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Autore: DarkBlue    06/06/2012    1 recensioni
Questa non la ritengo un’autobiografia, perché in questo sito non importerebbe a nessuno, è solo un modo per descrivere come io odio, come riesco a farlo. Voglio far capire alle persone che odio provo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa non la ritengo un’autobiografia, perché in questo sito non importerebbe a nessuno, è solo un modo per descrivere come io odio, come riesco a farlo. Voglio far capire alle persone che odio provo. L’odio per il mondo, per la mia patria, per la mia famiglia e a volte per me stessa e per il mio nome. Ora, essendo più matura di prima riesco a provare vergogna per il cognome che porto, per colpa del padre che ho avuto in dono da Dio, ma non posso insultare L’Onnipotente, colui che ci ha creato, lui ha fatto solo innamorare due persone della Terra. Quella Terra che ai suoi occhi è solo un luogo infernale a cui deve badare. Io non credo. Non credo al fatto che Dio non intervenga mai in certe situazioni. Ma se esiste davvero perché non fa mai qualcosa per rimediare al danno che hanno fatto uomini. Lui ci ha creati, ci ha voluto creare a sua immagine e somiglianza, a suo piacere, con la sua immaginazione. Ha voluto copiare i suoi lineamenti, il suo corpo, per creare noi. Ma dopo che ci ha creato con tanto amore, perché ci sta facendo distruggere con odio? Perché il mondo si sta distruggendo da solo. È questa la fine di cui tanto parlano. E non sarà di certo colpa di Dio, né tanto meno del clima. Sarà solo colpa nostra. È come se ci stessimo sciogliendo nell’acido a vicenda. E odio, ritornando al discorso di poco prima, le persone che si uccidono per la loro patria. Non basta mettersi in gioco per salvare la tua città o la tua Nazione, non basta farsi ammazzare, anzi questo non serve proprio a niente. Serve invece vivere, in modo corretto, facendo meno errori possibili, e iniziare a uscire dalla pozzanghera scura in cui ci stiamo, piano-piano, buttato dentro. Siamo tutti nella stessa barca, piena di buchi da dove inizia ad arrivare l’acqua, ma siamo sempre un popolo e insieme dobbiamo salvarci. La vita, infatti, la posso anche paragonare a un viaggio… nessuno dei viaggiatori sta mai veramente comodo (anche se nessuno lo ammette). E il viaggio è lungo. È bello godersi il panorama e il vento che scompiglia i capelli, fregandone di chi sa quale polmonite possa venire. Anche se il rumore del vento è insopportabile e i dossi ti fanno venire la nausea anche ai più forti di stomaco. Si possono leggere tutti i cartelli che ci sono nelle strade, fermandosi pure, conoscere posti nuovi. L’emozione di un viaggio non è paragonabile a nessuna. l’emozione di scoprire posti nuovi, incontrare tunnel. Perché in un viaggio è bello incontrare tunnel. Vedi tutto nero e per piccolo istante in cui sei da solo, isolato dal resto, nel tunnel ti accorgi che hai tutto. In quel momento si è veramente felici. E poi quando si vede la luce della fine, si rimane un po’ delusi. Non capisco perché la gente deve vivere sotto regole. Di vita ce n’è una sola e si deve vivere come si vuole. Perché le regole ci impediscono la libertà di vivere, certo non voglio ora dire che desidero una rivoluzione e che vorrei andare in giro qua e là per la città uccidendo e fare a botte perché tanto nessuno mi punisce, no. Questo non voglio farlo, ma vorrei ritornare al tempo che fu, quel tempo libero, pienissimo d avventure e misteri, dove sei tu (solamente tu) a decidere cosa vuoi fare da grande, perché per forza gli altri devono darti consigli o cose del genere. Non lo ammette mai nessuno, ma i consigli non piacciono, soprattutto quando si è “adolescenti”. I consigli qualche volta fanno bene, ma quando, alla fine questi ti vengono imposti, non ci siamo proprio. Voglio solo andare avanti, la nostra mente si sta fermando, la generazione che viene non è aperta, non ha una mente ragionevole con cui pensare, non ha niente di niente. Mi dispiace questo, io qui, nella mia vita, ci sto troppo stretta. E sono stanca…
  
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