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Autore: Mels_36    06/06/2012    5 recensioni
Tutti soffrono per amore: quando non è corrisposto, se la propria famiglia non approva la scelta, ma c'è anche chi soffre d'amore per orgoglio.
E a quel punto i ricordi, il rancore e l'indifferenza si scontrano con i rumori del mare e quelli del tuo cuore.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Fred Weasley Jr, Lorcan Scamandro, Lysander Scamandro, Roxanne Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Look at the moon, it's shining in the sky




O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l’anno, sovra questo colle
Io venia pien d’angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari
.

(Giacomo Leopardi, Alla Luna)



Ti ricordi di lui.

Ricordi di averlo detestato fin da bambino, quando, a dieci anni, stavi per prendere al negozio di tuo zio George l’ultima confezione di Marchi Neri commestibili, e lui, che era poco più alto di te, aveva allungato il braccio e li aveva afferrati. Che diritto aveva, quel bambino, di sottrarti quell’ultima confezione? Era il negozio di tuo zio, quello, tu avevi più diritto di lui. Ma dirglielo non era servito, così come non erano serviti i pugni, infantili ma dolorosi, che vi siete scambiati, fino a quando tuo padre e tuo zio non vi hanno separati.



Rancore.

Era rancore quello che provavi nei suoi confronti, soprattutto perché, in quel piccolo litigio, tu avevi avuto la peggio. Speravi davvero che le vostre strade non si sarebbero più incrociate, ma quando te lo sei ritrovato davanti durante lo smistamento, hai capito che quella speranza era vana. Non che tu fossi concentrato su di lui, in quel momento: nella tua testa c’erano solo le parole di tuo padre, che ti assicurava che non aveva importanza la Casa nella quale saresti stato smistato. Eppure, quando ti sei ritrovato sulla testa il Cappello Parlante e la sua vocina ha insinuato che saresti stato un ottimo Serpeverde, hai sperato con tutte le tue forze di finire a Grifondoro, la casa dei tuoi genitori, dei tuoi zii, di tuo fratello, e il Cappello Parlante ti ha accontentato. Ma, quando anche lui è stato smistato a Grifondoro, hai pensato che, probabilmente, Serpeverde non era poi così male.
 


Indifferenza.

Sei anni di indifferenza totale, durante i quali, nonostante un Dormitorio condiviso, non vi siete mai né parlati, né semplicemente salutati. Poi, quella stupida sera, ricordi che vi siete ubriacati, e avete cominciato a ridere e a scherzare insieme, anche se non ricordi l’argomento. Sai soltanto che ha avvicinato le sue labbra al tuo orecchio e un brivido ha percorso la tua schiena, e la mattina dopo ti sei ritrovato nudo, nel suo letto, e soprattutto con la testa appoggiata sulla sua spalla. A quello, forse, si sarebbe ancora potuto rimediare: ma quando hai sentito l’odore della sua pelle e, con un sorriso appena accennato sulle labbra, hai preferito riaddormentarti accanto a lui, sapevi già, in cuor tuo, che non ci sarebbe stato più niente da fare.
 


Dovevi darci un taglio.

Avresti davvero dovuto darci un taglio con quella storia, perché non c’era niente di più sbagliato. Lui era sempre quel bambino prepotente che ti aveva sottratto le tue caramelle, era sempre quella stessa persona a cui non avevi rivolto la parola per anni. E te lo ripetevi così tante volte al giorno che finivi per crederci, o almeno, lo facevi fino al tuo ritorno in Dormitorio. Perché lui era lì che ti aspettava: scostava le lenzuola, e tu inevitabilmente finivi per dimenticare tutti i buoni propositi della giornata e andavi ad infilarti accanto a lui. Ma era solo sesso, niente di più. E proprio per questo, finita la scuola, non vi siete tenuti in contatto in nessun modo.
 


Matrimonio in vista.

Non per te, naturalmente, ma per tua cugina Roxanne. Non che tu sia d’accordo: vent’anni sono decisamente pochi per compiere un tale passo. Ma tu sai quanto tua cugina abbia lottato e sofferto per avere Lysander, conteso tra lei e la sua ex-migliore amica, quella serpe di tua sorella Lily, che per puro dispetto non verrà alle nozze. Le lacrime di Roxanne quando apprende la notizia sono inevitabili: sai che tua sorella le aveva promesso di farle da testimone di nozze fin da quando George aveva cacciato di casa suo figlio, colpevole di essersi innamorato di Eve, nipote di Rookwood, il Mangiamorte che aveva causato la morte di Fred. Da allora, nessuno in famiglia ha più avuto contatti con lui, sebbene tu abbia dei sospetti piuttosto fondati che tuo fratello James sappia più di quanto ti dice.
 


Obblighi familiari.

Definirlo un obbligo forse è leggermente esagerato, ma quando Roxanne ti chiede di fargli da testimone, sei praticamente costretto ad accettare. Il suo entusiasmo tuttavia ti contagia: la accompagni ad ordinare la torta e a misurare il vestito, poi ti vedi affidato il compito di custode delle fedi. I preparativi proseguono abbastanza velocemente, finché, alla vigilia della nozze, lei ti comunica che dovete fare una piccola “cena di prova”, che richiede anche la presenza dello sposo e del suo testimone. L’ingresso di quest’ultimi nella sala del rinfresco è accompagnato da un sorriso raggiante e luminoso da parte di Roxanne, e da un’espressione di incredulità e di timore da parte tua, quando scopri che il testimone di Lysander è suo fratello.
 


Tensione.

Tutti i muscoli del tuo corpo sono in tensione. Ti ritrovi il più delle volte a fissare il pavimento, alzando il volto solo quando sei direttamente interpellato. Tanto più che una delle poche volte in cui ti soffermi a parlare qualche minuto con Lysander, ti accorgi degli sguardi e degli ammicamenti tra il testimone dello sposo e il cameriere. Non riesci a spiegare il perché, ma dentro di te provi rabbia. Sai che non è giustificabile, che sono cinque anni che non vi vedete, ma la cosa ti provoca enorme fastidio. E continui a sentire la collera dentro di te anche mentre cammini per il corridoio della Tana, nella quale vi siete ritrovati tutti per dormire, finché proprio chi è la causa di quel sentimento ti prende per la mano e ti porta nella sua stanza.
 
 

Un altro stupido errore.

È l’unico modo in cui puoi giustificare il fatto di essere seduto nudo, sul suo letto, coperto solo da un lenzuolo. Ti affretti a rivestirti, ma mentre ti stai infilando i boxer, senti la sua voce impastata dal sonno che ti chiama.

“Potter... Dove stai andando?”

Ti passi una mano tra i capelli, esausto.

“Da Roxy. Vado a darle una mano.”

Ti circonda la vita con un braccio.

“È presto. Torna a letto.”

Sospiri.

“Scamander, te l’ho già detto: è solo sesso.”

Senti le sue labbra sulla tua spalla.

“All'inizio, forse. Adesso non è più cosi, e lo sai anche tu.”

Sai che stai per cedere. Tenti il tutto per tutto.

“Ho visto che eri molto in sintonia con il cameriere.”

Lo senti ridacchiare. E la cosa ti fa stranamente sorridere.

“Un bel ragazzo, indubbiamente.”

Cerchi di liberarti dalla sua presa. Debolmente. Molto debolmente.

“Devo andare.”

Le sue mani ti accarezzano il petto.

“Torna a letto.”

Hai perso.
 


Una lacrima.

Sì, una singola lacrima scende sulla tua guancia quando Roxanne pronuncia quel fatidico “Sì, lo voglio.” Sei felice per lei, felice che abbia trovato il ragazzo giusto. E poi forse è vero che i matrimoni fanno miracoli, perché non ti sembra possibile che, durante il banchetto di nozze, prima arrivi Lily, che va verso Roxanne e l’abbraccia forte, scusandosi per il suo comportamento, e che neanche mezz’ora dopo arrivi Fred, in compagnia della sua ragazza e con un bambino piccolo in braccio. Ti giri verso tuo fratello, che ricambia l’occhiata, e capisci che è stato lui a comunicare a Fred il giorno delle nozze di sua sorella. Nella sala c’è un silenzio ansioso: tutti aspettano la reazione di George.
 


Stupore.

Provi stupore, perché sembra davvero una scena surreale. I due Weasley si fissano, nessuno dei due è intenzionato a parlare. Nel frattempo tu osservi quella ragazza: ha un’aria spaventata, ma il suo viso è dolce, i lineamenti sono delicati, non c’è odio nel suo sguardo. Capisci con disgusto che l’unico motivo della sua condanna è il cognome che porta. Ti giri verso tuo zio, e ti accorgi che anche lui la sta osservando, lui che si era sempre rifiutato di conoscerla. Alla fine, decide di essere lui a muovere il primo passo. Si avvicina a loro, e Fred gli posa in braccio il bambino: si chiama George, come suo nonno, e James, come quel cugino che li ospitati quando non avevano nessun posto in cui andare. La festa riprende, più allegra che mai, e tu ti volti verso il testimone dello sposo. Ma quando lo vedi ridacchiare con il cameriere, non capisci più nulla.
 


Uno scatto di rabbia.

È proprio uno scatto di rabbia quello che ti ha fatto alzare di colpo, provocando la sorpresa di coloro che si trovavano accanto a te. Con un pizzico di orgoglio ti accorgi di aver suscitato la stessa reazione anche nell’unica persona di cui ti interessa. Lo guardi, per un lungo istante, e poi esci dalla sala: sai che lui ha capito. E infatti, poco dopo senti dei passi dietro di te. Non gli dai il tempo di dire nulla, lo afferri semplicemente per un polso, spingendolo contro il muro e baciandolo come mai hai fatto prima, visto che è sempre stato lui a prendere quel genere di iniziative. Poi appoggi la fronte sul  suo petto, ansimando.

“Non guardarlo più.”

Lo ripeti, vuoi essere sicuro che abbia capito.

“Non guardarlo più.”

È un ordine, una richiesta, una supplica. Non ti importa in realtà, perché sai che quando rialzerai lo sguardo lui ti guarderà come se fossi stupido e scoppierà a ridere, facendoti notare che la cosa non ti riguarda minimamente. E invece succede quello che non ti aspetti: passa una mano dietro la tua schiena e infila l’altra nei tuoi capelli, prima di stringerti a sé.

“Non lo guardo più.”
 


Cinque anni.

Cinque anni durante i quali hai tentato di relegare il tuo passato ad un incidente di percorso, durante i quali hai provato a frequentare altre ragazze, e, per qualche tempo, hai anche avuto una relazione. Eppure sentivi che c’era qualcosa che non andava, perché la notte, inevitabilmente, ti ritrovavi a pensare alle sue mani, alla sua pelle, al suo odore. E quella frase che lui ti aveva detto l’ultima notte che avevate trascorso insieme ad Hogwarts, mentre tu avevi gli occhi chiusi, continuava ad insinuarsi tra i tuoi pensieri.

“Ti Amo....”

Era stato un semplice sussurro, una confessione sincera alla quale non eri pronto. Per questo la mattina dopo, quando lui ti aveva detto addio con un bacio, facendo finta di nulla, tu eri rimasto in silenzio.
 


Il rumore del mare.

Lo senti, sta accompagnando i vostri passi sulla spiaggia, dove lui vi ha smaterializzati. Siete vicini, camminate in silenzio, finché lui non ti propone di sedervi. Hai voglia di lui, dei suoi baci, delle sue carezze, ma non hai il coraggio di dirglielo, perciò ti limiti ad appoggiare la testa sulla sua spalla, aspettando che il suo coraggio agisca per entrambi. Accogli con sollievo le sue labbra sulle tue, cosi come ti aggrappi con forza alle sue spalle mentre lui ti spinge con la schiena sulla sabbia. E del suo sorriso, lo capisci in quel momento, non potrai più farne a meno.

“Credevo che non ti saresti mai deciso, Potter.”

Sorridi anche tu.

“Ho un nome, sai?”

Si china sulle tue labbra, in un bacio delicato e un po’ salato.

“Non pensavo che avrei mai avuto il diritto di usarlo....Albus.”

Lo guardi per qualche secondo, ma alla fine ti rialzi, a malincuore.

“Dobbiamo tornare al matrimonio, staranno per tagliare la torta.”
 


Amore.

Senti l’amore nell’aria, lo vedi sui volti di tutti. Roxanne è radiosa, mentre balla con Lysander, e lui la stringe teneramente a sé. Anche Fred è sereno, mentre fa volteggiare la sua ragazza e nel frattempo osserva i suoi genitori giocare e divertirsi a fare i nonni con il piccolo George. Tuo fratello, invece, ha trascinato una riluttante Lily sulla pista da ballo: le sussurra qualcosa all’orecchio e finalmente puoi ascoltare di nuovo quella risata cosi piena di gioia che ha accompagnato la tua infanzia. E mentre tu sei perso nei tuoi pensieri, due dita sfiorano la tua spalla: ti volti verso di lui che ti tende la mano, ma tu scuoti la testa sorridendo.

“Non ho voglia di ballare.”

Lui ti guarda, timoroso che tu abbia cambiato di nuovo idea.

“Mi spiace, non volevo...”

Appoggi un dito sulle sue labbra, zittendolo.

“Portami da qualche altra parte.”
 


Luna.

Hai sempre pensato che la Luna fosse terribilmente affascinante, più discreta del Sole eppure cosi luminosa, in un cielo avvolto dalle tenebre. La osservi per qualche minuto, seduto sul davanzale, prima di tornare a letto, accanto a lui. Ti accorgi con stupore che lui è proprio come la Luna, affascinante e discreto, e che tu, per puro orgoglio, hai rischiato di perderlo. Gli accarezzi con estrema gentilezza una guancia, mentre lui apre gli occhi e ti sorride.

“Quella volta...Non me lo sono immaginato, sono sicuro che l’hai detto.”

Ti osserva, perplesso. Ci vogliono diversi secondi perché capisca a cosa ti riferisci e le sue guance si tingano di rosso.

“L’ho detto. Ma non volevo che tu lo sapessi.”

Appoggi le labbra sulle sue.

“L’ho sempre saputo. Solo che non riuscivo ad accettare che per me fosse lo stesso.”

I suoi occhi brillano, così come brilla la Luna.

“Ti Amo.”

Così simili, così diversi, ma con la consapevolezza di non poter stare l’uno lontano dall’altro.

“Ti Amo anch’io, Lorcan.”

Hai cercato la tua felicità per tanto tempo. L’avevi trovata a dieci anni.










 Note dell'autrice

Eccomi con una nuova Al-Lorc! La dedico a tutte coloro che stanno aspettando con pazienza il prossimo capitolo della long... Prometto che appena finisco gli esami mi ci metto! :)
Questa volta l'idea è nata mentre leggevo una storia di Roe, Testimone di un tradimento, e  l'ho buttata giù in poco tempo! So che è una mezza schifezza, perciò siate clementi x)
Mi sono ispirata a diversi canzoni, soprattutto per il finale... La Notte dei Modà, Can you feel the love tonight di Elton John e Luna dal musical Notre Dame de Paris: tutte canzoni magnifiche che vi consiglio di ascoltare!
A presto ;)

 

  
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