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Autore: JulietStarLight96    08/06/2012    4 recensioni
Sotto ispirazione di dubbia provenienza, mi è uscito questa storia un po' anormale, tanto per dire. E' ambientata nella seconda stagione, e i membri del Glee Club... bhè, hanno strani poteri. Già, poteri magici!
C'è un po' di Quam, un po' di Quinntana e tanta Quick, alcuni sono un po' OOC, alcuni capitoli tristi, altri semplicemente strani. Se volete saperne di più vi basta leggere.
Non era voglia disperata, non era un bacio di consolazione, era solo per chiudere il mondo fuori dalla porta e poterci urlare ‘ti amo’ senza che nessuno sentisse. «Ti amo anche io.»
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Sam Evans, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se mi fermo a pensarci, è stato un anno niente male per Kurt Hummel. Insomma, mi sono trovato un ragazzo bellissimo e dolcissimo, la mia voce è migliorata e sto sviluppando sempre di più i miei poteri. Assaporai il profumo di arance e fiori che c’era nell’aria di Lima, che annunciava l’arrivo dell’estate in città: era l’ultimo giorno di scuola, l’ultimo giorno prima di diventare un Senior. L’anno prossimo sarebbe stato molto diverso, sempre a pensare al mio futuro, a New York, agli addii da fare, a cosa fare della mia vita una volta uscito dal McKinley. Non sarebbe stato facile.
Ma avevo ancora tre mesi davanti, tre lunghi mesi di dolce far niente, reduci da una sconfitta alle Nazionali di NY e pieni di cene e uscite di gruppo. In questi mesi erano successe tante cose, tanti scandali avevano colpito il Glee Club e ne eravamo usciti più forti e amici di prima. Eravamo cresciuti di più quest’anno che in tutta la nostra vita, ognuno alle prese con una sua battaglia personale: Santana e il suo coming out forzato, Quinn e Puck che dovevano affrontare le conseguenze di quel bacio, Sam che dopo essersi preso un pugno ci provava con un’altra, e la Berry che escogitava uno strano sistema per attirare l’attenzione di Finn. Devo ammettere che vederla con addosso l’uniforme delle Cheerios era stato uno shock per tutti, ma piano piano le altre cheerleader l’avevano accettata tra i loro ranghi, perfino la Fabray la sopportava in silenzio. Certo Rachel era l’ultimo dei suoi problemi.
Mi incamminai fino all’armadietto di Blaine tenendo ferma la tracolla che mi rimbalzava sulle gambe, e gli diedi un bacio leggero a fior di labbra. C’era ancora gente che ci osservava disgustata, altri che scuotevano la testa, ma gli atti di bullismo erano drasticamente diminuiti e da quando anche la grande e ammirata Santana Lopez aveva confessato di avere un debole per le ragazze, molti altri l’avevano seguita a ruota. Era strano pensare come il suo gesto avesse dato la forza a decine di persone, mentre, nonostante tutti sapessero della mia preferenza per i ragazzi, se ne erano sempre fregati restando chiusi nei loro gusci. La popolarità a volte conta davvero. Era strano pensare a dove era prima, ai vertici della piramide, lo sguardo determinato sempre presente e le sue battutine acide che colpivano un po’ tutti, e poi vederla adesso, con i capelli sciolti sulle spalle, vestiti normali (e provocanti) al posto della divisa e, cosa più importante, una mano dalle unghie smaltate intrecciata alla sua.
Maggie Langdon, del terzo anno, capelli biondi e ricci tagliati sopra le spalle e degli occhi impressionantemente uguali a quelli di Quinn: a dir la verità tutto, a partire dalla forma del viso e finendo sulle gambe perfette, ricordava la bionda, e non era un segreto che tutti pensavano che l’avesse scelta per quello. Nessuno sapeva con certezza se anche lei fosse lesbica, i più pensavano che l’avesse fatto per la popolarità, di certo c’era che quelle due stavano felicemente assieme da Febbraio. Probabilmente non erano nemmeno innamorate, erano una coppia per necessità: una aveva bisogno di fama, l’altra di avere qualcosa di caldo sotto lo stomaco per digerire. Ancora adesso vederle camminare insieme nei corridoi suscitava più sguardi di invidia che di disprezzo, nonostante tutti ben sapevano che erano una coppia finta. Ma la Lopez era felice, e tanto bastava.
Quella che tutti pensavano avrebbe reagito peggio alla notizia, si era innamorata di un altro, anche se la cosa era partita come un tentativo di consolarsi a vicenda. Brittany sembrava incollata al braccio muscoloso di Sam Evans, una coppia perfetta, lei cheerleader e lui co-capitano della squadra di football, entrambi biondi e con gli occhi azzurri, l’incarnazione di due angeli. Non c’è da meravigliarsi che siano stati eletti re e reginetta del ballo. A mio parere, lui si innamora e disinnamora troppo in fretta, e probabilmente quello che lui considerava ‘vero amore’ era una specie di apprezzamento della bellezza, dato che tutte le sue ragazze potevano fare le modelle. Ricordo ancora i suoi primi giorni in questa scuola, quando pensavo che fosse gay per via dei capelli tinti (non che adesso abbia smesso di crederlo), e devo ammettere che provo una stretta al cuore quando vedo le sue labbra enormi toccare quelle della Pierce, ma poi sento la stretta calda della mano di Blaine e mi rendo conto di quanto sono fortunato.
«Ho un’ora buca, adesso. L’insegnante di biologia si è misteriosamente ammalato. Ti va se ci sediamo in un’aula vuota e chiacchieriamo un po’?» anche se parlavamo e basta, era sempre bello ritagliarci questi momenti da soli, così quando me lo chiese annuii sorridendo. Mancava solo un’ora prima di salutare il Glee per l’estate, e volevo passarla nella maniera migliore. Quando però entrammo in quell’aula che tutti noi sapevamo vuota da tempo, trovammo qualcuno che aveva già avuto la nostra stessa idea, e che anzi si era spinto più in là. Chiusi subito gli occhi e mi misi ad urlare istericamente mentre uscivo: vedere Noah mezzo nudo era sempre stato uno dei miei sogni proibiti, ma lui era sempre davanti a me sorridendo e non steso a dare baci sul collo ad una biondina. Una biondina molto familiare, a dir la verità. «Mi ricorderò questa scena per tutta la vita!» squittii al mio ragazzo, che sembrava non riuscisse a staccare gli occhi da quei due, che ci avevano sentiti entrare ed erano avvampati all’istante. Chiusi la porta dell’aula scuotendo la testa per scordare quello che avevo visto, nonostante tutti sapevamo che quei due lo facevano abbastanza spesso, un altro paio di maniche era vederli ‘all’opera’.
Quinn in reggiseno era comunque uno spettacolo, che ti piacessero le ragazze o meno, e in quel momento pareva così bella, spettinata e con gli occhi felici. Era da tempo, a dir la verità, che la bionda si era liberata di quelle nuvole che le oscuravano lo sguardo ed era diventata allegra come non mai, un po’ stronza a volte ma sempre ottimista. Nessuno l’aveva mai vista così, e probabilmente il fatto che Santana avesse trovato qualcuno che la rendesse felice aveva aiutato la trasformazione: non c’era dubbio, però, che i meriti andassero tutti a Puck, che non l’aveva mai lasciata sola e l’aveva sempre sostenuta, anche quando tutti noi gli davamo dello stupido. Parevano una coppia così felice, sempre a sbaciucchiarsi e a tenersi per mano, che ormai erano considerati, assieme a Sam e Brittany, una delle unioni migliori del McKinley. Lui era decisamente più responsabile, per lei si era ravveduto e aveva messo la testa a posto, mentre la Fabray aveva abbandonato le sue maniere bastarde per riprendersi dagli scandali in cui, come ogni anno, era stata coinvolta. Si mormorava che lei gli avesse confessato di essere bisessuale, e ora la schiera di persone che sbavava ai suoi piedi era aumentata comprendendo anche qualche ragazza. Persino io qualche volta faticavo a riprendermi dopo averla vista con addosso qualcosa che le stava sorprendentemente bene, ed ero convinto della mia omosessualità. Puck era un ragazzo molto fortunato.
Passammo il resto dell’ora nei bagni (essere due ragazzi qualche volta aveva i suoi vantaggi) a parlottare come ragazzine pettegole, e alla fine ci avviammo per mano nell’auditorium per la nostra ultima volta da Junior, sedendoci ai nostri soliti posti. La dannata Trinità era in piedi in mezzo alla stanza, sembravano più forti che mai, con i loro sorrisi emozionati e gli occhi, prima di ghiaccio, che abbracciavano dolci noi e la stanza. Will appoggiava la mano sulle loro spalle, un po’ triste: probabilmente l’ultima canzone che avremmo fatto lì dentro l’avrebbero cantata loro. L’attimo di irritazione per non essere stato scelto svanì in un secondo quando capii che nessuno se lo meritava di più. Intrecciai le dita con quelle del mio ragazzo, come mi ero accorto avevano fatto anche loro tre, e mi zittii come tutti gli altri in quella stanza.
«Skies are crying, I am watching, catching teardrops in my hands» iniziò a cantare la Lopez, quasi sottovoce. «Only silence, as it’s the ending, like we never had a chance» sussurrò la Pierce accanto a lei, stringendole le dita, e poi per ultima Quinn. «Do you have to make me feel like there’s nothing left of me?» quando partirono col ritornello, avevo già riconosciuto la canzone. Fatta a cappella, con le loro vocine dolci, la rendevano ancora più bella e suggestiva, soprattutto sapendo quello che avevano passato prima.«You can take everything I have, you can break everything I am, like I’m made of glass, like I’m made of paper.» ripensai a tutte le lacrime che avevano versato, tutte le cose che le avevano abbattuto e non potei far altro che asciugarmi gli occhi lucidi mentre finivano la canzone. «Go on and try to tear me down, I will be rising from the ground, like a skyscraper.» era la canzone perfetta per loro: bastava guardarsi attorno per capire che tutto quello che avevano cantato la sentivano davvero sulla loro pelle. ‘Skyscraper’, di Demi Lovato. Perché tutte erano state abbattute, ma erano tornate in piedi proprio come un grattacielo. 


(la canzone finale è questa: 
http://www.youtube.com/watch?v=r_8ydghbGSg)
Salve! Scusate se Venerdì scorso non ho postato, ma abitando a Modena ho avuto un po' di problemi per via del terremoto e di conseguenza ero troppo scossa per scrivere. Questo è l'ultimo capitolo, l'anno si chiude, e ho voluto dare un po' di spazio ad un personaggio che non ho degnato molto di attenzione ma che amo. Alcune frasi sono prese dalla seconda stagione, tipo quella che per Kurt Hummel è stato un anno niente male e quella che Sant deve avere qualcosa di caldo sotto senò non digerisce (spero di non aver urtato la vostra intelligenza elencandovele). Anyway, spero che questa storia vi sia piaciuta, sto facendo un pensierino sullo scriverne un'altra a Settembre sul terzo anno ma si vedrà! Intanto grazie per averla seguita, grazie alle mie recensori (?) folli e a tutti quelli che l'hanno letta 'in silenzio'.
Se avete ancora voglia di leggere qualcosa di mio, quest'estate non starò ferma e probabilmente scriverò una raccolta di OS anche se è tutto ancora da decidere, se volete ditemi i vostri nomi e vi mando un messaggio con la mia nuova storia :3 Sicuramente non me ne starò con le mani in mano!
ps. Tutto finisce, è nell'ordine naturale delle cose, ma finisce per dare spazio a cose nuove, per cui non piangete e sollevatevi dal suolo come un grattacielo.
   
 
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