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Autore: Ila_Chia_Echelon    06/06/2012    2 recensioni
Ci si sente spesso giudicati dagli altri, osservati con disprezzo da una società stereotipata in cui ogni più piccolo segno di diversità viene quasi immediatamente condannato. Questa flashfic è dedicata a tutti quelli che provano a non giudicare dalle apparenze nonostante sia una cosa piuttosto difficile, e soprattutto a Ilaria, una delle poche persone che io conosca che sia veramente in grado di farlo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Debole sfogo di una mente perversa

Perché mi giudichi?
Perché continui ad osservarmi come se fossi un oggetto in esposizione?
Perché non guardi oltre? Perché non scruti nelle mie pupille, nelle mie lucide iridi e non ti chiedi cosa nascondo dietro il mio viso?
Prova, per una volta nella tua vita, a guardare dentro il tuo corpo, dentro il tuo fottuto cervello, e chiediti cosa sei. Chiediti cosa ti spinge a comportati in questo modo e pensa: sei migliore di me?
Prova a toccare la pelle sotto il mio tatuaggio, il labbro soffice sotto il piercing che porto alla bocca, la mente in collera sotto i miei capelli colorati. Una testa che riflette, una testa in cui i pensieri si accavallano uno sull'altro e la cui lingua non riesce a formare parole per esprimerli, per farti capire quanto ferisce non essere considerati per ció che realmente si è.
"Una pazza, sognatrice, solitaria, asociale, stupida, credulona, ignorante, inaffidabile, ribelle." Questo è tutto ció cui riesci ad associarmi. Oh sì, lo potrei essere, potrei essere qualsiasi cosa, un mostro, un angelo, una persona normale. Ma tu non lo saprai mai, perché non lo vuoi sapere, perché la tua mente rinchiusa da spesse barriere impedisce alla vista di giungere oltre la superficie e baciare la mia anima ferita dal tuo sguardo diffidente.
Ma c'è qualcuno, un essere neanche lontanamente paragonabile a te, qualcuno che ti schiaccerebbe con il peso del suo sorriso sincero, del suo sguardo pieno d'infinite sfumature. So che c'è qualcuno, che attende di prendere il suo posto in quell'angolo del mio stomaco in cui aleggiano le mie emozioni più recondite. Lo amo ma non so chi sia, è solo un'immagine che sbiadisce nel vento, un sottile strato di polvere la ricopre nell'attesa di essere spazzato via dalle sue labbra che si poseranno sulle mie, portando via ogni mia paura di gridare.
E nell'attesa che il tempo dei tuoi sguardi finisca, sai cosa voglio? Sai cosa la mia mente ai tuoi occhi perversa desidera? Vorrei che il tuo sorriso beffardo svanisse, vorrei che le tue palpebre si spalancassero in un'espressione d'assoluto sgomento.
E tra tutto quello che potrei dirti, tra tutti risvolti del mio animo che potrei rivelarti sconvolgendo il tuo mondo ristretto, riesco ad estrarre una sola, infima parola di sfida, che posso vomitarti addosso senza paura, senza il coraggio che sarebbe senz'altro necessario se cercassi di spiegarti ció che mi stringe lo stomaco in una morsa.
"Fanculo."


   
 
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