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Autore: LunaSayan    06/06/2012    2 recensioni
Alluora... dato che il mio "carissimo" computer ha smesso di funzionare circa due mesi fa ed è tornato in vita solo recentemente, non ho potuto aggiornare; per questo ho deciso di ripubblicare la mia storia "Figli del Destino", sia per i nuovi lettori, sia per quelli che la seguivano già e che hanno sicuramente perso il filo. Mi scuso umilmente. Un piccolo estratto dal Prologo:
"Juliet Cambell era sempre stata strana nella sua normalità. Era una quindicenne come le altre, all’apparenza. Ma nascondeva un segreto che ai comuni mortali non è permesso di conoscere. Troppo grande per loro, non sarebbero riusciti a sopportarne il peso..."
Baci
LunaSayan
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROFEZIE E UNA STRANA CACCIA ALLA BANDIERA



La mattina mi svegliai con un insistente dolore ai muscoli, tranne quelli del collo. Non avevo dormito molto; alcuni dei miei fratelli avevano cominciato a parlottare tra loro e dopo aver fatto pace con Clarisse mi ero dedicata completamente a pensare ad Alex, a lui e a quel bacio.

Non ero stata io a prendere l’iniziativa nel bosco, anzi, avevo anche cercato di oppormi; ma in quel momento il mio controllo era totalmente in frantumi. Ma ovviamente io mio difettoso senso del giusto non era una scusa: la verità era che quel presuntuoso, saccente e maledettamente bel semidio stava cominciando a piacermi, tanto.

Eppure mi ero ripromessa che non avrei mai commesso l’errore di lasciarmi abbindolare da uno come lui, conoscevo quei tipi: ti fanno sentire unica e speciale e alla fine scorpi di essere la ragazza della settimana. Però Alex era diverso, sembrava…sincero, a modo suo, e come ho detto prima cominciava ad aggradarmi un po’ troppo per i miei gusti: decisamente troppo.

E poi non ero più riuscita a parlargli, lui mi aveva detto che non gli interessavo, ma da come si comportava ultimamente sembrava il contrario. Ipocrita, un perfetto ipocrita. Mi trascinai verso i tavoli nello spiazzo davanti alla Casa Grande e mi accorsi che per la prima volta nella vita ero arrivata in orario: la cosa si faceva inquietante.

Di solito passava Silena a svegliarmi, oppure Clarisse mi buttava letteralmente giù dal letto, ma a quanto pareva non quella mattina. Mi lasciai cadere di peso sulla panca del bancone dei figli di Ares, accanto a Josh. Mi squadrò stralunato, indeciso o non se spingermi a terra; però poi le sue labbra si distesero in un sorrisetto cospiratorio:” Allora, come è stato?” chiese eccitato.

Magari aveva scoperto di me e Alex! Sentii un fastidioso ed inspiegabile nodo stringermi lo stomaco.” Di che parli?” mi informai con ostentata sicurezza.” Di battere Clarisse, allora come è stato?” ripeté spazientito.” Oh, quello. Diciamo…soddisfacente.” Sospirai sollevata.” Sai, nessuno ci era mai riuscito. Mi sa che sta progettando una vendetta terribile, se fossi in te starei attenta.” Mi suggerì sempre come se stesse tramando un attentato terroristico.

” Non ti preoccupare Josh. Abbiamo fatto pace e tutto si è chiarito.” Dichiarai per rassicurarlo. In realtà non proprio tutto tutto si era chiarito: il mio rapporto con Alex ad esempio era un arcano mistero per me; ma era meglio concentrarsi su Chirone in quel momento.

Aveva appena battuto per terra uno zoccolo, per varie volte, segno che aveva da comunicare qualcosa di importante. Il chiacchiericcio si era fermato e tutti i semidei si erano voltati verso il centauro, incuriositi ma allo stesso tempo ansiosi. “Guerrieri! Eroi!” cominciò, brutto segno, quando apriva i suoi “sermoni” con degli epiteti formulari in genere elogiativi succedeva sempre qualcosa di brutto.

“In questi tempi difficili tutti siamo sfiniti e preoccupati, il nostro campo è stato in pericolo varie volte; l’ultima proprio l’altro ieri, per fortuna questa volta non ci sono stati morti, ma non abbassiamo la guardia, il pericolo e sempre in agguato. Ho due notizie da darvi. La prima: le Cacciatrici arriveranno dopo pranzo e si uniranno alla nostra Caccia alla Bandiera, che si svolgerà regolarmente per mantenere intatto lo spirito della nostra dimora. La seconda: l’Oracolo della soffitta si è pronunciato, e temo che a qualcuno di voi sia stata assegnata un’impresa!”

Deglutii, tutti avevano ripreso a parlottare tra loro, c’era chi si sentiva eccitato e chi avrebbe dato di tutto per non essere il prescelto per la missione. “La mummia mi ha preannunciato che cinque di voi, mie valorosi ragazzi, partirete alla volta della dimora di Crono, con lo scopo di sconfiggerlo una volta per tutte.” Annunciò. Rischiai di strozzarmi con il pezzo di muffin che avevo appena ingoiato.

“Ora farò i nomi degli Eroi che partiranno per questa ardua impresa: Percy  Jackson, Annabeth Chase, Clarisse la Rue, Alex White e Juliet Campbell!” mi sa che avrebbero dovuto praticarmi la manovra di Heachfield altrimenti sarei soffocata sul serio, e addio missione importantissima. Io e Clarisse, che era dall’altro capo della tavolata, ci fissammo.

A differenza mia, però, lei sembrava compiaciuta e per niente spaventata. Posai lo sguardo su Percy: lui era abbastanza rassegnato e determinato, mentre Annabeth secondo me stava già architettando una qualche strategia o qualcosa del genere.

Non feci in tempo a scorgere Alex perché Chirone annunciò l’inizio degli allenamenti, quindi era obbligatorio andare a prepararsi. Entrai per prima nella capanna e mi infilai l’armatura di cuoio in modo disordinato e, afferrati l’elmo e la cavigliera, uscii all’aria aperta.

Raggiunsi la radura degli allenamenti a grandi falcate e quando Chirone mi vide fece cenno di avvicinarsi. “Allora, perché io?” domandai infilandomi il casco col pennacchio rosso. “Lo saprai a tempo debito Juliet, non preoccuparti.” “Ma…” tentai di protestare.” Ora venti giri di corsa attorno al bosco ragazzi, su, su! Alza quelle ginocchia Allyson!” sbraitò. Rassegnata mi unii al gruppo, davvero tanto entusiasta di spaccarmi le gambe con la corsa.
 

“Questa volta le Cacciatrici si divideranno a metà! Un po’ con Atena e un po’ con Ermes!” annunciò Chirone. Eravamo tutti radunati attorno a lui, solo che eravamo circa quindici in più perché le “tirapiedi” di Artemide erano venute a trovarci.

Faceva davvero uno strano effetto vedere Talia vestita con una tunica bianca e con l’arco e le frecce sulle spalle. Il gruppo si divise a metà, probabilmente le ragazze avevano già deciso in precedenza la divisione, quindi avevamo fatto più in fretta del solito. Alex era con noi e a quanto pare aveva già fatto amicizia dato che chiacchierava amabilmente con alcuni figli di Apollo e anche qualche figlia di Afrodite. Scossi la testa e mi concentrai su ciò che stava per succedere.

“Squadra rossa! Qui da me!” strillò Annabeth autoritaria. Trotterellai accanto a lei e cominciò a parlare.” Per questa volta sarò io il Capitano, si fa a turno. Dividetevi in tre gruppi.” Detto fatto.” Allora, il gruppo di Clarisse starà in attacco, quindi andrete a prendere la bandiere loro.” Fece un cenno con la testa verso la squadra avversaria. “Il gruppo delle Cacciatrici farà da copertura per gli attaccanti, dovrete guardargli le spalle.” Talia annuì determinata.

“Mentre i difensori guarderanno la bandiera, e staranno la! Chiaro?” dannazione! Sotto quei boccoli angelici si nascondeva la reincarnazione di Hitler. Ci posizionammo nel bosco: ero nella squadra degli attaccanti, Alex era rimasto in difesa.

“Posizioni! Via!” gridò il centauro. Sospirai e poi mi lanciai verso il mini esercito avversario. Riuscii a superare indenne i primi cento metri, poi una lancia mi passo a tre centimetri dall’orecchio. Individuai il proprietario: Daniel Smith, figlio di Ermes. Partii alla carica, e lui, momentaneamente distratto, venne stesso dal mio calcio in piena faccia. Ridacchiai e ripresi a correre forsennatamente.

“Juliet! Una mano qua!” Clarisse era stata assalita da una decina di semidei tra i quali molto figli di Apollo e notai anche Percy Jackson. “Arrivo!” urlai di rimando. Insieme riuscimmo a liberarci dei ragazzi, però avevamo perso tempo prezioso, anche perché il resto della nostra squadra era impegnato in duelli all’ultimo sangue con i Blu.

Con uno sguardo di intesa sgattaiolammo via, senza essere notate da nessuno. Dietro un pino notai qualcosa di blu che sventolava: la loro bandiera. Ma era stato decisamente fin troppo facile trovarla, dove erano le Cacciatrici avversarie? Non le avevo ancora viste in giro. Avevo un brutto presagio. Stavo per dire a Clarisse di stare attenta quando il suono di un’esplosione mi perforò i timpani, e mi girai verso la fonte del rumore assordante. In una nuvola di fuoco, fumo e polvere era avvolta la figura di un tizio vestito alla Mik Jagger; pantaloni strappati e attillati, giacca di pelle, bandana nera… aveva anche gli occhi rossi.

Alquanto buffo. Quello doveva essere Ade: il re degli Inferi, il padre di Alex. “Alex White!” sbraitò. Sembrava molto incollerito e continuava a sputacchiare scintille qua e la.

Corremmo alla nostra bandiera, era la che il dio dei morti era apparso. Affiancai Alex che guardava il suo paparino con un sopracciglio inarcato. “Persefone mi ha dato un intruglio che mi ha addormentato per un mese! Ma ora sono sveglio!” ululò inviperito. ”Ciao anche a te, comunque.” Lo salutò il ragazzo sempre con quel cipiglio sarcastico.

“Come hai osato! Come hai potuto disobbedirmi?!” ringhiò diventando rosso come un pomodoro maturo. “Senti, mi annoiavo da te! Che male c’è a vedere il mondo?” si intestardì lui sicuro delle sue parole. “Senti tu, marmocchio! Sappi che non ti proteggerò! Se Crono ti ucciderà sarò felice e basta! E non ti aspettare che non ti spedisca nel girone dei Traditori capito!? Ora me ne vado, ho sprecato troppo del mio tempo!” sotto lo sguardo allibito di tutti il fuoco si dissolse come era apparso, lasciando solo una nuvoletta di cenere.

“Be, non era poi così arrabbiato, no?” sdrammatizzò Alex; ma ebbe scarsi risultati.
  
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