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Autore: _SilverSnake    06/06/2012    5 recensioni
"[...] e al pensiero dei 31 e più baci che gli erano stati promessi per quella sera si disse che sì, avrebbe aspettato vite intere per loro."
One-Shot per celebrare il 32° compleanno di Draco.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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~Roxanne, and then he smiled.

Le piccole e fragili ali di cristallo del Boccino affisso alla parete segnavano le sette.
Una folata di vento primaverile fece spostare le leggere tende color smeraldo, rilevando il rossore del giorno ancora troppo spavaldo per lasciar spazio alla notte.
Quando si alzò per chiudere la finestra si soffermò a guardare di nuovo quelle particolari lancette: erano in ritardo, come sempre.
Sorrise, pensando al fatto che per loro avrebbe aspettato una vita intera. Anche se, da buon Serpeverde qual’era, non accettava di dover fare i comodi di qualcun altro, quando era soprattutto lui il protagonista della serata.
No, non era giusto.
Sorrise ancora, perché in fondo non gli importava niente di quel giorno, ma lei aveva insisto, come ogni anno e lui non aveva potuto dire di no alla dolce richiesta di quegli occhi. Ed era pur sempre una buona occasione per essere servito e riverito da tutti. Come se non fosse già così gli contestò una vocina fastidiosa nella sua mente che lui conosceva alla perfezione e di cui non poteva fare assolutamente a meno.
Tornò a sedersi sulla poltrona di pelle nera, rigorosamente ed unicamente sua come ogni prezioso oggetto o persona in quella casa che rappresentava tutta la sua ritrovata felicità.
Il viso ancora giovane e candido gli conferivano quell’aria affascinante che ammaliava ogni singola donna che incontrava e che misteriosamente cadeva sempre rompendosi o il naso o un dente o spesso entrambi.
Sfogliava il giornale senza leggere nulla in particolare; senza smettere un secondo di sogghignare pensava all’imminente serata e soprattutto a quando sarebbero tornati a casa, stanchi ma non abbastanza per addormentarsi subito.
L’ombra di un gufo planò da dietro le tende e il Boccino segnò le sette e trenta: sì, erano decisamente in ritardo …
Impugnò la bacchetta e ne fece scaturire alcune farfalle color lillà che volarono su per le scale.
« Arriviamo, non c’è bisogno di fare scene! » La vocina fastidiosa, questa volta non solo nella sua mente, lo informò che probabilmente ci sarebbe stato bisogno di api regine e non solo graziose farfalle.
Si accasciò contro lo schienale della poltrona, pensando che a sto punto poteva anche farsi un riposino, ma il suo stomaco, a lui sì che importava del ritardo, non lo lasciava in pace.
Quando ormai aveva preso piede nella sua testa l’idea di andare in cucina a placare quel suo brontolio interno, una cascata di riccioli biondi contrastò il suo piano.
« Io sono pronta papà, guarda! » La bambina fece una giravolta e una cascata di petali rosa caddero su di lei a racchiudere quel fiore raro e prezioso.
Draco la guardò innamorato, senza potersi trattenere dal far nascere sul suo volto un sorriso che lo rendeva ancora più bello, un sorriso che era soltanto riservato a lei, a lei e basta.
Prese in braccio la piccola e tuffò il volto fra quei riccioli curati e profumati e si sentì pieno, pieno di vita, come un ubriaco che sfida il mondo dopo aver bevuto litri di Incendiario.
Pensò che con una meraviglia così non aveva più bisogno nemmeno della bacchetta, perché la vera magia era lei.
« Sei bellissima Principessa. »  E lo era davvero, in quel suo abitino indaco, semplice, elegante, bellissimo.
Draco posizionò la bambina sulle sue ginocchia e sorrise a quegli occhioni verdi che lo guardavano con interesse e ammirazione.
« Sai, sono sicuro che sarai la più bella stasera. »
La Principessa fece di no con la testa, seria e decisa:  « No, sei tu il più bello papà. » Lo abbracciò ancora e poi gli chiese: « La mamma mi ha spiegato che oggi è il tuo compleanno, è vero papà? »
« Sì, è proprio così scricciolo. »
« Allora questo bel vestito è per te e anche quello della mamma!  Mi ha detto di non dirti nulla, ma vedrai, è bellissima. »
« Sono sicuro che è così amore. Voi siete sempre bellissime. »
La bambina sorrise arrossendo e appoggiò la testa sulla sua spalla, poi parve ricordarsi all’improvviso di qualcosa di importante e alzò lo sguardo seria,  cercando gli occhi del padre.
Lui pensò che in quei momenti era identica alla donna che ancora stava in camera a prepararsi per lui e sorrise.
« Cosa c’è? »
« Non ti ho fatto nessun regalo … »
Draco appoggiò la fronte a quella della bambina e le baciò teneramente la punta del nasino perfetto. « Certo che mi hai fatto il regalo, ti sei fatta bella per me! »
Lei parve ancora turbata « No no, è la mamma che mi ha fatto bella, io non ho fatto nulla. » E abbassò gli occhi tristi.
« Roxy, guardami … » Il padre non poteva vederla così e decise che doveva soddisfare il bisogno della bambina.
« Sei ancora in tempo per farmi un regalo sai? » Lei parve incuriosita e ascoltò con interesse ciò che il suo papà le sussurrava all’orecchio.
La risata trillante di sua figlia gli fece capire che aveva funzionato e rise anche lui.
« Va bene? Il primo me lo puoi dare adesso, se vuoi. »
Roxy avvicinò le labbra alla guancia liscia di Draco e gli stampò un bacio pieno di affetto, per poi abbracciarlo ancora.
« E adesso ne mancano altri 31, ricordati però: entro la mezzanotte voglio averli tutti quanti. »
« Certo papà! »  Tornò a guardare gli occhi grigi di suo padre e gli chiese: « Papà, ho chiesto alla mamma di spiegarmi il significato del mio nome, ma lei mi ha detto che avresti dovuto spiegarmelo tu … Perché? »
Draco la guardò meravigliato e felice. « Roxanne Meissa Malfoy, il tuo nome l’ho scelto io, per questo la mamma vuole che sia io a spiegarti cosa significa. »
La bambina ora era tutta orecchi « Voglio sapere! »
Quella sera Draco non riusciva a smettere di sorridere. « Roxanne è un antico nome persiano che significa alba. Lo sai cosa succede all’alba? Le piante e gli uccellini sono i primi a svegliarsi e chiedono al Sole di alzarsi in cielo così da poter avere abbastanza luce per lavorare, ma il Sole è sempre troppo pigro alla mattina, sai un po’ come me quando la mamma mi sveglia presto. » Roxanne rise alla battuta del padre ma aspettò che lui continuasse. « E allora lui emana una leggera luce rosata e azzurra, non troppo forte, ma nemmeno troppo debole. Una luce giusta, che soddisfa tutti: i fiori si aprono mostrando i loro mille colori e gli uccellini iniziano a suonare la loro melodia per ringraziarlo, mentre lui è ancora a russare. Tu sei nata all’alba, c’erano fiori rosa sul balcone e un usignolo che cantava e io ho pensato che Roxanne fosse il nome giusto. Ma a te piace? »
La biondina pareva affascinata dalle parole del padre e annuì teneramente « Sì, mi piace tanto. E poi non ce l’ha nessun’altra bambina! »
« Esatto! E’ speciale. »
« E’ speciale perché me l’hai dato tu papà … »
Draco le sistemò un ricciolo dietro l’orecchio e la guardò sorridendole ancora e ancora.
« E Meissa? Cosa vuol dire Meissa papà? »
« Meissa è una stella, una stella più luminosa e più grande del Sole e non potevi non essere tu, piccola mia. »
Le baciò i riccioli biondi. « E ora, vai dalla mamma a dirle che se non si muove vado su a prenderla io. »
Roxanne scese dalle sue ginocchia e correndo raggiunse le scale lasciando una scia di un profumo di fiori che prese in pieno il cuore di Draco, facendolo innamorare per l’ennesima volta di sua figlia.  

Pochi istanti dopo la voce di Roxy gli ordinò divertita di chiudere gli occhi. Ormai lui era curioso da morire di vedere sua moglie.
« Ora puoi aprirli … »
La meravigliosa donna che stava ai piedi delle scale gli fece perdere il senso delle tempo e dello spazio: bellissima non sarebbe mai stato abbastanza per descriverla e dopo essere rimasto a bocca aperta per un minuto o forse due, decise che non c’era nessuna parola in grado di descriverla e le si avvicinò, tremando come la prima volta che l’aveva baciata.
« Sei … » Deglutì ed evitò i suoi occhi per non mostrare la sua dolcissima debolezza. « Sei … Sei meravigliosa, Hermione. »
La Grifondoro gli donò uno dei suoi sorrisi più belli e lo baciò piano sulle labbra, timorosa di vederlo rompersi in mille pezzi, come fosse vetro, avvertendo il suo nervosismo.
« Auguri Malfoy. »
« Grazie Granger. » Sogghignò maleficamente, non potendo evitare l’immagine di lui che le toglieva quel fantastico vestito color rubino che lei aveva scelto mentre lo pensava e le strinse i fianchi, possessivamente, gelosamente, aprendo le dita su quel corpo solo e soltanto suo.
« Non eravamo in ritardo? Muoviamoci, ci staranno già aspettando tutti … »
« Mamma, RonRon e Harry ci saranno? »
« Certo Roxy e non chiamarlo RonRon, per favore. »
« Ma che bel compleanno che mi aspetta! » Draco roteò gli occhi e lanciò uno sguardo complice alla figlia che, divertita correva anticipandoli, non vedendo l’ora di arrivare.
« Papà, secondo te zio Blaise cosa ti regala? »
« Non ne ho idea e sinceramente ho un po’ paura, non si sa mai quello che può passare per la testa di Zabini. »
« Già, non sembravi così preoccupato però quando ti sei quasi ammazzato con quel nuovo manico di scopa con l’acceleratore. » Hermione gli scoccò un’occhiata ammonitrice, quelle che lui amava chiamare alla McGranitt.
« Quello si chiama sport, amore. Blaise non c’entra nulla, anzi ha fatto un’opera di bene regalandomi quella SpeedyFire. »
« Anche io, anche io voglio un manico di scopa papà! »
« Certo piccola, te ne prenderò uno, non appena … »
« Non appena diventerà maggiorenne. »
Draco fece l’occhiolino alla figlia e insieme dissero: « Certo mamma! »
Hermione non ci badò, prese per mano Roxanne e uscì, Draco si prese qualche secondo in più per prendere la giacca e constatare il fatto che i suoi compleanni erano diventati meravigliosi da quando quelle due stelle li condividevano con lui.
Uscì di corsa dietro la donna che gli aveva cambiato la vita e la bambina che gliel’avrebbe cambiata ancora e al pensiero dei 31 e più baci che gli erano stati promessi per quella sera si disse che sì, avrebbe aspettato vite intere per loro.

   
 
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