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Autore: Ami For a Dream    06/06/2012    2 recensioni
I suoi occhi, sono il punto nevralgico della mia vita.
Solo guardando quelle iridi nocciola, posso riposare.
Lo odio per ciò che mi ha fatto, lo odio..perché lo amo.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Reita, Uruha
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Con questo scritto non intendo offendere nessuno, non racconto fatti accaduti realmente, i personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.

 

Attenzione: Fan Fiction Yaoi!

 

E Tiziano Ferro ci mette di nuovo lo zampino, con ‘ Hai delle isole negli occhi ‘ mi ha fatto uscire questa cosa indecifrata U_U
Pairing che non tratto normalmente, una Reita/Uruha *___* Mi piace questa coppia devo dire <3
Buona Lettura.

 

Island

 

 

I suoi occhi, sono il punto nevralgico della mia vita.

Solo guardando quelle iridi nocciola, posso riposare.

Lo odio per ciò che mi ha fatto, lo odio..perché lo amo.

 

Quante volte, quante maledette volte doveva trovarsi a pensare al suo ragazzo, durante le ore del giorno e della notte?

La sua figura era sempre nei suoi pensieri, qualunque cosa facesse, ovunque andasse, Kouyou era sempre con lui; il suo pensiero fisso non lo abbandonava mai.

L’ennesima lite aveva visto la luce la sera prima, contrasto che era nato dal nulla, per una sua frivolezza, ma che per l’altro era stato il giusto appiglio per litigare di nuovo.

Era sicuro che lo facesse di proposito, perché non era possibile infuriarsi tanto per un paio di calzini lasciati a terra. Questo perché forse Kouyou sperava che un giorno o l’altro, sarebbe arrivata quella parolina che lo avrebbe sollevato da quella situazione; ma su quello si sbagliava.

Non si sarebbe mai allontanato da lui, solo per quella insensata paura che l’altro provava; Kouyou non era forte come lui, ma ci avrebbe pensato lui per entrambi.

Sapeva benissimo che lo amava, glielo leggeva nelle iridi nocciola ogni santissimo giorno che gli Dei gli donavano; era inconfondibile quella fiamma che ardeva nei suoi occhi.  

Le urla e gli occhi infuriati di Kouyou gli tornarono in mente vividi come non mai, anche se, quando voltandosi verso di lui prima di lasciare l’appartamento - che condividevano da due anni – nei suoi occhi vi aveva letto, sofferenza.

 

“ Anche se soffri e poi pretendi non si veda. “

 

Era una ruota che girava senza fine, Kouyou cercava la lite, la trovava finendo per litigare e poi soffriva quando lui decideva di uscire per sbollentare la rabbia.

Sorrise tamburellando con le dita sul volante, la lunga fila al semaforo rosso lo avrebbero costretto a stare fermo per un bel po’ di tempo; anche se l’unica cosa che voleva era arrivare presto a casa, perché nonostante tutto, lo amava.

Un amore profondo, che nemmeno gli Dei avrebbero potuto scalfirlo, era radicato in lui, era parte di lui, una costante che non avrebbe mai modificato nella sua vita. Avrebbe potuto rinunciare a molte cose nella sua esistenza, ma non a Kouyou.

Non a colui che non gli faceva mai mancare una tazza di caffè bollente la mattina, che ogni mattina accompagnava uno di quei sorrisi raggianti insieme a quella tazza di caffè.

Non a colui che era sempre sincero, anche se a volte era davvero difficile e rischiava di farlo soffrire.

Non a colui che lo amava passionalmente, portandolo ogni volta a rasentare la follia, fino quasi a morire.

Non a colui che lo aveva visto piangere restando in silenzio, dandogli la sua sola presenza come supporto.

Perché le loro anime erano una cosa unica, nessuna delle due avrebbe continuato a brillare senza l’altra.

Perché il solo pensare di dover vivere una vita senza di lui, lo faceva stare male.

Perché lo amava e non avrebbe mai smesso di farlo, punto.

 

“ Odio, il mio nome senza il tuo.

Ogni fottuto addio,

io odio quando ti odi e mi allontani. “

 

Non si vedevano dalla sera prima, solo i Kami potevano sapere che cosa stesse pensando Kouyou in quel momento; oltre a lui naturalmente.

Lo conosceva troppo bene per non saperlo, sicuramente si stava convincendo sul fatto che lui non andava bene; che era meglio così per entrambi.

Sciocco, Kouyou era solo uno sciocco, non poteva realmente pensare che avrebbe potuto lasciarlo davvero, ma ogni volta che litigavano e ogni volta, che poi facevano pace, lui riusciva a comprendere che l’anima del biondo era così lacerata nel profondo, che cucirla era davvero un lavoro per un sarto esperto.

Punto dopo punto, lui ci sarebbe riuscito, avrebbe riparato quello strappo non con una toppa no, ma con un lavoro che non avrebbe lasciato traccia, lasciando la sua anima intatta.  

Non importava ciò che aveva fatto in passato, glielo aveva detto in tutte le maniere possibili, ma era come se non riuscisse ad accettarlo; sciocco da parte sua. In fondo non stava a lui, giudicare cosa doveva stargli bene e cosa no, lo amava con tutta l’anima ed era ricambiato; solo quello importava realmente.

Parcheggiò l’auto in malo modo, non c’era un posto nemmeno a pagarlo oro, prima di scendere azionò le quattro frecce, era una sosta breve quindi sperava che bastassero a non fargli prendere una multa.

Corse per il tratto breve che lo separava dal negozio di fiori, per sua fortuna era deserto, quindi non doveva aspettare il suo turno.

Scelse delle rose rosse, adatte per quella situazione, adatte per Kouyou.

Ne prese venti, una più bella dell’altra, con quel lieve profumo che lo inebriava; i petali vellutati gli ricordavano la morbida pelle del compagno, soddisfatto dell’acquisto se ne tornò in macchina e con altrettanta soddisfazione, percorse l’ultimo tratto di strada che lo separava da casa.

Lasciò l’auto al suo posto assegnato e con cadenza regolare, raggiunse il portone del palazzo aprendolo senza difficoltà.

Già si pregustava la sensazione che avrebbe provato, non appena i suoi occhi avrebbero incrociato di nuovo quelli dell’altro; non appena quelle iridi nocciola – vedendo le rose – sarebbero divenute liquide. Facendogli capire che il suo posto era esattamente lì, in quegli occhi.

 

“ Hai delle isole negli occhi

e il dolore più profondo

riposa almeno un’ora solo se ti incontro. “

 

Occhi che ne avevano viste tante, che avevano sofferto, ma che erano anche stati in grado di aprirgli un mondo, celato dietro una corazza ben costruita.

La vita di strada non era facile da affrontare e molti ragazzini cresciuti senza genitori, erano finiti male come Kouyou; costretti a battere il marciapiede. Lui per fortuna era forte, la sua tenacia lo aveva fatto rigare diritto e non appena maggiorenne - lasciato l’orfanotrofio dove era cresciuto – si era rimboccato le maniche iniziando a lavorare e a costruirsi una vita tutta sua.

Ringraziava ogni santo giorno di averlo conosciuto in quella sera di sballo, con degli amici pronti a fare sesso a pagamento; ringraziava di aver posato il suo sguardo su quello perfetto di Kouyou, di averlo abbordato e portato in una zona isolata, di averci fatto sesso e di essere affogato in un liquido color nocciola, dal quale non era stato più in grado di uscire.

Erano passati cinque lunghi anni da quel giorno, aveva portato via Kouyou da quel mondo sporco che macchiava di nero quella sua anima pura e candida; regalandogli la pace che meritava.

Non si reputava un samaritano, questo mai, si era innamorato di quel ragazzo fragile, che invece di lottare, aveva lasciato che la vita lo affondasse.

Nel preciso istante che per la prima volta i loro sguardi si incontrarono, lui aveva già compreso che non avrebbe più potuto fare a meno di lui.

 

 “ Io non mento, non importa cosa dicono.

Nel silenzio guardo le anime che passano

e di queste anime tu sei la più speciale,

perché sorridi anche inseguita dal dolore. “

 

Salì l’ultimo gradino con un sorriso felice in volto, anche se Kouyou aveva sofferto in passato, sapeva che ora era felice grazie a lui e questo non faceva altro che aumentare l’amore nei suoi confronti; non lo avrebbe mai lasciato.

Infilò la chiave nella toppa facendo scattare la serratura, piano se la richiuse alle spalle e nel mentre, la figura di Kouyou apparve davanti a lui. Come si immaginava i suoi occhi divennero umidi di lacrime, si spostavano repentinamente dal mazzo di rose ai suoi occhi, come se ciò che vedeva fosse un miraggio.

Sorrise in sua direzione, lo amava così tanto che stentava a credere che tutto quel sentimento potesse racchiudersi nel suo cuore; doveva avere un cuore enorme allora.

« Aki… » soffiò il biondo senza muovere un passo.

« Sciocco… perché piangi..? » sorrise intenerito.

« Pensavo.. » le parole gli morirono in gola, serrate da una morsa dolorosa.

« Che questa volta non sarei tornato? » finì lui per l’altro.

« Sì.. scusa.. » sussurrò Kouyou.

« Tornerò sempre da te amore, ti amo troppo per lasciarti distruggere tutto… anche te stesso » piano dissolse nel nulla la distanza che li separava, porgendogli il mazzo di rose.

Kouyou le afferrò sorridente « Sono bellissime, grazie amore.. »

« Sscchh..basta parlare… mi sei mancato.. »

« Anche tu.. »

Entrambi si lasciarono andare ad un lungo bacio, solo in quel modo riuscivano a respirare davvero, l’uno tra le braccia dell’altro. Mentre le loro figure si allontanavano verso la stanza da letto, a terra giacevano le rose cadute in un attimo di passione troppo forte per essere contenuto.

 

“ E tutto è perfetto, tutto somiglia a te. “

 

 

FINE.

 

Santi numi ma che ho scritto? O________o

Non so come giudicarla al momento, ma per essere un brutto periodo per la scrittura, è meglio di niente XD

Anche questa mi è venuta cortissima, mi chiedo dove sia finita quella voglia di scrivere le long fic. .-.

Altre note non ce ne sono, anche se devo dire che questa doveva essere una AoixUru, ma che poi si è trasformata in una ReixUru (Uruha è restato, non pensate anche voi che i suoi occhi sono delle isole? XD).

Kiss! <3

 

 

   
 
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