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Autore: ___Ohmykidrauhl    08/06/2012    2 recensioni
E se la fortuna fosse stata in favore di Primrose? Se Effie Trinket avesse estratto il nome di Katniss da quella boccia di vetro? Se qualcuno si fosse offerto volontario al suo posto? Se la protagonista di questa storia non fosse la Ghiandaia Imitatrice?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Perché?" chiede lui "Perché mi stai dicendo tutto questo? Io e te siamo nemici ormai..io e te dobbiamo odiarci." 
"Odiarci? Chi lo dice? Vuoi che Capitol City ti muova come una marionetta? Vuoi che decidano loro non solo cosa fare della tua vita ma anche i sentimenti che devi provare e le azioni che devi compiere? Ben venga allora, io non la penso così" sembra uno dei discorsi che Gale si preoccupava di urlare a tutta voce nel Prato ogni volta che gli era possibile.
Peeta fissa il pavimento e una lacrima si agginge a rigargli il viso ancora una volta "Non azzardarti" dico riproverandolo con voce ferma.

 
Più volte avevo trovato con lo sguardo Peeta mentre guardava verso di noi, me e Katniss ovviamente, a scuola; tra loro c'è sempre stata molta sintonia ma non erano mai diventati amici. Conosco la madre di Peeta, è una donna scontrosa ma ha sempre confessato di avere un debole per me e per la mia famiglia, non ho idea del perché; Quando mio padre fu giustiziato, lei e suo marito furono i primi ad offrirmi delle provviste e per qualche mese lavorai alla panetteria sotto lo sguardo attento di quel bambino biondo tanto timido da non rivolgermi mai la parola. 
Forse gli sono semplicemente antipatica o al massimo indifferente e penso di non aver migliorato le cose rimproverandolo in quella maniera.
Contrariamente agli ordini dettatici tempo prima da Effie Trinket esco da quel salotto e mi dirigo verso quella che penso sia la mia camera.
Sembra tutto all'avanguardia ma non ho nè il tempo nè la voglia di premere quei bottoncini colorati quindi mi distendo sul letto tentando di dormire.


Il mio Giacimento, vedo Gale e Katniss poco distanti da me che mi salutano allegramente. 
Non è cambiato nulla allora. Siamo ancora qui. Ancora insieme.
E invece no. Loro non sono Gale e Katniss, sono marionette, proprio come Peeta.
Si muovono a scatti, mossi da due mani, i loro fili sono duri, bianchi, quasi fanno male.
Sono proprierà di Capitol City, come tutta Panem dopo tutto..
Mi alzo di soprassalto grazie alla voce squillante di quell'odiosa donna che mi sveglia bruscamente urlando "Su, su, su! Sarà una grande, grande, grande giornata!"
e mi costringe poi ad andare a fare colazione. Sinceramente non m'importa di mangiare anche se qualche chilo in più sarebbe d'aiuto nell'arena.


L'arena. Durante tutti gli Hunger Games a cui ho potuto assistere è stata la miglior alleata dei vincitori.
Un anno era un isolotto circondato d'acqua, l'anno dopo era una montagna innevata.
Spero solo che ci sia un arco. O qualsiasi arma che potrei usare a mio favore. 
Non vincerò mai ma non voglio morire senza combattere.
Per obbligo di Effie, appunto, vado a fare colazione trovando comodamente seduti Peeta ed il nostro "mentore".
"La ragazza 'non sono una marionetta' è tornata tra noi poveri mortali" commenta Haymitch che formerebbe con Effie la coppia più odiosa di questo Universo.
Avrà sentito il discorso tra me e Peeta oppure il figlio del panettiere non ha saputo tenere tutto dentro?
Mi siedo su una sedia distante da entrambi e con voce tranquilla ed un piccolo sorriso esclamo "Dovreste essere onorati di farmi compagnia negli ultimi momenti della mia vita, giusto caro mentore?" il suo sguardo è quasi perplesso, poco sorpreso sembra invece Peeta.
"Giusto ma niente è detto fino all'ultimo, prova a restare viva poi si vedrà"
"E' ciò che intendo fare"
dico con voce ferma.
Anche se non sono così sicura di me devo dimostrare a Peeta un minimo di coraggio dopo la ramanzina che gli ho fatto ieri.
"Saremo in due allora" commenta quest' ultimo accennando un mezzo sorriso.
Spero solo che non sarà lui a mettere fine alla mia vita una volta iniziati i veri e proprio giochi. 


Eccola lì, Capitol City. Quando Gale sbraitava tanto contro Capitol non riuscivo a capire tutto il suo odio, adesso condivido perfettamente ogni singolo sentimento negativo per questo luongo tanto bello tanto instriso di cattiveria e ingiustizia. 
Qui nessuno perde tempo e subito mi viene presentato il mio staff di preparatori, essere bella nell'arena non servirà a nulla ma le speranze del mio mentore sono riposte in qualche sponsor. Venia, Flavius, Octavia, gente bizzarra, vestita con colori sgargianti, con i visi adornati da tatuaggi eccentrici e splendidi ombretti, tutto ciò accompagnato da voci stridule comprese di accento che criticano ogni singola parte del mio corpo.
"Guarda come sono ridotte le punte dei suoi capelli, ha bisogno di una spuntatina" grida una.
"Altre cera per la ceretta! Ho bisogno di altra cera!" sbraita l'altra.
"Ha le unghie messe peggio di una talpa" commenta l'altro.
Dopo pochi minuti ho già il mal di testa e spero che questa tortura finisca il prima possibile.
Mi hanno detto che Cinna sarà il mio stilista, è il suo primo anno...



My space
Rieccomi, sono ancora viva, ancora non sono 
stata scleta alla mietitura, almeno io.
Comunque, ho finalmente finito la scuola quindi
conto di aggiornare al più presto.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento.
#muchlove, Ronnie//.

PS. Vi ringrazio per le tante visualizzazioni alla storia e per 
tutte le recensioni, mi fa piacere leggere il vostro parere. (:
  
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