Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: sonyx1992    07/06/2012    1 recensioni
Dal capitolo 12:"I sogni sono come i bicchieri: si rompono facilmente.
Vengono chiusi in una scatola su cui viene scritto “fragile” come ammonimento, per ricordarci di quanto sia facile perderli.
Tu prendi la scatola tra le mani, stai attenta ad ogni passo, stai attenta alla stretta sul contenitore, lo appoggi al petto, giusto sotto al mento, per poter cogliere le trappole sul cammino.
Ma stai attenta!
Anche quando mancano pochi gradini i pericoli sono lì, in agguato, nascosti dietro l'angolo, celato dentro due bambini che giocano sulle scale.
Ti incontrano, vi scontrate, cadete; e cadono i sogni.
E quella scatola con la scritta “fragile” ti dimostra la sua fragilità lasciando che i tuoi sogni si frantumino.
GAME OVER.
I tuoi sogni sono distrutti, non vedi? Sono lì, a terra, spezzati in miliardi di pezzi, ormai inutili se non per ferire e tagliare chi posa un piede sopra di loro.
Ed ora cosa fai?
Ti siedi, li osservi, pensi a come andare avanti.
È inutile piangere sul latte versato e sui sogni infranti.
Ti alzi, ti tiri su con le braccia e ricominci, raccogli la scatola, rimetti insieme i pezzi di vetro e vai avanti; cammini fino alla tua destinazione, poi ti fermi e ti siedi di nuovo, vicino ad un cumulo di neve, e con le mani rosse ed infreddolite, inizi a modellarla, a schiacciarla, a toglierla.
Cosa fai?
“Voglio costruire un pupazzo di neve”, mi rispondi.
Ed io osservo la scatola accanto a te, con dentro i tuoi sogni infranti.
Ci guardo dentro e mi accorgo che tra i cocci di vetro un bicchiere è ancora intero; si, te lo giuro, non lo vedi? È ancora lì, si è salvato!
Sorrido perché i tuoi sogni ci sono ancora, nascosti tra i pezzi di quelli infranti, ma ci sono ancora.
Quindi, ti aiuto a costruire il pupazzo di neve."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

21- FIORI D'ERIKA NEL CAMPO DI GRANO

 

Federica”

 

 

Com'è lei?
Bè, lei non è come me; sicuramente è più alta, in questo non ci sono dubbi; poi, forse è anche più bella ma, non lo so, dipende dai gusti; certo, una cosa è sicura: lei lo ama più di me; lo vedo dai suoi sguardi, dal suo tremare, da quel cuore che batte solo per lui e non come il mio, che vive sempre per due persone.

 

------------------

Davide mi guarda, i suoi capelli come il grano, gli occhi come il cielo e il suo solito sorriso che mi riporta bambina.

Ed erano belli quegli anni in cui la vita era un gioco, in cui innamorarsi era una favola e in cui scrivere una lettera con i pastelli non sembrava una cosa così stupida.

Mi porto la tazza alle labbra e bevo un sorso di cappuccino, tenendo le miei iridi immobili nelle sue.

Lui sorride, senza motivo, sorride e basta, forse mi trova buffa o non lo so; comunque

sia, quel suo gesto mi fa arrossire, come quando avevo 10 anni e lui mi dedicava anche solo un misero secondo della sua incantevole vita.

Perché sorridi?”, gli domando curiosa.

Perché mi è venuta in mente una cosa...”, risponde lui con naturalezza.

Infine, non si trattiene più e, lasciate delle monetine sul tavolino, mi afferra la mano e mi costringe a seguirlo.

E, forse, crescere non è poi così brutto.

 

-----------------

Il campo è enorme e lunghe spighe di grano lo rivestono, pungendoci la pelle quando ci sdraiamo sopra di loro, con il riso sulle nostre labbra rosee.

Lui torna serio, si volta verso di me, mi tocca la bocca con le sue dita soffici e poi osa avvicinarsi, rischiare, per sfiorarla con la sua.

È solo un tocco il suo, talmente leggero da essere quasi impercettibile, ma è in grado di farmi mancare il respiro e di interrompere il mio riso.

Chiudo gli occhi, li riapro e le sue iridi sono sempre lì, immobili, immerse nelle mie, impedendo loro di fuggire, di allontanarsi, di nascondersi in questo campo di grano immenso.

Ed un profumo delicato ci invade, avvolgendoci dolcemente.

 

-------------------

Fruga in una scatola nascosta in un vecchio armadio, lasciandomi seduta sul letto, imbarazzata.

La sua stanza nella casa del padre è sempre rimasta la stessa, con i suoi toni adolescenziali e vecchie fotografie appese alle pareti.

Mi guardo in giro a disagio, ricordando i momenti della mia infanzia in cui mi ci intrufolavo con Lea, per portar via qualcosa di suo; non necessariamente un oggetto, mi bastava rubare un particolare visivo, un profumo, cogliere anche solo con gli occhi un suo segreto.

Per Lea, invece, non era così: entrare nella stanza del fratello maggiore significava un'opportunità unica per fargli qualche dispetto o per preparare qualche scherzo, per poi riderne di gusto una volta uscite.

Era senza speranze, la mia migliore amica!

Davide, finalmente, trova l'oggetto della sua ricerca ed esultando si alza in piedi e mi si avvicina, un foglietto colorato stretto in una mano.

Ecco qua...”, me lo porge, per poi sedersi al mio fianco impaziente di cogliere la mia reazione.

Io, però, già prima di aprirlo, so già il suo contenuto; lo ricordo bene. Del resto, come dimenticare quelle parole, quei battiti impazziti del mio cuoricino, quelle speranze e pensieri sulla sua reazione?

Il pastello rosso mi si era rotto quella volta, per la troppa foga con cui avevo scritto quel bigliettino.

Il nome “Davide” è circondato da cuoricini rossi, alcuni troppo grassi e storti, altri piccoli, tremanti, con il tratto incerto.

E sotto il suo nome quella richiesta, quella domanda che a rileggerla mi fa arrossire terribilmente e, quasi, mi spinge a non notarla e a chiudere la lettera per fermare quei ricordi infantili e vergognosi.

Ma le mie labbra sono sciocche, loro vivono il momento, non gli importa cosa possono causare quelle parole dopo quasi 15 anni: “mi vuoi sposare?”; e il pastello rosso, in quel punto, mi si era proprio rotto.

Oddio!!”, chiudo la lettera e mi nascondo il volto rosso con entrambe le mani, vergognandomi di me stessa; o meglio, della me stessa di 10 anni.

Davide dovrebbe ridere in questo caso, scherzarci su, prendere in giro quella bambina che voleva solo sognare; ed invece niente, se ne sta zitto, serio, quasi come se non ci fosse più.

Ma invece c'è, c'è ancora e la sua voce arriva subito per confermarmelo: “no”.

Alzo la testa e il suo sorriso non c'è davvero più e i suoi occhi sono proprio seri.

Cosa 'no'?”, gli chiedo confusa.

Ricordi la mia risposta a questo biglietto?”.

Riabbasso lo sguardo sul pezzo di carta e fingo di pensarci su qualche istante.

Ti auguro di raggiungere i tuoi sogni”.

Lui annuisce, non è sorpreso che me la ricordi, ma non è questo il significato del suo “no” e, quindi, continua: “Non sono io il tuo sogno”.

 

-------------------

Come mi sono sentita in quel momento?
Nuda, senza difese, terribilmente scoperta davanti a lui.

Davide ha capito tutto, ha capito perfino più di me.

 

------------------

“Perché?”

Non era quello che avrei voluto chiedergli; in effetti, pensavo di sdrammatizzare, di sciogliere un po' la tensione con un “Ehi, ma per chi mi hai preso? Mica dicevo sul serio quando ti ho chiesto di sposarmi!”; ma i suoi occhi me l'hanno impedito: loro non vogliono scherzare, loro vogliono solo essere seri, seri come non mai.

Quindi, niente, ho messo da parte la mia ancora di salvezza e mi sono buttata con quella domanda, rischiando tutto, anche più di quello che possa immaginare.

Ma lui non risponde, non si aspettava quella domanda e, allora, i suoi occhi cedono, perdono il coraggio guadagnato con quel “no” e si arrendono.

Non mi piace questo Davide, non lo voglio; dov'è il suo coraggio, la sua forza?

Butto a terra il biglietto e mi sporgo verso di lui, gli prendo il volto con le mani e lo costringo a guardarmi, ad avvicinarsi a me e a dirmi la verità.

Lui non mi lascia il tempo necessario, si toglie le mie mani di dosso e si allontana da me, alzandosi in piedi, prima che il mio gesto ci portasse a qualcosa di doloroso.

C'è un'altra”, confessa lui debolmente, senza il coraggio di guardarmi.

Ma non è quello che mi fa male e non ne capisco il motivo; penso alle sue parole, al suo “no”, al suo “non sono io il tuo sogno” e voglio sapere cosa c'è dietro.

Mi alzo in piedi a mia volta e mi avvicino di nuovo a lui, lo prendo per una spalla e lo costringo a guardarmi, questa volta senza rischiare troppo, senza avvicinarmi a lui a livelli imbarazzanti ma, soprattutto, senza lasciarmi allontanare di nuovo.

E lui, questa volta, è più sicuro, ha deciso di dirmi tutto, basta nascondersi, basta mettere da parte il suo coraggio! Mi guarda e risponde alle mie domande prima che gliele ponga: “Io non provo nulla per te, se non un semplice sentimento d'affetto”.

Penso che la sua frase sia banale, la dicono tutti, quante volte l'abbiamo sentita? È una scusa, solo una scusa; ma Davide non sta mentendo, lui non mente mai, ed il suo sguardo deciso me lo conferma; non tentenna lui nel confessarmi il suo affetto fraterno e me lo dice con spontaneità, perché tanto ha una scusa di riserva, no? Perché, comunque sia, lui ha “un'altra”.

Mi sento improvvisamente stanca o...spaesata, sì, è questa la parola giusta: spaesata, come se questo non fosse il mio posto, non dovrei essere qui, questa è la stanza del fratello maggiore di Lea ed io mi ci sono intrufolata per fargli qualche dispetto.

Mi siedo sul letto e lui mi si avvicina, tenendosi sempre a debita distanza.

Stai male?”

Ed io alzo di nuovo la testa e non lo riconosco più; non capisco la sua domanda che mi sembra stupida; noto il biglietto caduto per terra e quella domanda è lì, scritta col pastello rosso che si è rotto e quanto ho pianto quella volta, era il mio colore preferito e l'avevo perso per una stupidissima e vergognosa lettera.

Ma quella frase ha resistito, conserva i resti di quel pastello, quel colore andato in pezzi, che mi ha distrutto il cuore, mi ha baciato e poi mi ha chiesto “scusa”.

No”, rispondo a Davide e poi sorrido.

Perché quella frase non è altro che lo stupido sogno di una bambina che ora non c'è più, è cresciuta e si è fatta nuovi sogni.
Davide lo sapeva bene, per questo mi aveva risposto in quel modo “ti auguro di raggiungere i tuoi sogni”, perché sapeva che loro sarebbero cresciuti, cambiati e che dopo 15 anni lo avrebbero dimenticato.

Mi chino e raccolgo il bigliettino, conservandolo con cura tra le mie mani.

Lei come si chiama?”.

Davide non risponde subito e la mia domanda lo lascia spiazzato.

Erika”, dice, per poi aggiungere: “E tu, Fede, come si chiama il tuo?”.

Ed io sorrido, di nuovo, rileggo il biglietto per l'ennesima volta e ripenso ai suoi occhi verde smeraldo, che mi guardavano meravigliati mentre la pioggia li bagnava.

Ed è lui il mio nuovo sogno, non ho dubbi, l'ho sempre saputo, dal momento in cui l'avevo scorto entrare nel bar e avvicinarsi con imbarazzo al tavolo dove sedevamo io e Lea.

Lui mi ha baciato, mi ha chiesto scusa e poi mi ha lasciato fuggire; ma io ho sbagliato, perché non l'ho perdonato, accettando le sue scuse.

Mattia”, rispondo infine, piegando il bigliettino.

 

--------------------

Erika non l'ho mai vista, non so com'è, quanti anni ha, come porta i capelli e se è più alta di me.

Ma Davide la ama. Lo vedo dai suoi sguardi, dal suo tremare, da quel cuore che batte solo per lei e, ora, come il mio, vive per una persona sola.

 

-------------------

Nel campo di grano ci siamo solo noi due e, all'improvviso, inizia a piovere.

L'acqua non ci infastidisce, bagna solo i nostri capelli, i nostri volti e le mani che accarezzano l'altro.

Un profumo delicato si alza nell'aria umida, mischiandosi all'odore del grano.

Apro gli occhi e mi metto seduta, guardandomi intorno, allontanandomi per un istante da lui che resta sdraiato e mi guarda, attendendo con pazienza che torni al suo fianco.

Le spighe di grano si alzano fitte e il vento le scuote; fiori d'erica si mischiano fra loro e, il viola, crea un forte contrasto con l'oro.

Sono strani insieme ma stanno bene, si amano, sono perfetti l'uno nell'altro e il profumo dell'erica si mischia a quello del grano.

Nessuno dei due, ora, ci distrae più; torno sdraiata e Mattia mi sorride, sapeva che sarei tornata da lui, mi avrebbe anche aspettato in eterno se avesse dovuto ed ora è contento, sono qui, a baciarlo, ad interrompere le sue insensate scuse, a riparare il mio vecchio pastello rosso per scrivere nuovi sogni e ad immergermi nei suoi smeraldi verdi, mentre fiori di erica colorano il campo di grano.

-----------------------
-----------------------



Buonasera a tutti voi!!
Eccovi il capitolo 21, che chiude, definitivamente ed in modo un pò frettoloso (lo so...-.-) la storia tra Federica e Davide...a dir la verità il capitolo era stato progettato in modo diverso, ma alla fine mi è uscito così e non ho potuto farci niente...accontentatevi!!
Federica si è accorta di non provare niente per Davide, o meglio, che quello che provava per lui era solo una cosa del passato, di quando era bambina, ma ora ha nuovi sogni, vale a dire stare con Mattia.
Ma lui la accetterà di nuovo? Lui ha baciato Lea nell'ultimo capitolo, riuscirà a superare quell'attimo di "cedimento" e di perdonare Fede??
Il prossimo capitolo è tutto per Lea e farà qualcosa di...drastico...e tenterà in molti modi di dimenticare Nicola, soprattutto grazie all'aiuto di un nuovo personaggio, sconosciuto per lei (per ora), ma non per un altro personaggio di questa storia...ma chi sarà?? E come spingerà Lea nella sua nuova vita??
Vi informo che i capitoli in totale sono 28, quindi questi che seguono sono gli ultimi 3 prima dei 4 finali e decisivi!!!
Abbiate pazienza, che li leggerete e anche questa storia arriverà alla sua fine.
Un bacio a tutti, un ringraziamento unico e speciale a Wingedangel (S.) per il suo sostegno in ogni capitolo. GRAZIE. <3
Con affetto.
=Sony=

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: sonyx1992