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Autore: sheisfaith    06/06/2012    1 recensioni
Ero terrorizzata:mi aveva raggiunta. Cosa voleva quell’uomo da me?
All’improvviso mi bloccò,prendendomi un braccio. Voltai lo sguardo nella sua direzione e cominciai a piangere disperata.
“Ti prego,non farmi del male.” Singhiozzai.
L’uomo allentò la presa e sorrise. “Non voglio farti del male,sta’ tranquilla.”
Ero sicura di conoscere quella voce,ma in quel momento non riuscivo a ricordare dove l’avessi sentita.
Si tolse gli occhiali da sole e cominciò ad osservarmi attentamente,dalla testa ai piedi,mettendomi in soggezione.
Ma quando incrociai il suo sguardo,il sangue mi si raggelò nelle vene.
[tratto dal capitolo 3]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che mi fa letteralmente schifo,speravo uscisse una cosa più decente ç.ç solo la prima parte mi convince,per il resto sarebbe proprio da buttare,ci sono pochissimi discorsi ed è incentrato gran parte sugli stati d'animo dei due protagonisti e questo può risultare noioso data anche la lunghezza del capitolo. Spero vi piaccia comunque. Enjoy ^^ 
Federica.

                                                                                                                                                             Federica


Avevo passeggiato con Matt a lungo,fino ad arrivare a Central Park.  Ci eravamo seduti su una panchina e avevamo continuato a chiacchierare a lungo,fin quando non cominciò a soffiare un vento gelido che mi fece rabbrividire e lui mi strinse a sé.
Matt si voltò verso di me,guardandomi con i suoi grandi occhi verdi e incurvando le labbra in un sorriso dolcissimo. Era un ragazzo a dir poco bellissimo,nulla da dire,eppure la mia testa non faceva altro che farmi tornare in mente Jared e a ricordarmi come l’avevo trattato. Mi sentivo terribilmente in colpa.
“Qualcosa non va?” mi domandò Matt,continuando a fissarmi col suo sguardo penetrante.
“No,è tutto apposto.” Sorrisi. Di certo non potevo dirgli che stavo pensando ad un altro,mentre ero con lui.
 C’era davvero tanta gente,nonostante il freddo pungente. Mamme che portavano i figli a giocare,donne che passeggiavano col carrozzino,cercando di far addormentare il neonato,e persone anziane che portavano a spasso  cani.
Mi voltai di nuovo verso Matt,ma non riuscii a rendermi conto di nulla perché mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Non che mi dispiacque,ero solo sorpresa dal suo gesto.
Fu un bacio piacevole;schiuse le labbra,lasciando che la sua lingua vagasse alla ricerca della mia per giocarci insieme. Eppure in quel momento mi resi conto che non erano i suoi profondi occhi verdi quelli che volevo vedere,non era il suo sorriso che doveva causare il mio,non era lui che volevo. Io volevo Jared,con i suoi meravigliosi occhi del colore del mare e il suo sorriso appena accennato,che riusciva a farmi sciogliere ogni volta.
Mi era persino sembrato di sentire il suo profumo nell’aria;e se fosse veramente lì,nascosto,e mi avesse visto mentre Matt mi baciava? Avrebbe sicuramente frainteso tutto.
“Matt..devo andare,scusami.” Non gli diedi nemmeno il tempo di aprire bocca,che ero già corsa via di lì.
Dovevo trovare Jared,ma non avevo la più pallida idea di dove fosse. Così mi diressi a casa,sperando vivamente che fosse lì ad aspettarmi. Presi il telefono,non c’era nessuna chiamata né alcun messaggio.
In quel momento la mia mente cominciò ad articolare un miliardo di pensieri,il mio stomaco si stava contorcendo al solo pensiero che lui mi avesse in qualche modo visto. Calma,non traiamo conclusioni affrettate.
Presi le chiavi di casa e le infilai con mano tremante nella serratura,che dopo tre giri si aprì. Ma di lui non c’era traccia. Una lacrima solitaria cominciò a scorrermi lungo il viso. “Magari verrà più tardi.” Pensai,cercando di calmarmi.
Trovai un biglietto sotto la porta. Il mio nome risaltava su quel cartoncino bianco,scritto con una calligrafia abbastanza illeggibile,ma che sapevo bene appartenesse a Jared.
Deglutii l’enorme nodo alla gola che mi si era formato,era la prima volta che mi lasciava un biglietto.
Lo aprii lentamente,chiudendo gli occhi. Avevo paura di leggere cosa ci fosse scritto ma presi coraggio,respirando a fondo e riaprendo gli occhi.
“Probabilmente mi odierai per essere andato via senza nemmeno avvisarti e lasciandoti solo uno stupido biglietto,ma credimi è meglio così. One day maybe we’ll meet again.Jay.”
Lessi quel biglietto più volte,sperando che fosse davvero solo un incubo. Non poteva essere andato via così,con un biglietto in cui citata le parole di una sua canzone,una delle mie preferite. Che fantasia,Leto.
Sentii il mondo crollarmi addosso,i miei sogni infrangersi come onde sulla sabbia. Sei solamente una stupida,credevi realmente che avrebbe continuato a perder tempo con te?
Stupida coscienza,taci una buona volta!
Per quale motivo se n’è andato via,senza dire nulla? I sensi di colpa mi stavano divorando dall’interno,le lacrime avevano preso a scorrere interminabili,annebbiandomi la vista. Era tutta colpa mia,del mio stupido carattere. Se non fossi uscita con Matt,lui sarebbe ancora qui con me.
Matt. Deve averci sicuramente visti insieme,altrimenti non sarebbe andato via. Ma certo,che stupida che sono!
Aveva frainteso tutto,mi aveva vista che mi baciavo con Matt e ha deciso di andare via. Può anche darsi che non sia così,magari è tornato a Los Angeles e non ha avuto tempo per aspettare che tornassi.
Ma chi volevo prendere in giro,se n’era andato via perché l’avevo accusato di essere geloso,l’avevo trattato male e avevo preferito Matt a lui. Il mondo non gira intorno a te,mia cara.
Mi tirai una botta in testa,cercando di porre fine ai miei assurdi pensieri provenienti dalla mia coscienza.
Ormai era inutile continuare a negarlo. Ero innamorata di lui,lo ero sempre stata,perché continuare a fingere che non mi faccia alcun effetto,che lui mi sia indifferente?
D’istinto presi il telefono e lo chiamai,ma risultava sempre spento. Mi lasciai andare a terra,priva di forze,e piansi. I miei singhiozzi avevano messo fine a quell’angosciante silenzio che aleggiava in casa,quella casa dove lui era stato fino a poche ore prima,e che aveva ancora il suo profumo.
Mi misi a letto,sfinita,e mi addormentai,con il sapore salato delle mie lacrime amare sul mio viso.
Sentii la voce di Jared rimbombare nella casa,mentre cantava ‘From Yesterday’ ed ebbi un sussulto quando mi accorsi che in realtà era solo la suoneria del telefono.
“Pronto?” risposi,con la voce ancora impastata dal sonno.
“Pronto? Si,sono la signora Lawrence. Volevo chiederle se può venire adesso a tenere il piccolo Joe perché ho avuto un imprevisto e devo andare a lavoro.”
Scattai subito in piedi,mi ero completamente dimenticata che avrei cominciato il giorno stesso a lavorare come babysitter per i Lawrence.
“Ma certo,non c’è alcun problema. Arrivo subito.” Riattaccai e mi cambiai di fretta.
Avevo ancora gli occhi arrossati a causa delle lacrime e il trucco colato,mi diedi una sciacquata ed uscii di casa.
I Lawrence erano una famiglia abbastanza facoltosa di New York,il marito era dirigente di una grande azienda e la moglie era il primario del reparto pediatria dell’ospedale di New York. Avevano un bimbo di circa due anni di nome Joseph,di cui mi sarei dovuta occupare.
Per mia fortuna,la loro villa non era molto lontana da casa,era proprio nel centro di Manhattan e ci impiegai pochissimo ad arrivare.
Bussai e venne ad aprirmi la signora Lawrence,una donna giovane e di bell’aspetto,col piccolo già in braccio.
“Bene,è tutto scritto sul post-it in cucina. Devo scappare.” Mi diede il piccolo e gli stampò un bacio sulla testa. “Ciao tesoro,la mamma torna presto. Fa’ il bravo.” Salii di corsa sulla sua auto e sfrecciò via lungo il vialetto.
Era una donna di poche parole,davvero. Sempre presa dal lavoro,una vita di corsa.
Entrai in casa e mi diressi in cucina,dove il post-it giallo spiccava sull’immenso frigorifero grigio.
“Joseph mangia alle 19 in punto,il cibo è nel frigo. E’ da scaldare solamente. A letto alle 20,non un minuto più tardi. Mio marito dovrebbe essere a casa per le 21. Per il resto,la stanza dei giochi è di sopra. Presti attenzione,è un bimbo molto vivace.”
Osservai meglio quella piccola creatura tra le mie braccia. Era un bambino bellissimo,dagli occhi grigio-blu e i capelli nero corvino.
Lo misi a terra e lui mi prese la mano,cominciando a trascinarmi per le scale. Entrò in una stanza e rimasi incredula dall’enorme quantità di giocattoli che ci fossero lì dentro.
“A cosa vuoi giocare,Joe?” gli chiesi,vedendo che era indeciso su come passare il tempo.
Il bambino indicò la pista con le macchine e sorrise. La serata trascorse tranquilla,seguii le istruzioni riportate sul post-it e misi a dormire il bambino,aspettando che il padre tornasse.
Me ne tornai a casa e realizzai solo allora di come non avevo minimamente pensato a Jay,mi aveva fatto bene distrarmi.
Le settimane passarono in fretta,la primavera era alle porte e di Jared nessuna notizia. Mi sentivo sempre peggio,la malinconia e la tristezza alloggiavano definitivamente dentro di me. Ma tra scuola e lavoro,riuscivo a non pensarlo troppo.
Mi mancava da morire,come alla Luna mancano le stelle e il cielo scuro della sera,come a un bambino goloso mancavano le sue caramelle,come ai polmoni mancava l’aria. Lui era diventato fondamentale per la mia esistenza,lui,Shannon e Tomo erano diventati parte di me da tempo ormai e sapere che erano in pausa,che non avrebbero rimesso piede su un palco per molto tempo,non faceva che peggiorare il mio stato.
E ogni volta che rivedevo un loro concerto,una loro intervista,sentivo un gran vuoto dentro di me. L’unico modo che avevo per sentirli accanto a me erano le loro canzoni,la sua voce calda e sensuale era il rimedio ad ogni male. Ma come poteva essere il rimedio,quando il ‘male’ era proprio lui?
La sua assenza mi stava facendo diventare matta,avevo un bisogno disperato di lui. Un po’ come la droga,una volta che la provi non riesci a farne a meno. Lui era la mia dipendenza.
Passò un mese,e di lui ancora nessuna notizia. Lessi su internet che stava organizzando qualcosa,di cui ancora si sapeva nulla. Vederlo mentre chiamava delle Echelon in tutto il mondo,intrattenendo una conversazione con loro,mi faceva stare ancora più male. Perché non chiami anche me?
Una le aveva addirittura detto ‘Jared,sposami’. Fai la fila,ce ne sono milioni come te che hanno lo stesso desiderio,me compresa.
Stavo diventando davvero paranoica e ossessiva,avevo bisogno di sentirlo. Più volte avevo anche pensato di andare a Los Angeles,ma non avrei avuto modo di rintracciarlo e così avevo abbandonato l’idea.
Poi qualche giorno dopo lessi che Jared avrebbe annunciato il motivo di tutto quel mistero nel VyRT,per la fine di Aprile. Stando a ciò che era riportato su internet,avrebbe annunciato una novità.
Mancavano ancora due settimane all’evento,dovevo resistere.
Una domenica mattina di metà Aprile venni svegliata dall’insistenza di qualcuno che continuava a suonare il campanello di casa mia.
Mi alzai controvoglia e andai ad aprire,rischiando un infarto quando mi ritrovai Jared davanti che mi sorrideva.

 Jared

Due mesi. Erano passati due mesi da quando ero tornato a casa con Shannon. Due mesi d’inferno,i peggiori della mia vita. Non c’era stato giorno in cui non la pensassi. Lei era sempre il mio pensiero fisso,avevo provato a dimenticarla ma con scarso successo. Ero innamorato,ormai questo era chiaro.
Mi mancava terribilmente,eppure non l’avevo mai cercata,non avevo mai risposto alle sue chiamate. Nulla. Lei doveva dimenticarsi di me,non ero la persona adatta a lei.
Ogni notte continuavo a sognare la scena a cui avevo assistito quel maledetto giorno,quel bacio che mi aveva mandato in frantumi il cuore. Ogni notte una bambolina diversa nel mio letto,ogni notte una voce diversa che sussurrava il mio nome in preda all’eccitazione e ogni notte lo stesso sogno. Avevo provato di tutto,ma nulla. Non riuscivo a togliermela dalla testa.
Ringraziando il cielo,avevo cominciato a scrivere delle nuove canzoni,mi riunivo con Shannon e Tomo per provare gli arrangiamenti con gli strumenti,dimenticandomi,almeno per un po’,di lei. Avremmo annunciato la ripresa del nostro lavoro nel VyRT ben presto e nonostante eravamo in pausa da parecchio,non avevo mai smesso di scrivere nuovi testi e comporre nuove melodie. Probabilmente era anche merito suo,era lei a darmi l’ispirazione.
Mancavano ancora due settimane all’annunciazione dell’imminente ritorno dei 30 Seconds to Mars e in cuor mio speravo vivamente che lei mi avrebbe visto. Sei un controsenso vivente,Jared. Prima dici che lei deve dimenticarsi di te e poi speri che ti guardi in diretta mondiale. Sei proprio un genio.
Maledette coscienza,non poteva starsene zitta qualche volta? Avrei voluto spegnere il cervello in certi momenti,azzerare tutte le emozioni. Probabilmente avrei avuto meno problemi.
Non avrei resistito più senza di lei,era diventata sempre più importante,così una sera presi il primo volo per New York senza dire nulla a mio fratello. L’avrei portata a Los Angeles con me,non l’avrei lasciata mai più da sola.
Arrivai la mattina seguente,domenica. Il sole alto nel cielo,non faceva troppo freddo. Una giornata perfetta,nella città che tanto amavo.
Mi presentai alla porta di casa sua,restando fermo diversi minuti prima di prendere coraggio e suonare.
Nessuna risposta.
“Forse non è in casa.” Pensai.
Sentii il mio cuore accelerare violentemente,ero nervoso. Se mi avesse dimenticato veramente? E se stesse insieme a quel ragazzo? E se fosse ancora arrabbiata con me per averla abbandonata?
Troppi sé,troppe domande. Suonai un’altra volta,sperando vivamente che fosse in casa. Sentii dei passi pesanti dirigersi verso la porta,cominciai a sudare freddo,il cuore sarebbe esploso per quanto batteva forte.
La porta si aprì,mostrandomi la creatura più bella dell’intero universo. Era proprio come la ricordavo. I capelli castani le cadevano sulla schiena in morbidi boccoli,gli occhi spalancati alla mia vista.
“Ciao.” Le dissi,sorridendo.
Lei rimase a lungo in silenzio a guardarmi,stropicciandosi di continuo gli occhi come ad avere conferma che fosse un sogno.
“Sono reale,Federica.” Risi,pronunciando per la prima volta il suo nome correttamente.
“Cosa ci fai qui,Jared?” il tono freddo della sua voce spense subito la mia allegria.
“Ti avevo promesso che un giorno ci saremmo rivisti,ed eccomi qui. Credevi davvero che ti avrei lasciato in quel modo?”
“L’hai fatto,Jared.”

“Mi sei mancata.” Sussurrai,prima di stringerla tra le mie braccia.
Il suo profumo mi inebriò i sensi,lei rimase immobile a quel contatto.
La guardai nei suoi occhi scuri,cercando di capire cosa non andasse.
“Qualcosa non va?” domandai.
“Fammi capire,sei serio Jared?” sbottò lei. “Credi davvero di poter piombare nella mia vita come e quando ti pare?” si liberò del mio abbraccio,rientrando in casa.
La seguii,chiudendomi la porta alle spalle.
“Sono stato uno stupido e ti chiedo scusa. Ma quando ti ho vista che baciavi quel ragazzo io..”
“Tu cosa,Jared? E’ stato lui a baciarmi,non io. Hai frainteso la situazione e se magari invece di scappare,mi avresti lasciato spiegare,a quest’ora non staremmo qui a discutere.” Mi interruppe lei.
Che fine ha fatto la piccola,dolce e timida ragazzina che avevo lasciato due mesi prima? Tutto quel coraggio da dove le era uscito?
Mi sentivo davvero un idiota,come ho potuto dubitare di lei?
“Hai ragione. Avrei dovuto parlartene invece di scappare in quel modo,è solo che mi sono sentito crollare il mondo addosso e ho preferito andare via piuttosto che affrontare la realtà. Scusami davvero,non avrei mai voluto abbandonarti.”
La vidi abbozzare un sorriso e una lacrima scenderle sul viso. Mi avvicinai a lei e l’abbracciai di nuovo e questa volta si abbandonò tra le mie braccia,stringendosi contro il mio petto.
“Adesso sono qui,non ti lascerò mai più te lo prometto.” Le sussurrai piano,alzandole il viso per guardarla negli occhi.
La voglia di baciarla era irrefrenabile,eppure quello non era l’occasione adatta,sentivo che lei non era completamente pronta a lasciarsi andare con me,negli occhi la stessa paura che aveva quando l’ho conosciuta. Quella maledetta paura che lei per me fosse solo un divertimento,l’ennesima bambolina da portare a letto. Quella maledetta paura che le impediva di fidarsi di me del tutto.
“Voglio che tu venga a Los Angeles con me.” Dissi. Lei puntò i suoi occhi scuri nei miei e mi guardò a lungo.
“Sai bene che non posso.” Sciolse l’abbraccio e andò a sedersi.
“Solo per due settimane,ti prego.” Misi su il mio broncio,sperando di convincerla.
“E va bene.” Cedette. “Due settimane,non un minuto di più.” Concluse.
Un enorme sorriso si aprì sul mio volto. “Partiamo immediatamente,prepara i bagagli.” Esclamai,uscendo dalla sua stanza. “A proposito,sei bellissima anche in pigiama.”
Federica abbassò di colpo lo sguardo e arrossì,poi mi guardò e sorrise lanciandomi il cuscino.
“Esci dalla mia stanza,Leto!” rise.
Chiusi la porta e mi sedetti a terra,con un sorriso indelebile sul volto.
Mi sei mancata da morire,piccola. Saranno le due settimane più belle della nostra vita,credimi.

Well,continuerò a ripetere all'infinito che questo capitolo fa SCHIFO. L'unica cosa positiva è il fatto che Federica e Jared si siano ritrovati e abbiano chiarito ^^ Non meravigliatevi del tono scontroso e freddo che lei riserva a Jared quando lo rivede,è davvero il mio carattere quello,sarei capace realmente di mandare a puttane un'occasione del genere credetemi LOL
Lasciatemi le vostre recensioni,scrivetemi cosa pensate di questo capitolo,ditemi anche voi che fa schifo okay? Ahahah okay basta,la smetto. 
Al prossimo capitolo (sperando che sia decente) xx
Fè. DonnaH ti amo e lo sai ormai <3
P.S. Nel POV di Federica,nella parte in cui dice che lei è diventata dipendente di Jared,avrei voluto metterci 'Ero diventata LetoDipendente' ma non mi sembrava il caso,anche se è realmente così. 

  
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