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Autore: angelad    06/06/2012    8 recensioni
Un brutale omicidio scuote il dodicesimo. Un gioco perverso al quale Kate è costretta a giocare...
Non tutto però è come sembra...
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Contesto generale/vago
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Quando i brutti presagi diventano realtà

QUANDO I BRUTTI PRESAGI DIVENTANO REALTA’

 

 

Le strade della grande mela erano intasate come sempre.

Mentre Beckett ed Esposito erano riusciti a passare evitando quel momentaneo ingorgo, Castle e gli altri si ci erano trovati in mezzo senza quasi accorgersene. Ryan alla guida malediceva l’ora del rientro ed era tentato di azionare il lampeggiante e la sirena in modo da dileguarsi da lì nel minore tempo possibile, ma non sarebbe stato etico, così rinunciò.

 Si rassegnò a dover passare mezz’ora, come minimo, tra clacson e maledizioni degli automobilisti. Castle e Lanie, invece, erano nascosti nel retro del furgone ed erano pronti per mettere in atto il travestimento concordato.

“Siamo intasati nel traffico. Speriamo che Kate sia già al distretto” disse Rick guardando un punto indefinito davanti al lui.

“Secondo me hanno avuto fortuna e stanno subendo le lamentele di Iron Gates sul nostro ritardo” scherzò Lanie.

“Beh allora non la considererei proprio una fortuna” riuscì a rispondere lo scrittore dimenticando per un momento di dubbi che lo affliggevano.

In quel preciso istante il furgoncino tornò a muoversi e Ryan comunicò loro di aver deciso di seguire un percorso alternativo. Avrebbero allungato il tragitto, ma sperava di riuscire a liberarsi di quel marasma.

Si infilò in una stradina secondaria, del tutto ignaro che qualcun altro aveva compiuto la medesima manovra, non perdendolo di vista un istante. Il poliziotto non si era accorto di nulla, al contrario di Castle, che guardando dal finestrino accanto a lui, aveva notato che un’autovettura scura non li perdeva di vista un attimo.

La sua ansia incominciò a tornare a galla prepotentemente: “Ci stanno seguendo”.

Lanie cercò di rassicurarlo ancora una volta: “Writer boy rilassati.. la tua immaginazione ti sta tirando un brutto scherzo. Nessuno sa che siamo qui. Andrà tutto ben..”.

Non riuscì a terminare la frase.

Un violento urto la scaraventò a terra dall’altra parte dell’abitacolo. Anche Castle subì la botta, ma riuscì a mantenere l’equilibrio, anche se a stento, ed andare in soccorso dell’amica.

“Mi dispiace doverti correggere, ma mi sa che non è solo frutto della mia immaginazione” disse, assicurandosi che l’amica non fosse ferita.

Nel frattempo Ryan tentava disperatamente di tenere il veicolo in strada, le ruote fischiavano come treni. Quel suono stridulo rimbombava nella testa dei tre, tesi come corde di violino, in attesa della prossima mossa del loro assalitore.

Un secondo violentissimo urto si udì provenire dalla sinistra.

Castle guardò fuori: sulla loro destra si vedevano solo muri di palazzi.

Non c’era alcun dubbio, qualcuno stava cercando di mandarli fuori strada, impedendogli di scappare.

Si avvicinò al vetro che metteva in comunicazione la zona di guida von il resto del veicolo in modo che l’amico potesse sentirlo ed urlò: “Ryan non farti stringere, cerca di tornare al centro della carreggiata! Se riescono nel loro intento di farci avvicinare agli edifici saremo in trappola!”.

L’uomo annuì: “Ci sto provando amico, ma non è facile”.

Improvvisamente si udì lo stridere acuto della carrozzeria contro il muro e tutti entrarono nel panico, ma grazie a non so quale miracolo,  il veicolo sobbalzò vistosamente, ma non si capovolse.

Dovevano reagire.

Ryan, con un abile controsterzata, riuscì a ribaltare la situazione ed a spingere via il nemico, giocando sulla maggiore resistenza e potenza del furgone.

La situazione favorevole, però, durò poco, chiunque li stesse inseguendo non aveva nessuna intenzione di arrendersi e l’uomo lo vide affiancarsi nuovamente a loro.

Doveva prendere una decisione in poco tempo: fermarsi ed affrontarlo a viso aperto, nonostante fosse l’unico ad avere una pistola e di conseguenza l’unico che avrebbe potuto difenderli realmente, oppure provare a resistere finchè non avesse raggiunto la loro destinazione.

Optò per la seconda ipotesi con una lieve modifica: doveva liberarsi dell’inseguitore. Non poteva rischiare di avvicinarsi troppo al distretto.

“Tenetevi forte, tra qualche istante balleremo più di prima!”.

Castle e Lanie si guardarono in viso preoccupati e si aggrapparono saldamente a ciò che trovarono, ma non fu molto risolutivo, poiché, non appena il poliziotto attuò la sua violenta manovra verso sinistra, entrambi andarono a sbattere contro le portiere, come fossero palline rimbalzanti impazzite.

I due veicoli entrarono in collisione in maniera violenta e precisa, come negli inseguimenti che si vedono solo nei telefilm.

Entrambi furono spostate dalla forza dell’impatto, ma nessuna delle due ebbe la meglio.

La situazione stava diventando insostenibile poiché si stavano progressivamente avvicinando alle vie principali della città: quello stallo doveva finire o il rischio che qualche estraneo venisse coinvolto sarebbe divenuto sempre più concreto.

L’uomo del drago lo sapeva bene, così decise di passare al piano B: se non riusciva a farli accostare speronandoli, conosceva un altro modo per far in modo che quella maledetta auto si fermasse.

Recuperò dal bauletto del cruscotto la pistola di contrabbando, comprata poche ore prima al mercato nero e, dopo essersi affiancato di nuovo in maniera perfetta, abbassò il finestrino e mirò alla ruota posteriore.

Il primo e il secondo colpo mancarono il bersaglio, mentre il terzo andò a conficcarsi saldamente nel pneumatico che in attimo si sgonfiò, facendo perdere immediatamente aderenza al veicolo.

Ryan cercò disperatamente di mantenere il controllo per impedirne lo schianto, ma fu tutto inutile. La forte velocità, tenuta fino a quel momento, divenne incontrollabile e, in men che non si dica, si ritrovarono contro un palo della luce.

Le lamiere del muso si accartocciarono su se stesse, schiacciando il guidatore nell’abitacolo. Gli air bag si aprirono, andando a sbattere contro il corpo di Ryan che, a causa del trauma, si accasciò sul volante privo di coscienza. Nel retro del furgone Lanie e Castle non erano messi molto meglio.

Erano entrambi a terra feriti e l’uomo poteva udire indistintamente i lamenti della donna.

“Lanie stai bene?” domandò con un fil di voce lo scrittore.

La dottoressa riuscì a mormorare: “Devo essermi rotta un polso, fa un male atroce, ma per il resto direi che è tutto ok”.

Un filo di sangue, invece, le colava sul viso, non doveva essersi accorta di essersi ferita anche sulla fronte durante l’impatto.

Castle cercò di raggiungerla, ma non ci riuscì: la testa gli doleva e non riusciva a mantenere l’equilibrio.. La sua mente era offuscata, ma ricordava di aver preso una brutta testata sotto la nuca. Sperò di non essersi procurato un trauma cranico..

Ne ebbe quasi la certezza, però, quando il portellone anteriore del furgone si aprì e la luce del giorno lo investì in pieno viso. Immediatamente gli salì la nausea.

Il suo cuore divenne un martello pneumatico nel petto nell’istante in cui vide la figura di un uomo armato salire all’interno e puntare dritto verso di loro.

“Lasciala in pace” disse Castle riconoscendolo immediatamente.

Il killer ridacchiò: “Non ti preoccupare scrittore, i tuoi amici sono fortunati, non ho intenzione di far loro del male. Devo solo occuparmi di te. Qualcuno desidera farsi una chiacchierata in amicizia con te e io ti porterò da lui. Se non opporrai  resistenza, ce ne andremo come se nulla fosse accaduto. Altrimenti- disse puntando la pistola verso Lanie- dovrò convincerti con le cattive. Non devo ricordarti che, per colpa tua, è già morta un’altra donna nell’ultimo periodo, vero?”.

L’uomo si sentì in trappola, ma non aveva altra scelta, doveva seguirlo.

Il drago lo aveva messo con le spalle al muro per la seconda volta.

Si mise in piedi con estrema fatica, ma prima di scendere, controllò d’avere al polso il suo orologio. Per fortuna constatò che non era rotto..

Il suo rapitore non si rese conto di nulla e lo spinse verso la sua macchina in fretta e furia, non poteva perdere altro tempo. Quando riuscì a far entrare Rick nei sedili posteriori, lo colpì col calcio della pistola alla testa, rendendolo incosciente. Non poteva rischiare che memorizzasse il tragitto per arrivare al loro covo, semmai ne fosse uscito vivo.

Mentre ripartiva, pensò che, per una volta, il suo capo sarebbe stato contento di lui.

 

“Che cosa?! Quando? Sì, naturalmente! Stiamo arrivando..” disse Victoria Gates sbattendo la cornetta del telefono sull’apparecchio sottostante. Chiuse gli occhi e si passò una mano sul viso.  Erano decisamente nei guai, si erano fatti fregare come pivelli, maledizione.

Esposito e Beckett, giunti sani e salvi al distretto, avevano assistito alla scena al di fuori dell’ufficio del capitano.

Ciò che avevano visto attraverso i vetri era chiaro, anche se non avevano intuito le esatte parole della conversazione: era successo qualcosa di serio.

La Gates fece loro segno d’entrare e i due ubbidirono prontamente. Una volta al’interno la donna fece scendere le tapparelle sui vetri in modo che quella diventasse una conversazione privata, senza avere gli occhi di tutto il distretto addosso.

Kate la scrutò attentamente, consapevole che quello che stava per ascoltare non le sarebbe piaciuto.

Il capitano prese un profondo respiro e parlò: “C’è stato un grave incidente  stradale nella zona del decimo distretto. Un furgone della polizia forense è stato speronato e fatto uscire di strada da un altro veicolo non ancora identificato. I due poliziotti all’interno sono rimasti feriti e li stanno trasportando all’ospedale più vicino. Non sono in pericolo di vita. I colleghi mi hanno appena confermato che si tratta del detective Ryan e della dottoressa Parish.”.

Esposito mise le mani sui fianchi e maledì l’universo.

Come era potuto accadere?

Kate era rimasta senza parole.

Un unico tarlo le offuscava la mente..

La Gates aveva detto “due poliziotti”…

Lanie e Ryan..

E Rick? Dov’era finito Rick?

Sapeva di conoscere la risposta e ciò la inquietò ancora di più. Non volle pensare subito al peggio: quei maledetti volevano lei, non avrebbe avuto alcun senso ucciderlo ora. In caso contrario avrebbe abbandonato il cadavere sul luogo dell’attentato, come segno del loro potere.

Aveva ancora una possibilità, doveva trovarlo. Sarebbe andato a riprenderselo, anche se avesse dovuto affrontare il drago in persona.

Victoria Gates doveva averle letto nel pensiero, o più semplicemente aveva interpretato l’espressione del suo viso, perché le si parò davanti e, con aria severa, decretò: “Non ci pensi neanche detective. Lei non uscirà di qui senza un piano preciso e dettagliato. Stanno tendendoci una trappola. Ammetto che sono stati più scaltri di noi stavolta, sono riusciti a seguirvi senza che ve ne rendiate conto, e mi chiedo come questo sia possibile- disse guardando torva Esposito- ma non riusciranno a fregarci del tutto. Aver rapito la persona più importante della sua vita è solo un espediente per renderla vulnerabile, per attirarla verso di loro senza difese, ma non deve permetterglielo. Non torceranno un capello al signor Castle, il vero obbiettivo resta lei”.

La giovane donna sapeva che il suo capo aveva ragione, doveva riuscire a scindere i sentimenti dalla razionalità anche se era quasi impossibile. Non poteva permettere al drago di mandarla sotto ancora una volta.

“Ha ragione capitano, non devo agire d’istinto questa volta. Non le nascondo la mia angoscia, ma vedrò di non cacciarmi nei guai. Farò tutto ciò che devo fare, ma la prego, ritroviamolo in fretta”.

“Non si preoccupi detective, anch’io voglio che questa storia finisca presto, comincia ad irritarmi il fatto che siamo sempre un passo davanti a noi. Loro non sanno, però, che abbiamo un asso nella manica..”.

“L’informatore di Rick!” esclamò Kate.

Come aveva potuto dimenticarsene?

Doveva assolutamente rintracciarlo, ora più che mai.

“Ok, la sua identità non può più rimanere segreta, ci devo assolutamente parlare. Ho bisogno di alcuni chiarimenti che solo lui può darmi”.

Si diresse a passo svelto verso l’ufficio dove venivano custodite le prove senza aspettare un secondo di più.

Aveva negli occhi una nuova luce, forse mai avuta prima.

Victoria Gates sorrise: quella era la Kate Beckett che le aveva descritto Roy, non la donna testarda ed indisciplinata che aveva conosciuto.

Sarebbe stato un piacere lavorare con lei.

Si girò verso Esposito e gli impartì ordini: “Vada all’ospedale ad accertarsi delle condizioni della sua ragazza e del suo amico e mi faccia sapere al più presto. Io resterò qui col detective Beckett per riuscire a sciogliere il groviglio di questa matassa”.

L’uomo la guardò riconoscente, aveva una gran voglia di vedere Lanie: “Agli ordini capitano” e sparì dentro all’ascensore.

 

Sentiva solo suoni confusi che gli rimbalzavano nella mente torturandolo, come se un martello pneumatico gli stesse perforando le meningi.

Non aveva cognizione di dove fosse, non riusciva nemmeno ad aprire gli occhi. I suoi sensi erano del tutto alterati e il corpo non rispondeva ai suoi comandi.

Presto si rese conto del perché: era legato mani e piedi ad una sedia e la testa gli pendeva in avanti. Con immane fatica cercò di raddrizzarsi, ma i muscoli intorpiditi del collo gli causarono una scarica dolorosa aumentandogli decisamente la nausea.

Udì una voce accanto a lui pronunciare: “Bene, ti stai svegliando”.

Un rumore leggero di tacchi si avvicinò sempre di più. Castle si sforzò per mettere a fuoco la figura davanti a lui. A poco a poco tutto si fece più chiaro, ma la sua sorpresa fu assoluta.

Non poteva essere lei.

La donna si limitò ad alzargli il mento con la mano, per poterlo guardare negli occhi, ed a dire: “Hello Rick”.

 

 

 

Angolo mio!!!

Come avevo promesso la situazione si è decisamente movimentata!! Rick aveva ragione a sentire puzza di guai..

Dove sarà stato portato? E la misteriosa donna che lo ha segregato chi sarà?

Aspetto i vostri commenti!

Un bacione a tutti! E grazie col cuore ..

Kiss

 

  
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