanti all’armadio di Watson, osservava attentamente i capi appesi  e disposti meticolosamente in ordine cromatico.Watson era ordinato, schifosamente ordinato, evidentemente quando l’onnipotente distribuiva il senso dell’ordine Watson aveva rubato anche la sua parte. In compenso aveva fatto doppia razione di intelletto. Teneva su la testa con l’indice ed il medio della mano stretta a pugno e con il gomito poggiato  sullo sterno. Gli occhi stretti a fessura analizzavano ogni singolo capo davanti a lui.
Quale sarebbe stato il vestito perfetto? 
Certo, qualsiasi cosa era meglio degli abiti stracciati con cui si presentava dalla bella Christine.
Sospirò mentre allungò la mano per afferrare uno dei tanti vestiti. 
Tirò fuori un abito nero classico redingote nero, lo abbinò casualmente ad una camicia bianca in lino e dalla tasca afferrò una cravatta nera dai riflessi verdastri.
Si mise davanti allo specchio posando il vestito sullo schienale della sedia e cominciò a vestirsi. Tutto semplice fin qui, poi afferrò la sua cravatta strofinando le dita sulla stoffa per sentire la consistenza della seta.
Cercò di ricordare il nodo del famoso Beau Brummel, ma come al solito decise di dare al nodo un suo tocco personale. Lasciò la cravatta più morbida sul collo rendendola simile ad quei foulard francesi. Soddisfatto, fece una piroetta per vedere come cadeva il vestito, fece un leggero inchino ed afferrò il suo fedele cilindro e lo sistemò sul capo.
Prese un bastone nero all’angolo della porta ed uscì dalla stanza. Passò poi per il suo studio per prendere il suo portamonete. Passò attraverso il chaos a terra come un esploratore attraversa le più pericolose foreste dell’amazzonia. Scavalcò il cane che come al solito era a terra apparentemente senza vita, evidentemente il suo nuovo anestetico era davvero miracoloso. Si sarebbe svegliato prima del ritorno di Watson.
Passò oltre alle varie provette piene di composti chimici attento a non farle cadere, forse era destino, forse era solo una stupida coincidenza, ma in quel momento il gomito di Holmes fece cadere una cornice rossa.L’uomo la raccolse ed osservò accigliato la foto di una bellissima donna dai capelli scuri e ricci. Lo sguardo rivolto verso destra  esibiva un profilo perfetto. Holmes sospirò e mise di nuovo la foto sul tavolo.
Scosse il capo scacciando i ricordi dalla mente. Allungò la mano afferrando il suo portafogli e lo mise distrattamente in tasca, sospirò ed uscì finalmente dalla stanza mentre con soddisfazione sentì di nuovo i guaiti del suo cane che si svegliava. Uscì di casa osservando i lampioni che illuminavano la strada. La carrozza era già lì ad aspettarlo e Holmes non perse tempo a salire. Si affacciò dal finestrino ed indicò al cocchiere la strada da prendere. 
Londra di notte era inquietante, lungo i marciapiedi, le prostitute avevano già timbrato il cartellino mentre gli ubriaconi erano già arrivati al quinto giro di assenzio. Crawford street era ancora peggio di Baker street, le prostitute avevano conquistato il lato sinistro della strada mentre sul lato destro c’era un gruppo di senza tetto intenti ad ammiccare alle donne. Poveri illusi, niente soldi niente amore. Pensò Holmes mentre scendeva dalla carrozza. Si avviò verso l’appartamento della giovane e con la punta del bastone battè tre colpi. Inclinò leggermente il capo, dei piccoli passi echeggiarono da dietro alla porta ed una voce molto familiare passò dietro alla porta a fatica

“s..sì? chi è?”

“buonasera signorina Gold,chiedo venia per il ritardo, lei è pronta ad uscire?”

“veramente è in anticipo signor Holmes”

Disse lei accennando ad una risatina adorabile. Holmes sorrise dondolando sui tacchi

“non per i miei standard signorina”

Concluse con tono calmo. La porta si aprì lentamente dopo che la giovane aveva rimosso i numerosi lucchetti. Holmes rimase per diversi secondi ad occhi spalancati. La giovane aveva un bellissimo abito rosa antico. Seta, pensò Holmes osservando i giochi di luce  che l’abito esibiva sotto ai lampioni. Ai bordi aveva applicazioni a motivi floreali di colore dorato. La Tournure accentuava la vita sottile della ragazza mentre sulle spalle teneva una cappa dorata.  Il cappuccio era abbassato e come cappellino aveva  un nastro  dello stesso materiale del vestito. Fatto da lei molto probabilmente. Holmes sorrise facendo un inchino e baciando la mano della giovane

“finalmente riesco a vederla in abiti degni di lei”

“finalmente riesco a vederla tutto intero”

“touchè madame”

Mostrò la mano alla giovane che con una piccola riverenza la prese con la punta delle dita. Holmes accompagnò Christine aiutandola a salire sulla carrozza. La giovane si sedette osservando fuori le prostitute che ammiccavano ad Holmes

“lascia stare quella lì! Vieni a giocare con noi! Ti facciamo un buon prezzo!quella lì starebbe bene in convento!”

Christine sospirò abbassando lo sguardo, Holmes di risposta si avvicinò al finestrino affacciandosi appena, sorrise inclinando la testa

“grazie mille per l’offerta, ma preferisco di gran lunga la compagnia della signorina,  non amo molto l’usato”

Concluse chiudendo le tendine di scatto mentre si sedette di nuovo davanti a Christine che intanto lo osservava sorridendo

“è davvero un gentiluomo signor Holmes”

Holmes allungò la mano sfiorando la gota rosea della giovane e soffermandosi ad osservare le labbra rosee e lucide di lei. Gli occhi ambrati sembravano brillare di luce propria e sembravano luccicare come diamanti

“faccio solo il mio dovere,nessuno può permettersi di offenderla in mia presenza”

La signorina Gold annuì appena mentre voltò di nuovo lo sguardo, quando si furono allontanati abbastanza, la giovane aprì di nuovo la tenda e si affacciò appena ma Holmes la tirò appena indietro

“non è abituata ad uscire la sera vero?”

“..come fa a saperlo?”

“beh nessuna donna si affaccerebbe da lì a quest’ora, a meno che non voglia beccarsi una bottiglia in testa, una pallottola o venire rapita da qualche ubriaco a lato della strada”

“oh..capisco..”

Era così innocente, pensò Holmes osservandola arrossire e stringersi le mani imbarazzata. Era davvero un piccolo angelo, evidentemente non aveva molti amici, o magari era troppo spaventata per uscire di sera. Posò la mano sul dorso di quella di lei

“siamo arrivati signorina Gold..”

Holmes scese dalla carrozza ed aiutò la giovane a scendere. Si mise di fianco a lei per proteggerla in caso si fosse avvicinato qualche male intenzionato. DI certo non avrebbe avuto problemi a stenderlo anche tirato com’era.
Il passo della giovane era lento ed indeciso. Holmes notò la differenza rispetto al solito passo rapido e sicuro che aveva quando si trovava in ospedale. Si soffermò ad osservarle le caviglie, particolarmente tese, evidentemente non erano abituate a portare i tacchi. Il vestito della ragazza era lievemente tiepido evidentemente lo aveva strato poco prima, questo vuol dire che era stato chiuso nell’armadio per un po’ di tempo. Sorrise intenerito da quella giovane dalle mille sfaccettature.
Con il braccio le circondò la vita e sorrise notando che anche con i tacchi era ancora più bassa di lui.
Lei si voltò sorridendo appena mentre con il fianco andò a fare pressione sul fianco di lui come per appoggiarsi ed accettare quel gesto d’affetto.
I due entrarono nel grande edificio, Due camerieri erano all’entrata ad aspettare l’arrivo dei due. Uno di loro prese la cappa della giovane e lo portò nel guardaroba, lo stesso fece l’altro con la giacca di Holmes che la sfilò come se per lui fosse una routine.
Christine invece si osservava intorno spaesata ma allo stesso tempo meravigliata da tutta quella sfarzosità. I tavoli erano circolari disposti in ordine apparentemente casuale ma che in realtà disegnavano cerchi perfetti lungo tutta la sala. Le tovaglie erano di un bianco candido, e i lampadari splendevano come gioielli dal soffitto. Candele rosse illuminavano invece ogni singolo tavolo e i piatti erano di finissima porcellana con delle decorazioni in oro placcato . i bicchieri di cristallo e in mezzo alla tavola un cesto di fiori appena colti.
Christine fece un passo avanti sorridendo meravigliata mentre i suoi grandi occhi ambrati riflettevano la luce della stanza tanto da sembrare due grandi soli

“con i vostri occhi state minimizzando la magnificenza della stanza..”

Sussurrò Holmes passandole accanto mentre si dirigevano al tavolo. Christine alzò lo sguardo verso di lui e sorrise arrossendo di nuovo. Adorabile. Perfetta. La giovane si sedette sulla sedia che il cameriere aveva leggermente spostato per farla accomodare. Holmes si sedette di fronte a lei e la osservò mentre cercava di capire rapidamente l’ordine per l’uso delle  tante posate sul tavolo. Holmes aspettò che i camerieri se ne fossero andati ed alzandosi si avvicinò a lei. Le sue labbra sfiorarono l’orecchio di lei che sussultò impercettibilmente avvertendo dei brividi sulla schiena

“stia tranquilla e faccia quello che faccio io ok…?”

Lei annuì appena mentre si voltò per guardarlo negli occhi. Le loro fronti si sfiorarono e per un attimo le labbra di entrambi vennero solleticate dai respiri dei due

“si vede che non sono abituata?”

Lui sorrise e le sfiorò la gota con un dito sorridendo

“il suo portamento  e la sua beltà mostrano ai comuni mortali il contrario signorina, solo io so vedere davvero..”

Si sedette davanti a lei senza smettere di sorridere. La giovane inclinò appena il capo come se anche lei cercasse in qualche modo a capire cosa stesse pensando. E con quello sguardo era ancora più adorabile.

“dolce,innocente,immacolata purezza, ecco cosa vedo in lei miss gold.”

Disse posando un gomito sul tavolo per fare d’appoggio al mento di lui mentre inarcò un sopracciglio come un critico d’arte mentre descrive una statua o un quadro rinascimentale. Christine rise appena abbassando lo sguardo

“mi lusinga signor Holmes..non crede di esagerare?..son solo un infermiera..”

“affatto signorina, sto solo descrivendo un ovvietà “

In breve tempo le portate erano già servite e Holmes osservò l’ordine della ragazza. Una mousse di carote semplice più che mai, la giovane aveva preso il cucchiaio giusto e non dovette correggerla. Sorrise mentre prese un coltello per affettare la sua bistecca al sangue.

La giovane stava già degustando la sua cena.  In breve si era già adattata all’ambiente e ora anche lui faceva fatica a vedere un minimo sforzo nel suo portamento. Forse era nata per essere una dama.

“mi dica signorina…lei ha mai visto la Francia?”

“no,i miei nonni si trasferirono in inghilterra quando i miei genitori erano ancora in tenera età

“le piace vaggiare?”

Christine lo osservò  ed annuì appena

“vorrei, ma non ho denaro per viaggiare”

“andiamo in francia signorina Gold.”

Sentita l’affermazione di Holmes, la giovane infermiera spalancò gli occhi incredula, Lasciando il cucchiaino con il dessert a pochi centimetri dalle labbra. Quell’uomo era assurdo, come con tanta semplicità le proponeva  idee su idee.

“signor Holmes…è uno scherzo?”

“non sono mai stato così serio”

“signor Holmes…ho un lavoro da mantenere..e eanche lei..”

“io sono un ispettore privato, troverò qualche caso da fare in un paio di minuti, e avremo i soldi per fare tutto lo shopping che vogliamo...e lei, sarà la mia assistente infermiera.”

“e..in cosa sarò utile di grazia?”

“in quello in cui è utile il dottor Watson”

“…e…licenzierà il dottore?”

“no, ma per il momento è impegnato a generare degli eredi con sua moglie ed è in paternità a tempo indeterminato”

Christine riprese a sorridere mentre fissava Holmes con il tipico sguardo che dice “non cabierai mai, però mi piaci troppo così come sei”

“allora? Cosa mi dice?”

“….mi accompagna lei a casa?..così posso preparare i bagagli…”
  
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