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Autore: Tawariell    24/12/2006    4 recensioni
Una visita inaspettata apre definitivamente gli occhi ad un giovane attore inglese, che vive una situazione sbagliata
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Annie Brighton, Archibald Cornwell, Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Chiedo venia per l'immenso ritardo con cui aggiorno finalmente ma sono stata un pò incasinata, ringrazio ancora una volta i miei fedelissimi lettori e le mie fedelissime lettrici per i loro complimenti meravigliosi.
Come augurio di buon natale vi regalo il capitolo 10: augurissimi a tutti!!! E buona lettura, Silvì

CAPITOLO X: CI SONO GIORNI…

CAPITOLO X: CI SONO GIORNI…

 

Quattro Mesi dopo…

 

Terence Granchester, figlio illegittimo del Duca di Granchester e della grande attrice americana Eleonor Baker, nonché celebre e talentuoso attore egli stesso, si guardava seccato allo specchio: tra le cose che odiava di più era vestirsi in ghingheri per una qualche occasione mondana.

Non che quella a cui si apprestava a partecipare si potesse definire propriamente un’occasione mondana, anzi, dato che ci sarebbero state non molte persone a quell’evento, cosa incredibile per una stella teatrale della sua fama, ma purtroppo per lui, dolente o volente, doveva vestirsi in maniera impeccabile: dopotutto sarebbe stata davvero un’occasione speciale quella.

Il suo matrimonio.

Non riusciva a pensarci senza causare un incontrollabile tremore alle sue gambe e un imporporarsi delle sue guance: si sentiva peggio di un adolescente alla prima cotta.

Per fortuna era da solo in quella  piccola e spoglia stanza, dove vi erano soltanto due sedie di legno scuro e uno specchio in mogano e che era attaccata alla sacrestia della cattedrale di Saint James Park,  adibita a suo camerino, altrimenti si sarebbe sentito sprofondare di vergogna..

“Oh vedo che anche il Duca di Granchester si emoziona e io che l’ ho sempre reputato un uomo di ghiaccio..” mormorò una voce familiare alle sue spalle.

“Le ultime parole famose” sussurrò a voce appena appena udibile il giovane.

“Come?”

“Vuoi morire con la spada o con la pistola Albert?”

“Ma come siamo permalosi signor Duca! Su sono convinto che la tua futura sposa gradirebbe sapere che, sotto la tua aria da delinquente incallito, si nascondesse invece un uomo molto timido e sensibile.”

“La smetti di parlare come un demente?”

Il giovane Andrew scoppiò a ridere divertito e Terence non potè fare a meno di imitarlo.

“Ti odio sul serio: sei l’essere più spregevole della terra!” mormorò ironicamente il celebre attore quando smise di ridere.

“Lo so, lo so” replicò Albert facendogli la linguaccia.

“Dovresti andare alla casa di Pony così forse impareresti la vera educazione: sono convinto che la zia Erloy approverebbe.”

“Ok uno pari palla al centro. Vediamo di sistemare quella cravatta perché è una cosa che non si può guardare.”

“Ha parlato mister eleganza.”

“Ma certo io sono un uomo davvero elegante: me lo dice sempre George!”

Un sorriso malefico spuntò sulla labbra dell’inglese

“Lui non conta: è innamorato di te!”

L’ex vagabondo represse un conato di vomito, replicando ironicamente

“Ti prego Terence! E poi è vecchissimo, non è mica un uomo prestante come te: peccato che Candy sia arrivata prima!”

Stavolta fu l’attore a reprimere un conato di vomito.

“Senti va bene che lavoro in un ambiente un pò equivoco ma a me piacciono solo le donne!”

“Non avevo dubbi: che peccato! Ma me lo dai un bacio di addio?” fece il capo degli Andrew avvicinandosi pericolosamente.

“La smetti?”

L’uomo scoppiò a ridere di nuovo, seguito dal suo giovane amico: era bello sentirsi di nuovo complici come un tempo, senza più ombre, né rivalità.

 

Quando Terence e Candy gli avevano annunciato il loro prossimo matrimonio qualche mese prima, lui si era sentito immensamente felice, accogliendo la notizia come il naturale corso degli eventi, e aveva insistito da far da testimone al suo più caro amico.

Quest’ultimo, benché fosse felice della proposta, aveva tergiversato per diverso tempo: temeva di ferirlo, sapeva bene quanto l’uomo amasse ancora Candy, ma Albert era riuscito a convincerlo.

“ Terence non sei mai stato mio rivale, ma solo il mio più caro amico, e credimi vederti sposare Candy non può che rendermi felice, perché so quanto vi amate”

“Albert, lo so, ma vedi io non so se avrei mai potuto farlo se fossi stato al tuo posto: non potrei mai essere così generoso.”

“Ti sbagli amico mio: ti conosco troppo bene. Puoi far credere agli altri di essere un duro ma io so che hai un grande cuore e lo sa anche Candy, perciò sono felice che ti ami: se dovevo perdere la mia piccola Candy preferisco che sia stato a favore tuo”

“Hai vinto Albert: del resto non potrei pretendere un testimone migliore di te. Ma vedi di non piangere all’altare mentre pronunciamo i giuramenti”

“Non te lo posso giurare questo”

E si erano abbracciati con calore, quasi ridendo, come due fratelli.

 

“Meno male che ci sei tu a farmi il nodo alla cravatta:  sai alla Sample School mica insegnavano certe cose!”

“Per te non basterebbero un esercito di istitutrici, nemmeno un esercito di Zie Erloy.”

“Ma sai che la direttrice della Royal Saint Paul School, Suor Grey, pareva la sua gemella? Sia come carattere che fisicamente: non le avranno mica separate alla nascita?”

“Può essere: forse la madre ha avuto un colpo al cuore vedendo due esseri tanto orrendi e il padre li ha separati per salvaguardare la salute della moglie.”

“Che amore che nutri per tua zia.”

“Eh lo so, sono un uomo dalle mille virtù..”

 

 

Mentre Albert e Terence scherzavano, nella sagrestia, che era proprio di fronte alla camera dove si trovavano i due giovani,  Candy ultimava di prepararsi con l’aiuto di Patty e Annie: indossava un elegante vestito bianco di seta, ricamato a mano, di mille fiori, che le scendeva perfettamente lungo le curve morbide del seno e dei fianchi. In testa portava un piccolo velo di taffettà che le copriva a malapena il capo: i suoi riccioli dorati erano sciolti lungo le spalle, senza nessun codino o molletta a fermarli. Si era infatti convinta finalmente a levarsi quelle acconciature da bambina.

Se il suo futuro sposo aveva la tremarella alle gambe, lei era più o meno sull’orlo del collasso, tanto che più che di aiuto per vestirla, le sue amiche le servivano per reggersi in piedi.

A portarla all’altare sarebbe stato Archie, almeno avrebbe potuto reggersi a lui lungo la navata della cattedrale di New York, addobbata di splendidi fiori bianchi, soprattutto rose, ma anche gigli: per fortuna nessun giornalista sapeva dell’evento in corso, questo nonostante le minacce di Iriza di spiattellare tutto ai giornali.

Era bastato uno sguardo dello zio Albert, che la giovane Legan era subito battuta in ritirata.

“Candy se continui così invece di sposarti dovremmo portarti in ospedale..” la rimproverò la signora Corwell, vestita di un semplice abito di organza sul rosa chiarissimo.

“Sto benissimo, sono solo un po’ nervosa: anche tu eri così Annie quando hai sposato Archie!”

“In effetti” ironizzò Patty, anch’essa vestita di rosa “Eri più bianca del tuo vestito!”

Candy scoppiò a ridere, a crepapelle, a quelle parole: la sua risata era così contagiosa che le sue amiche iniziarono a ridere anche loro.

Un lieve rumore alla porta smorzò, tuttavia, l’ilarità delle tre ragazze.

“Vado io” mormorò Patty, che appena fu alla porta rimase senza parole.

“Chi è Patty?” fece la futura signora Granchester incuriosita.

“Beh…” rispose la giovane O ’Brian totalmente imbarazzata e incredula.

“Allora Patty?” insistette Annie.

“Sono Neal..” balbettò esitante il misterioso ospite.

“Entra.. pure” replicò la voce gentile di Candy, che pure era stupita anch’essa della strana visita del cugino acquisito.

“So che la mia presenza non è gradita e vi mette in imbarazzo tutte, ma volevo portare un piccolo dono alla futura sposa se è possibile” la voce del giovane Legan era quasi un sussurro.

“Ma certo che è possibile ed è pure gradita”

“So che di solito la futura sposa deve portare una cosa nuova, una cosa in prestito e una usata..” e le porse una piccola scatola marrone.

La giovane lo aprì: vi era dentro un fazzoletto azzurro chiaro con ricamate, a mano, due iniziali.

A. A.

Gli occhi di Candy si riempirono di lacrime.

“Era di Anthony: sono certo che ora è felice per te… come… come lo sono anche io…”

La ragazza gli prese le mani commossa.

“Ti prego resta…”

“Non mi merito di vedere la tua gioia…”

“Oggi è il giorno più bello della mia vita e voglio che tutti i miei amici siano con me, per poter condividere con loro la mia felicità”

Neal non potè far altro che abbracciarla.

“Perdonami piccola Candy”

“L’ ho già fatto mio caro cugino..”

 

 

 

Nella camera di fronte Albert stava tentando di far tornare normale quella che doveva essere la cravatta blu di Terence, ma che ora sembrava più o meno uno straccio per la polvere.

“Ma si può sapere che ti ha fatto di male questa povero tessuto? Se eri nervoso potevi prendere a noleggio un punchball e sfogarti con lui.”

“Oppure prendermela con te..”

“Con che motivazione?”

“Rompimento di scatole…”

“Capisco… sto diventando noioso come mia zia?”

“No peggio!” replicò divertito l’amico.

“Ah grazie, Terence, sono commosso..ma forse è meglio dargli una stirata…”

“Ma faremo tardi…”

“Non credo che la cerimonia inizierà senza lo sposo”

Il celebre attore gli fece una smorfia da bambino dell’asilo.

“Sembri la tua quasi nipote Candy…o la tua quasi sposa Candy…avremo presto Tarzan tre?”

“Io non ho le lentiggini..”

“E per forza sei pallido come un morto…”

“Ha parlato l’africano…”

“Vabbè vediamo se posso trovare il modo di sistemartela, non puoi andare in chiesa con sta roba!”

“Ma non è così conciata dai!”

Albert lo fissò torvo mostrando il povero tessuto, che era così stropicciato, che era ormai impossibile capire cosa fosse.

“D’accordo hai vinto ma fai in fre…”

In quell’istante entrò una donna dai lunghi capelli neri e lisci, che gli cadevano lungo le spalle, un viso tondo ma grazioso, leggermente abbronzato, e due teneri occhi color nocciola,  che indossava un semplice vestito grigio chiaro, a campana, con bottoni verdi sul davanti, che metteva in mostra il seno prosperoso.

“Scusate se entrò così senza bussare ma il prete mi ha chiesto di darvi una mossa..”

“Non preoccuparti Catherine, anzi ti ringrazio della tua premura, solo che abbiamo un problema. A proposito tu conosci già il futuro sposo vero?”

“Più o meno…comunque piacere Duca Granchester, io sono Catherine McKenzie, l’assistente del signor William per la sezione risorse zoofile della sua azienda…”

“Ah piacere signorina, io sono Terence e basta, niente duca per favore”

“Allora piacere Terence” e gli allungò la mano stringendola calorosamente.

“Che problema avete?”

“Guarda un po’ qui la sua cravatta…”

La giovane sbiancò

“Ma che le avete fatto? Le è passata sopra una diligenza?”

Il giovane Andrew fissò di nuovo torvo l’amico

“Albert si è seduto sopra quando è entrato prima!”

“Eviterò commenti è meglio..Catherine puoi fare qualcosa?”

“Si ovviamente…arrivo subito…”

E in un lampo fu fuori dalla porta sotto lo sguardo ammirato di Albert, sguardo che non sfuggì a Terence.

“Però ti tratti proprio bene: hai delle assistenti da favola!”

“Ehi tu!Ti ricordo che stai per sposarti... »

“Non sarai mica geloso?”

“Di chi?”

“Di quella bella signorina che è appena uscita dalla porta.”

L’uomo lo fissò senza capire mentre nella sua mente passavano varie immagini: uno sguardo azzurro come il cielo, uno grigio come le perle e uno verde nocciola.

“Amico mio tu non me la racconti giusta: prima ti pesco abbracciato a Susanna ora flirti con la tua bella assistente. Sei forse innamorato?”

L’inglese aveva detto quelle parole in tono speranzoso: voleva tanto che il suo amico si innamorasse di nuovo, che trovasse una persona che lo rendesse felice.

Non gli piaceva saperlo triste: se c’era una persona al mondo che meritasse l’amore di una donna era sicuramente il suo amico.

L’ex vagabondo gli sorrise di rimando, toccato sensibilmente da quella premura.

“No Terence è troppo presto…ma un giorno succederà…”

Il ragazzo non replicò oltre ma lo abbraccio con affetto: Albert ricambiò l’abbraccio senza proferire parola.

Qualche minuto dopo Catherine rientrò con in mano la cravatta, che sembrava di nuovo essere tale.

“Ma… ma come hai fatto?” strabuzzò gli occhi il capo degli Andrew.

“Segreto!” che gli fece l’occhiolino e uscì di nuovo dalla stanza.

“Come l’ hai conosciuta?” domandò Terence mentre l’amico gli annodava la cravatta al collo.

“Sai un giorno è scappata una tigre da uno zoo, era affamata poverina, e io riuscì a riportarla al suo posto, anche se prima svuotai un baracchino degli hotdog per saziarla. Convincerla a ritornare in gabbia non fu facile, ma poi sbucò Catherine dal nulla e mi aiutò: ho scoperto poi dopo che era laureata in biologia e che suo padre era stato esploratore in Africa, così l’ ho assunta. “

“Una bella storia… pare quasi la fiaba la di Cenerentola”

E fissò emblematicamente l’amico.

“Ti ho già detto che è presto…”

“Si si…”

 

 

 

Neanche dieci minuti dopo Terence e Albert erano finalmente in chiesa, di fianco al parroco, Padre Samuel, un uomo sulla sessantina, pelato, e senza barba, un po’ grassottello, e dallo sguardo simpatico, quasi paterno: conosceva da sempre gli Andrew e si sentiva onorato di poter celebrare quel matrimonio così speciale nella sua parrocchia. In quest’ultima vi erano riuniti pochissimi invitati, che erano tutti gli amici più cari del giovane Granchester e soprattutto di Candy: naturalmente c’era anche la madre del giovane mentre suo padre, per espresso desiderio dell’attore, non era stato invitato. Quest’ultimo conosceva abbastanza il genitore da sapere che avrebbe disapprovato la sua scelta per tutta una serie di futili motivi, al contrario Eleonor Baker appariva raggiante, sembrava quasi essersi riappropriata della giovinezza perduta, e il suo cuore palpitava forse più di quello del figlio: per tanto tempo aveva sofferto il silenzio sapendolo prigioniero di una situazione sbagliata, sentendosi totalmente incapace di aiutarlo.

E ora vederlo di nuovo libero, di nuovo felice in attesa di sposare la sua Candy era una tale gioia che temeva quasi che il cuore le scoppiasse in gola.

Il ragazzo sorrise alla madre con grande affetto, quasi a volerle dire “Mamma ora sto bene: c’è che Candy con me” : per la prima volta la donna sentì di meritare il perdono di suo figlio, di meritare di nuovo il suo amore. “Tu hai fatto il miracolo Candy e io vi proteggerò sempre ve lo giuro, a costo della fama, dello stupido onore, di tutto.” 

 

La marcia nuziale, partita in quell’istante, distolse lo sguardo di Terence dalla figura della madre: eccolo li il suo angelo biondo, più bella che mai con quell’abito bianco, simbolo della sua purezza soprattutto interiore.

Gli occhi blu del giovane si riempirono di lacrime e il suo corpo fu scosso dai tremiti, tanto che il suo amico di fianco lo dovette tenere.

“Credevo di essere io quello che doveva piangere…”

“Dopo facciamo i conti insensibile vagabondo…”

Candy vedendo il suo amore così emozionato, tremò anch’essa: quanta la amava. Solo con il suo amore si sentiva viva, si sentiva avvolta dal calore anche nella più gelida notte invernale,  protetta come e più dell’abbraccio di Miss Pony e Suor Maria, che ora, sedute in prima fila, la osservavano commosse.

Archie la tenne in piedi, sussurrandole.

“Ancora qualche passo mia cara.”

Lei lo guardò con gli occhi lucidi, annuendo, incapace di parlare.

Ancora due passi e fu di fronte a Terence: il giovane Corwell prese la mano della ragazza e la mise in quella dell’inglese.

“Comportati bene con lei delinquente.”

“Sarà fatto signor Corwell: prendilo come un giuramento.”

“Sarà fatto signor Duca.”

Candy e Terence si strinsero forte la mano, dandosi forza l’uno l’altro.

Padre Samuel fissò i due giovani, sentendosi quasi avvolto dalla forza di quell’amore così grande.

“Sapete ci sono delle volte in cui è difficile trovare le parole per descrivere un amore come il vostro: si teme quasi di sporcarlo con un linguaggio non adatto. Ma di una cosa sono sicuro, che un amore forte come il vostro è la prova dell’amore che Dio prova per noi. Ci può essere buio a volte, si può sentire freddo, ci si può sentire soli, ma lui non ci lascia, lui ci ama sempre e voi vi siete sempre amati, anche quando tutto sembrava perduto.

Candy e Terence mi hanno chiesto di non usare il linguaggio solito che viene usato nei matrimoni, ma qualcos’altro e io assecondo volentieri la loro richiesta. Vi prego parlate pure miei cari.”

I due ragazzi si voltarono e si strinsero forte le mani, iniziando a parlare insieme, persi l’uno nello sguardo dell’altra:

“Mettimi come un sigillo sul tuo cuore, come un sigillo sul tuo braccio, perché forte come la morte è l’amore; tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’amore, non ne avrebbe che considerazione *

L’anziano parroco sorrise sensibilmente toccato

“E’ con mia grande gioia che vi dichiaro marito e moglie. Terence puoi baciare la sposa, su lo so che non vedi l’ora di farlo! Altrimenti finisce che mi svieni da un momento all’altro”

E mentre nella chiesa riecheggiarono le risate degli invitati per quelle parole, Terence Granchester e Candy White Andrew si scambiarono il loro primo bacio di marito e moglie.

 

FINE CAPITOLO DECIMO

 

 

* Dal Cantico Dei Cantici della Bibbia( 8, 6-7)

   
 
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