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Autore: MusicAddicted    07/06/2012    13 recensioni
Thor ha riportato a casa Loki, che ora deve affrontare la legge Asgardiana. Odino sa già bene cosa fare … ma se ci fossero dei risvolti decisamente inaspettati?
Una post-avengers un pò ... folle! Thoki o Lhor, come preferite! ;)
AVVISO: PER I PROSSIMI AGGIORNAMENTI GUARDATE LE NOTE ALLA FINE DELL'ULTIMO CAPITOLO POSTATO O MANDATEMI UN MP PER INFO
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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Buongiorno? Macchè… è sempre notte fonda e sono sempre più insonne e delirante XD
ma.. ma.. ma…. siete troppo meravigliose, io non so che dire *piange lacrime di gioia*
però chiariamo un punto piccino picciò:
io l’ultima volta NON mi sono abbattuta XD, al contrario, dopo l’iniezione di fiducia del prologo ero carica a mille… semplicemente pensavo che fosse un rischio cimentarsi in una storia long dai risvolti comici (anziché una shot demenziale che può stare più sopra le righe (e non le voglio denigrare di certo, io amo le shot demenziali! ^^ ) … mi avete dimostrato che non è così *tira sospirone di sollievo e ringrazia di nuovo tutte*
ah piccola nota: riguardo alla fiaba citata nel capitolo precedente, mi sono dimenticata il Disclaimer , ma è ‘Rapunzel’ ^^ e più che altro ho ipotizzato che Frigga potesse anche essere a conoscenza delle fiabe midgardiane… sai che noia sentire Odino che parla solo di battaglie? XD
buona lettura, perdonatemi il capitolo papiro anche stavolta… mannaggia a me!
ah potesti imbattervi in numerosi deliri, abbondante fluff e sì, anche qualche scena un po’ osè … ma principalmente delirio, io vi ho avvisate XD
 
 
 
Capitolo II : Mutual desire, cake and chats
 
La mano di Loki arriva ad accarezzare la punta della sua virilità che si sta risvegliando, soprattutto perché, con gli occhi ben chiusi, Loki pensa che sia un altro a compiere quelle azioni, che sia un’altra la mano che lo sta esplorando così impudentemente.
Quella di un certo biondo, valoroso, aitante e possente dio del Tuono.

“Mm …” mormora, aumentando l’intensità di quei movimenti, cullato dallo sciacquio dell’acqua che continua a spostare leggermente.

Alterna carezze, quasi esitanti a vere e proprie strette più decise, continuando ad accrescere il proprio piacere.
E tra quelle inebrianti sensazioni, il calore avvolgente dell’acqua e il suo ipnotizzante sciabordio ; per Loki diventa un’impresa  pressoché impossibile non abbandonarsi a quel dolce oblio, tanto da dimenticarsi anche del non poco irrilevante fatto che … lui non sia solo.

“Thoor…” mormora sommesso, allargando il sorriso.

 
Thor continua a tenere lo sguardo incollato alla porta, con un solo pensiero fisso nella sua mente.

- Dall’altra parte c’è Loki nudo. Maestosamente nudo. Oltraggiosamente nudo. Nudamente nudo! – si ripete, non riuscendo nemmeno a formulare pensieri aventi senso compiuto; per poi avvertire un lieve rigonfio nei suoi pantaloni.

- Oh no, sta accadendo di nuovo!- si preoccupa il biondo.

Non è certo la prima volta che gli capita; anzi, sono frequenti le volte che, al sicuro e lontano da sguardi indiscreti, perfino durante la sua permanenza a Midgard, con gli altri Avengers, Thor si è abbandonato a fantasie perverse, audaci e peccaminose che avevano sempre lo stesso protagonista: un certo moro, ammaliante dio degli Inganni dal fascino oscuro.
Solo che non gli è mai capitato di ritrovarsi in quelle imbarazzanti circostanze con soltanto una fragile e sottile porta, o almeno così la vede lui, che lo divide dal responsabile principale delle sue condizioni fisiche e mentali.
Thor si infila una mano nei pantaloni, accertandosi con crescente angoscia che la situazione sta decisamente degenerando.

- Se solo fosse Loki a soddisfare le mie impellenti necessità – pondera Thor, cercando di frenare i bollenti spiriti.

- Così non va affatto bene. Non posso lasciarmi andare agli istinti; Loki potrebbe uscire da un momento all’altro!- rimanda a se stesso, dandosi un contegno e mettendosi davanti il Mjolnir per coprirsi quel rigonfiamento sempre più evidente.

- No,no,no! Thor, devi concentrarti su altro. Pensa che in quella vasca ci sia un Chitauro… uno schifoso, orribile Chitauro nudo, bleah! – si impone Thor, ma per quanti sforzi faccia, nella sua mente le disgustose forme della repellente creatura su cui si focalizza tornano ad essere quelle sinuose e invitanti del bellissimo dio del Caos.

 
“Mm… Thoooor..” mormora nuovamente Loki, stavolta un po’ più ad alta voce, gettando la testa all’indietro, ormai schiavo del godimento.

 
Thor è così intento a pensarlo che gli sembra quasi di poterlo sentire.

“Thoooor!”

No, Thor non se l’è solo sognato. Loki sta chiamando per davvero il suo nome.

Loki è troppo perso nel suo personale regno dell’appagamento euforizzante per rendersi conto che quel nome non lo sta urlando soltanto nella sua mente.

“THHOOOOOOOOORRRR!” grida, ormai giunto all’apice.

“Loki? Che succede? Ti senti male?” domanda a gran voce Thor, dall’altra parte, cercando di riprendersi e riportando così anche il dio più giovane alla realtà dei fatti.
 
- Oh, no! Che ho fatto? Mi ha sentito!- s’allarma Loki, che però stavolta non può ricorrere a nessun sotterfugio magico che lo cavi d’impiccio.

“Loki! Non mi rispondi più? Allora stai male sul serio!” si agita Thor.

“A dire il vero, non sono mai stato meglio!” si lascia sfuggire Loki, non ancora completamente in sé, soprattutto quando comincia ad avvertire il risultato delle precedenti azioni che ha dedicato a se stesso invischiargli leggermente una delle pallide cosce.

“E allora perché gridavi?” lo interroga il biondo.

“Era una prova. Per vedere se eri dotato di almeno una parvenza di riflesso. Pare di sì!” replica con tono di sprezzo il moro, trovando una scusa accettabile.
O almeno così crede.

“Non ti credo. Ora entro!” lo avvisa Thor.

- Cazzo,cazzo,cazzo,cazzo,cazzo!- impreca nella sua mente Loki.

E’ un’altra tipica esclamazione che ha imparato su Midgard e in quel momento la trova liberatoria.

Ma in tema di reazioni liberatorie, è un altro il problema principale che deve risolvere.

- Non può vedermi in questo stato. E se resto in acqua lo vedrà… -

“Per Odino! Thor, ti prego, non aprire quella…”

Troppo tardi.
La spessa porta cade giù in tutta la sua interezza con un assordante boato, grazie a una poderosa spallata di Thor che si precipita nella stanza. Con uno scatto fulmineo dettato dalla disperazione, Loki ha fatto giusto in tempo a prendere le sue vesti usate e rientrare nella vasca, coprendosi con quelle la parte incriminata che finalmente termina il suo rilascio.
Thor corre verso di lui, ma si arresta subito, constatando che in effetti non sembra esserci alcun pericolo; eccetto quello per il suo già labile equilibrio psichico nel vedere Loki quasi completamente nudo, soltanto con quegli indumenti appallottolati a coprire una certa zona di sé.

“Ho portato giù la butta!” esordisce sconclusionatamente il dio del Tuono, incapace di levargli gli occhi di dosso, soprattutto invidiando con tutto se stesso il percorso  delle goccioline d’acqua che dai capelli neri di Loki scendono, percorrendogli il corpo e sparendo in punti che si celano all’ingordo sguardo del biondo.

“Che cosa hai detto?” lo guarda stranito il dio del Caos, ma quello che più nota è come quella tensione non faccia altro che mettergli ancora più in risalto i muscoli baldanzosi che si nascondono sotto ai suoi indumenti.

Tra l’altro, quella sera Thor, libero da qualsiasi costrizione che gli impone il suo alto rango, quand’è a corte, ha scelto di indossare abiti molto più comodi, apparentemente di fattura terrestre, almeno per quanto riguarda il busto, coperto da una camicia grigio perla, leggermente sbottonata.

Loki in fondo è in qualche modo grato a Odino per avergli tolto i suoi poteri magici, perché nell’impulsività del momento, dove gli ormoni stanno ampiamente prevalendo sulla sua fredda razionalità calcolatrice, li avrebbe senza dubbio utilizzati per privare Thor dei suoi indumenti.
Certo, potrebbe anche farlo di persona, saltandogli addosso se non fosse così impegnato a restare nella vasca, a premersi i vestiti inzuppati contro il grembo, per nascondere una certa reazione del suo corpo che alla vista di Thor ha deciso di concedere un altro bis.

“Volevo dire … ho buttato giù la porta!” si corregge Thor, cercando di riguadagnare almeno la facoltà di esprimersi con frasi dotate di senso logico, mentre si accerta che il suo fedele Mjolnir sia ben posizionato al centro delle sue gambe.

“Questo l’ho notato, zoticone primitivo che non sei altro! Ti avevo detto che non c’era nessun pericolo, ma tu fai sempre di testa tua!” sbuffa Loki, schizzandolo abbondantemente d’acqua; ma questo non fa altro che rendere quel tessuto più trasparente.

Quel vedo non vedo sta facendo impazzire Loki.

- Perché non c’è un Hulk incazzoso a sbatacchiarmi a destra e a manca quando serve? – alza gli occhi sconsolato il moro.

“Ma ci sarebbe potuto essere!” insiste Thor.

“Bene, buon per te, allora! Ti sei dimostrato una valida guardia del corpo … o qualunque sia il tuo ruolo in questa intera faccenda!” sbotta Loki.

- Ne avresti uno assicurato fra le mie lenzuola!-  si perde nelle sue immorali fantasie il moro.

“Beh, visto che ormai sono già qui…” commenta Thor sornione, avvicinandosi un altro po’ e inginocchiandosi davanti alla vasca.

Per quanto Loki ami vedere la gente inginocchiarsi davanti a lui e per quante volte abbia sognato di vedere proprio il suo amato/odiato fratello/non fratello; quello è decisamente il momento meno opportuno.
- Che tu sia maledetto, Thor!- pensa Loki, avvertendo un’altra dolorosa e insieme piacevole fitta.

Thor si sta già maledicendo da solo per la geniale idea che ha avuto: quella vicinanza e quella posizione gli rendono le cose scomodamente molto più difficili.
Ancora una volta si premura di tener appoggiato il mirabile martello ben premuto contro il suo grembo.

“Si può sapere che hai intenzione di fare?” domanda esasperato il dio degli Inganni, per poi notare dov’è posizionato il leggendario Mjolnir. “Guarda che così rischi una sonora martellata ai tuoi nobili gioielli di famiglia!” lo sbeffeggia, cercando appiglio nel suo immancabile, cinico, sarcasmo, per non pensare a tutto il resto.

- Sì, devo dire che una martellata lì in questo momento forse mi aiuterebbe! – pondera Thor, prima di ricordarsi l’obiettivo principale delle sue azioni irresponsabili.

- Zitto tu, vogliamo parlare dell’ingloriosa fine che stai facendo fare alle tue vesti che hanno combattuto una così importante, memorabile battaglia?- rimanda a se stesso Loki. – Aspetta un momento. Da quando ho una coscienza e perché mi si sta ritorcendo contro?-  si stupisce, per poi accorgersi della spugna che ha impugnato Thor, che si sta pericolosamente avvicinando a lui.

“Direi che ora posso fartelo per davvero il bagno!” sogghigna il biondo, pronto a insaponarlo.

Loki, addolcisce il suo sguardo, muta la sua espressione adirata in un sorriso ammiccante e si sporge più vicino a Thor, accarezzandogli la mano che stringe la spugna, sottraendogliela delicatamente, e avvolgendogli le dita dell’altra mano intorno alla nuca.

“Thor…” mormora languido al suo orecchio.

“Sì, Loki?” ansima il dio del Tuono.

In una frazione di secondo si ritrova con quella lieve carezza al collo che è diventata un mezzo tentativo di soffocamento e la spugna insaponata conficcata nella sua bocca.
“Mmphh..” tenta di protestare, sputando la spugna e scostandosi da Loki, che nonostante sia un Gigante di Ghiaccio lo sta fissando col fuoco negli occhi.

“il bagno l’ho finito da un pezzo e ora… FUORI DI QUI; DANNATO GUARDONE PERVERTITO!” sbraita, talmente forte che, insonorizzata o no che sia, la sua voce rimbomba in tutta la torre.
E finalmente Loki ottiene ciò che vuole.

Tossicchiando piccole bolle di sapone , Thor corre via dal bagno, attendendolo nella stanza più grande.
Rimasto solo, Loki esce dalla vasca e provvede a vestirsi.
Sa benissimo che quello che è appena successo è solo un altro tentativo del futuro Re di Asgard di umiliarlo.

- Non ci può essere nessun altro tipo d’interesse!- stabilisce categorico.


Non appena varca la soglia, trova Thor ad attenderlo con un asciugamano, che gli lancia prontamente in testa, per poi frizionarlo amorevolmente, ignorando le proteste semi-soffocate del più piccolo.
“La vuoi smettere?” ringhia Loki, trovando un varco fra l’asciugamano e riemergendo con la faccia, mentre l’altro prosegue nella sua attività.

“Giammai, fratellino! Non è prudente rimanere con la testa bagnata troppo a lungo; non sia mai che ti prendi un brutto raffreddore!” spiega il biondo, catturandogli anche le ciocche più ribelle che tentano di sfuggire alle sue premurose attenzioni.

“Oh, hai ragione, se mi ammalo dovrò starmene molto tempo a riposo e non potrò uscire di qui!” replica ironico Loki, alzando gli occhi.

“Non vale!” esclama Thor.

“Uh?”

“Questo tipo di lagne te le concederò quando passerà un po’ di tempo;ma oggi è solo il primo giorno, perciò chiudi il becco e lasciami fare!” rimbrotta il biondo, strappando un sorriso al moro.

All’incirca dieci minuti dopo Thor decide che ha frizionato abbastanza e toglie l’asciugamano, estraendo dal taschino della sua camicia qualcosa che strappa un altro sorriso a Loki.

“Tu giri sempre con un pettine?” gli chiede con una risatina divertita.

“Hey, questi splendori richiedono un sacco di cure!” replica il più grande, oscillando i capelli come se fosse uscito da uno spot di shampoo … cosa di cui probabilmente deve avere avuto un’overdose, durante i suoi soggiorni a Midgard.
Loki lascia che il fratello gli pettini i capelli; se non altro quello non è un gesto che può comprometterlo come l’esperienza nella vasca.

“A proposito, domani, quando ritorno, porterò qualcosa per sistemare la porta … “ lo avvisa Thor, sintonizzato sulla sua stessa frequenza di pensieri probabilmente.

“Magari vedo se riesco a sistemarla da solo.. almeno domattina avrò qualcosa da fare!” fa un sorrisetto Loki.

- Oltre a riportare le mie gloriose vesti a riassumere un aspetto decente!- rimanda a se stesso.

“E comunque, Loki, dovresti mangiare …” cambia argomento Thor, finendo di sbrogliargli i capelli.

“No, non mi va, puoi portare via tutto. E dovresti andartene anche tu!”  ribatte freddo Loki.

“Te la darò vinta a metà.” lo avvisa Thor. “Me ne vado, ma ti lascio il vassoio e la brocca e so già che domani troverò solo le briciole!” aggiunge fiducioso il dio del Tuono, prendendo tutte le sue cose e andandosene.

Loki osserva quella porta chiudersi e ricondurlo automaticamente al suo regno di solitudine.
Si adagia sul letto, godendosi la piacevole sensazione di pulito e imponendosi il riposo, spegnendo quindi la luce. Ci prova a dormire, ma c’è qualcosa che glielo impedisce: i brontolii del suo stomaco.                           
Sa che gli basterebbe solo allungare una mano in direzione del tavolino, ma sa anche di avere un orgoglio tenace che non vuole tradire.
Il tempo passa, la fame si fa insostenibile e Loki si maledice per non aver voluto mangiare nulla nemmeno il giorno della battaglia decisiva; questo per non distrarre la sua mente con cose futili come il cibo.

- Bella pensata davvero, dio del Digiuno!- si rimprovera Loki, ormai restio a chiudere occhio.

- Tutto quello che ci ho guadagnato è stato un drink offertomi dal milionario pomposo! Ed era pure annacquato! Almeno loro dopo sono andati a mangiarsi quella roba strana e non me ne hanno portato nemmeno un pezzetto!-  rimugina Loki, ma pensare al cibo non lo aiuta di certo.

Deve scendere a compromessi col suo orgoglio.

Accende la luce e si mette a sedere sul letto, dopodiché agguanta un panino.
Ne sente la consistenza, lo osserva, lo odora. E’ piacevole ad ogni senso a cui lo sottopone.
Addenta quel panino, fresco, fragrante e saporito e gli sembra la cosa più buona del mondo.

“Stupido, dannato Thor!” borbotta mentre divora il resto e riserva lo stesso trattamento anche al secondo panino, intervallandolo con qualche sorsata di acqua pura e fresca.
Non sarà un lauto pasto, ma è quel che gli basta per poi riuscire a prendere sonno, senza più intoppi.
 
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Il mattino dopo, Thor percorre i lunghi corridoi che conducono alle stanze reali.

“Volevi vedermi, madre?” domanda, entrando nella camera della regina, che siede composta su una poltrona.

“Sì, caro, qui possiamo parlare liberamente. Tuo padre è in riunione con alcuni consiglieri e credo ne avrà per un po’.” lo avvisa la donna, invitandolo ad avvicinarsi.

“Preferisci che padre non sia al corrente del nostro incontro?”

“Sì perché, attenendomi alle sue regole io non dovrei nemmeno toccare questo argomento!” rivela la regina, con tono esasperato.

“Si tratta di Loki, vero?” intuisce Thor.

Frigga annuisce.

“Ti prego, caro, riferiscimi com’è andata.” lo esorta la donna e Thor obbedisce, certo, omettendo qualche dettaglio che non rientrerebbe meramente nella categoria ‘rapporto fraterno’.


“Odino sapeva che con te Loki sarebbe stato in buone mani!” sorride la regina, a fine resoconto.

“E dimmi, ha mangiato?” si accerta, come solo una madre sa fare.

“Ho provato a farlo mangiare, ma non ha voluto. Però gli ho lasciato i panini e l’acqua.” la informa Thor.

Frigga si alza dalla poltrona, in un gesto di stizza.

“Panini? E non c’era altro?” si inalbera.

“No, queste sono le disposizioni che sono state date.” argomenta Thor.

“E da chi?” lo interroga alterata la donna.

“Lo sai meglio di me.” replica il figlio.

“Oh, certo. Il mio caro marito!” alza gli occhi lei. “Può, impedirmi di vedere mio figlio; lo capisco, se è per il suo bene; ma non può costringermi a tenerlo a stecchetto, questo mai!” borbotta lei, furibonda con chi non è nemmeno presente in quella stanza.

“Thor, tu sei d’accordo con me, vero?” gli domanda, con tono più pacato.

“In effetti preferirei non vedere Loki così deperito…” mugola Thor.

“Oggi, quando prima di recarti alla torre, passerai dalle cucine, troverai qualcosa di molto più adatto.” lo informa la madre.

“E cosa?”

“Il suo dolce preferito. Bisogna rimetterlo in forze!” ammicca la donna.

“Ma padre sorveglia le cucine, come pensi d fare?” puntualizza Thor.

La regina fa un sorrisetto che non promette nulla di buono.

“Oh, ma in questo mi aiuterai tu!”

“E come? Io non so da dove si comincia a cucinare qualcosa!” si allarma il figlio.

“Oh, ti prego, caro, non essere sciocco. Alle cucine penserò io, tu però dovrai distrarre tuo padre. E’ facile, devi solo indurlo a farti un discorso sulle tue responsabilità quando sarai re e tutto ciò che comporta; sono certa che questo mi darà il tempo necessario per stare nelle cucine.” gli spiega Frigga.

“Geniale!” approva Thor.

“ Grazie, tesoro. Sai, tuo padre asserisce che una regina non dovrebbe abbassarsi a tali faccende, per via del rango … ma io non ho mai condiviso tale pensiero. Ad ogni modo, se proprio non posso stare personalmente ai fornelli, dirigerò ogni fase della lavorazione!” afferma convinta lei. “Allora, farai come ti ho detto?” si raccomanda.

“Contaci!” garantisce il futuro re.

- Per Loki farei qualsiasi cosa!-
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“Thor! E’ già la terza volta che ti colpisco alle spalle, di solito sei molto più reattivo, mio buon amico!” commenta Fandral , ritirando la spada, pronto a un nuovo affondo.

“Lo so, diciamo che sono reduce da una lunga, lunghissima discussione con mio padre, che mi ha un po’ provato!”  confessa Thor, mettendosi in posa di attacco.

“Non è una reale scusa per non rimanere concentrato!” ribatte Hogun, lanciandosi in un attacco aereo, prima di venir facilmente atterrato dal dio del Tuono.

“E infatti rimango concentrato!” sogghigna il biondo verso il suo amico, per poi volgere altrove uno sguardo fugace, in lontananza, che però non sfugge a due occhi attenti.

“Tuttavia, il tempo per fissare quella torre lo trovi sempre!” osserva un po’ inacidita Sif.

“Cos’è, Thor? Hai paura che possa scappare?” ridacchia Volstagg.

“Io ancora non capisco tutta questa clemenza del padre degli dei verso un tale, barbaro, atroce criminale!” osserva Fandral, profondamente contrariato.

“Sarebbe dovuto marcire nelle carceri degli abissi!” gli dà man forte Volstagg.

“Tacete!” impone loro Thor. “Vi ricordo che è di mio fratello che state parlando!”

“No, lui non è…”

“Sif, non ti conviene finirla quella frase!” la mette in guardia il suo futuro re.

La guerriera affronta impavida il suo sguardo, leggendoci qualcosa, ma preferendo tacere e chinare il capo  in segno di sottomissione, battendosi un pugno sul petto.
“Perdonami, Thor.” dice sommessa.

“E’ quasi il tramonto, farei bene ad andare. Voi potete pure continuare l’allenamento senza di me. A domani, amici!” li saluta il biondo principe, incamminandosi.

Sif lo osserva andare via.

- Ti capisco, mio futuro re; so benissimo come ci si sente a struggersi tanto per qualcuno che non ricambia lo stesso sentimento!- pondera, un po’ avvilita.
 
*************************** (Contemporaneamente)
 
Manca poco al tramonto, Loki riesce a percepirlo, grato che anche quel giorno di odioso isolamento stia per concludersi.
A un tratto, il vento soffia nella sua direzione una piuma multicolore, appartenente probabilmente a qualche volatile tipico del regno, che attraversa le sbarre e plana sul pavimento, a pochi centimetri dal dio.
Loki la raccoglie e la posiziona al centro del tavolo, sedendosi sul letto e tenendo lo sguardo fisso su di essa.

- E’ tempo di scoprire se davvero ho perso tutti i miei poteri.- riflette, accumulando tutta l’energia mentale possibile.

Quello è un oggetto che ben si presta per poter provare il più banale degli incantesimi di levitazione.
Loki la fissa, impartendogli silenziosamente l’ordine di sollevarsi, ma non succede nulla.
Ci riprova, stavolta con ancor maggiore concentrazione, serrando i pugni e strizzando gli occhi.
Un altro buco nell’acqua.
Prova a tendere una mano verso di essa e la muove in alto, come se lui fosse un direttore d’orchestra e la piuma i musicisti che lo seguono.
E finalmente la vede librarsi in aria, sorridendo compiaciuto.

“Fratellino, non per disilluderti, ma è piuttosto facile muovere quella piuma se ci soffi sopra!” esclama Thor, alle sue spalle, enfatizzando il tutto ripetendo quello sbuffo, prima di sedersi accanto a lui.

Loki era così intento nei suoi esercizi che non si è nemmeno accorto della presenza del biondo alle sue spalle.

 “Da quanto sei qui?” borbotta adirato il dio degli Inganni.

“Da almeno dieci minuti buoni che osservavi quella povera piuma!” ridacchia il dio del Tuono.

“E come sei entrato?”

“La porta era rimasta aperta.” si giustifica Thor. “E vedo che sei riuscito ad aggiustare quella del bagno!”

“Non ci voleva un gran lavoro, l’hai solo scardinata … stai perdendo la tua potenza, *fratello*!” lo schernisce Loki.

“Si può sapere che tentavi di fare adesso?” lo interroga Thor.

“Ti faccio presente che io non ci sono nato con i miei poteri magici, li ho sviluppati poco, a poco, con tanto esercizio. * Tuo * padre potrà anche avermeli levati, ma io posso ripartire da zero e il tempo è mio alleato!” sogghigna fiero Loki, alzandosi dal letto.

“Non se la stanza è a prova di magia, anche la più innocente!” lo informa Thor “*Nostro* padre non è certo uno sprovveduto!”

“Esistono sempre dei contro incantesimi e io ne troverò uno!” spergiura il moro.

“Tu non demordi mai, eh?” scuote la testa divertito il biondo.

“Ti sembro forse il dio dell’Arrendevolezza?” replica l’altro altezzoso.

“Dai, non ci pensare, scommetti che ho qualcosa che ti tirerà su di morale?” gli sorride Thor, togliendo con orgoglio il telo che cela ciò che gli ha portato per cena.

Il volto di Loki si accende di entusiasmo a quella vista.

“La torta Yggdrasil!” esclama il più piccolo, felice come un bimbo, osservando quel dolce accurato, composto da una torta a forma di albero, corredata di nove tortine più piccole, ciascuna di grandezza e farcitura differenti, che simboleggiano i nove regni.

“Secondo qualcuno di nostra conoscenza ti devi rimettere in forze … e io sono d’accordo!” ammicca il più grande, porgendogli il dolce.

“E’ stata madre, vero?” deduce Loki e Thor annuisce.

“Sai, l’ultima volta che ha ordinato che venisse fatta questa torta … è stata quando sono diventato re!” confessa il moro con un sorriso.

“Ma bene, io ero su Midgard a faticare per provare il mio valore e tu qui ad abbuffarti alle mie spalle!” gli rinfaccia Thor, fintamente offeso.

“Esattamente!” ridacchia Loki, staccando un pezzo di albero e facendone un sol boccone.

“E’ deliziosa!” bofonchia felice.

“Per Odino! Così mi ricordi Volstagg!” scoppia a ridere Thor.

“Ritira subito quello che hai detto!” sbotta Loki, ferito nel suo amor proprio. “Cerca di capire, non mangio decentemente da giorni!” si giustifica, prendendone un altro pezzo, stavolta Midgard, una delle sue farciture preferite.

“Vuoi un po’?” gli offre, colto  da un’insolita gentilezza.

“No, è tuo!” replica Thor.

“Puoi mangiarti Muspellheim, Alfheim, Nifheim e soprattutto Jotunheim, quella farcitura m’è sempre rimasta sullo stomaco!” confessa, facendolo sorridere e di conseguenza accettare quell’offerta.
 
“E comunque, anch’ io dovrei essere re!” rimbrotta Loki, mentre mangiano. “ Okay, passi per Asgard, dato che il posto è già prenotato”  e dicendolo rivolge a Thor l’ ennesima occhiataccia glaciale “Ma almeno su Midgard potevi farmi regnare!”

“Non era quello il modo … e poi ti sarebbe rimasto ben poco su cui regnare, fratellino! Nel caso non l’avessi notato, la stavi annientando!” ribatte Thor.

 “Quello è un dettaglio irrilevante!” fa spallucce Loki.

“Ti resta sempre Jotunheim, ti spetterebbe pure di diritto. Lì’ non interferirei, basta che poi non mi dichiari guerra!” riprende il discorso il biondo.

 “Semmai la dichiareresti tu a me; sei sempre la solita testa calda!” replica il moro e i due si ritrovano a ridere insieme.

Sembrano passati millenni , e forse lo sono, da quando loro due scherzavano in quel modo.

 “E comunque no, non lo voglio quell’inutile regno surgelato da cui provengo! Devo ricordarti come ho cercato di distruggerlo?” borbotta Loki.

 “Lascia stare, stanno ancora cercando di riparare il Bifrost!” alza gli occhi Thor.

 “Quello è soltanto colpa tua, che ti sei intromesso!” gli rinfaccia il più piccolo.

 “Scusami tanto, se subito dopo il mio ritorno dall’esilio mi trovo a che fare con un pazzo squilibrato che vuole depennare un regno intero dalla lista! Senza contare che con quel giocattolino del Distruttore hai tentato di ammazzarmi!” dà la sua versione dei fatti il più grande.

“Uff, quante storie! Sei morto? Non mi sembra proprio!” fa spallucce il moro. “Ma ammetto che è stato divertente giocarci!” sogghigna.

“Già come scommetto che sia stato divertente farmi precipitare nel vuoto in quella capsula!” gli rammenta offeso il biondo.

“Oh, ti prego! Come se non sapessi che ti saresti liberato! Cercavo solo di tenerti un po’ in allenamento!” ribatte Loki con un’espressione innocente che però non inganna nessuno.

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Tra chiacchierate, battibecchi e il rievocare di vecchi aneddoti, quella serata sembra volare per entrambi e giunge quindi il momento per Thor di andarsene.
Rimasto solo, Loki si guarda attorno , in cerca di qualcosa che faccia al caso suo e sembra proprio trovarlo.
Sogghigna malefico, sapendo già come sfruttare l’oggetto del suo interesse.

- Molto bene, caro il mio impiccione, te la farò passare io la voglia di entrare di soppiatto-
 
TBC

sì, lo so… è imprigionato in una stanza dove c’è poco o niente … ma lui è Loki, non dimenticatevelo mai :P
quanto alla torta Yggdrasil, non sapendo che razza di cibarie ci possano essere su Asgard (me è di un’ignoranza cosmica XD) me la sono inventata di sana pianta… e mi sono fatta venire l’acquolina da sola. Tra l'altro ha l'aria di essere una bomba calorica, lol, a Loki male non fa ^^
 
cmq ho preso spunto da qui: http://fc05.deviantart.net/fs22/i/2007/346/3/d/Yggdrasil_by_KuragariOkami.jpg
 
spero che questo delirio continui a divertirvi/piacervi ecc… ma come sempre, libere(i) di dirmi ciò che più vi aggrada. Non siate timide, pretty please, anche una parola è sufficiente ^^
 
bye bye e buona notte a tutte!
   
 
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