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Autore: Sasotta    07/06/2012    2 recensioni
Non volevo essere beccata a guardarlo, ma anche sforzandomi, non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.
"Quanto sei carino..." pensai, mordendomi il labbro inferiore.
Lui si girò di scatto come se mi avesse sentito e, come avevo previsto, vide la mia facia imbambolata.
Fece sicuramente finta di non aver notato niente, mascherando la sua faccia sorpresa con una domanda:
< Scusa, hai per caso una penna o una matita? >
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente! :3
Ahimè, mi dispiace informarvi che non sono morta, il che forse è un male, perchè
sono in ritardo di BEN UN MESE, e non vorrei avervi fatto arrabbiare per aver pubblicato troppo
tardi...quindi, per favore, non uccidetemi!
La scuola ora è finita, e posso pensare a questa storia 24 ore su 24! :D Yeeeah Buddy!
Non vi anticipo niente sul capitolo, ma vi posso dire che scriverlo mi ha resa talmente felice che
non vedevo l'ora di pubblicarlo per sapere cosa ne avreste pensato! Certo, se il mio computer fosse
stato un mese fa a mia disposizione l'avrei fatto subito ed ora non sarei qui a scusarmi per questo
ritardo ABOMINEVOLE (?) ...:S
Va bien, vi lascio al capitolo...
ah no, prima i ringraziamenti!lol
Un ringraziamento ENORME a chi non ha tolto questa storia dalle preferite/seguite/ricordate e un altro
ringraziamento alle buone anime che la metteranno nelle proprie preferite/seguote/ricordate!
E un altro ringraziamento - ultimo ma non meno importante - alla mia Beta, che qui conoscete
come Chara ! Grazie Giuls! <3
Oh, un'ultima cosa, poi vi faccio leggere! XD
Ho scritto una nuova One Shot sui The Wanted, Just finding a place where I belong. , se vi va passate
a darle un'occhiata! :) Mi farebbe piacere sapere che ne pensate! :)
Bene, ho finito - in questo momento starete pensando "Alleluja", credo! -
Un grosso bacio! <3

Sara :D

 



< Scusi signorina, lei non può stare qui. > una voce alle mie spalle mi fece irrigidire, spaventandomi e facendomi saltare il cuore in gola.

< Mi hai fatto prendere un colpo! > dissi girandomi e posandomi una mano sul petto, come se avesse avuto poteri magici tanto da riuscire
a fermare i miei battiti veloci.


Diedi una gomitata al fianco di Jacopo appena mi fu accanto.

< Ehi calma, calma! > ripeté ridendo, massaggiandosi dove l’avevo colpito.

< Così impari a spaventare una ragazza. > gli feci la linguaccia, sorridendogli appena dopo.

Posò i suoi occhi di quel colore tanto irresistibile sul mio vestito leggero, che avevo messo giusto per coprire il costume.
Anzi, per non coprire, data la sua trasparenza.


< Come siamo carine stasera! > sussurrò quasi in un soffio.

Alzai un sopracciglio guardandolo torvo.

< Il mio gomito è pronto ad attaccare un’altra volta… o preferisci un pugno? > esclamai, alzando il braccio e stringendo la mano.

< Sai, ho scoperto di essere molto brava a tirarli, soprattutto in questi giorni! > continuai con un sogghigno mentre osservavo lo sguardo di lui.

< Volevo solo farti un complimento… > sporse in fuori il labbro inferiore e fece gli occhi dolci.
La faccia da cane bastonato funzionava, con me.

Istintivamente gli accarezzai una guancia, sorridendogli.

Sfiorò la mia mano, non staccando gli occhi dai miei, ela accompagnòlungo il suo profilo, per poi scendere al mento e intrecciare le nostre dita.

I miei respiri erano aumentati, e non riuscivo a capire da dove quel turbinio di emozioni spuntasse, cogliendomi sempre impreparata.

< Andiamo? > carezzò con il pollice il dorso della mia mano, facendomi saltare il cuore.

< Sì. > sussurrai flebile mentre iniziavamo, per la seconda volta quel giorno, a sprofondare i piedi nella sabbia, camminando.

Non appena fummo all’isolotto lui mi guardò intensamente, aspettandosi forse che io dicessi qualcosa.
Ma cosa potevo dire, in un momento così? Con la limpida luce della luna che si rifletteva sull’acqua e che delineava la linea precisa del profilo di Jacopo?

< E’ mezzanotte… > bisbigliarono le mie labbra poi, d’un tratto; in realtà intendevo dire “Cosa stiamo aspettando?” ma la mia bocca aveva rifiutato
di aprirsi e di dirlo, facendo sì che il silenzio, dopo quella banalissima frase, prendesse il sopravvento.


Lui non disse niente, ma si limitò a sfilarsi la maglietta con un gesto deciso, staccandosi da me.

L’occhio mi cadde sui suoi addominali, che senza quel velo di cotone addosso erano perfettamente visibili e…e!

Quella pelle. Così luminosa e abbronzata lievemente. Bastava quella, insieme ai suoi occhi, a farmi impazzire.

Presi la decisione di levarmi il copricostume che poco prima lui aveva guardato; in tutta quella velocità quasi mi sentii come nuda, con solo quel
costume azzurro che avevo scelto di indossare.


Odiavo il mio corpo, e metterlo in mostra mi faceva sentire a disagio come non mai… soprattutto se c’erano due occhi maschili - e che occhi - a guardarlo.

Mi mossi verso la lieve schiuma che le onde creavano quando si infrangevano sulla riva, rabbrividendo quando l’acqua mi bagnò i piedi.

< No, così non vale. > Jacopo mi arrivò alle spalle, afferrandomi in vita e sollevandomi di peso.

< Ma che fai? Mettimi giù! > urlai, schiaffeggiando le sue mani nel tentativo di fargli mollare la presa.

< Mettimi giù! > replicai ansante, per l’acqua gelida che ormai mi bagnava fin sopra la pancia.

< Ai suoi ordini! > ghignò lui, lasciandomi cadere con un tonfo.

Quando riemersi, mi mancò il fiato.

< Non tocco! > mi allarmai, agitandomi.
Non sentivo la sabbia sotto i miei piedi, e mi sentii persa.

< Qual è il problema? > lui sembrava ancora divertito, nonostante vedesse che ero evidentemente in difficoltà.

< Non sono bravissima a nuotare, genio! > mi lamentai, annaspando e muovendo le braccia come un cagnolino.

Con mio stupore mi prese, tenendomi in superficie.

< Dovevi dirmelo… > sembrò scusarsi.

< E quando? > respirai calma mentre passavo le braccia intorno al suo collo. La mia ancora di salvezza.

< Mi hai presa e mi hai buttata in acqua! > lo ammonii, e andai a fuoco quando mi passò una mano tra le scapole.
Sì, andavo a fuoco in acqua.

< Beh, prima! > sussurrò quando mi strinse a sé, facendomi venire la tachicardia.

Sentivo perfettamente il contatto della mia pelle contro la sua, ed un altro brivido mi attraversò la schiena.

Mi portò verso riva, dove il livello dell’acqua era più basso e i miei piedi potevano toccare il fondale sabbioso.

Non volevo staccarmi da lui, volevo tenere le mie braccia a circondargli il collo e ad accarezzargli i capelli, senza farmi inutili problemi e menate mentali varie.
Libera di pensare e fare quello che il cuore comandava.

< Va bene qui? > domandò.

Feci un segno di assenso con la testa, prima di staccarmi da lui e di passargli una mano sul torace, scendendo.

Sentii il suo petto sussultare al tocco, e la mia mano infiammarsi.

Rimasi interdetta, alzando lo sguardo ed incontrando il verde dei suoi occhi: ancora una volta mi ero persa in un mondo parallelo al mio che
non sembrava finire mai di girare; un tunnel illuminato da mille luci che riflettevano tutto ciò che in quel momento ero in grado di provare.


Le labbra mi pizzicavano e riuscivo a sentire distintamente il sapore di sale mischiato a quello di vaniglia.

< Dile, provalo! L’ho comprato oggi nel negozietto all’ingresso! >  aveva esclamato Camilla, tutta felice del suo nuovo acquisto, ed io, da brava
amica-cavia, avevo provato quel burro cacao dal profumo invitante.


Non era stata una brutta idea, dopotutto.

Camilla a volte, insieme alla sua mania per i trucchi e per gli accessori, sapeva rendersi utile.

Mi si mozzò il fiato quando Jacopo portò le sue dita ad accarezzarmi la nuca e il collo, risalendo verso il mento.
Avevo l’insensato impulso di baciarlo. Baciarlo e basta.

< Diletta… > sussurrò, prima di avvicinarsi alle mie labbra e di colmare il vuoto che ci separava.

Non riuscivo a pensare ad altro che a lui.
Il suo nome mi vorticava impertinente per tutta la testa; Jacopo, Jacopo e solo Jacopo.

Accarezzai la leggera barbetta che gli ricopriva il viso e che mi faceva letteralmente impazzire i sensi, continuando però a baciarlo.

Tracciai con la lingua il contorno delle sue labbra, mordicchiandole ad ogni sospiro recuperato.

Non capivo più niente; ero totalmente persa dalla frenesia di averlo, di abbracciarlo e di stare attaccata a lui e alle sue labbra per ore, senza
esserne mai stanca.


Quando mi staccai da lui, di controvoglia, rimasi ad osservarlo con intensità, rendendomi contro di sentire dentro di me cose mai provate prima.

Ero pazza, pazza di lui.
Pazza dei suoi occhi, pazza del suo carattere, pazza del suo carisma e della sua voglia di fare.
Pazza.

< Tutto bene? > chiese poi lui, vedendo che lo stavo fissando inebetita.

Sorrisi, ricordando il nostro primo incontro.



 
Ritornai a leggere, ma ero troppo curiosa, e iniziai a fissarlo.

Aveva lineamenti del viso delicati; il naso era perfetto, e la sua bocca era carnosa. Mi veniva voglia di baciarlo.

Notai che anche lui mi lanciava delle occhiate di nascosto...mi osservava come io facevo con lui.

Non volevo essere beccata a guardarlo ma, anche sforzandomi, non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.

"Quanto sei carino..." pensai, mordendomi il labbro inferiore.

Lui si girò di scatto come se mi avesse sentito e, come avevo previsto, vide la mia facia imbambolata.

Fece sicuramente finta di non aver notato niente, mascherando la sua faccia sorpresa con una domanda:

< Scusa, hai per caso una penna o una matita? >

 



< Mai sentita meglio. > risposi noncurante della mia voce incrinata.

< Credo di sentire la stessa cosa. > esclamò con voce dolce,  lasciandomi un altro bacio sulle labbra umide.
   
 
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