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Autore: MusicAddicted    29/05/2012    15 recensioni
Thor ha riportato a casa Loki, che ora deve affrontare la legge Asgardiana. Odino sa già bene cosa fare … ma se ci fossero dei risvolti decisamente inaspettati?
Una post-avengers un pò ... folle! Thoki o Lhor, come preferite! ;)
AVVISO: PER I PROSSIMI AGGIORNAMENTI GUARDATE LE NOTE ALLA FINE DELL'ULTIMO CAPITOLO POSTATO O MANDATEMI UN MP PER INFO
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg
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Buonanotte fonda e inoltrata!!
Non so per quale strano motivo, questa storia venga sempre aggiornata ad orari improbabili.. e a livelli d’insonnia devastanti.
Ma almeno sono stata di parola! ^^
Io non immaginavo nemmeno minimamente che questa storiella riscontrasse un tale interesse. Grazie di cuore per tutti i vostri meravigliosi commenti e grazie anche a chi segue e basta (oh miei dei, ma quante siete? O.O)
Se da una parte mi fa un enorme piacere, dall’altra mi terrorizza, perché mi sento sottopressione e ora rischio di deludere un trilione di aspettative. :/
Ci terrei a precisare che questa nasce come una FF leggerina e come tale va presa, ok? Più che altro cerco di sfruttare appieno la componente comica che è presente in ‘The Avengers’…  e spero vi diverta in alcuni punti,  se poi i personaggi non dovessero più risultarvi credibili, me ne scuso immensamente e dal prossimo capitolo apporrò un bell’OOC
Detto questo vi lascio alla lettura (è un capitolo piuttosto lunghetto, non odiatemi XD ma non potevo proprio scinderlo) e mi preparo a un’ondata di bandierine arancioni… o azzurrine se son più fortunata!
 
 
 
 
Capitolo I: The tower


A pochi metri dall’uscita dal palazzo reale, Thor si volta verso le guardie che lo stanno scortando.

“Basta così, potete tornare da mio padre!” sentenzia il dio del Tuono.

“Ne è sicuro?” si accerta uno degli uomini della scorta.

“Certo,  lo porterò fino alla torre per conto mio. So badare a lui!” assicura Thor.

“Badare a me? Ma come ti permetti? Non sono un maledetto poppante e tu non sei la mia dannata balia!” sbotta Loki, sentendosi insultato.

In risposta, riceve dal biondo solo una vigorosa strattonata alle catene, che lo rendono più mansueto.

“Ma, principe…” si oppone un altro degli uomini.

“L’hai sentito, no? Lui non vi vuole fra i piedi, inutili scagnozzi!” sibila Loki, guardandolo con aria di superiorità, nonostante la condizione in cui verte. “Non vorrete certo contraddire il volere del futuro re di Asgard? Io non credo che sia una mossa saggia!” prosegue, assaporando quella piccola vittoria quando li vede allontanarsi.

“Ce la stavo facendo anche da solo!” protesta Thor.

“Permettimi di dissentire, la dialettica non è mai stata il tuo forte!” commenta Loki, con una risatina divertita.

“Certo, avrei apprezzato di più se avessi fatto quel discorso del futuro re con un po’ meno sprezzo.”  borbotta Thor, un po’ risentito.

“Sei o non sei il futuro re di Asgard?” lo interrompe Loki, secco.

“Sì, ma…”

“Fine del discorso!” sentenzia l’altro, piccato, mentre i due raggiungono finalmente l’uscita.


 
Appena fuori, Loki inspira l’aria a pieni polmoni, perché ora gli sembra che anche quella abbia un sapore diverso.

I suoi respiri prima di varcare la soglia della reggia erano di un condannato nella più totale rassegnazione, ora sono sempre quelli di un condannato, ma con una speranza.

Solo che Loki non è ancora riuscito a decifrare bene quale sia questa speranza: riuscire a scappare? Far terminare quella prigionia il prima possibile? Cercare un modo alternativo di riacquisire i suoi immensi poteri?
La sua espressione poco convinta lo fa desistere dal credere che siano quelle le risposte che cerca.

 
A Thor poco importa dell’aria che respira, ciò che più gli sta a cuore è uscire dalla reggia così come c’è entrato: con suo fratello appresso, ancora lì con lui, a stuzzicarlo, tediarlo, insultarlo, schernirlo, vessarlo; insomma, a rendergli la sua immortale esistenza più interessante.

Peccato che il suo suddetto fratello non stia facendo nulla di tutto questo al momento.


“Beh, che ti prende, non parli più? Guarda che ci aspetta una passeggiata non indifferente, non vorrai startene zitto lungo tutto il tragitto, spero!” lo scuote dai suoi pensieri il dio del Tuono.

Loki si volta verso di lui, rivolgendogli uno sguardo di sufficienza, dopodiché si rigira, con un piccolo ghigno che compare sul suo volto.

A quanto pare ha appena trovato un altro modo per infastidire il suo interlocutore e la cosa non gli richiede alcuno sforzo, perché non deve fare assolutamente nulla.

Proseguono per qualche isolato, prima che Thor si arresti bruscamente, strattonando così anche Loki, che stava procedendo di buon passo.

“Non siamo nemmeno a metà strada ancora! Questo silenzio mi sta uccidendo!” si lamenta il biondo.

Loki mostra un sorriso compiaciuto.

“E ora quel sorriso che significa? Oh, sì … certo, perché ho detto che qualcosa mi sta uccidendo. Sempre carino tu!” sbuffa l’altro, irritato, allargando così il sorriso del moro, che annuisce vigorosamente.

“Ma come? Prima hai insistito tanto perché ti levassi il bavaglio magico... e ora non mi parli più?” torna alla carica il più grande.

 “E’ un mio diritto inderogabile scegliere di non rivolgerti più la parola per tutto il giorno!” puntualizza Loki.

“Ah-ah, per dirlo mi hai parlato!” lo coglie alla sprovvista Thor, col sorriso di chi sa.

Loki sbuffa indispettito, mentre Thor trova il rovescio della medaglia in quella situazione e il suo volto s’illumina di una luce quasi inquietante.

“E va bene, fratellino, condannami pure al tuo silenzio, ciò non vuol dire che non mi puoi ascoltare tu.” deduce. “E sai quanto io possa essere chiacchierone!” aggiunge in tono minaccioso.
Loki lo guarda agitato.


Lo sa, eccome, quanto possa esserlo.

“Vediamo, da cosa posso cominciare?” sogghigna Thor, privo di qualsiasi pietà. “ Ti racconto di nuovo di come ho avuto il mio Mjolnir? O di quando ho sconfitto quell’esercito di elfi? O quella volta che i Pentapalmi…”

“No, i Pentapalmi, no! Mi arrendo!” lo interrompe Loki, raggiungendo il limite di sopportazione.

“Vuoi che parliamo? Bene, parliamo. Tu non sapevi niente della torre che ha fatto erigere Odino?” lo interroga il dio degli Inganni.

“Sì, me ne aveva anche parlato, prima che partissi con l’intento di riportarti a casa.” confessa il dio del Tuono.

“E non t’è sorto nessun dubbio?” continua il suo terzo grado l’altro.

“Beh, no… non ho collegato le due cose … pensavo fosse una costruzione per abbellire Asgard e  incrementare il turismo.” si giustifica Thor.

“Il turismo? Qui? Con il Bifrost fuori uso?” gli fa notare Loki, alquanto alterato.

“In effetti hai ragione … dovevo arrivarci che avrebbe avuto un altro utilizzo!” riflette ad alta voce Thor, mentre continuano a incamminarsi.

“Oltre alla dialettica, nemmeno la perspicacia è il tuo forte!” borbotta fra i denti il moro.

“Oh andiamo, nemmeno tu ti aspettavi una tale sentenza, Mr. Finirò-alle-prigioni-eterne … e non credo che vedere quella torre ti avrebbe dato qualche indizio!” ribatte Thor.

“Touchè.” riconosce Loki. “Però, non lo trovi buffo?” aggiunge istantaneamente, forse per esigenza di cambiare argomento .

“Cosa?” lo interroga con lo sguardo Thor.

“Mi sono applicato per tanti anni, cercando di riuscire brillantemente negli studi, di compiere le magie più complesse, di mostrarmi sempre all’altezza di ogni situazione; però, a quanto pare, dovevo solo cercare di distruggere due regni per ottenere un abbraccio da nostro padre!”  commenta Loki, e per quanto cerchi di mascherarlo con il suo immancabile sarcasmo, è evidente che ci sia anche una percentuale di profonda amarezza in quell’affermazione.

Un istante dopo, si sente stritolare dalle braccia di Thor che lo abbraccia da dietro.

“No, Loki, non parlare così!” mormora il biondo.

Di nuovo quella sensazione inaspettata che fa sussultare Loki, facendolo mettere prontamente sulla difensiva.

“Levati di dosso e non ci provare mai più!” quasi ringhia Loki, dimenandosi come un’anguilla.

Thor obbedisce, lasciandolo andare... a malincuore, se deve essere sincero con se stesso.

“Scusami, è solo che mi sembrava avessi bisogno di un po’ di conforto.” si giustifica il più grande, guardando un punto indefinito nel cielo.

“Non era nei miei piani darti quell’impressione!” ribatte scorbutico il più giovane.

“Ad ogni modo, l’hai ridetto!” puntualizza Thor.

“Cosa?” sbuffa l’altro.

“Padre!” mostra un sorrisone vittorioso Thor.

“E va bene, può darsi che quella stupida parola, svuotata di qualsiasi connotato emotivo, mi sia sfuggita, ma è tutto il giorno che ho questi insensati momenti di debolezza … credo sia dovuto al jet-lag!” borbotta Loki.

“Jet-lag?” lo guarda perplesso Thor. “Cos’è? Un incantesimo che volevi praticare?”

“No, ignorantone di primo livello! E’ un disturbo che hanno i patetici mortali quando fanno grandi viaggi che li portano a cambiare orari e abitudini, cosa che li confonde e li intorpidisce un poco. E se quegli esseri inutili fanno tante storie per un viaggetto da niente, permetti che dopo aver attraversato * due regni * io ne possa risentire un po’?” si giustifica il moro.

“Io ho viaggiato con te, eppure sono fresco come una rosa!” ribatte il biondo, con fierezza.

“Probabilmente voi Asgardiani non ne soffrite!” taglia corto Loki, per poi rivolgergli un sorriso provocatorio.  “Hai un futuro come hostess!”

 “Non so cosa sia l’hostess ma sono certo che tu non mi abbia detto nulla di gradevole!” borbotta Thor, risentito, mentre lo strattona per le strade.

Stavolta è Loki che si arresta di colpo e gli rivolge il suo migliore finto sguardo ferito.

“Come puoi pensarle queste cose di me?” si professa nella sua interpretazione più melodrammatica.

“Sta’ zitto!” inveisce Thor.

Loki sfodera un ghigno vittorioso.

 Sono queste le parole che voleva sentire.

“Sei tu che volevi che io parlassi!” gli dà scacco matto il dio del Caos, con una risatina divertita.

“Me ne pento!” alza gli occhi Thor.



Tra battibecchi di svariata natura il cammino procede con un ritmo sostenuto e finalmente i due giungono alla torre, un maestoso edificio in pietra che si staglia in tutta la sua imponenza nel punto più alto di tutta Asgard.

“Benvenuto nella tua nuova dimora!” sentenzia Thor, tirando il portone e spingendo l’altro al suo interno, dove gli attende una ripida e tortuosa scalinata non indifferente.

“Ecco, questo è uno di quei momenti in cui vorrei tanto i miei poteri, per materializzarmi già in cima!” commenta sconsolato Loki, alzando la testa e facendo un tanto rapido quanto allarmante  calcolo della distanza che li separa.

“Muoviti, pelandrone, un po’ di esercizio fisico non ha mai ucciso nessuno!” lo canzona il futuro re, strattonandolo verso i primi gradini.

“Vuoi dire che tu ti farai questa sfacchinata ogni volta che mi vieni a trovare?” domanda il moro, avanzando progressivamente e cominciando ad avere il respiro affannato.

“Vuoi scherzare? Dalla prossima volta ci verrò volando col mio martello!” ridacchia Thor.

“Ti odio!” mugugna Loki, ma tutto ciò che riceve in risposta è una risata ancora più divertita.
 
Arrivano in cima e mentre riprendono fiato, Loki si guarda intorno.

C’è un letto con un guanciale, un tavolino dov’è posta una lampada, una porta chiusa, dove deduce si trovi  il bagno e un’altra porta, socchiusa, che gli fa intravvedere qualcosa che lo aggrada.

“E’ quello che gli umani definirebbero un hotel piuttosto scadente. E io lo so, sono stato in più di un hotel durante la mia permanenza a Midgard, posti tutto sommato piacevoli, anche se non ho mai capito che cosa volessero quando mi chiedevano una mancia, nel dubbio davo loro una scossa col mio scettro e ti assicuro che dopo non mi scocciavano più!” sogghigna Loki al ricordo.


“Loki, la magia non è sempre la risposta!” lo redarguisce pazientemente il biondo, avvicinandosi a lui, ma il moro si scosta subito, piuttosto bruscamente.

“Forse non è sempre la risposta, ma è senza dubbio la soluzione più comoda!” ridacchia il dio più giovane. “Ad ogni modo, quei posti erano di gran lunga più sfarzosi di questo!” borbotta , andando verso la porta socchiusa, che lo conduce a una balaustra dalla quale si può scorgere tutta Asgard.

“Se non altro c’è una bella vista!” commenta con un sorrisetto.

“Loki, non mi risulta che tu sia qui in vacanza! C’è il minimo indispensabile, quindi fattelo bastare!” ribatte secco Thor. “E ora vieni qui!” lo chiama a sé.

Loki obbedisce e nel giro di qualche secondo vede tutte le catene accasciarsi a terra, con un tonfo assordante, compiendo soddisfatto tutti i movimenti che desidera.

“Queste ormai non ti servono più!” gli sorride Thor, mentre l’altro si massaggia i polsi e le caviglie indolenziti.

“Bene, il mio compito qui è terminato.” annuncia il dio del Tuono, raccogliendo le catene.

Loki vorrebbe protestare con un labile ‘di già?’ ma riesce a controllarsi.

“ Questa è stata una piccola ma necessaria eccezione alla regola. D’ora in poi verrò a trovarti solo dopo il tramonto!” spiega Thor, avviandosi alla porta che conduce alle scale, prima di voltarsi un’ultima volta verso il moro. “Prendi confidenza con questo posto , fratello. Ci passerai molto , moltissimo tempo! Ah non serve che ti dica che non ci devi nemmeno provare a fuggire, una barriera magica ti impedisce di accedere alle scale!” lo avvisa e  sfodera un sorriso furbetto, andandosene.

Non sa determinare se è per l’appellativo col quale gli si è rivolto o quello che gli ha detto, ma Thor può sentire le grida di frustrazione di Loki anche mentre lascia l’edificio.
La cosa non fa che divertire il dio dei Fulmini.
 


 
Una volta rimasto solo, Loki gironzola attorno a quella stanza, dal perimetro piuttosto modesto.

Mai, nemmeno nelle sue più rosee aspettative, si sarebbe aspettato di venir risparmiato a quel modo,non  dopo quei gravi crimini di cui sa benissimo di essersi macchiato.

- Evidentemente Odino sta un po’ perdendo i colpi! – considera, mentre torna alla balaustra; notando come l’intero regno, dapprima deserto, ora si stia a poco a poco ripopolando, sicuramente su ordine di Thor.

Perché mai riservargli una tale premura?

- Perché a furia di passare così tanto tempo coi suoi amichetti mortali s’è rammollito, ecco perché!- pensa innervosito, stringendosi le nocche.

Non se lo sa spiegare il perché, ma l’idea del biondo dio in compagnia di quegli stupidi umani con la presunzione di fare i pseudo - supereroi, magari ridendo di lui insieme a loro, gli manda il sangue in ebollizione il che è tutto dire per un Gigante di Ghiaccio!

- Dovrebbe essere il contrario, lui dovrebbe ridere di loro con me. Decanta che noi siamo fratelli ogni maledetto minuto di ogni maledetta ora di ogni maledetto giorno, bene, che faccia davvero qualcosa da fratello, allora!-

E poi, inconsapevolmente, Loki si ritrova a pensare a quella sensazione di essere stato fra le sue braccia, in ben due occasioni nel corso di quella stessa mattinata.

- Stupido sentimentale!- pensa irritato, o meglio, vorrebbe essere irritato, ma la verità è che nemmeno il dio delle Bugie può mentire a se stesso.

Loki cerca di concentrasi su qualcos’altro da fare, ma il problema è che non ha nulla da fare.

Le uniche opzioni disponibili sono disfare e rifare il letto fino allo sfinimento o continuare ad accendere e spegnare quella lampada, fino a fulminarla.

Il dio degli Inganni si domanda perché in quella stanza sia presente una cosa così primitiva come una lampada terrestre elettrica a pile.

Evidentemente, dotarlo di qualcosa di più sofisticato, magari addirittura magico, sarebbe stato controproducente e rischioso.

- Allora in fondo il vecchio sa ancora il fatto suo!- pondera il giovane, con un sorriso divertito, nonostante tutto.

Se non altro, gli è in qualche modo riconoscente del fatto che non ci sia nessuno di quei rudimentali aggeggi che i Midgardiani chiamano orologi, altrimenti si sarebbe ritrovato a fissarne il centellinato scorrere delle lancette, per tutto il giorno, che gli sarebbe parso ancora più interminabile.

Loki non riesce proprio a capire questa strana ossessione che hanno gli umani di controllare il tempo.

Sarà che lui è un dio immortale, il tempo è l’ultimo dei suoi problemi.

Con uno sbuffo, emesso forse per colmare quel silenzio opprimente, Loki si siede sul letto, reggendosi il mento fra le mani.

Osserva la balaustra e considera  l’altezza vertiginosa  che lo separa dalla libertà.

Questo gli fa tornare in mente una delle fiabe Midgardiane che Frigga era solita raccontare loro da bambini.

Parlava di una bella fanciulla, tenuta rinchiusa in una torre da una perfida strega, che un giorno aveva conosciuto un principe e lui l’aveva raggiunta, arrampicandosi sulla sua lunghissima treccia di capelli.

Thor, a quel tempo, interrompeva la madre, elencando sovreccitato i mille e più modi in cui lui avrebbe ucciso la perfida strega; ma Loki si concentrava sulle sensazioni della principessa, immaginando quanto dovesse essere insopportabile quella prigionia.

Chi l’avrebbe detto che un giorno avrebbe seguito un destino analogo?

Mentre rivanga quei ricordi, tanto sereni e amabili, quanto lontani e fuggitivi , si passa una mano fra i capelli corvini, arrotolandosi una ciocca fra le dita.

- Peccato che i miei sono troppo corti e poi nessuno verrebbe a salvarmi-  valuta, scoppiando a ridere l’istante seguente, per quel pensiero così scioccamente infantile.


Ma quell’atmosfera d’ilarità ha breve durata, perché presto la sua mente è invasa da ben meno allietanti pensieri.

Quella solitudine è deleteria.

Finché stava su Midgard, aveva solo il suo piano di conquista in testa, c’era sempre qualcosa da fare, qualche escamotage da trovare , qualche individuo da circuire, qualche obiettivo da distruggere.
Ora invece i ricordi di ciò che ha compiuto lo assalgono, nitidi e spietati, facendogli insorgere dubbi che non pensava minimamente di avere.

Per la prima volta, mentre si circonda la testa fra le mani, preda dell’angoscia , Loki si rende conto di quanto sia efficace la punizione che Odino gli ha inferto.

La cosa peggiore è non è nemmeno sottoposto a torture, come si aspettava, e quindi non può affidarsi al dolore fisico che gli annebbi la mente, che invece è sempre più  libera di ricordare, riflettere, dedurre, capire.

 Pensa a quanti bambini ha lasciato probabilmente orfani.

- Se avevano un padre come il mio, sai quello vero, sia quello adottivo, ho fatto loro soltanto un favore!- pensa, aggrappandosi a questa convinzione.



Loki sorride. Ha trovato un modo per impiegare il tempo: resistere a quell’ignobile senso di colpa che vuole avere la meglio su di lui, perché lui è il dio del Caos, lui non può cedere, mai.


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Loki si risveglia, senza nemmeno accorgersi di essersi addormentato, non appena sente qualcuno bussare alla porta.

Evidentemente, la resistenza gli deve essere costata molti sforzi e quello è il risultato.

Stropicciandosi la faccia, il dio degli Inganni si alza pigramente dal letto, accendendo la lampada, dato che ormai è buio, e andando ad aprire.

Non ha dubbi su chi possa essere.

“Hey, fratellino!” lo saluta festoso Thor, varcando la soglia senza troppi convenevoli, appoggiando sul letto quello che regge fra le mani.

Loki fissa l’uscio e lentamente, porta la punta del dito indice verso la soglia, avvertendo subito una spiacevolissima scossa elettrica, cosa che gli fa subito ritrarre il dito.

“Io te l’avevo detto.” ridacchia Thor.

“Volevo accertarmene di persona!” sbuffa Loki, risistemandosi e andando verso di lui.

“Ti ho portato la cena!” dice il biondo, porgendogli il contenuto avvolto in un tovagliolo e appoggiando la brocca d’acqua sul tavolo, vicino alla lampada.

“Pane e acqua? Cos’è, avete paura che mi rimetta troppo in forze?” borbotta il moro, scoprendo il contenuto all’interno del tovagliolo.

“Lo sai che non dipende da me …  ma almeno non deperisci!” ribatte Thor.

“E comunque non ho fame, puoi anche portare via tutto, puoi anche andartene via tu!” sbotta Loki, sprezzante.

“Non ci penso nemmeno!  Ora tu ed io ci facciamo una bella chiacchierata!” annuncia Thor, sedendosi sul letto ed invitandolo a fare altrettanto.

Seppur riluttante, l’altro obbedisce.

“Allora com’è andata la prima giornata qui?” s’incuriosisce Thor.

“Non sono affari che ti riguardano!” sibila il dio più giovane. “E tu hai fatto i tuoi preziosi allenamenti?” domanda in tono canzonatorio subito dopo.

“Oh sì, e Sif, Fandral e gli altri non hanno fatto altro che chiedermi di te tutto il tempo!” lo informa il dio più grande.

“Ah sì? E che hanno detto?”

“Non sono affari che ti riguardano!” lo cita di proposito Thor, con un ghigno quasi sadico.

“Molto, astuto, Thor!” sbuffa Loki. “Ma non ti rivelerò nulla della mia giornata comunque. Diciamo solo che è passata!”

“Allora dimmi che ne pensi della torre, ti piace?” cerca un altro spunto di conversazione il biondo, cocciuto come pochi.

“Beh, certo che la Stark Tower  di quel milionario strampalato era tutta un’altra cosa! Non a caso l’avevo designato come luogo del mio trionfo!” commenta il moro.

“Mi stai dicendo che preferiresti startene da lui, a Midgard?” domanda desolato il fratello.

“Piuttosto la morte! Intendevo solo che volevo la sua torre, qui, quella sì che è alta tecnologia!” chiarisce Loki, con evidente sollievo nello sguardo di Thor, che però non sfugge all’altro.

 “Hey, ma … sei forse geloso, *fratello*?”  lo punzecchia, pronunciando l’ultima parola con palese tono di scherno.

“Non essere sciocco!” sbotta Thor, ma arrossisce e preferisce guardare altrove.

Per Loki è una piccola vittoria.

“Non vorrei mai stare con quel pomposo, arrogante pallone gonfiato dal cuore incorruttibile!” aggiunge.

“Come, scusa?” torna a guardarlo Thor.

“Lascia perdere!”  fa un gesto con la mano Loki “Era molto più divertente quello ossessionato con le sue frecce, sicuro.. quando non stava lì a struggersi per la sua vulvetta lamentosa!” alza gli occhi al ricordo.

“Hanno un nome, tutti loro, lo sai?” gli fa notare il biondo.

“Perché dovrei prendermi la briga di ricordarmeli? Soprattutto quello del pallone gonfiato, lui non ha fatto che riempirmi di odiosi nomignoli!” brontola il moro.

“Davvero? E quali?” si incuriosisce il suo interlocutore.

“E’ successo quando tu non eri ancora arrivato, prima mi ha chiamato ‘piccolo cervo ‘ e poi ‘rockettaro molto arrendevole!’ … son cose che non si dimenticano!” digrigna i denti il più piccolo, ancora di più quando sente ridacchiare Thor.

“Però ... dai, piccolo cervo è così carino!” si giustifica il biondo.

“Io non voglio essere carino!” protesta Loki, pestando i piedi indignato.

- Così sei solo ancora più adorabile! – si ritrova a pensare il dio del Tuono, cercando di imporsi di smettere di guardarlo, prima che se ne accorga.

“La vuoi sapere una cosa? Occhio di Falco mi ha detto che Capitan America gli ha detto che Tony ti ha chiamato anche … Diva!” lo mette al corrente Thor, con un risolino.

Loki scatta in piedi fulmineo e corre verso la balaustra.

“Quell’infame tutto latta e niente cervello! Come osa? Insultare me, il potente, inarrivabile, unico ed eccelso dio degli Inganni?! Vile moscerino terrestre!  Ma io lo riduco poltiglia,  io esco da qui e gli sbullono l’armatura, gli disattivo quei dannati braccialetti e poi lo scaravento dalla cima della sua stradannata torre una volta per tutte!” sbotta furente, ma Thor frena sia i suoi movimenti.

“Sta’ fermo qui, ora come ora ti spiaccicheresti al suolo e basta e il moscerino in questione saresti tu!” lo fa desistere, riportandolo verso il letto.

“Non ho proprio idea di come abbia potuto definirti una diva!” commenta con lampante ironia Thor, beccandosi così una gomitata nello stomaco da parte del moro.

“ Datti una calmata!  Guarda che Tony è fatto così,  aveva nomignoli per tutti, anche per me.” gli confessa.

“Davvero?” sorride Loki, più tranquillizzato.

Thor non solo glieli svela, ma gli racconta qualche aneddoto divertente sulla sua convivenza con gli altri Avengers; e Loki lo ascolta rallegrato, ridendo assieme a lui di certe situazioni in cui si sono trovati quei terrestri.

E’ proprio come voleva che fosse, Loki è felice di vederlo fare veramente il fratello, ma ovviamente non glielo dirà mai.


“Tornando al discorso del rockettaro arrendevole … potresti tramutarlo in realtà. Sai, su Midgard ci sono quelle cose strane che fanno un gran fracasso, chitarra elettrica  mi sembra che si chiami..” commenta Thor.

“E’ un arma micidiale?” domanda allettato Loki.  
         
Thor scoppia  a ridere.

“Ora chi è l’ignorantone di primo livello? “ gli rinfaccia. “Beh,  se sei negato a usarla lo è, per chi ti ascolta! E’ uno strumento musicale, molto diverso dalle nostre arpe , i violini o i flauti” ridacchia è. “Il punto è che potresti provare a far pratica, qui sei isolato acusticamente. E tanto di tempo libero ne avrai a bizzeffe! ” gli ricorda pungente il biondo; ma è un’altra la questione che preme al moro.

“Mi stai dicendo che posso avanzare delle richieste?” lo scruta, con gli occhi smeraldini accesi d’interesse.

 “Sì, immagino sia possibile, ma col tempo e solo se maturi … come dire, una buona condotta!” spiega l’altro.

Lo sguardo di Loki si accende ancor più di entusiasmo, ma Thor glielo smorza a priori.

“Ovviamente, fratellino caro, mi sembra abbastanza intuitivo che non potrai richiedere nulla di magico … perciò scordati rune, libri di incantesimi e via dicendo!” sentenzia inflessibile.

“Ovviamente!” ripete Loki, in uno sbuffo, incrociando le braccia al petto.


 
“Ora in piedi, è ora di farti un bel bagno!” lo informa Thor, alzandosi.


“Come?”

“Oh, andiamo, sarai stanco di indossare la tua tenuta da battaglia, ti ho portato delle vesti pulite e molto più comodi!” prosegue l’altro, mostrandogli una delle sue vecchie tenute di tessuto nero, adagiata con cura all’angolo del letto.

“Sì … in effetti non mi dispiacerebbe un cambio.” ammette Loki.

“Molto bene, allora procediamo!” dichiara Thor, andando verso il bagno.

“In che senso procediamo?! Tu cosa avresti intenzione di fare?” s’inquieta il più giovane.

“Mi sembra ovvio, penso alla tua cura!” afferma il più grande. “Sei pur sempre un principe e su questo regno non si è mai visto un principe fare il bagno da solo!”

“Stai scherzando, vero?” lo fissa con diffidenza l’altro.

“Se io fossi un’ancella non faresti tutte queste storie!” sbuffa il biondo.

“E’ vero, ma tu *non* sei un’ancella!  E non ci penso proprio a farmi vedere nudo da mio fratello!” si scandalizza Loki.

“Ma noi *non* siamo fratelli !” puntualizza sagace Thor.

Loki lo guarda confuso.

“Hey, un momento. Esattamente quand’è che tu ed io ci siamo scambiati i ruoli?” domanda, trovando ironica quella situazione.

“Da quando voglio farti il bagno! Se vuoi lo faccio anch’io con te!” si offre Thor.

Loki strabuzza gli occhi terrorizzato.

 “Cosa? Ma ti ha dato di volta il cervello?”

“Da bambini lo facevamo sempre.” si giustifica il più grande.

 “Appunto, Thor. *Da bambini*!” tenta di farlo ragionare il moro.

Il biondo gli mostra un ghigno di sfida.

“Beh, possiamo metterci le paperelle di gomma per rievocare i ricordi!”

 “Fottiti!” sibila Loki.

Thor esplode in una fragorosa risata.

 “Hey, fratellino, che linguaggio! Che ne è del tuo bon ton?”

“L’ho lasciato a Midgard!” ribatte pungente l’altro ed enfatizza tutto facendogli il terzo dito, prima di prendere le vesti, dirigersi  in bagno e chiudersi a chiave per sicurezza.

Thor sorride a quel gesto. Del resto, è a New York che Loki ha passato la maggior parte del suo soggiorno su Midgard, non c’è da stupirsi che abbia imparato qualcosa.

Tuttavia, Thor  l’ ha messo volutamente in difficoltà, con la questione del bagno, sapendo come lui sia sempre stato ritroso sull’argomento; ma la verità è che non gli dispiacerebbe affatto vedere cosa nasconde sotto quelle vesti pompose.

- Immagino sia un corpo perfetto, dotato del giusto equilibrio tra grazia e tonicità –

E’ da quando ha scoperto, con sollievo infinito, che Loki era ancora vivo, che Thor ha cominciato a fare pensieri sempre più strani verso quello che ha sempre considerato suo fratello e la cosa più strabiliante è che non se ne vergogna affatto.

Solo che saperlo lì, dietro una sottile porta, in procinto di denudarsi completamente non è certo d’aiuto per l’autocontrollo del possente Dio del Tuono.






Al di là  della suddetta porta, Loki si è già liberato dei suoi indumenti, immergendosi nel tepore dell’acqua, impreziosita dai Sali minerali profumati di cui è provvisto il bagno.


Si abbandona al più totale relax, riflettendo però sulla discussione appena intercorsa.

La prospettiva di fare il bagno assieme a Thor è sconcertante, amorale.

- Ed incredibilmente eccitante!- si ritrova ad ammettere.

Si passa una mano sul collo, immaginando che sia quella del dio biondo, che lo accarezza dosando con cura delicatezza e irruenza.

Loki mormora sommesso, chiudendo gli occhi, per addentrarsi meglio in quella sensazione.

La mano scorre sui pettorali leggermente scolpiti, poi sfiora l’addome, lo stomaco e prosegue la sua malandrina discesa.



 
TBC
   
 
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