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Autore: Laurana Lauranthalasa Efp    08/06/2012    3 recensioni
Sembrano tutti quanti felici, ma osservandoli bene ti chiedi se lo sono veramente o se si atteggiano a recitare la parodia assurda di una vita spensierata e allegra. Una vita a te sconosciuta, dove gli anni sono passati in un soffio e dove non hai trovato altro che la compagnia dei tuoi pensieri.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno, dieci, cento passi verso la vita.

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Mi sono seduto sul bordo della vita e con i piedi a penzoloni ho guardato l'infinito respirando il suo profumo.


 

Quanti passi hai percorso in compagnia della tua solitudine?
Uno, dieci, cento, mille, ormai non li conti nemmeno più.
L'aria calda del pomeriggio ha lasciato il posto alla frescura della sera e dopo tanto tempo riscopri quanto sia bello passeggiare per le vie del centro, guardare le vetrine e osservare la gente radunata nei bar intenta a parlare animatamente con amici o conoscenti.
Sembrano tutti quanti felici, ma osservandoli bene ti chiedi se lo sono veramente o se si atteggiano a recitare la parodia assurda di una vita spensierata e allegra. Una vita a te sconosciuta, dove gli anni sono passati in un soffio e dove non hai trovato altro che la compagnia dei tuoi pensieri.
Una vita -non vita- vissuta a bordo campo di un’ipotetica partita a calcio, dove i migliori segnano goal e i mediocri restano in panchina.
 Ma stasera hai deciso di cambiare, o almeno di provare a mutare il corso della tua esistenza e sei uscito dal guscio protettivo che con il tempo ti sei costruito intorno.
E' con fatica che ti fermi davanti a quel  bar e con altrettanto timore ti appresti ad aprire la porta per entrare.
Una musica assordante ti investe e fa tutt'uno con le parole quasi gridate degli avventori seduti al bancone, in attesa di bere qualcosa di fresco.
Una ragazza ti passa accanto, la guardi attentamente. E’ giovane e bella. Si dirige con passo veloce verso un uomo seduto ad un tavolino. Lui, quando la vede arrivare le porge la mano e la stringe a se. Hanno tutti e due lo sguardo felice, radioso e luminoso come solamente l’amore sa dare.
Ti si stringe il cuore. Nessuno ti ha mai rivolto un’occhiata così. Né donna, ne uomo.
Che vita può essere senza aver avuto il privilegio di un qualsiasi contatto umano?
Vorresti avere accanto una persona che ti stringa, ti accarezzi, ti baci come solo un’amante sa fare.
 Ti piacerebbe poter donare il tuo corpo a qualcuno perché possa sentirsi amato e protetto per il resto dei suoi giorni, come se tu fossi un rifugio contro le avversità della vita.
Di passi ne hai fatti tanti, hai incontrato tanta gente ma non sei mai riuscito ad arrivare al cuore e all’anima di una persona. A farti amare, desiderare. Niente di niente.
Il vuoto intorno a te, da sempre, regna sovrano.
Tante volte ti sei chiesto il motivo di questo tuo isolamento non di certo né cercato, né imposto. Di domande te ne sei fatto tante ma le risposte sono rimaste campate in aria, libere come nuvole sfuggenti in un giorno di primavera.
Ti siedi ad un tavolino e ordini una birra. Contemporaneamente senti il telefono suonare, ma non hai voglia di rispondere e lasci che il suono si spenga.
Ti viene l’idea balzana di farti una foto con il cellulare. Così, giusto per passare il tempo.
Magari la puoi pubblicare sul tuo profilo. Va aggiornato ogni tanto. O no? Ti chiedi.
Scatti varie foto, una dietro all’altra e tutte le volte, insoddisfatto del risultato, le cancelli.
Quello che vedi ti lascia perplesso e stupito nello stesso tempo: un volto corrucciato, feroce nell’espressione come se fosse in lotta con il mondo intero. Lo sguardo è duro, talmente chiuso in se stesso da non  permettere a nessuno di entrare e dialogare con l’essenza del tuo essere.
Adesso capisci. Capisci tutto.
Come può una persona avvicinarsi a te se non hai che da offrire solamente astio e livore?
Beh… certo di delusioni ne hai avute tante e forse non sempre era colpa tua, però se solo avessi permesso agli altri di conoscerti  un poco , forse le cose sarebbero andate diversamente.
No, il problema è che hai dannatamente paura.
Hai timore di soffrire ancora.
Hai paura di rischiare di essere corrisposto, di essere desiderabile per  qualcuno.
Ti poni obbiettivi irraggiungibili, così il conseguente insuccesso non farà altro che alimentare la frustrazione del non essere desiderato, amato.
E così, senza fare nulla, senza vivere, senza metterti in gioco stai fuori dal cerchio della vita.
Hai la testa che ti scoppia a furia di pensare.
Scatti un’ultima foto, cercando di rilassare i lineamenti.
La guardi e questa volta noti che è riuscita meglio delle altre.
Lo sguardo è calmo, il volto quasi sereno.
Ti viene anche da ridere, perché nella foto si vede che bevi la birra e sicuramente conoscendo i tuoi amici, ti prenderanno in giro dandoti dell’ubriacone.
Starai al loro gioco. L’importante è che siano felici così.
Ti guardi intorno. Pensi che in fondo non è male rimanere seduti godendosi la musica e il chiacchierio delle persone. Ti senti quasi euforico.
Sei contento di essere uscito questa sera e sei felice che i tuoi passi ti abbiano portato in questo locale.
Magari se ci tornerai, e ci tornerai, può darsi che prima o poi qualcuno ti noti e ti rivolga la parola. O viceversa. Un piccolo sforzo lo puoi fare anche tu, vero?.
Ti alzi dalla sedia e vai a pagare la birra.
Prima di uscire  dalla porta, noti un ragazzo che ti fissa insistentemente quasi non credendo ai suoi occhi.
Lo riconosci. E’ Francesco della 5° B.
“Buonasera professore. Anche lei qui?”
Lo saluti con un cenno del capo e di rimando rispondi:
“Beh…anche un orso come me prima o poi si risveglia dal letargo! Ciao Francesco, torno a casa. Buona serata.”
Ti allontani lentamente. Ti lasci alle spalle la musica e il brusio degli avventori, che a mano a mano che cammini diventa sempre più indistinto fino ad arrestarsi del tutto.
Adesso sei in compagnia dei tuoi passi.
Manca poco a casa.
Guardi l’ora. E’ quasi mezzanotte.
Non sei molto stanco, pensandoci bene, potresti passare una mezz’ora al pc prima di coricarti.
Chissà…magari c’è ancora qualcuno con cui parlare in chat.


 
 
 

Dedicata a M.
Non è mai troppo tardi per cambiare.

   
 
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