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Autore: BigEyes    07/06/2012    1 recensioni
Lei si voltò sconcertata e infastidita da quel suo modo di fare.
- Sono un figlio di Dio. Il mio compito è proteggere, non aggredire. Ho una specie di divisa che allontana i demoni. Il nome di Gesù è la mia arma. –
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'In The Name of Jesus.'
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Heliu la guardava con le lacrime agli occhi, con labbra tremolanti, singhiozzando , muovendo le catene per liberarsene, per poterla aiutare.
Lei era immobile al suolo, mostrava i capelli dorati con una chiazza di  color rosso scuro. Il ragazzo vide Ariel con lo sguardo perso nel vuoto – ehi! – le gridò con le lacrime, che gli rigavano le guance, ma lei era come assente.
Tirò quelle catene fino a far sanguinare i polsi: era forte il dolore, ma più lancinante fu il suono del suo cuore che si spezzava.
Sibilò – aiutami Ariel – ma valse a nulla. Il cuore gli batteva sulla cassa toracica a tal punto da vederla tremare. Come un fantasma, apparve all’improvviso Judas. Lo guardò con occhi spalancati dalla paura e scosse la testa lentamente. L’adepto fece un ghigno sinistro, mentre si avvicinava alla ragazza.
Heliu gridava, il respiro gli si fece affannoso, sapeva che non l’avrebbe più rivista o peggio, l’avrebbe vista morire.
Tutte le notti vedeva passare donne in catene, che conoscevano il loro prossimo futuro.
 
Una notte parlò con una ragazza: gli disse di essere una cantante famosa, di aver venduto molti album dopo essersi unita al team di Judas.
Gli raccontò che inizialmente si trattava di mettere qualche simbolo del loro partito, qualche frase nelle canzoni inneggianti un certo Angelo Caduto, ma la situazione precipitò quando gli chiesero di inserire dei messaggi subliminali riguardanti il loro nuovo ordine.
Lei si rifiutò quando sentì, per caso, che durante una conversazione di Judas col produttore, lei sarebbe dovuta diventare una sacerdotessa di quell’angelo, per entrare a far parte, completamente, anima, corpo e spirito di quella setta.
Quando poi la minacciarono di morte accettò pensando che non sarebbe stato così terribile come temeva.
Dovette fare un rito: bere del sangue umano, “unirsi” con diversi adepti, mangiare carni sacrificate a degli idoli pagani.
 
Da quella sera non la vide più. Vedeva passare anche bambini, molti dei quali aveva visto al telegiornale perché erano scomparsi o rapiti.
 
Tutti questi ricordi lo inondarono di terrore al pensiero di cosa avrebbero potuto farle. Judas prese per il collo Lucia inerme. Strinse, strinse troppo forte quel collo fragile. Ad Heliu no rimase che urlare il nome di Lucia che risuonò per tutta la cella.
 
 
Lucia camminava di fronte ad Ariel a passi decisi, tutt’ad un tratto la voce rotta di Heliu, il suo grido disperato arrivò all’anima delle ragazze. Le due amiche si guardarono spalancando gli occhi. Lucia portò la mano destra sul cuore che batteva all’impazzata. – E’ lui – sussurrò ad Ariel, che volgendo lo sguardo verso il punto da cui sentì l’urlo, iniziò a correre. Lucia la seguì senza esitare.
 
L’acido lattico già faceva il suo corso, le gambe di Ariel volevano fermarsi ma la sua volontà fu più forte. Pensava che il tragitto, per arrivare al giovane, fosse meno lungo. Evidentemente il dolore che stava provando il ragazzo era tale da far arrivare quel grido al cuore dell’amata, superando le barriere spirituali.
Entrarono in una grotta buia, la luce del fuoco che le avvolgeva scintillava nelle catene dello schiavo. Lo videro in ginocchio, mentre dondolava la testa e i capelli gli coprivano il volto. Lucia scoppiò in un pianto liberatorio. Si inginocchiò davanti a lui, gli alzò il viso con l’indice, singhiozzando.
Ariel in disparte, portò la mano alla bocca, mentre una goccia scese lenta sul suo viso, pensando che probabilmente Joshua avrebbe potuto fare la sua stessa fine.
Il ragazzo era pieno di ferite, il sangue si era indurito sulla sua pelle. Alcune piaghe erano ancora aperte. Lucia attraversò col dito ogni suo taglio sul viso.
-          cosa ti hanno fatto? – bisbigliò la ragazza, accarezzandogli il viso, asciugandogli una lacrima che cadde involontariamente.
Il ragazzo mise a fuoco, battendo le palpebre un paio di volte, spalancò gli occhi incredulo, poi la fissò con sguardo accigliato e disse:
-Non mi inganni…- abbassò di nuovo lo sguardo, sospirando – questo è di nuovo un incubo, si, solo un incubo, come quello di stamattina, di ieri sera e degli ultime settimane.
- Sono io Heliu! – esclamò, la ragazza prendendo il volto del ragazzo e poggiandolo alla sua spalla, stringendolo a sé.
Il ragazzo sentì il suo calore, era i calore di un abbraccio umano. Sentì il suo profumo, di sandalo e vaniglia. Il cuore gli scoppiò in gola, il suo angelo era davvero arrivato a salvarlo?
-          ci sono qui io adesso..- gli sussurrò Lucia, accarezzandogli la schiena nuda.
-          ti faranno del male, devi andare via di qui stupida! – esclamò Heliu con tono severo.
-          Sono venuta qui per salvarti..- lo guardò fisso negli occhi marroni, con il volto corrucciato. Poi continuò- vuoi restare qui? Bene…avrai sulla coscienza il mio cuore- si fermò per un sospiro- frantumato dal dolore di saperti qui.  
Il ragazzo abbassò il capo, poi alzatolo gli chiese :
-come farò ad uscire?
- come farebbe un figlio di Dio: applicando alla fede le opere. Ti faccio vedere.
 
La ragazza si alzò, congiunse le mani, pronunciò una piccola preghiera, il fuoco si fece più impetuoso, la luce si propagò per tutta la caverna.
Una fiamma raggiunse Heliu, che spaventato da quella potenza, chiuse gli occhi, ma il calore era dolce e per niente fastidioso. Quando Lucia aprì gli occhi le catene del ragazzo erano incandescenti.
Prese un sasso, le spezzò. Tese le mani al ragazzo dagli occhi spalancati per la sorpresa. Heliu si toccò i polsi, le guardò il sorriso e le guance rosee e gli occhi lucidi. Pensò di poter rialzarsi da solo, ma non appena si mise in piedi, la testa cominciò a diventargli pesante, vedeva doppio, sentì che le poche forze in corpo lo stavano abbandonando. Così si lasciò andare, cadendo tra le braccia di Lucia.
 
Heliu aprì lentamente gli occhi, si guardò intorno: accanto a sé appoggiato al muro, un ragazzo dai capelli color biondo platino, lunghi fino al petto, con le braccia conserte, con una felpa verde, con dei jeans un po’ strappati e delle converse bianche. Lo guardava fisso, con la testa appoggiata al muro. Heliu tentò di mettersi seduto sul letto, ma i polsi cominciarono a fargli male.
Il ragazzo si avvicinò con un sorriso compiaciuto.
-          vedi – iniziò a dire sottovoce – non è bello scappare dal Regno di Dio, pensavi  davvero di trovarti bene lontano dalla presenza dell’ Amore?
-          Ma tu chi sei?- Il ragazzo ricordava solo di aver parlato fuori dal comune con un certo Acab. Dopo ciò, il nulla.
Il tipo gli fece cenno col dito di fare silenzio, indicando la ragazza che gli stava dormendo accanto, su una sedia a dondolo, con una Bibbia aperta nel vangelo di Giovanni. Il ragazzo fece il giro del letto, prese la Bibbia, togliendo delicatamente la mano della ragazza. Poi la diede ad Heliu additando il capitolo 3 versetto 16:

Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Heliu ebbe un flash, tutto gli ritornò in mente. Questo era il passo che gli fece leggere per la prima volta Padre Max. – Rafael, ora ricordo.
  
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