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Autore: Josie Walking_Disaster Vengeance    07/06/2012    3 recensioni
"Tom: Hey Mark!
Mark: What, what the fuck do you want, Tom? I'm sick of "hey Mark, hey, hey Mark, hey Mark hey...!" [Cit.]
One Shot che racconta di alcuni momenti dei Blink durante il periodo 1999 - 2009. Niente di impegnativo, ma spero vi piaccia! :)
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mark Hoppus, Tom DeLonge, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blink - Hey Mark Non conosco i personaggi citati nella fanfiction, anche perché se così fosse non me ne starei qui ;), né intendo offenderli in alcun modo. Buona lettura!





«Hey, Mark!»


Been best friends and will be till we die.











*1999 - « Tom: Hey, uh, Mark.
              Mark: What, what the fuck do you want, Tom? I'm sick of "hey Mark, hey, hey Mark, hey Mark hey...!" »

Ovviamente non sono davvero stufo di sentire Tom chiamarmi in continuazione e dire cose assolutamente insensate ogni qualvolta una canzone termina.
Non mi stufo di lui quando nel tour bus trovo i suoi calzetti sporchi sparsi per il pavimento, quando lancia i suoi urletti acuti che ti giri aspettandoti di vedere una ragazza, quando ci fa fare tardi garantendoci così una figura non di certo esemplare...
Ok, lo ammetto. A volte passare così tanto tempo con Tom può mandarti fuori di testa e se non fosse che è il mio migliore amico
l'avrei già preso a pugni da un pezzo. Soprattutto quando ti martella con le sue inutili chiacchiere tutto il giorno, diventa arduo sopportarlo!

-Hey Mark!
Seduto sul sedile davanti del tour-bus, intento a riposare un po' prima del concerto di stasera, sbuffo sonoramente e apro gli occhi.
-Cosa vuoi, Tom?
-Guarda, è incredibile!
Quasi urla lui, super eccitato, comparendo con in testa il suo solito cappellino arancione e sventolandomi davanti al naso i fogli di una rivista.
-Se magari eviti di prendermici a botte in faccia, riesco a leggere!
Tom si calma relativamente, piazzandosi davanti a me con il giornaletto aperto.
-Leggi qui!- esclama entusiasta -hanno avvistato degli alieni nel sud della California!
Ecco, ci risiamo. Lui e i suoi maledetti vaneggiamenti sugli alieni.
-Sì, Tom. E' fantastico.
Dico, riappoggiando la testa al sedile e chiudendo gli occhi.
Mi lascio coccolare dal movimento ondulante del bus, ma la pace dura poco.
-Hey, Mark.
Cosa dicevo sul fatto che non mi infastidiva il fatto che ripettesse "Hey Mark!" cinquantamila volte al giorno?
-Secondo te gli alieni esistono?
Ok, non è proprio aria di riposare quando c'è Tom nei dintorni.
-Non ne ho idea- concludo rassegnato, tirandomi un po' più su nel sedile.
-Secondo me sì!
-Il fatto che tu abbia chiamato una canzone Alien Exists mi aveva fatto intuire qualcosa a riguardo- rispondo sarcastico.
E me l'aveva anche fatto intuire il fatto che non fa altro che parlare di alieni, pianeti e navicelle spiaziali. Neanche in Star wars ne parlano così tanto!
-Non dovresti essere così scettico, ci sono tantissime prove in giro.
-Forse hai ragione. Probabilmente ti hanno rapito e asportato un pezzo di cervello per studiarlo, perché non è possibile che ci sei nato così idiota!- lo prendo in giro, come al solito.
Iniziano una serie di battibecchi e prese in giro che continuano per tutto il resto del viaggio e non si interrompono neanche durante il concerto in cui Tom mi ricorda di fronte a tutti di quanto io mi comporti da bambino immaturo. Ovviamente detto con altri termini, non così educati.
Dopo una giornata passata a battibeccare e a inventare nuovi insulti apposta l'uno per l'altro -senza contare il concerto di due ore e il viaggio di almeno il doppio- mi sento esausto.
Il tour-bus è di nuovo in viaggio e io mi stendo nella mia cuccietta, mentre Tom sale nel letto di sopra.
Finalmente posso riposare davvero.
-Ehy, Mark?
Non ci posso credere, mio Dio, cosa vuole?
-Sì, Tom?- sospiro.
-Se un giorno gli alieni mi rapissero davvero e mi chiedessero di portare una sola persona con me, io sceglierei te.
Non del tutto certo che ciò che ha appena detto sia una cosa positiva, le mie labbra si tendono in un lieve sorriso a occhi chiusi.





2005 - Tom: No, It isn't.

Io e Travis siamo seduti sopra le casse degli amplificatori della nostra Sala Prove, io da un lato della stanza lui dall'altro.
Mi sento il suo sguardo addosso anche senza vederlo. So che devo avere un aspetto miserabile, ma non mi spaventa che lui mi veda così.
Sento di aver bisogno di parlargli, di chiedergli spiegazioni anche se so bene che lui, proprio come me, non ne ha. Nonostante tutto, non lo faccio.
Ho lo sguardo basso, fisso sul pavimento, non riesco neanche a muovermi.
L'unica cosa che sento è il battere del mio cuore contro il costato. Quando il cuore batte forte solitamente batte di felicità, emozione, sorpresa.
Eppure il battito che sento io è diverso. E' più forte e doloroso, come se il mio cuore faticasse a pompare il sangue nel mio corpo, come se in realtà non ne avesse voglia. Come se volesse semplicemente fermarsi e prendersi una pausa, perchè sono certo che è troppo malconcio per poter continuare.

Flashback
*²
-Forse dovremmo tutti prenderci un paio di mesi di pausa.
Travis parla lentamente, in modo diplomatico. Dietro la voce pacata, la paura che tutto finisca.
-Dovremmo prendere una nostra propria via con la musica.
Le parole di Tom arrivano come un pugno all'altezza dello stomaco.
Non ci posso credere. Tento, ma so che quando Tom prende una decisione non c'è modo di fargli cambiare idea.
Non so che dire, le parole escono da sole, senza che io faccia neanche in tempo a pensarle.
-Ma è una grande cosa che ci lasciamo alle spalle!
Tom rimane in silenzio giusto un paio di secondi. Non mi guarda, non guarda Travis.
-No, non lo è.
Si gira e se ne va.





2008 - You make a sound that feels like pain.

Il concerto con i +44 sta procedendo alla grande, è l'ultimo del tour e nonostante la stanchezza mi sento bene. I fan reagiscono sempre in modo positivo e, ormai da tempo, mi sono abituato a suonare con  i miei nuovi compagni di Band: Travis, Craig e Shane.
Ma il fatto che mi sia abituato non vuol dire che senta che questo è il mio posto.
Spesso sento ancora le ultime parole che il nostro ex-chitarrista ci disse l'ultima volta che lo abbiamo visto. Spesso sento di odiarlo per aver mandato tutto a puttane, per essere passato sopra a tredici anni di amicizia per egoismo, perché mi obbliga a mostrare un sorriso falso al mondo, che nasconde l'amaro che sento in bocca ogni volta che sento nominare lui e il suo nuovo gruppo.
Sono passati ormai tre anni e ogni volta che salgo sul palco mi aspetto di sentire quell' irritante, acuta voce chiamarmi, nonostante io sappia perfettamente che ciò è impossibile. Mi volto alla mia sinistra aspettandomi di vedere una chitarra azzurra, dei pantaloncini corti e un cappellino arancione portato all'indietro. 
Sono passati tre anni e non c'è concerto in cui non mi volti a cercare lo sguardo di Tom.

La notizia mi giunge all'improvviso, da una chiamata del nostro agente. Travis ha avuto un incidente aereo ed è sopravvissuto per miracolo.
Mi catapulto all'ospedale e quando finalmente posso vedere Travis mi sento male a vederlo così. Ma la felicità per il fatto che sia sopravvissuto ha la meglio e lo abbraccio, stando attento a non fargli male e a non svegliarlo.
-Mark...
Mi blocco all'improvviso quasi certo che sia stata la mia mente a giocarmi un brutto scherzo.
Invece quando alzo gli occhi lo vedo. Ero talmento contento di sapere che Travis sta bene che non ho fatto caso che ci fosse qualcun altro nella stanza.
Improvvisamente mi trovo davanti quello sguardo che ho cercato per tre interi anni.
-Tom.





2009 - Been gone a long time.
« We used to play music together and we decided we're gonna play music together again. Blink-182 is back. »

Le grida festanti dei fan che ci acclamano al nostro primo vero concerto da quando siamo di nuovo insieme riempie lo stadio, annullando qualsiasi altro rumore o suono esistente al mondo.
Non posso cancellare gli ultimi quattro anni in cui i Blink sono stati divisi, non potrò mai togliermi dalla testa le parole che Tom disse quel giorno così lontano nel 2005, ma sentire il coro di migliaia di persone che urlano "BLINK 182!" mi fa capire quanto tutto questo mi fosse mancato, molto più di quello che pensavo.
Lo scioglimento è stato amaro, le giornate difficili da affrontare, ma questi pensieri in questo momento non mi sfiorano nemmeno.
Sento una carica pazzesca, non riesco a fare a meno di saltare come un pazzo per il palco con il mio basso in mano, come ero solito fare.
Mi volto un attimo verso Travis e lo vedo sorridermi a fatica, sotto lo sforzo che il suonare la batteria gli impone, però è un sorriso vero.
Il mio sguardo si perde fra le migliaia di teste illuminate a tratti dalle luci del palco, ammirando quello che quasi vent'anni di Blink hanno portato.
-Hey, Mark!
Le mani mi diventano improvvisamente scivolose, e ringrazio di avere il basso ben saldato alla spalla con la cintura, o mi sarebbe caduto di mano.
Sono quasi certo che nessuno se ne sia accorto: più di ventimila persone di fronte a noi ci incitano e gridano festose il ritorno dei Blink, mentre il cuore mi si ferma un momento e poi si riempie di una strana sensazione di calore, che finisce per invadermi l'intero corpo.
Due semplici parole dette dal mio migliore amico, di nuovo al mio fianco. Mi giro alla mia sinistra e lo trovo  lì. Non ha i pantaloncini corti, nè il cappellino arancione o la vecchia chitarra azzurra, ma questo davvero non importa.
Finalmente mi sento di nuovo a casa e non riesco a fermare le mie labbra che si curvano automaticamente verso l'alto.
Guardandoci adesso mi rendo conto di quanto siamo cambiati, di quanto quei tre  ragazzini che correvano nudi per strada siano ora diversi.
Ma certe cose non cambiano mai.
-Hey, Tom.


















*Sono uno scambio di parole che hanno Mark e Tom dopo la canzone Dick Lips su Mark, Tom and Travis Show. 
*² In un forum avevo letto che all'incirca erano state queste le ultime parole che i Blink si erano detti prima dello scioglimento. Ovviamente ho modificato un po' ;)

NdA:
Sì, lo so, questa OS non ha praticamente molto senso XD però... quanto mi mancava scrivere sui Blink? *-*
Negli ultimi mesi li ho ascoltati poco, ma poi sono finita per riprendere  a passare le giornate ascoltando la loro musica. E la cosa non mi stupisce, una volta conosciuti è impossibile abbandonarli! Penso che l'amore per quei tre ragazzi (e anche per Scott che ha dato comunque il suo contributo al gruppo), nonstante a volte i vari impegni e soprattutto lo studio mi rubino troppo tempo, non finirà mai <3 E mi piange davvero il cuore all'idea di non poterli andare a vedere fra un paio di settimane..
Cooomunque. Blateramenti a parte, spero che la One Shot vi sia piaciuta, nonostante non sia la cosa più originale del mondo.
Ho voluto dare la mia visione del rapporto soprattuto fra Mark e Tom e di come questo si sia sviluppato nel corso di quegli anni, che non sono stati facili per i fan, ma soprattutto per loro.
(Ho messo i personaggi OOC perché non li conosco veramente ;)
Bè, non ho molto da dire, spero che non vi abbia fatto proprio schifo ^^
Ringrazio di cuore chiunque abbia letto, un bacione a tutte/i voi! :*


Josie











   
 
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