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Autore: _Almach_    07/06/2012    7 recensioni
Prima Long Fic. In questa Hiroto non sarà un calciatore ma lavorerà in una agenzia investigativa. Il ragazzo però si troverà coinvolto in uno dei casi più difficili della sua vita, e lo affiancherà un ragazzo che inizialmente sarà la sua spina nel fianco.
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo Autrice: Bene questa è la mia prima Long Fic, e questo è il primo capitolo. Ci ho messo un pò a scriverlo, più che altro per mancanza di tempo, ma vi prometto che cercherò di aggiornare il prima possibile, dipende dagli impegni. Non so ancora di quanti capitoli sarà, perciò non me lo chiedete perchè tutto dipende dalla mia immaginazione. Ora vi lascio alla lettura, e spero vi piaccia.



Era notte inoltrata all’agenzia investigativa Inazuma e ormai tutti i suoi addetti erano tornati da un pezzo alle loro abitazioni, tutti meno Hiroto Kiyama che come sempre si tratteneva fino a tardi per completare i casi in cui era sempre coinvolto.
Era il più giovane del gruppo, ma da quando era arrivato si era fatto subito valere riuscendo a diventare in poco tempo uno degli investigatori più importanti in città.
Quella sera era ancora la, a lavorare sul suo ultimo caso ingurgitando il suo quindicesimo caffe. Era proprio instancabile! Ad un tratto qualcuno gli poggiò una mano sulla spalla e il rosso si girò di scatto quasi spaventato, era il suo migliore amico Shirou Fubuki che era tornato apposta per vedere se l’amico stava ancora lavorando.
“Shirou, cosa ci fai ancora qui?”
“E’ la stessa cosa che ti chiedo anche io. È tardi, dai smetti di lavorare e torna a casa. Sarai anche il migliore ma non ti devi affaticare così tanto.”
“Lo so, ma questo caso è stato difficilissimo, è devo portare il rapporto delle mie indagini domani a Hibiki, e ancora non ho finito.”
“Va bene allora resto qui ad aiutarti.”
“Ma non sei obbligato a…”
“Lo faccio con piacere, sennò che migliore amico sarei?”
A queste parole il giovane non potè ribattere, e dopo un po’ si rese conto che era meglio lavorare in due almeno si sarebbe finito prima. E infatti dopo due ore il lavoro era già sulla scrivania del detective Hibiki pronto per essere letto l’indomani. Hiroto e Shirou dopo essersi salutati si ritirarono ognuno nelle proprie abitazioni.
L’indomani il rosso si recò mattiniero al lavoro, adorava quel posto e gli piacevano moltissimo i casi che affrontava ogni giorno, più difficili erano e meglio era per lui che amava mettere a dura prova il suo geniale cervellino in cerca di una soluzione. Quando arrivò il primo ad accoglierlo fu proprio Fubuki, anche lui come sempre mattiniero.
“Ho incontrato Hibiki e mi ha assicurato che leggerà il tuo lavoro prima possibile.”
“Secondo te me la merito la promozione?”
“Certo! Sei senzadubbio il più capace, e poi il caso che hai risolto è stato davvero difficile, se Hibiki non se ne rende conto, allora è il momento che se ne vada in pensione.”
“Shirou, se ti sentisse manderebbe te in pensione. Dai entriamo, e mettiamocela tutta per far bene anche questa giornata.”
L’albinò annuì e lo seguii e una volta al loro posto iniziarono a lavorare ai loro computer, ma non mancavano certo moventi di divertimento, non volevano certo diventare ombrosi come il loro boss.
Dopo qualche ora, finalmente Hibiki uscì dal suo tetro ufficio e guardò in direzione di Hiroto, il quale stava aiutando Fubuki e fare la relazione del suo ultimo caso.
“Kiyama Hiroto sei pregato di venire subito nel mio ufficio. Da solo!”
Detto questo ritornò dentro sbattendo la porta, e per un attimo il rosso divenne verde dalla paura.
“Era più arrabbiato del solito.” Constatò Fubuki guardando l’amico.
“E adesso che faccio? Devo entrare per forza? Quello mi mangia. Non hai visto che faccia aveva?”
“Hiroto, devi altrimenti si arrabbierà di più.”
Il rosso sbuffò e con passo tremante si avvicinò alla porta dello studio del capo con tutti gli occhi dei colleghi puntati addosso. Bussò due volte e dall’interno risuono una voce abbastanza dura.
“Entra!”
Hiroto prese fiato ed entrò chiudendosi la porta alle spalle, quindi si avvicinò lentamente al capo, il quale lo stava fissando.
“Kiyama, ho letto il tuo ultimo lavoro, e devo dire che è il migliore che tu abbia fatto. Dettagliato, preciso. Non rimpiango di averti preso nella mia agenzia.”
Il rosso tirò un sospiro di sollievo, ma allora se non era arrabbiato per questo, per che cosa lo era.
“Tuttavia, voglio sondare più a fondo le tue capacità e per farlo ti affiderò l’incarico più difficile che la mia agenzia ha mai dovuto affrontare. Riuscire a catturare il famoso criminale Kageyama Reiji.”
A quel nome il corpo del giovane si bloccò come se fosse congelato.
“Ma se nemmeno i vostri migliori agenti sono riusciti a scovarlo, come pensa possa riuscirci io scusi?”
“Perché ho fiducia in te, ormai sono quaranta anni che gli corro dietro senza mai riuscire a prenderlo. Tu hai una mente geniale, e sono sicuro che riuscirai a catturarlo.”
“Va bene allora accetto.”
“Benissimo ragazzo, conto su di te. Ma prima una cosa ti devo dire. Non sarai solo in questa missione.”
Era la prima volta che gli affiancava un compagno da quando è entrato in agenzia.
“Penso di non averne bisogno, ho sempre affrontato i miei casi da solo, avere gente intorno mi fa solo confondere.”
“Sono io il capo Kiyama, e decido io se devi lavorare da solo o in gruppo.”
“Allora penso che Fubuki, sia il compagno adatto a me.” Almeno fa tutto quello che gli dico, quindi se gli dico di lasciarmi in pace lui lo farà. Pensò tra se e se.
“Fubuki sta lavorando ad altri casi. Ho preso in prestito un ragazzo da un’altra agenzia, è ancora una matricola, ma da quello che mi dicono è abbastanza abile per starti a fianco.”
“Una matricola?! Non se ne parla, questo è un caso difficile se voi mi affiancate un novellino non riuscirò mai a catturare quel criminale.”
“Non farmi perdere la pazienza Kiyama, o ti tolgo subito il caso. Ormai l’ho chiamato e lavorerà con te. Puoi entrare!”
Gridò il capo, e dalla porta entrò un ragazzo dai lunghi capelli verdi raccolti in una coda alta e due occhi neri come il carbone, alto più o meno quanto Hiroto ma un po’ più snello.
“Sono Ryuuji Midorikawa, sarà un piacere lavorare con te.”
Hiroto lo guardò all’inizio disgustato, una cosa è sicura questo caso sarà il più difficile della carriera di Hiroto Kiyama.
   
 
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