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Autore: SoniaChirico    06/06/2012    0 recensioni
I suoi occhi neri sono a un soffio da me, la sua bocca pure. Ma non mi bacia, mi guarda. Intrappola i miei occhi nei suoi. Porta una mano sul mio viso e mi aggiusta una ciocca di capelli dietro l’orecchio. – Perché scappi da me? – Le lacrime cominciano a scendermi dagli occhi. Lui le asciuga.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avevo precedentemente promesso che avrei finito questo capitolo e beh, l'ho fatto.
Il fatto che la scuola sia finita mi ha agevolmente aiutata.
Sono state due settimane dure fra
studio e interrogazioni e compiti, 
rese ancora più dure dall'assenza di qualcuno
che era troppo presente per noi. 
Sono 17 giorni che non ci sei più e la tua assenza si fa sentire, principessa.
Manchi a tutti in un modo indescrivibile, soffocante, straziante.
Ti dedico questo capitolo, piccola, perchè sono sicura che ti avrebbe fatto
molto piacere viaggiare e visitare posti nuovi.
Ti vogliamo molto bene, principessa.





                      


            May I be your love?

           Capitolo 18   -  I'm happy for all.


«Sta’ tranquilla e non agitarti.»
«E se non vuole? Kyle io voglio venire e lui non vorrà sicur..»
«Angelo stai calma, okay? Ci parlo io.»
«Va bene.»
«E ricordati di stare calma, mmh?»
Parcheggia nel vialetto di casa mia e si ferma, mettendo le mani aperte sopra le sue cosce.
Gira la testa verso di me e mi guarda, ammiccando.
«Vuoi per caso farlo in macchina?» Gli chiedo, incredula.
«NO! Certo che no! Vieni qui, dai.»
Mi avvicino a lui e mi siedo sulle sue gambe, appoggiando la schiena al sedile. Passo un braccio dietro il suo collo e con le dita gli accarezzo i capelli. Appoggio la fronte alla sua testa e gli bacio la tempia. Sento la sua mano accarezzarmi la gamba destra, ed io lo stringo più forte a me.
«Ehi..» Sussurra Kyle.
«Mmmh?»
«Mangiamo insieme?»
«Solo se dormi con me..»
«Dormo con te, ovvio.» Mette il braccio sotto le mie ginocchia e scende dalla macchina tenendomi in braccio, e davanti alla porta mi fa scendere.
 
Entriamo in casa e subito Kyle chiama la pizzeria per ordinare due pizze. So già che lui mangerà la sua e finirà anche la mia.
«Sono sopra, mi vado a cambiare, okay?» Gli dico avvicinandomi a lui, mentre gli accarezzo il fianco.
«Okay, salgo subito.» Annuisco e salgo di sopra.
Entro in camera mia e lascio cadere lo zaino per terra, tolgo le scarpe e mi sfilo i vestiti. Prendo un paio di pantaloncini e una felpa dall’armadio e li infilo, sdraiandomi subito dopo sul letto.
Kyle fa capolino dalla porta ed entra dentro.
 
«Già a letto?» chiede, sedendosi accanto a me.
«Voglio rilassarmi...sai com’è.» Si corica accanto a me e appoggia la schiena alla testata.
Mi volto su un fianco e appoggio la testa sulla sua coscia.
Sento la sua mano appoggiarsi sulla mia testa e accarezzarla dolcemente. Infila i polpastrelli fra i capelli e li muove creando dei piccoli cerchi sulla mia testa.
«Così mi addormento, però..» sussurro sulla sua gamba, dandogli un bacio attraverso i jeans.
Lo sento ridere e volto la testa verso il suo viso.
Mi alzo e mi siedo sulle sue gambe a cavalcioni, posando le mani sul suo stomaco. Mi circonda immediatamente il busto con le braccia attirandomi a sé.
Infilo una mano sotto la sua maglia e gli accarezzo la pelle con le dita. La sua pelle calda mi riscalda un po’. Lui allarga le dita sulla mia schiena  e poi appoggia la testa sulla mia spalla sinistra.
Alzo la mano destra fino ad arrivare alla sua nuca e gli accarezzo i capelli con le dita, delicatamente.
 
 
                                                                                                                       *
 
«Farà freddo lì?», chiedo a Kyle mentre con le mani prendo un pezzo di pizza dal cartone.
«Mezzo tempo..più meno come qui. Tu avrai freddo, portati vestiti pesanti», dice, finendo la pizza e pulendosi le mani con un tovagliolo.
«L’hai già finita?», chiedo stupita. Fa spallucce e poi mi guarda. Io sono ancora al secondo pezzo.
Gli faccio segno che può finire la mia e lui mi guarda.
«Che c’è?» Gli chiedo.
«Mangia, angelo».
«Non mi va più, finiscila tu, dai».
«Non puoi non mangiare».
«Io mangio!»
«Non abbastanza, dai. Un altro pezzo».
«Non mi va, Kyle».
«Eddai!»
«Non mi va».
«Mallory».
«E che cavolo, Kyle! Non mi va!» Lo guardo, e lo fulmino con gli occhi.
Mi sdraio e gli do le spalle.
«Non fare la bambina, vieni qua».
«La bambina un corno!» Gli grido in faccia.
«Se non mi va non lo mangio! Punto. Non mi puoi obbligare a mangiare cose che non mi vanno, Kyle!»
Non mi guarda e non dice niente, afferra con forza lo scatolo della mia pizza e lo mette davanti a sé.
 
Finisce la mia pizza senza guardarmi nemmeno per un secondo.
«Mi guardi?». Gli chiedo, con la voce bassa.
«No.»
«Kyle..dai. Non prendertela», cerco di prendergli la mano ma lui la scosta.
«Kyle? Amore?»
Nulla.
«Va beh, vado a dire a mio fratello per domani. Ho sentito la porta aprirsi».
 
 
                                                                                                                                     *
 
Salgo in camera mezzora dopo con l’autorizzazione per partire di mio fratello.
Se partiamo.
Kyle è sdraiato sul letto che guarda la TV.
Mi siedo a gambe incrociate accanto a lui e guardo fuori dalla finestra.
«Mio fratello ha detto di si, sempre se ti interessa..» bisbiglio, restando a guardarlo.
Allarga il braccio sinistro e mi guarda.
«M’interessa tutto di te, angelo..»
Mi appoggio nell’incavo della sua spalla e poso il braccio destro sul suo addome.
«Non vedo l’ora di partire con te..» Gli dico, e poi lentamente mi addormento.
 
 
 
 
7.30 am – 15 Settembre.
 
 
«Non andare a scuola..amore». Le labbra di Kyle mi sfiorano il collo ed io mi appoggio a lui.
«Devo andare, Kyle».
«Non andare..non hai nemmeno fatto la valigia ancora!».
«Non ho fatto la valigia, cavolo! Mi sono completamente scordata!», mi volto verso di lui e lo vedo sorridere.
«Vedi, è un segno del destino.» - mi poggia le mani sui fianchi e mi accarezza la pelle - «Resta qui a casa, fai la valigia, e poi partiamo, mmh?»
«Okay.» Avvicino le labbra al suo collo e lo sfioro, lasciandoci poi sopra un bacio.
«Sono le sette e mezza, stiamo un altro po’ a letto?». Dice Kyle, accarezzandomi la vita con un dito.
Lo tiro per la mano e ci sdraiamo sopra il letto, lui avvicina la mano alla mia gamba e l’accarezza lentamente.
«Mi sa proprio che hai voluto che restassi a casa non per fare la valigia». Sussurro, avvicinandomi a lui e abbracciandolo.
«Cosa te lo fa pensare?». Domanda Kyle mentre sento la sua mano avvicinarsi al mio fondoschiena.
«Questo», dico indicando la sua mano. Lo faccio sdraiare sulla schiena e mi siedo sopra il suo bacino a cavalcioni.
Mi guarda con due occhioni neri e subito abbasso la mia bocca sulla sua e lo bacio.
«Ricordati che tu hai accettato a rimanere però..»
«Lo so». Dico, alzandomi e togliendomi la maglietta. La lascio cadere per terra e poi metto una mano dietro la nuca di Kyle e lo faccio alzare, così da poter sfilare anche la sua, di maglietta.
 
 
 
 
                                                                                                                                 *
 
 
 
«Kyleee!» Lo chiamo dalla cucina e lui subito corre verso di me.
«Che è successo? »
«Niente, è pronto. Mangiamo?» Chiedo, facendo gli occhi dolci a mo’ di scusa. Si avvicina e si siede di fronte a me.
«Pensavo fosse successo qualcosa..» Dice sporgendo la testa sopra il tavolo e baciandomi la fronte.
«Non è successo niente».
«Hai cambiato idea?», mi chiede, mentre posa il panino di nuovo dentro il piatto.
«Non vuoi partire con me, vero?»
«Ma che dici?», chiedo a Kyle sbarrando gli occhi dallo stupore.
Mi alzo e mi avvicino a lui facendo il giro del bancone. Arrivo davanti a lui e appoggio le mani sulle sue ginocchia. Lo guardo negli occhi e lui distoglie lo sguardo.
«Mi dici che hai? Che cosa sono questi ripensamenti, queste paure? Ti amo, Kyle. Voglio partire con te. Voglio stare con te.»
«Pure io voglio stare con te..angelo.»
 
 
 
Kyle’s pov.
 
 
 
Giovedì, 15th Settembre. 14.59 pm – Boston.
 
Stringo forte la sua mano nella mia mentre percorriamo il lungo viale che ci porta all’imbarco dell’aereo. Mallory ha addosso una giacchetta di pelle nera e uno zaino marrone sulle spalle. Ha degli occhiali scuri che le coprono gli occhi e il solito sorriso che mi fa sciogliere.
Due giovani hostess ci accolgono con un sorriso sincero all’entrata dell’aereo. Ci indicano i nostri posti e insieme raggiungiamo le due poltrone.
Prendo lo zaino di Mallory e lo infilo nello sportello sopra i sedili, poi le stringo il fianco avvicinandola a me.
«Vuoi stare dalla parte del finestrino?», le chiedo dolcemente, accarezzandole i capelli con le labbra.
«Se poi ho paura, ti siedi tu? Non ho mai volato». Mi domanda, alzando lo sguardo verso di me.
«Certo, piccola».
«Grazie amore», mi bacia sotto l’orecchio e poi si siede, prendendomi la mano non appena si siede anche lei.
 
«Hai paura di volare?» Mi chiede, guardando l’hostess di fronte a me.
«No, tu?»
«No, non lo so. Mi piace l’idea di volare..però non so se avrò paura. Com’è?»
«E’ bello..voli sopra migliaia e migliaia di persone.. sei nel cielo..passi attraverso le nuvole..ti piacerà»
Mi sorride e si allaccia la cintura, e appena un hostess comincia a spiegare cosa fare nel caso in cui l’aereo precipitasse, Mallory mi guarda allarmata.
«Sta’ tranquilla, è la routine»
«E’ la routine, ok. Ok»
«Sta’ tranquilla»
«Mi dai un bacio?», dice sporgendosi verso di me. Mi avvicino anche io a lei e appoggio le mie labbra sulle sue, baciandole dolcemente. Prendo la sua mano sinistra e la stringo nella mia, tracciando con il dito piccoli cerchi sulla sua pelle.
 
 
«Oddio mio..Kyle..»
L’aereo comincia a staccarsi dal terreno e Mallory stringe forte la mia mano. Appena prendiamo quota la sento pian piano mollare la presa e girarsi verso di me sorridente.
«E’ magnifico!», le sorrido e l’avvicino a me mentre lei mi accarezza i capelli sulla nuca.
«Da una scarica così..così..» - avvicina la bocca al mio orecchio - «come il sesso..elettrizzante.»
Mi lanci uno sguardo provocante e avvicino le labbra al suo collo, baciandolo.
«Quando arriviamo in hotel, amore»
«Ci puoi contare».
 
 
 
                                                                                                                             *
 
«Che ore sono?»
«Sono le sei e mezza, angelo»
«Pensavo fosse più presto, arriviamo a Vienna?»
«No, scaliamo a Madrid»
«Madrid? Veramente?»
«Si, abbiamo poco più di due ore per mangiare e comprare qualcosa all’aeroporto, se vuoi, poi alle undici e un quarto abbiamo l’aereo per Vienna»
«Oh, pensavo fosse un volo diretto»
«Non l’ho trovato, e poi pensavo che ti avrebbe fatto piacere vedere Madrid, anche se vedremo solo l’aeroporto»
«Dall’aereo si vedrà qualcosa, mmh? Non ti preoccupare»
«Ti ci porterò un giorno»
«Davvero?»
«Davvero».
 
 
 
 
20.41 pm – Madrid.
 
“Sono pregati i signori passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza, stiamo per atterrare a Madrid.”
«Siamo arrivati» Mallory è tutta frizzante che saltella sul sedile.
«Si, dai. Prendo le borse e scendiamo»
«Scendiamo!».  Si avvicina a me e mentre mi cinge la vita si alza sulle punte. Abbasso leggermente la testa verso la sua e la bacio.
«Ehi, vi sbrigate! Qui c’è gente che deve lavorare!» prendo le borse e la mano di Mallory e mi avvio all’uscita dell’aereo.
 
Arriviamo subito all’interno dell’aeroporto attraverso un corridoio mobile attaccato all’uscita dell’aereo.
Mi avvicino al rullo dei bagagli del nostro volo e cerco le nostre valigie fra le centinaia che scorrono davanti a me.
Appena arrivano le prendo e mi avvicino a Mallory che si sta guardando intorno, incuriosita.
«E’ enorme..» Dice mentre prendendole la mano  mi avvio verso dei sedili.
«E non hai visto nulla, ancora. Vienna è molto più grande..»
«Veramente?», annuisco e ci sediamo, mettendo le valigie accanto a noi.
«Allora, vuoi mangiare qualcosa?» le chiedo passando un braccio sopra le sue spalle.
«Mmmh, perché no. Arriveremo tardi stanotte, saremo stanchi»
«Ok, ci sono pizzerie, ristoranti, fast food, bar, dove vuoi andare?»
Mi sorride mostrando tutti e trentadue i denti e io scuoto la testa. So che ha già deciso di andare in un fast food, ha un amore vero e proprio per questi posti. Ce la porto volentieri, anche perché è l’unico posto dove finisce tutto quello che ordina.
«Ok, andiamo al fast food» mi alzo e lei si rifugia sotto il mio braccio, ripetendo il suo\mio gesto preferito: infila la mano nella tasca posteriore dei miei pantaloni.
Sorrido e dopo aver camminato per tutto l’aeroporto arriviamo al reparto riservato ai ristoranti.
«McDonald’s o Burger King?»
«McDonald’s, ovvio»
 
Mallory prende posto mentre  io mi avvio al bancone per ordinare. Dopo dieci minuti arrivo al tavolo con il vassoio pieno di cibo.
Spartisco il cibo fra me e lei e noto che lei ha ordinato molta più roba di me. E’ una mangiona.
Iniziamo a mangiare e la differenza di dimensioni fra la bocca di Mallory e il panino che sta mangiando mi fa, come al solito, sorridere.
 
 
«Ho mangiato un sacco!». Dice Mallory mettendosi le mani sullo stomaco.
«Mangi sempre un sacco nei fast food»
«Hai ragione, dovrei mettermi a dieta»
«Ma sei uscita fuori di testa? Stai benissimo così, angelo»
«Hai detto che mangio un sacco..»
«Nei fast food, e per fortuna non ti ci porto sempre. A quest’ora non entreresti nemmeno nella macchina»
«Non mi ci portare spesso, allora. Ohmiodio. Non voglio diventare enorme»
«Non diventerai enorme, amore». Le faccio segno di avvicinarsi a me e lei lo fa.
L’abbraccio e lei appoggia una mano sulla mia coscia, e poggia la testa alla mia spalla.
«Non sei preoccupata, vero?»
«No, sono felice»
«Per il viaggio?»
«Per tutto».
 
 
Mallory’s Pov.
 
Venerdì, 16th Settembre. 03.15 am – Vienna.
 
«Mallory, amore, siamo arrivati»
La voce dolce di Kyle e le sue mani che mi accarezzano il viso mi svegliano in modo delicato. Apro gli occhi e quelli profondi di Kyle mi sorridono.
«Ehi», sussurro stropicciandomi gli occhi con le mani.
«Sono le tre e un quarto, siamo a Vienna»
«Siamo arrivati?». Mi alzo di scatto e abbraccio Kyle.
«Si, dai, andiamo»
«Dove?»
«In hotel?», le sorrido. E’ ancora un po’ insonnolita.
«Ah, si. Giusto. Andiamo».
 
 
 
 
 
 
03.58 am
 
 
Scendiamo dal taxi e immediatamente la mano di Kyle afferra la mia. Dice qualcosa che non capisco al facchino che si precipita immediatamente davanti a noi e dopo poco tempo lo vedo prendere i nostri bagagli e si avvia all’interno dell’hotel.
Alzo la testa e rimango folgorata dall’immensa costruzione che c’è davanti a noi. E’ alta almeno quaranta piani, ci sono almeno un migliaio di finestre ognuna con un balconcino davanti. Posta in cima c’è l’insegna, e noto, con sorpresa, le cinque grandi stelle dorate che susseguono il nome dell’hotel.
«Mallory?» - volto la testa verso Kyle e lo vedo sorridere. - «Andiamo?» - annuisco e mi faccio condurre all’interno dell’hotel.
 
L’interno è magnifico. La hall è interamente rivestita di marmo avorio, e per terra splende la moquette bordeaux, immacolata. Ci sono tanti divanetti di velluto color panna con davanti dei tavolini. Ci sono vasi color oro con fiori su ogni tavolino.
Ci avviciniamo alla reception e Kyle comincia a parlare con un signore di circa quarant’anni. Dopo pochi minuti l’uomo gli porge educatamente una tessera e sorride a Kyle. Sorride anche a me e io ricambio. Non nascondo che mi sento a disagio in tutto quel lusso.
 
Entriamo nell’ascensore e mi incanto nel guardare i ricami d’oro che ricoprono le pareti.  Arriviamo al nostro piano (non avevo dubbi che fosse l’ultimo) e Kyle mi guida fino alla nostra camera. Ce ne sono solo quattro su questo piano.
La porta è beige e decorata con gli stessi ricami dell’ascensore. Kyle infila la tessera nello spazio che sostituisce la serratura, e la porta facendo uno scatto si apre.
 
Kyle si sposta dalla porta e mi lascia entrare per prima.
 
Non esiste nessuna parola che possa descrivere quanto sono colpita da quello che mi ritrovo davanti.
 
La nostra “camera” non è per niente come una normale “camera” d’albergo. Ci sono almeno quattro stanze: l’ingresso enorme con tanto di fiori, una camera da letto e una porta da cui si può accedere al bagno, un altro bagno con un’enorme vasca incassata nel pavimento con un soffione grande poco meno della vasca attaccato al tetto, una cabina armadio grande quanto la mia cucina, e un salone, con tanto di poltrone, divano, e tavolino di cristallo.
«Sei pazzo..», sussurro voltandomi verso di lui.
«Ti piace?», dice avvicinandosi a me e stringendomi la vita.
«Da morire, ma tu rimani un pazzo. Hai preso una suite nell’albergo viennese più costoso e lussuoso, per caso?»
«Forse..»
«Sei davvero da ricovero, amore»
«E tu sei contenta?»
«Si, un sacco. Sarei stata contenta anche se alloggiassimo in un Bed & Breakfast, ma sono contenta»
Mi dirigo verso la camera da letto e ci entro. Le valigie sono accanto al letto - «E poi, guarda quanto è grande il letto..» - dico, togliendomi la giacca e le scarpe e sdraiandomici sopra.
 
Sprofondo nelle coperte soffici e mi abbandono completamente sul letto. Vedo Kyle togliersi anche lui le scarpe e la giacca e comincia a sbottonarsi la camicia stropicciata a causa delle ore in aereo.
 
Mi viene vicino e mi slaccia i pantaloni, li sfila tirandoli via dalle mie gambe ed io mettendomi seduta slaccio i suoi, dopodiché lui se li toglie.
Gli faccio un po’ di spazio in mezzo alle mie gambe allargandole e lui si mette sopra di me, senza pesarmi troppo. Porto le mani sul suo petto e finisco di slacciare la camicia, poi la scosto dalle sue spalle e lui mi aiuta a sfilarla dando un colpetto con il braccio.
Mi sfila la maglietta dal busto e la lancia, mette le mani ai lati della mia testa e la sua bocca si precipita sulla mia, mentre io allaccio le gambe intorno alla sua vita.
Sposta la bocca sul collo e comincia a riempirlo di baci, scende giù e bacia l’incavo fra i seni, slaccia il reggiseno e me lo sfila, poi bacia delicatamente e entrambi i capezzoli, facendoli inturgidire. Porto le mani sui suoi capelli e li accarezzo con le dita, mentre sento Kyle sfilarmi velocemente gli slip.
Infilo le mani fra il cotone dei suoi boxer e la pelle del suo fondoschiena, poi sfilo anche i suoi. Kyle alza la testa e i suoi occhi pieni di desiderio mi fanno sorridere, cosi ribalto le nostre posizioni, sedendomi sopra il suo bacino. Passo le mani sopra i suoi pettorali e sento le sue mani accarezzarmi i fianchi e scendere sul mio fondoschiena, poi accarezzarlo con fermezza, ma dolcemente.
 
 
 
                                                                                                                           *
 
 
Mi sdraio sul suo petto completamente senza forze. La sua mano calda mi accarezza la schiena sudata e la mia mano coccola la sua spalla. Abbiamo entrambi il fiato corto e i nostri toraci si alzano e si abbassano.
«Dio, angelo..»
«Già..»
Si alza dal letto facendo alzare anche me e mi prende in braccio, con una mano scosta le coperte e mi ci infila sotto. Si sdraiai accanto a me e allarga un braccio, ed io mi accoccolo nell’incavo della sua spalla.
Scivoliamo nel sonno mentre l’uno accarezza l’altro.
 
 
 
                                                                                                                                *
 
 
 
Mi sveglio e allungo le braccia per stiracchiarmi  un po’. Sento il profumo di Kyle accanto a me così allungo una mano verso destra e trovo un suo braccio. Mi avvicino a lui e appoggio la testa sul suo addome.
«Buongiorno»
«’Giorno», sorrido sul suo petto, poi alzo la testa e guardandolo lascio un piccolo bacio sull’angolo delle sue labbra.
«Che bacio è, questo?», sussurra Kyle, ancora con gli occhi chiusi. Mi allungo di più su di lui sdraiandomi sul suo corpo, mentre le sue mani corrono sui miei fianchi e la mia bocca preme con forza sulla sua. Apro la mia bocca e subito lui coglie il segnale e infila la sua lingua dentro.
 
«Ecco, questo era un bacio», sussurra soddisfatto, mentre scendo dal letto e afferro la sua camicia.
La indosso e chiudo i bottoni, poi vado vicino alla portafinestra e scosto un po’ la tenda. Il cielo è chiaro e ci sono poche nuvole bianche. Abbasso lo sguardo sulla città, e rimango esterrefatta.
Vienna vista da qui è proprio bellissima. Non credo di aver visto mai qualcosa di più bello.
Kyle mi viene dietro e passa le mani intorno alla mia vita. Mi appoggio con la schiena al suo petto e lui poggia il mento sulla mia spalla.
«Hai fame?»
«Un po’» dico voltandomi e passando le braccia intorno al suo collo.
«Andiamo a pranzo?»
«Non possiamo ordinare in camera?»
«Possiamo fare tutto quello che vuoi, amore.»
«Ordini adesso e poi andiamo a fare una doccia»
«Mmmh, doccia». Mi avvio al bagno ancheggiando ampiamente, mentre Kyle prende il telefono e ordina il pranzo. Volto la testa e gli sorrido.
«Vieni con me o no?»
Corre verso di me e prendendomi in braccio va in bagno e apre l’acqua della doccia. Sfila la camicia dal mio corpo ed entriamo nella doccia.
 
 
Esco e prendo l’accappatoio dato in omaggio dall’hotel. Lo infilo e la spugna morbida mi avvolge.
«Oddio, è così morbido..», dico sorridendo a Kyle. Lui prende un altro accappatoio e lo infila, venendomi vicino.
«Si, morbidissimo», mi cinge la vita e abbassa la testa sul mio collo, baciandolo. Sorrido e infilo una mano dentro il suo accappatoio, la avvicino al petto e lo accarezzo.
Gira la testa verso di me ed io lo bacio.
 
Sentiamo bussare alla porta e Kyle mi lascia a malincuore, mentre si avvia alla porta.
Apre al cameriere e gli dice qualcosa in tedesco, mentre lo fa entrare. Il cameriere è poco più grande di Kyle, un po’ meno alto e meno carino di lui. Ma è molto attraente e ha  un fisico più muscoloso, ma meno asciutto di quello di Kyle. E, per precisare, quello di Kyle mi fa impazzire.
 
Sorrido al ragazzo, non sapendo nemmeno una parola in tedesco, lui posa il carrello nel salotto e se ne va.
«Non sapevo parlassi il tedesco»
«Si, lo parlo un pò»
«Lo parli proprio, Kyle»
Kyle si siede accanto a me sul divanetto e mi cinge le spalle con un braccio.
«Che cosa hai ordinato?», chiedo.
«Un po’ di cibo locale, ti faccio provare qualcosa. Non puoi andare avanti solo con hamburger e patatine»
«Simpatico, davvero», si avvicina al carrello e scopre i diversi piatti.
«Ok, non ti fare pregiudizi, sono piatti ottimi»
«Non mi faccio pregiudizi, tu dimmi solo cosa sto per mangiare»
«Ok, allora. Abbiamo il Gulasch, è vitello un po’ piccante con i peperoni;il Rostbraten, costate di manzo arrostite con la cipolla; ti ho preso qualcosa che mangerai sicuramente, le Pommes Frites, sono patatine fritte; e poi due torte: La Esterhazyotorte, ricoperta di glassa; e la torta più famosa al mondo, la Sacher torte»
«Ok, ho l’acquolina in bocca, lo ammetto» , iniziamo a mangiare e dopo una mezzoretta arriviamo ai dolci.
Kyle prende il cucchiaino e stacca un pezzo di torta. Lo avvicina alla mia bocca e io la mangio. Assaporo quella torta e so che in vita mia non ho mai mangiato qualcosa di più buono.
«Mmmh..», dico mentre mi appoggio completamente su Kyle e lui mi stringe.
«Com’è?»
«Dio..è grandiosa..», mi siedo a cavalcioni su Kyle e lo bacio, stringendolo forte a me.
«Sono grandioso anch’io?»
«Si..»
 



Non vi so dire quando aggiornerò, ma penso e spero molto presto.
Mi scuso ancora con tutti per l'attesa, e
spero che questo capitolo vi sia piaciuto tanto
quanto piace a me.
E' molto più lungo rispetto ai miei standard, ma
saltando l'aggiornamento per due settimane, era il minimo che avrei potuto fare.
A presto! xxx, Sonia.

 
   
 
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