Capitolo
2: “Another meeting”
Il
mercoledì successivo Hay-Lin
si recò, come al solito, agli allenamenti di danza.
Prese il borsone
con dentro
tutto il necessario per affrontare due ore di lezione, e se lo
caricò sulle
spalle. Poi scese le scale di corsa, rischiando più volte di
inciampare.
-“Appa,
io vado!” esclamò prima
di aprire la porta di casa ed inoltrarsi nel venticello primaverile.
Una volta fuori,
inspirò con
piacere l’aria circostante, come di consuetudine,
perché le dava un senso di
libertà che poche cose erano in grado di farle provare. Poi
si incamminò verso
la fermata del bus a passo lento, tanto il suo problema non era mai
l’andata,
ma bensì il ritorno.
Quando il mezzo
di trasporto
arrivò, salì immediatamente salutando
l’autista che ormai la conosceva da
quando era piccola, poi andò a sedersi in fondo, lontano da
occhi indiscreti.
Il tragitto fu
molto breve, e,
giunta alla sua destinazione, scese di filata quei tre scalini che la
separavano dal marciapiede, per poi gettarsi tra la folla e raggiungere
la sua
amata scuola di danza.
Aprì
di scatto il portone di
ingresso e, dopo aver rivolto un inchino alla segretaria, si
fiondò negli
spogliatoi del suo corso.
Anche quel
pomeriggio vi erano
già solo due ragazze, le quali, a pelle, non nutrivano molta
simpatia nei suoi
confronti, ma la cosa era alquanto reciproca. Hay-Lin le aveva
soprannominate
la rossa e la bionda, per il colore dei loro capelli tinti.
Così,
lei posò il borsone su
una delle panchine e si cambiò in fretta, senza prestare
loro la minima
attenzione. Poi, proprio mentre stava per uscire, una la
chiamò, costringendola
a voltarsi.
-“Ehi,
so che non andiamo molto
d’accordo, ma abbiamo bisogno di te per lavorare ad un nuovo
progetto vista la
tua bravura.”
La nostra
ragazza guardò colei
che aveva parlato con gli occhi del tutto spalancati, non riuscendo a
credere
alle sue orecchie.
-“Stai
parlando con me?” chiese
allora.
-“Certo!
Con chi se no!!? Che
ne dici, ci stai?”
-“Di
cosa si tratterebbe?”
-“Vorremmo
provare a formare
una Crew, e stiamo cercando persone. Te sei una di queste.
Chissà, forse con il
tempo potremmo addirittura cominciare a starci simpatiche a
vicenda.” Stavolta
a parlare fu l’altra ragazza.
-“Mm,
penso che si possa fare.
Poi ne parliamo meglio, ora ci conviene andare, altrimenti chi lo sente
quello…” il riferimento di Hay-Lin era,
ovviamente, rivolto al loro insegnante.
Senza perdere
altro tempo, le
tre ragazze raggiunsero la sala di ballo riservata al loro corso. Una
volta dentro,
salutarono con un inchino l’uomo di fronte allo specchio, il
quale le osservò
sospettoso.
-“Ci
siete solo voi tre oggi?” non amava
fare lezione con poche persone, in quanto ciò significava
che non
potevano proseguire
con le coreografie.
-“Per
ora si, ma dovrebbero
arrivare anche Claire e Chanel” la rossa non fece in tempo a
finire la frase
che le due nominate entrarono di corsa nella stanza.
-“Ci
scusi per il ritardo.”
dissero contemporaneamente.
-“Tranquille,
tanto oggi si
tratta di una lezione speciale.”
Le ragazze si
guardarono tra
loro, sorprese e curiose. Ma, Hay-Lin aveva già una vaga
idea del perché
l’aveva definita “speciale”.
L’insegnante, compiaciuto per aver suscitato
curiosità, spiegò loro la situazione.
-“In
poche parole ci sono
cinque ragazzi che vorrebbero cominciare a prendere lezioni di hip-hop,
così
oggi sono venuti ad assistere ad un paio di lezioni, compresa la
vostra. È già
la seconda volta che vengono, quindi hanno più o meno chiara
l’idea di ballo
fatto bene, detto ciò vi conviene fare bella
figura.”
Il messaggio era
più chiaro di
quello che sembrava: ballate bene, altrimenti ne pagherete le
conseguenze con
un intenso allenamento extra.
-“Hay-Lin
và pure a chiamarli,
dovrebbero essere all’ingresso.”
La ragazza non
se lo fece
ripetere due volte e li raggiunse a passo svelto con un sorriso sulle
labbra.
-“Buongiorno.
Seguitemi pure…
da questa parte.” finse volontariamente di non riconoscerli,
mentre gli stava
facendo strada.
-“Ehi,
Hay-Lin, giusto?”
domandò il biondino.
La ragazza si
voltò verso di
loro, felice di essere stata riconosciuta. Le faceva davvero piacere.
-“Esattamente.
E tu, se non
ricordo male, dovresti essere Min-Ki.”
Il ragazzino
annuì,
sorridendole dolcemente. Poi Lin salutò anche gli altri.
-“A
quanto pare, oggi dovrete
assistere alla mia lezione.” era talmente abituata a ballare
davanti alle
persone che la cosa non le faceva né caldo né
freddo. Si, certo, era un po’
emozionata, ma finiva lì.
-“Non
vediamo l’ora di vedere
cosa sai fare.” disse Jong-Hyun. Dal suo tono di voce
sembrava quasi una sfida,
ma lei gli avrebbe dato del filo da torcere.
Entrarono tutti
insieme nella
sala, e il suo insegnante li fece accomodare seduti davanti allo
specchio,
rivolti però verso le ragazze.
-“Spero
che queste fanciulle
siano in grado di convincervi a venire qui.” disse poi il
maestro Lee.
Hay-Lin
notò gli sguardi accesi
che la rossa e la bionda stavano già rivolgendo al gruppo
dei ragazzi e le
venne da sorridere. A quanto pareva il loro fascino non colpiva solo
lei.
-“Che
la lezione abbia inizio!”
esclamò l’uomo, accendendo lo stereo.
Poi prese
posizione davanti
alle ragazze e cominciò una breve sequenza di passi che loro
dovevano ripetere
subito dopo, a mo’ di riscaldamento. C’erano delle
onde, dei blocchi, e un
top-rock alla fine, che precedeva pochi passi di break. Facile!
Jong-Hyun
seguiva rapito i
movimenti di Hay-Lin.
Anche le altre
erano molto
brave, ma lei attirava tutta l’attenzione su di
sé, non tanto per la precisione
tecnica, ma bensì per la passione che metteva in ogni
singolo passo. Sembrava
ballare non solo con il corpo, ma anche con il cuore e con
l’anima. E lui non
era l’unico a pensarla così, infatti anche gli
altri ragazzi la stavano
letteralmente fissando.
-“Con
il riscaldamento abbiamo
finito. Ora passiamo alla coreografia che vi riesce meglio e dopo
facciamo
quella del saggio di fine anno, anche se siamo praticamente ancora
all’inizio.”
Sull’ultima frase il suo sguardo si incupì.
Hay-Lin era
emozionata, amava
fare la coreografia che, a detta del maestro Lee, era quella che
riusciva
meglio a tutte.
La musica
partì, e le ragazze
cominciarono a ballare sulle note di “Special” dei
Beast. Spesso, il loro
insegnate, faceva imparare loro qualche coreografia di gruppi famosi.
Riuscire
a portarle a termine era, per ognuna, un enorme trionfo.
Una volta
terminata la lezione,
l’uomo le congedò con un inchino.
-“A
venerdì. E, mi raccomando,
dite alle altre che la loro presenza è obbligatoria,
altrimenti non riusciremo
più a finire i pezzi.” mai dimenticare le sue
raccomandazioni.
Hay-Lin sorrise
ai ragazzi, poi
uscì anche lei dalla sala e raggiunse lo spogliatoio per
cambiarsi.
Le altre stavano
già
spettegolando su quale fosse il più carino e sembravano
essere tutte d’accordo
su Dong-Ho.
-“Secondo
me Jong-Hyun e
Min-Hyun hanno dei lineamenti più delicati.”
pensò Lin ad alta voce. “Anche, e
soprattutto, Min-Ki.”
Non
era da lei parlare con la rossa e la
bionda, ma se dovevano formare una Crew, tanto valeva cominciare.
-“Come
fai a sapere i loro
nomi?” chiese a quel punto Chanel.
-“Li
ho sentiti parlare quando
sono andata a chiamarli all’ingresso.”
mentì. “Min-Hyun sarebbe quello moro con
i capelli abbastanza lunghi, per così dire, mentre Jong-Hyun
è quello castano
con il ciuffo e Min-Ki è il biondino con la frangetta.
Invece, il ragazzo di
cui state parlando voi si chiama Dong-Ho. Poi c’è
Young-Min, che credo sia il
più grande, ed è quello con i capelli scuri e
corti.”
Con quella
risposta il discorso
cadde lì. Anche perché Hay-Lin era già
pronta per uscire.
-“A
venerdì!” disse.
-“A
venerdì! Ah! Ricorda la
nostra proposta!” aggiunse poi la bionda.
La ragazza si
richiuse la porta
alle spalle e raggiunse l’uscita della scuola, dove, con sua
grande sorpresa, trovò
i fantastici cinque ad aspettarla. Perché la stavano
aspettando vero?
-“Ciao!!”
esclamò Young-Min,
richiamando la sua attenzione. “Complimenti, balli
benissimo!”
Hay-Lin
arrossì visibilmente ai
suoi complimenti. Non che non ne avesse mai ricevuti, ma la sua
modestia la
faceva reagire in quel modo.
-“Allora,
cosa ne pensate?
Avete deciso se vi iscriverete qui?” chiese, cercando di
deviare le attenzioni.
-“Credo
proprio di si.” rispose
Jong-Hyun già eccitato all’idea.
-“Davvero?”
insistette la ragazza.
-“Certo!
Abbiamo già compilato
i moduli di iscrizione, manca solo la firma dei nostri genitori e siamo
a
posto.” aggiunse Min-Ki raggiante.
-“Perfetto!
E sapete già in che
corso vi metteranno?”
-“Hanno
detto che ci
divideranno in base al nostro livello di bravura. Quindi, prima, penso
che ci
dovranno vedere ballare.” disse Dong-Ho.
-“Ah,
capisco. Speriamo che
riuscirete a venire nel mio corso! Siamo tutte femmine, e
l’atmosfera a volte è
a dir poco pesante. Ogni tanto ci vuole un po’ di umorismo
maschile.”
-“È
quello che speriamo anche
noi, almeno conosciamo già qualcuno.” Min-Hyun le
rivolse uno sguardo
sorridente, stupendola, dato che aveva ripreso a pensare che forse
aveva
davvero difficoltà a parlare.
-“Ragazzi,
vi dispiace
accompagnarmi alla fermata del bus?” domandò
allora, così avrebbero potuto
continuare un po’ a chiacchierare senza farglielo perdere.
-“Figurati!”
esclamò Young-Min.
Lungo il breve
percorso, la
ragazza sentì uno sguardo pesarle più degli
altri, ma non riuscì a capire a chi
apparteneva, così fece finta di niente.
Una volta giunti
alla fermata,
Hay-Lin si ricordò dei discorsi che avevano fatto le sue
compagne negli
spogliatoi.
-“Ah!
Dong-Ho hai fatto colpo
sulle altre ragazze!” gli fece un occhiolino divertita
“Però, saresti pregato
di non farne parola con loro se le vedessi. Non vorrei finire nei
casini.”
Lui rise
sommessamente, anche
un po’ compiaciuto, ma c’era qualcosa nel suo
sguardo che le diceva che non gli
importava molto.
-“Tranquilla,
non glielo dirò.
Però, ti voglio svelare un segreto… anche tu hai
fatto colpo su qualcuno.”
Hay-Lin divenne
bordeaux,
mentre sentiva il sangue affluirle velocemente lungo le guance. Chi era
questo
“qualcuno”? Non poteva fare a meno di essere
curiosa.
Non si accorse
degli sguardi
omicida che due ragazzi del gruppo avevano rivolto a colui che aveva
appena
parlato, e fu un peccato, perché avrebbe potuto benissimo
capire di chi si
trattava.
Ad interrompere
l’imbarazzo
generale venutosi a creare fu l’arrivo
dell’autobus. Così la ragazza li salutò
uno per uno, felice. Infatti voleva esserli amica, c’era
qualcosa in ognuno di
loro che la attraeva.
-“Ci
vediamo venerdì allora!”
esclamò poi, mentre saliva sul mezzo di trasporto.
Vide i ragazzi
annuire
debolmente, con un sorriso stampato sui volti, mentre la salutavano con
un
cenno della mano.
Poi, il bus
cominciò a
muoversi, allontanandosi da loro e facendoli sembrare via via sempre
più
piccoli e deformati.
Hay-Lin non riusciva a distogliere lo sguardo da due di loro in particolare. Se solo avesse saputo che la cosa era ricambiata…
Hola!! Annyeong!! Come state?? Ed eccomi qui a postare già il secondo capitolo, sinceramente avrei voluto aspettare un pò di più, ma non riesco mai a resistere, anche perchè ho visto che il primo è piaciuto, e quindi non sono riuscita a fermarmi, xD. Non potete immaginare quanto mi fa piacere che apprezziate la storia *-* Ho un autostima molto scarsa, quindi sono davvero contenta! Cosa ne pensate di come procede?? Chi saranno i due ragazzi che la adocchiano un pò di più? (Vale, te non puoi rispondere perchè già lo sai, u.U) . Spero vivacemente che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento, e ci tengo a ringraziare chi segue la mia ff, chi ha messo mi piace (in sette...wow! *si emoziona* si, mi accontento di poco) e soprattutto Fabiola_TOP, Emma Min Ki Tomlinson, e ValeFrance (senza della quale, forse, questa storia non esisterebbe) per avere avuto la pazienza di recensirmi!! Non abbiate paura eh, non ho mai ucciso nessuno per una recensione ^-^ Alla prossima!! Kisses, Alice...