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Autore: bik90    06/06/2012    3 recensioni
Questa storia è ambientata 18 anni dopo "Il portale", aspetto opinioni per sapere se ho il benestare a continuarla! Non voglio annoiare nessuno, grazie!
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nagi Homura, Natsuki Kuga, Nuovo Personaggio, Shizuru Fujino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nagi aveva proposto alla diciottenne di stare un po’ soli appena l’avessero dimessa dall’ospedale e così era passato a prenderla sotto casa. Prima di montare sulla moto, le aveva promesso che avrebbero fatto tutto quello che desiderava e Midori era voluta andare nel posto in cui aveva ucciso un Orphan per salvare il venticinquenne. Era stato lì che aveva aperto il portale e avevano fatto l’amore per la prima volta. Sentiva il desiderio di vedere dei luoghi a lei cari dopo tutto quello che aveva passato. Durante il tragitto si tenne stretta al ragazzo e ignorò volutamente il suo cellulare che squillava. Quando arrivarono e si tolse il casco integrale, notò che tutte le chiamate erano di Kyoshiro. Storse il naso alzando gli occhi al cielo. Ma cosa diavolo voleva adesso? Stava per cancellarle, quando il ventunenne provò nuovamente a chiamarla.
<< Eh no! >> esclamò Nagi sorridendole << Almeno oggi non ci sei per nessuno, nemmeno per… >> le prese di mano il telefonino e guardò il display inarcando leggermente il sopracciglio << …Kyoshiro? >>.
Midori si strinse nelle spalle e vide l’altro rifiutare la chiamata.
<< Ehi, aspetta… >> provò a dirgli.
<< Troppo tardi >> rispose il venticinquenne mettendoselo in tasca e avvicinandosi per baciarla.
<< Poteva essere importante >>.
<< Non ora, adesso siamo solo tu ed io >>.
Midori lo abbracciò respirando il suo odore e lasciò che le sue mani le stringessero i fianchi. Era passato molto tempo da quando aveva potuto stare con lui in tranquillità.
<< Com’era? >> chiese improvvisamente la diciottenne staccando le sue labbra da quelle di Nagi.
<< Com’era cosa? >>.
<< L’Orphan che ci ha aggredito >>.
<< Dobbiamo parlarne adesso? >>.
<< Voglio trovarlo e ucciderlo, ogni momento è buono per parlarne >> rispose Midori guardandolo negli occhi per fargli capire che non scherzava.
Il venticinquenne la guardò per qualche istante in silenzio.
<< Non è il caso che ti fiondi alla ricerca del mostro >> disse << Sei appena uscita dall’ospedale >>.
<< Ha ucciso nostro figlio! >> esclamò la ragazza << Per te questo non conta niente? >>.
<< Non è quello che ho detto >> ribatté Nagi cercando di mantenere la calma.
Delle volte l’avrebbe presa volentieri a schiaffi. L’abbracciò impedendole di divincolarsi e le diede un bacio sul collo.
<< Sono dispiaciuto anch’io >> iniziò << Ma lo supereremo insieme >> Respirò vicino al suo orecchio e la sentì rabbrividire << Avremo la nostra vendetta >>.
Midori annuì tenendolo stretto ancora per qualche secondo prima di sciogliersi dalle sue braccia.
<< Ti andrebbe di venire con me? >> gli chiese riferendosi al portale.
Desiderava sentirsi a casa e quello era l’unico posto che riusciva a farla stare meglio.
Nagi asserì col capo senza smettere di sorriderle. Era esattamente ciò che voleva. La diciottenne lo stava conducendo proprio dove auspicava andare. La osservò disegnare quelle strane rune sul terreno mentre diventavano brillanti e si ritrovò a ridere nell’osservare il paesaggio cambiare. Midori lo guardò con aria interrogativa.
<< Sai perché rido? >> le domandò allontanandosi di qualche passo da lei. Si voltò per vedere il portale che si ergeva in tutta la sua maestosità e si inginocchiò baciando il terreno.
Finalmente avrebbe riportato in vita suo fratello e questa volta non ci sarebbe stato nessuno a impedirglielo.
<< Ma che stai facendo? >>.
La diciottenne aveva appena finito di pronunciare la sua domanda, quando una forza invisibile la immobilizzò. Nagi si rialzò e le si avvicinò senza smettere di sorridere. Mosse appena la mano destra e dal terreno spuntò una croce di legno mentre con l’altra prese il mento della ragazza stringendo.
<< Mia cara Midori >> disse << O forse dovrei chiamarti Kuga, come tua madre. Ti piacerebbe essere come lei, vero? Le verità è che tu non sei nemmeno degna di pronunciare il suo nome >>.
<< Che cosa stai… >>.
Le parole le morirono in gola nel sentirsi sbattere con violenza contro i duri pali. Non riusciva a muovere nessuno dei suoi muscoli. Guardò il venticinquenne con rabbia.
<< Liberami immediatamente! >> urlò << Che cosa stai facendo? >>.
Nagi mosse le dita dell’arto sinistro e fece apparire delle corde che andarono a serrarle strettamente polsi e caviglie alla struttura di legno.
<< E’ stato un piacere farmi amare da te >> continuò accarezzandole una guancia << Sei stata una preda semplice da catturare, molto più di tutti gli altri guardiani. La più stupida, oserei dire >> sentiva la ragazza rabbrividire ripugnata dal suo tocco ma non poteva sottrarsi. La cosa lo fece sorridere ancor di più << Tu, mia cara ragazzina, e l’altra guardiana rimasta riporterete in vita mio fratello, il grande Principe d’Ossidiana >>.
Midori sgranò gli occhi per la sorpresa.
<< Ucciderò prima te e poi la tua amica quando verrà a cercarti. Il sangue delle ultime due discendenti di Aruk farà crollare il portale e finalmente il mio sogno si avvererà! Ho atteso più di settecento anni, ho aspettato nell’ombra l’occasione giusta per uscire allo scoperto e finalmente, con te, tutto questo è stato possibile. Sarà merito tuo se il mondo per come lo conosci perirà sotto i colpi del Principe d’Ossidiana e del suo dominio >> strinse una mano a pugno sentendo l’euforia invaderlo << Dopo tutto questo tempo, torneremo alle origini e il sacrificio di Aruk e di tutti quelli dopo di lui sarà vano! >>.
La diciottenne lo ascoltò con le lacrime agli occhi comprendendo che tutto quello che era successo, tutto quello che aveva provato, tutto quello che aveva fatto, era solo una menzogna. Avevano ragione sua madre, Mai, Kyoshiro quando l’avevano messa in guardia da lui. Kyoshiro! Il pensiero che il ragazzo avesse provato a chiamarla tante volte la fulminò. Chinò leggermente il capo sentendosi un’incapace.
<< Oh, ma non devi piangere >> ironizzò il venticinquenne << E’ tutto merito tuo, Midori. Dovresti essere fiera del ruolo che stai ricoprendo. Il tuo nome sarà ricordato in eterno, non come tutti questi guardiani anonimi che hanno dato la propria vita per salvaguardare l’equilibrio del mondo. A che scopo farlo? Pensa a tua madre che si è sacrificata per salvare il tuo amico… >>.
<< Sei un maledetto bastardo! >> urlò la diciottenne riuscendo finalmente a dire ciò che pensava << Non permetterti nemmeno di nominare mia madre! >>.
Nagi si meravigliò della forza di volontà che aveva appena dimostrato Midori e aumentò la stretta delle corde sul suo corpo. Non poteva rischiare che si liberasse dal suo potere ed evocasse il suo Child. I polsi iniziarono a sanguinare e a bruciare ma lei strinse i denti. Non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di vederla urlare.
<< Natsuki Kuga >> continuò Nagi con noncuranza e guardandola negli occhi come a sfidarla << L’ho osservata a lungo, come ho fatto con tutti gli altri. Li ho visti morire e sacrificarsi, donare il loro animale al primo discendente e sperare che il mondo rimanesse come lo avevano conosciuto. Ma lei era diversa, aveva una forza e un odio verso ogni cosa che mi impressionò e compresi che forse sarebbe stata proprio quella ragazza strafottente a portarmi alla vittoria. La tenni d’occhio a lungo e quando stavo per palesarmi, successe qualcosa che ribaltò i miei piani. Tua madre abbandonò la rabbia e l’astio per far posto a qualcosa di totalmente diverso, l’amore. Aveva conosciuto una persona che l’aveva cambiata, che le aveva fatto comprendere come dietro ogni piccolo gesto potesse celarsi una grande gioia. Fui costretto a rimandare i miei progetti e attendere qualcun altro che facesse al caso mio. Non dovetti attendere a lungo. La collera per quello che ti era capitato mi portò dritta a te e, dopo averti studiato, compresi che tu eri ciò che cercavo. Non avrei avuto un’altra possibilità come questa. Ad una prima occhiata eri come lei; testarda, ostinata, forte, abile, veloce ma avevi qualcosa in più. Eri completamente sola. Col trascorrere degli anni, sei riuscita ad allontanare tutti gli affetti più cari. Prima tua madre, poi l’altra guardiana, Mai Tokiha con la sua famiglia e infine anche l’amore di quello stupido ragazzino. Nemmeno Natsuki aveva mai provato un simile odio verso il mondo. Me ne sono inebriato quasi subito e ho continuato a nutrirlo affinché mi portasse al trionfo. Tu hai permesso tutto questo. Vedi Midori, quando Aruk rinchiuse il Principe d’Ossidiana in un’altra dimensione collegata al portale, io riuscii a scappare e ho giurato che lo avrei liberato a qualunque costo. Ora tutte le mie fantasie diventeranno realtà >>.
La diciottenne aveva ascoltato allibita e sempre più piena di rabbia nei confronti dell’albino.
Che stupida che sono stata a pensare che fosse tutto vero!, si ripeteva mentre cercava incessantemente una soluzione al danno che aveva creato. Nessuno doveva morire per colpa sua, non avrebbe permesso a Nagi di perpetuare il suo piano. Si morse il labbro con rabbia mentre provava a muovere le mani. Tutti inutile, i lacci erano troppo stretti e l’acre odore del sangue le arrivò presto alle narici.
<< Non ci sarà nessuno a salvarti, non questa volta >> disse il venticinquenne << Questa volta compirò ciò che ho promesso. Kyoshiro non ti salverà >>.
Detto, fece apparire nelle mani un pugnale che brillò per qualche istante alla luce del sole. Nagi sorrise guardandola mentre comprendeva cosa voleva fare.
Kyoshiro, pensò la diciottenne con tristezza, Tu mi avevi davvero salvato. Mi spiace non averlo capito.
Improvvisamente le tornò in mente la prima volta che vide quel posto e chiuse gli occhi nel momento in cui il ragazzo conficcò la lama nel suo petto fino all’impugnatura. Midori avrebbe voluto urlare per il dolore ma Nagi non glielo permise. Immediatamente il sangue sgorgò dalla ferita sporcandogli le mani e gocciolando per terra. Si portò un dito alle labbra leccandolo con gioia e rimase in silenzio osservando la diciottenne perdere lentamente i sensi. Adesso doveva solo attendere.
 
<< Quando torna mamma? >> aveva domandato Midori rivolta a Natsuki mentre finiva di colorare il suo disegno.
<< Presto >> aveva risposto la donna intenta a finire la sua relazione per il giorno seguente. Essere commissario di polizia le dava la possibilità di poter effettuare spostamenti e non essere reperibile anche per delle ore mentre combatteva contro gli Orphan ma poi doveva anche evitare di essere sommersa da un mare di scartoffie. Aveva alzato appena gli occhi dalle pagine del suo lavoro e aveva incontrato quelli della figlia. Si era meravigliata di quanto espressivi fossero, di quanto le somigliasse, di quanto le apparisse meravigliosa. Si erano fissate in silenzio prima che entrambe riprendessero i loro compiti. Si trovavano sotto il gazebo vicino la piscina vuota. Ormai l’autunno incalzava e la sera faceva sempre più fresco.
<< Tra poco entriamo in casa >> aveva aggiunto senza guardarla.
<< Io voglio aspettare la mamma >> aveva detto caparbiamente la bambina di sette anni.
<< Fa freddo, Midori >> aveva ribattuto in tono autoritario Natsuki posando la penna sul foglio << Rischi di prenderti un raffreddore >>.
Ma la figlia aveva scosso il capo ostinandosi nella sua decisione. La donna aveva sospirato mentre la osservava. Anche di carattere erano uguali ma, nonostante avesse i suoi geni, il genitore che Midori adorava era Shizuru. D’altronde come sarebbe potuto essere il contrario? La sua compagna era una persona eccezionale e con la bambina era una madre fantastica; al contrario suo che si sentiva sempre un po’ impacciata. Questo non significava che le volesse meno bene, amava la piccola con ogni fibra del suo essere. Semplicemente non era accomodante come Shizuru che cercava sempre di accontentare Midori in ogni suo capriccio. Per questo la bambina si ritrovava a preferire di più la compagnia dell’altra mamma che la sua. Delle volte si ritrovava a pensare che a lei era stato dato il ruolo di genitore più severo. Una folata di vento le aveva messo in disordine le carte che stava rileggendo. Si era affrettata a riprenderle sentendo la figlia ridere sottovoce. Quando era tornata a sedersi, aveva guardato l’orologio da polso e poi il cielo. Immediatamente era scattata nuovamente in piedi ordinando alla bambina di rientrare subito in casa.
<< Voglio restare qui, mamma! >> aveva esclamato << Non mi importa se fa freddo >>.
Natsuki l’aveva presa in braccio senza ascoltare storie e l’aveva depositata sul pianerottolo di casa.
<< Resta qui! >> le aveva urlato tornando indietro.
Shizuru le aveva sempre proibito di parlare a Midori del suo, per così dire, secondo lavoro e non voleva ancora che la allenasse. A suo parere era troppo presto per la bambina e sarebbe potuto essere uno shock. Aveva evocato il suo Child nel momento in cui l’Orphan si era palesato ai suoi occhi.
Avevo ragione, aveva pensato con una nota di tristezza preparandosi a combattere.
 
Stringeva ancora le sue pistole quando Midori l’aveva abbracciata. Il mostro era appena stato sconfitto e Duran era al suo fianco. All’inizio non si era accorta che la bambina la stava osservando e sentire le sue piccole mani stringerle il tessuto della maglia le aveva fatto provare una piacevole sensazione all’altezza dello stomaco.
<< Ti sei spaventata? >> le aveva domandato scostandola leggermente per poterla guardare negli occhi.
Midori aveva scosso il capo sorridendole.
<< Sei stata bravissima, mamma! >> aveva risposto << Hai ucciso quel mostro! >>.
Sembrava estasiata da quello che le aveva visto fare. Natsuki le aveva accarezzato una guancia.
<< Questo non è un gioco, Midori >> le aveva spiegato con calma << Il mostro che hai visto è un Orphan e quando io non ci sarò più toccherà a te fare quello che faccio io >> si era voltata per indicarle il lupo di metallo << Lui ti aiuterà >>.
Aveva aspettato di vederla annuire prima di prenderla per mano. A quel punto, doveva mostrarle un’altra cosa. Aveva disegnato le rune magiche e non aveva staccato gli occhi della figlia mentre la loro proprietà scompariva. La bambina l’aveva guardata per un solo attimo prima di osservare il paesaggio circostante. Natsuki le aveva indicato il portale e si era mossa in quella direzione mentre le raccontava la storia dei suoi antenati e di come loro salvassero il mondo. Aveva fatto parecchie pause per essere sicura che la bambina la seguisse e le aveva concesso di accarezzare le bianche pareti dell’arco. Midori era rimasta sorpresa e allo stesso tempo affascinata da quello che faceva sua madre e che aveva fatto sua nonna. Per lei era come trovarsi in uno dei suoi cartoni preferiti dove l’eroina combatteva i cattivi e vinceva sempre.
<< Ti voglio bene mamma! >> le aveva detto buttandosi tra le sue braccia.
La madre aveva sorriso dopo averle dato un bacio tra i capelli. Da sua figlia non poteva aspettarsi niente di diverso, Shizuru si era sbagliata.
<< Vuoi fare una cosa con me? >> le aveva proposto << Da domani verremo tutti i giorni qui ed io ti insegnerò a difenderti >>.
<< Diventerò brava come te? >>.
<< No, Midori >> aveva risposto la donna << Diverrai più brava di me >>.
 
Era capitato spesso che la bambina si alzasse durante la notte per vari motivi. Di solito era per colpa di un incubo o semplicemente desiderava dormire nel letto matrimoniale. Nonostante Natsuki ripetesse che fosse ormai grande per stare da sola, a Shizuru faceva piacere tornare ad addormentarsi mentre stringeva il corpicino della figlia. Quella notte la mora aveva sentito la porta aprirsi e dei passi muoversi nella direzione delle due donne. D’istinto si era spostata per farle posto sapendo che di solito Midori s’infilava sotto le coperte dalla parte della sua compagna e voleva dare loro più spazio possibile. E invece aveva sentito le mani della bambina scostare le lenzuola dal suo corpo e cercare un varco dove sistemarsi. Aveva aperto leggermente gli occhi, sorpresa da quel gesto e si era mossa per permetterle di entrare. Midori l’aveva abbracciata senza dire nulla e aveva poggiato la testa sul suo petto facendo un respiro profondo. Natsuki aveva iniziato ad accarezzarle i capelli con calma mentre la baciava.
<< E’ tutto a posto? >> le aveva sussurrato poi sapendo che era ancora sveglia << Di solito ti piace dormire dalla parte di mamma Shizuru >>.
La bambina aveva annuito e aveva stretto il tessuto del pigiama che indossava con una mano.
<< Ti prometto >> aveva risposto sottovoce per far sentire solo alla mora << Che sarò un’ottima guardiana >>.
Si erano guardate per pochi secondi senza dire nulla mentre sorridevano.
Da quel momento erano diventate inseparabili.
 
Dove sei finita Midori?, continuava a ripetersi Kyoshiro mentre per l’ennesima volta si metteva in auto senza averla trovata.
Era arrivato a casa della diciottenne un quarto d’ora dopo la chiamata fatta a Shizuru e in fretta aveva spiegato a lei e alla madre quello che aveva scoperto. Aveva ribadito varie volte che fosse proprio Nagi e non un suo antenato e si erano divisi per cercarla. Anche Tate si era unito alle ricerche, Himeko avrebbe voluto fare lo stesso ma qualcuno doveva badare a Ruka. Tutti erano preoccupati per quello che sarebbe potuto accaderle, in particolare il ventunenne che non avrebbe sopportato di perderla nonostante non l’avesse mai avuta. Immaginava che Shizuru fosse quella più terrorizzata; quando le aveva parlato, la sua voce tremava e sapeva che una volta rimasta sola avrebbe pianto.
Nagi Homura, si promise il ragazzo, Ti fermerò a qualunque costo.
Accostò l’auto mettendo le quattro frecce nel sentire il suo cellulare squillare.
<< Kyoshiro >> disse Mai << Novità? >>.
<< Nessuna >> rispose scoraggiato il figlio << Dove diavolo possono essere andati? Abbiamo setacciato tutta la città >>.
<< E’ rimasto solo un posto >> affermò risoluta la donna apparendo alle spalle dell’auto.
Il ventunenne la vide riflessa nello specchietto retrovisore e riagganciò
<< Vengo con te >>.
Sua madre si avvicinò all’auto posando una mano sullo sportello e scosse il capo.
<< E’ troppo pericoloso >> ribatté << Non possiamo rischiare. Se io muoio… >>.
<< Non morirà nessuno! >> esclamò Kyoshiro scendendo dalla macchina << Non ti lascio andare da sola >>.
Si guardarono negli occhi per un lungo istante in cui Mai comprese che nulla gli avrebbe fatto cambiare idea. Il desiderio di salvare Midori era più forte di qualunque altra cosa. Non riuscì a dargli torto; se si fosse trattato di Tate probabilmente avrebbe reagito allo stesso modo. Annuì una sola volta prima di chinarsi leggermente sulla strada e disegnare le rune magiche. Kyoshiro trattenne il fiato mentre il paesaggio intorno a lui cambiava e ricominciò a respirare normalmente quando vide il portale.
<< Puoi evocare Kagutsuchi? >> chiese subito prendendo la madre per un braccio.
<< Non l’ho mai fatto, non ce n’è mai stato bisogno qui >>.
Mossero qualche passo nella valle in silenzio ascoltando i battiti del suo cuore.
<< E’ meglio se ti nascondi >> affermò la donna << Se non ci saranno problemi, uscirai allo scoperto >>.
All’inizio Kyoshiro protestò ma di fronte all’occhiata ferma e decisa di Mai dovette limitarsi ad ubbidire. La donna si passò una mano tra i capelli e attraversò la radura. Se a Midori era successo qualcosa, non poteva permettersi di perdere suo figlio. Il mondo reclamava la sua vita per continuare a esistere. Alzò gli occhi verso il portale e notò qualcosa di diverso. Col cuore in gola iniziò a correre e, quando fu a pochi metri di distanza, vide lo spettacolo raccapricciante che Nagi aveva inscenato. Una croce si ergeva vicino l’arco di trionfo e, priva di sensi, si era stata legata la diciottenne.
<< Midori! >> esclamò affrettandosi a raggiungerla per liberarla mentre vedeva sempre più chiaramente la pozza di sangue che si allargava ai suoi piedi. Forse non era ancora troppo tardi, non doveva esserlo.
Improvvisamente si fermò sentendo dei battiti di un applauso provenire dall’alto. Nagi era seduto su un ramo dell’albero e la guardava con aria beffarda.
<< Finalmente >> disse tranquillamente << Ti stavamo aspettando, Mai Tokiha >>.
Si gettò a terra con un agile salto cadendo perfettamente in piedi.
<< Chi sei? >> chiese la donna arretrando di pochi passi.
<< Permettimi di presentarmi; sono Nagi Homura, il fratello del grande Principe d’Ossidiana >>.
Le sue parole rimasero per parecchi istanti ad aleggiare nell’aria mentre Mai rifletteva su quello che doveva fare.
<< Sono la persona che lo riporterà in vita uccidendoti, ormai manchi solo tu >> continuò indicando i nomi dei guardiani morti incisi del marmo.
La donna scorse in modo tenue quello della diciottenne e si ritrovò a stringere il pungo per la rabbia.
<< Non accadrà quello che pensi! >> gli urlò << Io ti sconfiggerò! Kagutsuchi! >>.
Anche se non era sicura di poterlo fare, tutti i suoi dubbi scomparvero quando vide la fenice apparire alle sue spalle e i suoi braccialetti infuocati formarsi intorno ai polsi.
<< Sarà divertente ucciderti, guardiana >> disse Nagi impugnando l’elsa del pugnale ancora grondante del sangue della ragazza << Molto più di quanto sia stato uccidere quella sciocca ragazzina >>.
Kyoshiro era rimasto nascosto come gli aveva ordinato la madre ma quando vide il Child della donna comprese che era successo qualcosa. In fretta si precipitò da lei anche se non sapeva nemmeno da dove iniziare per esserle d’aiuto. Correndo tra gli alberi per non essere notato, vide la madre lottare con Nagi. Si fermò nascosto dietro un cespuglio sentendo il cuore scoppiargli per l’impotenza mentre gli pareva di rivivere una scena che l’aveva segnato profondamente.
Questa volta non morirà nessuno, pensò, Questa volta io salverò tutti. Te lo prometto, Natsuki.
Si voltò alla ricerca della diciottenne e, quando i suoi occhi caddero sulla croce, credette che il terreno sotto i suoi piedi cedesse. Approfittò del fatto che l’albino fosse impegnato a combattere contro Kagutsuchi per avvicinarsi.
<< Midori >> sussurrò notando il sangue che aveva perso << Adesso ce ne andiamo >>.
La ragazza era pallida ed era priva di sensi. Le toccò il volto trovandolo freddo e indugiò per un solo istante sulle sue labbra socchiuse. Aveva bisogno di essere portata in ospedale e di ricevere tutte le cure possibili. Iniziò a scioglierle il braccio sinistro dalla corda insanguinata e a quel gesto, Midori aprì appena gli occhi. Abbozzò un sorriso nel riconoscerlo.
<< Kyo… shiro… >> disse in un soffio.
<< Va tutto bene, ti porto via >>.
La diciottenne scosse impercettibilmente il capo.
<< Va… vattene… >>.
<< Io non vado da nessuna parte senza di te >> le rispose prontamente il ragazzo.
<< Devi… devi salvarti >> continuò caparbiamente Midori << …almeno…almeno tu… >>.
<< Non dire stronzate >> affermò l’altro trattenendo a stento le lacrime.
<< Non pensavo ti fossi fatto così ardito, Kyoshiro >> disse beffardamente Nagi vedendolo.
<< Kyoshiro! >> urlò Mai.
Il venticinquenne mosse una mano e improvvisamente dal terreno spuntarono due grosse radici che bloccarono il ventunenne impedendogli altri movimenti.
<< Liberami! >> gridò Kyoshiro che non riusciva a raggiungere Midori svenuta nuovamente << Liberami, bastardo! >>.
<< Di te mi occuperò dopo >> rispose Nagi con calma << Appena avrò finito con la tua mamma >>.
Rise riprendendo a concentrare la sua attenzione sulla guardiana. Anche se non voleva ammetterlo, Mai era seriamente in difficoltà di fronte a lui. I suoi attacchi erano veloci e mirati, Kagutsuchi non riusciva mai a colpirlo e lei si sentiva stanca.
<< Kagutsuchi colpiscilo! >> urlò la donna indietreggiando leggermente.
Era ferita in vari posti, il pugnale che usava Nagi era ben affilato. Sapeva che il ragazzo per ora si stava solo divertendo con lei e tremava pensando a quando avrebbe deciso di farla finita.
Forse quella era davvero la fine.
  
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