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Autore: _YeongWonhi_    06/06/2012    6 recensioni
"Lei, appena uscita dalle prove di danza, sta correndo per raggiungere in tempo la fermata del bus per poter tornare a casa. Loro, un gruppo di semplici amici che hanno la passione per la musica e il ballo, stanno camminando tranquilli lungo il marciapiede, appena usciti dal suo stesso edificio, dove si erano recati alla ricerca di una scuola di danza a cui iscriversi. Cosa succede se i loro destini si incrociano? Tutto comincia con uno scontro fisico, e finisce con quel sentimento che nessuno è in grado di gestire… l’amore."
NB: Nella storia, nonostante i protagonisti siano altri, ci saranno accenni BaekRen e MinRon.
Ciao a tutti! Ho voluto provare a scrivere qualcosa su di loro, anche per colpa di una mia amica che ha insistito tanto, ma alla fine la ringrazio davvero! Quindi, beh, spero che possa piacervi! Buona Lettura!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"KILL MY SOUL, KILL MY NAME, KILL MY PAIN..."

Capitolo 1: “I’m in a hurry!”

Hay-Lin era appena uscita dalle prove generali di danza, e, ancora con il fiatone e il borsone in spalla, si era precipitata sul marciapiede, senza prestare troppa attenzione ai passanti.

 Vedeva il bus già pericolosamente vicino alla fermata, il che significava che doveva darsi una mossa. Il vento le stava smuovendo i capelli, dandole fastidio ed impedendole di vedere davanti a sé.

Fu questa la causa di ciò che avvenne dopo. Chiamiamolo pure destino, se ci credete.

Hay-Lin inciampò nei suoi stessi piedi, finendo addosso a cinque ragazzi.

Quando alzò lo sguardo su di loro per scusarsi, il bus era appena ripartito. Perfetto, avrebbe dovuto camminare fino a casa sua, e la distanza non era poi così poca. Non si sarebbe affatto trattato di una passeggiata di piacere.

-“S-scusate.” disse, un po’ imbarazzata.

-“Oh, tranquilla. Siamo ancora interi, come puoi ben vedere.” a parlare fu un ragazzo biondo, abbastanza alto.

Poi un altro di loro notò la scritta sul borsone della ragazza, che riportava il nome della sua scuola di danza.

-“Balli?” domandò poi, guardandola da capo a piedi, con lo sguardo acceso. Anche lui era biondo, e portava i capelli raccolti in una piccola coda.

-“C-come?” domandò, non riuscendo ad afferrare al volo la sua domanda, poi però comprese “Ah! Ehm, si.”

-“Cosa balli?” un terzo del quintetto si era unito alla conversazione. A differenza degli altri due, quest’ultimo era moro, con i capelli corti ed un ciuffo che gli ricopriva quasi completamente gli occhi.

-“Hip-Hop, ma faccio anche un po’ di danza moderna.” Hay-Lin non riusciva a capire perché mai dovesse interessarli.

-“Sai, eravamo nella tua scuola di danza fino a poco fa.” con questa frase si presentò il quarto ragazzo, anche lui con i capelli scuri, ma più corti del precedente. Inoltre, sembrava il più grande.

Ecco perché agli occhi della ragazza non erano poi così sconosciuti. Molto probabilmente li aveva già visti aggirarsi per i corridoi.

L’ultimo di loro non si pronunciò. Se ne stava lì, con lo sguardo perso nei suoi pensieri. Era moro, come gli ultimi due, con i capelli leggermente più lunghi ad incorniciargli il volto.

Hay-Lin si ritrovò a pensare che erano tutti dei bellissimi ragazzi, ognuno aveva dei lineamenti magnifici e particolari. Chi più delicati, chi più decisi, ma in entrambi i casi non si poteva non apprezzarli.

-“Cosa ci facevate lì?” chiese poi spontaneamente. Tanto, ormai il bus lo aveva perso, quindi poteva anche intrattenersi un po’ con dei ragazzi, che a quanto pareva, condividevano la sua stessa passione per il ballo.

-“Siamo alla ricerca di una scuola per iscriverci a dei corsi di hip-hop. Così siamo passati qui a vedere il metodo di insegnamento.” riprese la parola il primo che aveva parlato.

-“E cosa ne pensate?” magari poteva anche fare un po’ di pubblicità. Dei ballerini in più non facevano mai male.

-“Ci è sembrata abbastanza valida. Probabilmente torneremo a vedere un’altra lezione.” continuò lui. 

-“Beh, forse la prossima volta riuscirete a trovarci anche me. Ora, però, devo andare, altrimenti non arrivo più a casa.” detto ciò, non si preoccupò neanche di rivolgergli un minimo cenno di saluto, e si voltò dall’altra parte, già intenta a camminare.

Stava cominciando a fare buio, e non poteva certo permettersi di aspettare ancora. Ma una voce richiamò la sua attenzione, e fu costretta a voltarsi per educazione.

-“Ehi, almeno potresti dirci il tuo nome. Dato che ci hai “investito”, nel caso accadesse di nuovo, sappiamo chi denunciare.” Hay-Lin non si offese solo per il semplice motivo che colui che aveva pronunciato quelle parole lo aveva fatto con tono scherzoso.

-“Hay-Lin.” disse la ragazza, sforzandosi di sorridere, nonostante stesse cominciando a preoccuparsi per l’ora.

-“Io sono Young-Min.” replicò allora il più grande dei cinque ragazzi. “E loro sono Min-Ki, Jong-Hyun, Dong-Ho e Min-Hyun.”

Li identificò con un cenno della mano, andando in ordine di posizione.

Min-Ki era il ragazzo biondo platino, con i capelli raccolti in una coda ed una frangetta che gli ricadeva appena sugli occhi; dai lineamenti si poteva facilmente scambiare per una ragazza.

Poi c’era Jong-Hyun, il cui nome le riportava alla mente uno dei cantanti degli SHINee, quindi per lei era facile da ricordare. Ed era il ragazzo con i capelli scuri e corti, i cui occhi erano appena visibili sotto il suo ciuffo.

Alla sua destra c’era Dong-Ho, il primo ragazzo che le aveva rivolto la parola dopo che li aveva travolti con la sua corsa, ed era colui che aveva i capelli corti e biondi.

Infine Min-Hyun, del quale non aveva ancora avuto il piacere, o dispiacere a seconda dei punti di vista, di udirne la voce. Quest’ultimo era il ragazzo con i capelli castano scuro, abbastanza lunghi da incorniciargli il volto delicato.

-“Mi piacerebbe poter parlare ancora con voi, ma devo proprio scappare. Altrimenti non arriverò più a casa.” la sua voce era un po’ incrinata, e da essa trapelava la sua preoccupazione. Cosa che i magnifici cinque non si lasciarono sfuggire.

-“Sei a piedi?” domandò Min-Hyun, parlando per la prima volta.

La ragazza lo guardò stupita, aveva addirittura pensato che forse poteva essere muto.

-“Ehm, si. Ho perso il bus venendovi addosso.” arrossì visibilmente sotto lo sguardo curioso di loro.

-“Se vuoi possiamo accompagnarti fino a dove vuoi tu.” si offrì stavolta Jong-Hyun.

-“Beh, ecco,io… non credo sia il caso.” rispose Lin.

Sin da bambina le raccomandavano di non accettare mai un passaggio da degli sconosciuti, nemmeno a piedi. Soprattutto se si trattava di un gruppo abbastanza numeroso di soli ragazzi. Anche se coloro che si trovava davanti non sembravano affatto pericolosi, o perlomeno non sotto quell’aspetto.

Si accorse della gomitata che il biondino rifilò al suo amico, e riuscì ad udire le parole che gli rivolse a bassa voce: “Così la spaventi, stupido! Penserà che siamo dei maniaci.”

-“Ti chiedo scusa, non volevo sembrarti inopportuno.” si corresse allora.

La ragazza non riuscì a trattenere un sorriso divertito, mettendo in imbarazzo il ragazzo di fronte a lei, che continuò a balbettare delle scuse.

Avrebbero potuto farle del male lungo il tragitto? Le sembrava impossibile, e l’istinto le diceva che poteva fidarsi. Di solito non si sbagliava mai, si rendeva sempre conto di quando era o non era il caso di fare qualcosa. Era abituata alla presenza di persone non propriamente brave, e sapeva riconoscerle.

-“No, tranquillo. In fin dei conti un po’ di compagnia non mi dispiacerebbe, specialmente con questo buio.” le parole le uscirono spontanee dalla bocca.

I cinque ragazzi le sorrisero con gentilezza e rispetto. Poi si incamminarono tutti insieme lungo il marciapiede.

Il primo a rompere il silenzio fu colui che prima lo manteneva scrupolosamente.

-“Da quanto tempo balli?” le domandò, con una nota di curiosità.

-“Mm…” Hay-Lin dovette rifletterci un po’, prima di rispondere “Con questo sono cinque anni, ma ballavo sin da piccola nella mia stanza, fingendomi una ballerina famosa.” solo dopo aver parlato si rese conto di ciò che aveva appena detto, ed arrossì ancora una volta.

-“Chi è il tuo idolo? Segui l’esempio di qualcuno?” stavolta a parlare fu Dong-Ho.

-“Sinceramente non ho un esempio da seguire. Diciamo che ammiro molto Harry Shum Jr per la sua bravura.”

I cinque ragazzi la guardarono confusi, non sapendo a chi si stava rivolgendo.

-“Oh, scusate, non lo conoscete, vero?” loro annuirono contemporaneamente “Beh, lui sarebbe un attore/ballerino, ha partecipato anche a ‘Step Up’, sia il secondo che il terzo, e, se non sbaglio, mi sembra di averlo visto anche nelle vesti di un personaggio di Glee. Balla benissimo, sembra quasi non possedere le ossa, fa delle cose allucinanti.” mentre ne parlava gli occhi le si illuminarono, facendo sorridere i nuovi conosciuti.

Ormai erano vicini a casa della ragazza, così lei si fermò per ringraziarli.

-“Grazie mille. Ora posso anche proseguire da sola, tanto sono quasi arrivata.” disse Hay-Lin riconoscente.

-“È stato un piacere esserti d’aiuto.” replicò Young-Min, accennando un inchino.

-“ Se venite di lunedì, mercoledì o venerdì nel tardo pomeriggio mi troverete sicuramente lì, così potrei mostrarvi meglio la scuola.” propose Hay-Lin.

-“Sarebbe bello!” esclamò Min-Ki euforico.

Quel ragazzo era introverso all’apparenza, ma sprizzava energia da tutti i pori.

-“Ok, allora alla prossima!” con questa frase la ragazza salutò i nuovi conoscenti e proseguì sulla sua strada.

Fu questione di un paio di minuti appena e raggiunse l’inferriata della propria casa. Così suonò il campanello, e quando le fu aperto il cancello, entrò di corsa in casa.

Sapeva che era tardi, e ne conosceva anche le conseguenze. Così si preparò mentalmente alla sfuriata che le avrebbe fatto suo padre.

Il signor Yang se ne stava seduto sulla solita poltrona dell’ampio salone, con in mano un bicchiere di vino che stava annusando proprio nel momento in cui la ragazza si richiuse la porta alle spalle.

-“Ti rendi conto di che ore sono?” le disse, mantenendo un tono di voce fin troppo pacato.

-“Si, lo so. Scusami.” si limitò a dire lei.

-“Come mai sei arrivata così tardi?”

-“Ho perso l’autobus, così sono dovuta venire a casa a piedi.”

-“Mi hai fatto preoccupare!” il tono stava già aumentando.

Lei strinse i manici del borsone tra le mani, inspirando profondamente e contando i secondi che passavano.

-“È già buio. Poteva succederti qualcosa.” suo padre soffiò dalle narici, cercando di auto controllarsi, ma non gli era così facile.

In fondo, sua figlia era l’unica cosa che gli era rimasta e gli dava la forza di andare avanti. Forse era troppo apprensivo, ma non si sarebbe mai perdonato se le fosse successo qualcosa.

-“Scusa Appa.” Hay-Lin abbassò il capo, consapevole della preoccupazione che gli aveva procurato.

-“Vai in camera a prepararti. Ti aspetto in cucina per la cena.” con queste poche parole si alzò da dove era seduto e si avviò a passo lento nell’altra stanza, portando con sé il bicchiere.

Hay-Lin salì le poche scale che la separavano ancora dalla sua stanza, ed una volta dentro si cambiò in fretta, indossando la solita tuta comoda che tanto adorava. Poi tornò al pian terreno e raggiunse il padre in cucina.

-“Ti ho preparato la cena.” disse il signor Yang, nel caso in cui i piatti contenenti il cibo caldo non fossero stati abbastanza chiari.

Ovviamente, come sempre, era apparecchiato per tre, nonostante fossero solamente in due a sedere a quel tavolo.

Il posto vuoto portava con sé un velo di tristezza e malinconia straziante.

Suo padre non voleva ancora accettare la morte della moglie, nonostante fosse passato già un anno, il dolore era ancora vivo e fresco in entrambi.

Il modo in cui il tumore l’aveva portata via, li aveva lasciati soli e abbandonati a sé stessi.

Il signor Yang aveva fatto tutto il possibile per stare vicino alla figlia, ma la sofferenza glielo rendeva difficile.

E Hay-Lin pensava che era fortunata ad avere un padre come lui. L’unica cosa che avrebbe voluto rimproverargli era la sua eccessiva apprensione, e i suoi momenti di debolezza in cui cercava conforto nell’alcol.

La cena fu consumata nel più totale dei silenzi, con il posto vuoto che gravava ancora pesantemente su di loro.

Terminati i pasti la ragazza sparecchiò, volendo farsi perdonare, e lavò i piatti.

-“Padre. Io vado a letto.” disse quando ebbe finito di riporre tutto nella dispensa.

Poi si avvicinò all’uomo con lo sguardo perso nel nulla, e gli diede un bacio sulla fronte.

-“Buonanotte.” le disse allora lui, come se si fosse appena risvegliato dal torpore, e la strinse in un abbraccio. “Non farmi più preoccupare, per favore.”

-“Te lo prometto.” sussurrò Hay-Lin, prima di tornare in camera sua.

Una volta che fu avvolta dalle coperte accoglienti, si rigirò nel letto per diversi minuti, non riuscendo a prendere sonno.

L’unica cosa a cui riusciva a pensare erano quei cinque ragazzi.

Le stavano simpatici e sperava di rivederli ancora una volta.


Ed eccomi qui a postare questa mia nuova storia! Sinceramente, sono abbastanza felice di come sta venendo fuori, ma spero che possiate apprezzarla anche voi! Soprattutto colei che mi ha costretto a pubblicarla u.U Beh, carissima Valentine, cosa ne pensi??!  Per chi non mi conoscesse ancora, sappiate che dovrete sopportare i miei scleri ad ogni fine capitolo, ahahah...  Le recensione sono ben gradite, anche se sono critiche negative, dato che mi aiutano a crescere nel mio piccolo! Quindi, grazie per l'attenzione (no, tranquilli, non sono sempre così professionale se ve lo state chiedendo, anzi...) Alla prossima!! Kisses, Alice...
   
 
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