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Autore: Alexys_Tenshi    07/06/2012    6 recensioni
Dopo che la giovane si sedette, Minato tornò ad osservare il paesaggio. Ma qualche minuto dopo, la curiosità stava prendendo il sopravvento sul ragazzo. Voleva sapere qualcosa su quella giovane ragazza seduta accanto a lui. Ma quando fece per girarsi, notò che stava scendendo dall’autobus. Provò a scendere anche lui ma inciampò nella sua tracolla, così le porte si richiusero di nuovo.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Partecipante al primo girone del Contest a Turni: The Hunger Games, indetto da Cosmopolitan00 sul Forum di EFPNick: Killuale 94
Titolo della storia: Giochi di sguardi, labirinti e libri.
Personaggio scelto: Minato
Rating: Giallo
Genere: Introspettivo, Drammatico, Non sense.
Avvertimenti: AU, One-shot
Trama: Dopo che la giovane si sedette, Minato tornò ad osservare il paesaggio. Ma qualche minuto dopo, la curiosità stava prendendo il sopravvento sul ragazzo. Voleva sapere qualcosa su quella giovane ragazza seduta accanto a lui. Ma quando fece per girarsi, notò che stava scendendo dall’autobus. Provò a scendere anche lui ma inciampò nella sua tracolla, così le porte si richiusero di nuovo.
Note dell’autore [facoltative]: In questa storia ho voluto provare a scrivere su diversi personaggi di diverse generazioni. Mi è stato un po’ difficile collegare Hinata con un libro, all’inizio non avevo la più pallida idea di cosa scrivere in proposito. Un altro soggetto che non so ch ruolo abbia veramente è Kakashi, l’ho messo più per “bellezza” che per altro.

Giochi di sguardi, labirinti e libri.

Minato salì sull’autobus di città diretto in centro. Timbrò il biglietto e si sedette su uno dei pochi posti liberi rimasti. Posò la sua tracolla sul sedile accanto e, quando il mezzo di trasporto ripartì, poggiò la testa bionda contro il vetro freddo del finestrino.

I suoi occhi azzurri osservavano il paesaggio che passava dalla periferia, fino ad inoltrarsi nella caotica città. Le persone salivano e scendevano: bambini, donne, uomini, anziani. Tutti con i propri pensieri e le proprie direzioni. Minato avrebbe tanto voluto sapere dove sarebbe andato quel piccolo bambino di appena sette anni, tutto solo.

D’improvviso, mentre era immerso nei suoi pensieri, accanto a lui era apparsa una ragazza. Minato spostò subito la tracolla dal sediolino per farla sedere. Aveva lunghi capelli corvini ed i suoi occhi erano chiarissimi, quasi bianchi. Indossava un leggero vestito blu, ai piedi aveva delle ballerine blu come il vestito. Dopo che la giovane si sedette, Minato tornò ad osservare il paesaggio. Ma qualche minuto dopo, la curiosità stava prendendo il sopravvento sul ragazzo. Voleva sapere qualcosa su quella giovane ragazza seduta accanto a lui. Ma quando fece per girarsi, notò che stava scendendo dall’autobus. Provò a scendere anche lui ma inciampò nella sua tracolla, così le porte si richiusero di nuovo.

**

La pioggia cadeva fitta sulla città. Il ragazzo stava camminando a passo svelto, diretto verso casa. L’ombrello giallo lo riparava in parte e si coprì gli occhi con la mano sinistra.
<< Proprio oggi dovevo uscire? >> pensò il biondo proprio mentre una macchina gli schizzò dell’ acqua sui jeans.
Maledicendo l’auto continuò sulla sua strada, fin quando non la vide.

Avanti a se si trovava la ragazza che qualche giorno prima si era seduta accanto a lui sull’autobus. Indossava lo stesso vestito dell’ autobus e lo sguardo perso.
Minato cercò di avvicinarsi lentamente, ma lei improvvisamente si girò e lo guardò. Non una parola uscì dalle sue labbra, ma un dolce sorriso fece arrossire il biondino. La ragazza fece una mezza piroette e c’incamminò lungo il marciapiede.
Minato restò fermo per qualche secondo, non sapendo cosa fare, poi decise di seguire la misteriosa ragazza. Camminò a circa dieci metri di distanza da lei, la seguì sotto i portici in pietra del vecchio duomo, tra le bancarelle chiuse del mercato, addentrandosi nei vicoli bui e stretti della parte antica della città.

Minato continuò a camminare sotto il suo ombrello giallo, ignaro della meta finale della ragazza. Non aveva la forza di parlare, così preso dal guardare la sagoma della giovane ragazza muoversi lentamente. Finì col vedere solo lei. Minato riusciva a distinguere solo la sua figura, non la pioggia, non l’asfalto, nemmeno uno scorcio di paesaggio. Ma ad un tratto ci fu solo il bianco.
All’inizio il giovane non capì come mai la ragazza fosse scomparsa dalla sua visuale, poi man mano che tornò alla realtà, comprese che era entrata in un negozio, più precisamente un’antica libreria. Dopo un attimo di esitazione entrò.

La stanza era piccola, il lato destro era pieno di scaffali ricolmi di libri. Sul lato sinistro si trovava un tavolo di legno e dietro di esso un uomo alto, dai capelli grigi, con una strana maschera a coprirgli la parte inferiore del viso. L’uomo era seduto e stava leggendo un libro. Della ragazza non c’era traccia.
Minato posò il suo ombrello giallo e si avvicinò verso l’uomo, che doveva essere il proprietario della libreria. Quest’ ultimo lo guardò dall’alto in basso e, nascosto dalla maschera, gli fece un sorriso. Almeno così sembrava al giovane.
<< In cosa posso esserti utile? >> chiese gentilmente il proprietario posando sul bancone il libro.
<< Cerco una ragazza. >> rispose Minato guardandosi ancora in torno, come se da un momento all’altro la giovane potesse apparire alle sue spalle.
Senza che il biondo continuasse, l’uomo indicò con il dito una piccola porta di fianco al bancone. Minato la guardò stranito, c’era qualcosa che non gli piaceva, come una strana sensazione.

Varcò la soglia e si ritrovò in una stanza immensa. Minato si bloccò all’improvviso, tanto lo stupore che provava. La stanza era un labirinto, pieno di libri. Fece qualche passo verso l’entrata di quell’ immenso labirinto, quando una macchia blu sfrecciò avanti ai suoi occhi. Minato si bloccò, un rivolo di sudore gli scorse per la schiena.
Dall’angolo sinistro vide sbucare la piccola testa corvina della ragazza.
<< Rieccoti! >> disse il biondo.
Lei sorrideva felice e dopo qualche secondo si ritirò. Minato corse per raggiungerla. Corse per tutto il labirinto, con la giovane avanti a lui, ma non riusciva a prenderla. D’improvviso Minato arrivò ad un vicolo cieco, e la ragazza non c’era più.
<< Ma dov’è finita? >> si chiese. Poi lo notò: di fronte a lui c’era un libro che sporgeva di più verso l’esterno dello scaffale. Minato prese il libro tra le mani: questo aveva una copertina rigida dal colore rossiccio, sul fronte della copertina era scritto solo il titolo del libro: Hinata.
Minato aprì il libro, sfogliò le pagine ingiallite dal tempo. Sembrava che la storia parlasse di una ragazza che incontrò un giovane e lo portò in un labirinto. Qui il giovane si perse, fino a quando il mostro del labirinto non lo uccise.
<< Sembra una rivisitazione del Filo di Arianna. >> constatò Minato. Ma il ragazzo non ebbe altro tempo per parlare perché, sfogliata l’ennesima pagina, si ritrovò un disegno della protagonista femminile. Hinata. Sì, a Minato mancò il fiato ed il libro gli cadde quasi dalle mani. Perché? Ma perché Hinata era proprio la giovane che aveva seguito fin lì.

Minato era così sorpreso che non si accorse minimamente della figura che si era posizionata dietro di lui, né sentì il colpo andare a segno. Dopo questo non poté più provare nulla, dato che la sua testa era stata staccata via, ed ora rotolava vicino uno scaffale.
<< Che stupido questo ragazzo. >>  disse una voce maschile.
<< Mi spiace averlo portato fin qui… in fondo è stato gentile. >> rispose Hinata.
Hidan ripose la sua falce insanguinata dietro la schiena, poi si voltò verso di lei e la guardò con i suoi occhi grandi e pieni di felicità.
<< Grazie per quest’ultima vittima Hinata. >> le disse tornando nei meandri del labirinto.

La ragazza, invece, uscì dalla porticina e tornò nella piccola stanza dove Kakashi, l’uomo mascherato, stava finendo di leggere il suo libro. L’uomo la guardò senza parlare.
<< Vado a fare una passeggiata Kakashi, a dopo. >> disse prendendo l’ombrello giallo che Minato aveva lasciato sull’uscio della porta. Così la giovane Hinata stava andando in cerca di un’altra vittima.


Sintassi e Grammatica: 7/10 
IC dei Personaggi: 7/10 
Originalità della Storia: 7/10 
Giudizio Personale del Giudice: 2/5 
L'ho trovata molto inquietante. 
Originale, leggermente nonsense e...inquietante. 
Per questo, a mio avviso, avresti dovuto mettere il Rating "Giallo" e non il "Verde". 
Nel complesso, non è male. Insomma, è scritta bene e la punteggiatura è buona. Ma ci sono troppe ripetizioni e certe frasi andrebbero rivedute e corrette con altre più adatte. 
Minato è abbastanza IC - anche se, obbiettivamente parlando, poco si sa sul carattere di questo personaggio. Hinata, invece, è totalmente diversa da quella originale - insomma, portare ad Hidan vittime sacrificali, non è propriamente nel suo stile. 
Nonostante ciò, mi è piaciuta. Forse perché, leggendola, ti aspetti un finale romantico e non ti passa nemmeno per l'anticamera del cervello un colpo di scena così violento. Brava. 
TOTALE PUNTEGGIO: 23/35
   
 
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