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Autore: darkronin    08/06/2012    3 recensioni
Sequel di "Il labirinto visto dal castello". Quindi è la mia prima -vera- fic su Labyrinth.
Sono passati esattamente dieci anni dall'avventura nell'Underground.
La vita di Sarah ha subito particolari cambiamenti ma ancora non le sono chiare molte delle cose occorse in passato, specialmente l'atteggiamento di Jareth.
Il decimo anniversario scivolerà via come una giornata tra tante o dobbiamo prepararci a una nuova avventura? Verranno chiariti i punti controversi e le incomprensioni?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tela di diamante'
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21. In trappola





Dannazione!” urlò la voce maschile innalzandosi dalla profonda oscurità “Quanto sono stato stupido!” le parole erano accompagnate da una serie di colpi, presumibilmente calci e pugni contro la parete.
Tutto intorno era buio profondo. Nero pece, impalpabile, come se gli occhi fossero stati bendati. Non il più piccolo bruscolino di luce filtrava da...da qualche parte. Anche aspettare, nella speranza di adattare la vista a tutto quel buio, era una soluzione solo momentanea. Sembrava quasi impossibile essere immersi in una tale oscurità. Ciechi. Erano diventati ciechi. Avrebbero dovuto fare affidamento solo sugli altri sensi. Ammesso che non fosse solo un tremendo incubo.
Deve esserci un'uscita!” ringhiò ancora la voce.
Datti una calmata...mi stai innervosendo!” replicò seccata una voce femminile. Seguì un latrato d'approvazione. “Su, siediti qui...”
Qui dove, Sarah?” replicò sarcastico un isterico Jareth
Se segui la mia voce ci arrivi...calmati e vedrai che riusciremo a trovare una soluzione” continuò lei, piatta. Dopo l'ennesima imprecazione, roteando gli occhi al cielo, riprese “Non avevi detto che non avevamo fretta?”
Non avevi detto che non avevamo fretta?” ripeté lui, facendole il verso “No, non ne abbiamo, ma ciò non significa che sia contento di restarmene chiuso in...in non so dove!”
Fa un po' come vuoi...” fu la risposta serafica di lei “Basta che non fai casino...”
Che vuoi dire?” ringhiò ancora lui, muovendosi su e giù lungo la parete, tastandola, bussandoci sopra ogni due centimetri, nel tentativo di trovare una falla
Che sono stanca e dormo...abbiamo camminato a lungo... questo si chiama riposo forzato” precisò lei. Jareth la sentì muoversi, un fruscio leggero sulle mattonelle e lo sprimacciamento del cane che si accomodava a terra. “E questo buio concilia...buonanotte...”
Jareth spalancò gli occhi per la sorpresa. Dormire? Dove? Per terra? Ma cosa le frullava per la testa? Li raggiunse a tentoni e si accasciò anch'egli. Marking ringhiò di disapprovazione: era chiaro che non voleva essere usato anche da lui come cuscino. Poggiò la testa al muro e chiuse gli occhi. “Che stupidaggine...” pensò “Come si fa a dormire in questa situazione?”



L'abbaiare furioso di Marking li svegliò di soprassalto.
Quanto tempo era passato? Non sapevano dirlo.
Non sapevano dire nemmeno se avevano davvero chiuso gli occhi.
Era evidente che qualcosa, però, era cambiato: le pareti di quello che sembrava un cubo erano ora tassellate a scacchiera da grandi quadrati neri e rossi. Questi ultimi emettevano un leggero brillio, che aumentava e diminuiva secondo un ritmo costante, quasi seguendo un qualche battito cardiaco.
Che sta succedendo?” chiese Sarah allarmata.
Sospetto nulla di buono...” Jareth digrignò i denti: quello non era il suo labirinto. Era quello contorto e perverso di Rajeth. Mentre lui si limitava a porre sfide, il fratello tendeva vere e proprie trappole. Motivo per cui non avrebbe mai voluto addormentarsi. Si alzò e andò alla parete opposta, misurandola a passi. Qualunque cosa avesse in mente quel demonio del fratello, non avevano molto spazio di gioco.
Perché...” domandò perplessa Sarah mentre lui cominciava a misurare l'altro lato della scatola in cui erano rinchiusi “...ti stai riducendo?”
Eh?” chiese lui sovrappensiero “Di cosa parli?”
Prima...” disse indicando il punto da cui era partito con la seconda misurazione “Eri grande...il giusto...ora sei... più piccolo...non che sei ringiovanito...sei in scala...”
Jareth si guardò attorno perplesso. Non percepiva magia nell'aria. Né gli sembrava di essere cambiato in qualche modo. Tornò al punto di partenza osservando come, effettivamente, le mattonelle andassero restringendosi gradualmente.
Spazientito, affondò le mani sui fianchi facendo passare le dita tra i passanti dei jeans: non riusciva proprio a capire cosa stesse succedendo.
Ma certo!” si illuminò dopo un attimo “Si tratta solo di un'illusione ottica...1 Privo di magia non riesco a distinguere subito trucchi banali come questo...” Alzò lo sguardo su Sarah che lo guardava come fosse matto. “Semplicemente, mia cara, questo non è un quadrato...pardon...non è un cubo...” disse tornando da lei “Lì...” indicò il primo punto, alla propria destra, spostandosi poi a sinistra “C'è un disegno a scacchiera più fitto, che si allarga man mano che la parete sprofonda...non è un angolo retto...”
Ma...il soffitto...prima sembrava quasi ti bastasse alzare il braccio per toccarlo...” protestò lei
Anche il soffitto non è parallelo al suolo...man mano che si procede a sinistra, si alza, dando l'illusione che sia alto il doppio...”
Diciamo che mi fido...” disse scettica la ragazza “Ma....secondo te c'è da allarmarsi di questa luce improvvisa?”
Secondo te?” domandò lui serissimo. “Direi che la prima cosa fa fare è cercare di uscire di qua...”
Da dove cominciamo?” chiese lei, affidandogli il comando della missione. Sorrise. Al posto di sentirsi i pericolo, si stava galvanizzando. Pensava a quella sfida come a un'avventura, una prova della loro abilità. Un po' come quando, da bambina, in compagnia di sua madre, si perdeva o doveva far fronte a una situazione inaspettata. All'epoca era tutto un gioco. Ma quel senso di sfida divertente che saltava fuori nelle situazioni più critiche, le era rimasto incollato addosso.
Jareth sorrise compiaciuto di quel passaggio di consegne. Lei cominciava a fidarsi di lui, seppur in minima parte. Nonostante tutto. “A caso” rispose andando alla parete più vicina.
Vi poggiò ma mano e la piastrella sotto di essa si dissolse Al di là di essa, però, simile all'oblò di un acquario, si intravedeva un fondale marino.
Facile” commentò Sarah estasiata da quella vista
Troppo facile” replicò il mago ritirando la mano. La piastrella tornò a opacizzarsi. Posò la mano su un altra mattonella. Al di là di essa si vedeva lo spazio siderale.
Curiosa, anche Sarah si avvicinò al muro per provare quello strano, nuovo gioco: sembrava il tabellone della ruota della fortuna, i vetri olografici del film Total Recall o la versione gigante del gioco Memory. Dietro una mattonella trovò la versione gigante del proprio giardino: rimase a fissare lo scenario, inebetita, in cui farfalle colorate sembravano jumbo jet2. Ritrasse la mano solo quando vide una formica che marciava come un carrarmato nella sua direzione. Jareth, nel frattempo, aveva aperto finestre su un mondo preistorico e su uno in cui lo sguardo si perdeva tra dune rosse di sabbia, costellate, qua e là, da piccoli scogli neri tra i quali sbucavano, di quando in quando, grossi vermi con bocca tripartita da tenaglie a becco3. Andarono avanti così per un po', tra mondi sospesi tra nuvole dorate e cieli rossastri, altri rocciosi immersi in mari viola e sovrastati da cieli verdi o sospesi su lande grigie e lunari. Finché non si fermarono su una visione totalmente bianca.
Direi che questo è il meglio che possiamo aspettarci...” bofonchiò Jareth.
Prese la daga che gli pendeva al fianco e quella subito si indurì. Quindi ne piantò la punta sil lato del quadrato come fosse un pannello da divellere.
Come se fosse un organismo, la scatola ebbe un sussulto che fece perdere l'equilibrio a tutti e tre i prigionieri.
E'....è viva?” chiese Sarah, più affascinata che spaventata. Marking abbaiò quasi in risposta.
Sembrerebbe...” commentò Jareth perplesso. “E se è vero, è il caso di muoversi...” Si rimise in piedi e piantò la daga con più forza di prima. La scatola sussultò violentemente ma, quella volta, il biondo si era aggrappato preventivamente all'arma.




Una sferzata di vento movimentò l'aria all'interno di quell'ambiente così immobile e asettico. Alte pareti intonacate di bianco avvolgevano, claustrofobiche, una semplice lastra orizzontale che sembrava poter fungere da panca come da giaciglio. Non una finestra bucava la superficie liscia e uniforme. La luce sembrava diffondersi dal nulla.
Questa è la tua stanza...” disse con voce melliflua Rajeth indicando lo spazio angusto in cui, a mala pena, riuscivano a stare entrambi.
Toby si guardò attorno perplesso “A me sembra più una prigione...” borbottò il biondino alzando lo sguardo sul soffitto che si perdeva in lontananza. Sembrava di essere all'interno di un camino e di venir quasi risucchiati verso l'esterno4.
Perspicace...” fu il commento dell'uomo. Quando Toby si voltò per chiedergli spiegazioni, quello non c'era più: era solo in quel piccolo ambiente soffocante. Al posto dell'uomo, per terra, c'era solo un piccolo Cubo di Rubik classico, tre per tre, già completato.
Dove sei?” domandò il bambino, spaesato
La voce dell'uomo ghignò tutto intorno. Gli arrivava chiara e indistinta, esattamente come la luce che illuminava lo spazio. “Risolvi il cubo...” disse mentre quello si sollevava da terra e si scomponeva a una velocità tale che l'occhio umano non poteva seguirne i movimenti. “... e sarai libero...”
Mi avevi detto che mi avresti portato nell'Underground!” protestò Toby mentre il piccolo cubo arlecchinato cadeva a terra
E ho mantenuto la mia parola...Siamo nell'Underground, come da te richiesto...” ridacchiò divertito Rajeth “Non hai specificato dove volevi essere portato.”
Sei un maledetto bugiardo!” strepitò il ragazzino pestando il pavimento in un moto di rabbia
O-oh-oh” ridacchiò ancora, compiaciuto, il suo carceriere “Maledetto sì...ma non bugiardo, mio caro...”
Come no...” pensò tra sé il ragazzino “Sta a vedere che anche la storia su mia sorella è una cazzata!” Si tolse il piumino che aveva ancora addosso e lo buttò sul pianale di marmo. Quindi si buttò a sedere per terra, gambe incrociate, fulminando con lo sguardo quel piccolo cubo colorato. “Figurati se mi faccio fregare..magari è una trappola...come quelle di cui mi parlava Sarah...” ringhiò, acido, al nulla
Oh... dimenticavo, carino...” aggiunse la voce, cogliendolo di sorpresa e facendolo sobbalzare. “Hai solo tre ore e mezza per arrivare alla soluzione... dopodiché diventerai...uno di noi...” la voce si spense, echeggiando.
Che cavolo vuol dire? Ehi! Rispondimi!!” urlò irritato il ragazzino. Non ricevendo risposta, si decise ad affrontare la sfida. Non voleva restare più dello stretto necessario confinato là dentro. Avrebbe ritrovato sua sorella e avrebbero fatto i conti....
Sua sorella...forse era anche lei nell'Underground. D'altronde...se Jareth era il Re di Goblin, doveva trovarsi lì. Lei aveva promesso di riaccompagnarlo a casa. E forse, l'uomo in bianco, il fratello del re, voleva usare Toby come ricatto. O voleva offrirlo in segno di pace.
Quale che fosse la sorte che aveva in serbo per lui, non gli piaceva essere nelle mani di qualcun altro.
Afferrò il cubo magico e cominciò a ruotare le pareti. Ottenere una prima facciata di colore uniforme era un gioco da ragazzi...la sfida si complicava dopo.



La scatola si era mossa così violentemente che, per quanto Jareth avesse piantato la daga in profondità e per quanto si tenesse saldamente agganciato, era finito addosso a Sarah, gambe all'aria.

Come nel cestello di una lavatrice, erano rotolati di parete in parete, fino a che tutto non si era fermato, lasciandoli aggrovigliati in un ammasso di arti intrecciati tra loro.
Le giostre sono meno...” stava dicendo Sarah, tirandosi in piedi, quando sentì, sotto di sé, le imprecazioni di Jareth. “Sbaglio o sei diventato molto umano dall'ultima volta che ci siamo visti?”
Sarah...” ringhiò lui. “Non sfidarmi” pensò. Ma sarebbe stato ripetitivo, così come aveva detto lo specchio. Quindi la spostò solamente e si rimise in piedi “E ora dov'è finito?”
Marking abbaiò un paio di volte per poi sedersi e mettersi a ululare. Jareth lo guardò seccato. Cosa voleva dirgli?
Il soffitto, Mark?” chiese Sarah, dolce. Ma il cane abbaiò ancora, quindi raspò per terra. Ci si era seduto sopra.
Bravo cane!” disse il biondo riprendendo l'arma in mano, dopo aver controllato che si trattasse della mattonella giusta. “Sarebbe il caso di segnarla in qualche modo, per non perderla di nuovo...” disse guardando Sarah
Quella incrociò le braccia al petto “Se mi avessi la sciato la mia roba, prima di metterti a giocare coi miei vestiti, ora, forse, avrei un rossetto o una matita a portata di mano...”
Quasi a darle ragione, Marking latrò. Quindi fece il tentativo di tirare su la zampa posteriore.
Non esiste!” strepitò la mora, spaventandolo al punto da fargli reclinare indietro le orecchie “A cuccia!” lo sgridò indicando uno degli angoli della stanza “Fare la pipì qua dentro...te la tieni, Mark!”
A modo suo ci stava offrendo una soluzione...” lo giustificò Jareth a braccia incrociate dietro di lei, per niente impressionato da tutta quella storia “Bah...credo che l'unica sia, per l'appunto, marcarla...” Così dicendo, piantò la spada nella mattonella su cui aveva, precedentemente posato il piede. Come se avesse punto un organismo, la scatola sobbalzò nuovamente. Ma il biondo aveva piantato i piedi a lato della mattonella, pronto a tutto “Stavolta non mi freghi!” ghignò divertito. Ma la mattonella prese a correre in avanti, trascinandosi dietro il bel sovrano che imprecava e scatenava l'ilarità della mora. Quando, finalmente, la mattonella si fu fermata nel centro del soffitto, Jareth si ritrovò schiacciato lungo disteso sopra la testa della ragazza. “Non ridere, dannazione!” disse tirandosi in piedi.
Perché non cadi?Anzi...prima non ci riuscivi a...” domandò lei, tentando di raggiungerlo con un salto.
Non siamo nella sala della nostra sfida finale...Non posso andarmene a zonzo da un piano all'altro a mio piacimento...” disse lui alzandosi in piedi a andandole incontro. Piantò i suoi begl'occhi spaiati in quelli verdi di lei, pericolosamente vicini. Se fossero stati sullo stesso piano “Ci dev'essere una forza esterna che agisce...o forse è la spada che ha fatto sì che si creasse attorno a sé un campo gravitazionale...”
E quindi?” chiese lei, quasi offesa, incrociando le braccia al petto
Quindi prima apro questa porta, meglio è per tutti” ringhiò rivolto alla mattonella.
Stava per infilare le dita nello spazio che si era aperto sotto la placca che un violento scossone lo fece finire, nuovamente, gambe all'aria contro Sarah e Marking.
Si rialzò e osservò come la spada, ora, fosse piantata in uno spigolo del soffitto, apparentemente irraggiungibile “Rajeth, ti odio!” urlò con quanto fiato aveva in corpo, dopo aver tentato di raggiungerla con un paio di salti.
La voce sadica del fratello riecheggiò nell'ambiente, paralizzandoli sul posto
Che carini che siete, così ...affannati...o si dice affiatati? Non ricordo mai...”
Che tu sia maledetto!” ringhiò Jareth
E tu con me, mio caro fratello” disse materializzandosi davanti a loro. Galleggiava avvolto in tutti quei drappi bianchi e li guardava divertito, tenendo la testa poggiata sul palmo della mano. La mollezza della posa, ricordò a Sarah un'illustrazione del dio Vishnu, vista chissà dove. Anzi...a ben pensarci... lui e Jareth sembravano proprio Vishnu e Shiva5 “Dimmi Sarah...che ne pensi del mio labirinto” disse andandole vicino, ignorando il biondo ma riciclandone il repertorio.
Sta lontano da lei” sbottò l'altro parandosi tra loro due. Rajeth lo guardò annoiato. Reclinò il capo e una misteriosa forza afferrò lui e Marking e li schiacciò contro la parete, liberandogli il passaggio.
Dicevamo, mia cara...?” chiese guardandola fisso e sorridendo, come se fosse stata solo una mosca ad interromperli.
Non dire nulla di stupido!” rantolò Jareth, sopraffatto da quella forza misteriosa che lo teneva schiacciato, che gli impediva ogni movimento e che si era fatta più pressante.
Possiamo farcela...” disse Sarah in un soffio, mordendosi da lingua. Mai avrebbe ripetuto le parole sbagliate.
Possiamo, eh...” ripeté Rajeth divertito e seccato al contempo. “Pensi che Jareth collaborerebbe con te...se la posta in palio fosse... Toby?” domandò piantando una mano sulla parete alle spalle di lei
Il sangue era defluito dal volto della ragazza che, ora, aveva gli occhi sbarrati dal terrore “Che vuoi dire?”
Se...diciamo ipoteticamente...tuo fratello fosse qui, nell'Underground...dici che ti aiuterebbe a risolvere il labirinto? O lascerebbe trascorrere le ore che rimangono a vostra disposizione?”
Ore?” Sarah quasi urlò “Non avevi detto che non c'erano limiti di tempo?” strillò isterica verso il biondo
Oh, sì...era così...” rispose il moro, divertito “Ma, vedi, mia cara...Ora Toby è qui... e per lui...è ancora valida la vecchia regola...”
Hai solo 13 ore prima che il frignante marmocchio diventi uno di noi...per sempre...?” domandò Sarah ricordandosi le parole che Jareth aveva usato in quell'occasione
Esatto...ma tu ne hai già usate un paio...” disse il moro sorridendo e staccandosi da lei per cominciare a fluttuargli davanti agli occhi, avanti e indietro, come se meditasse qualcosa “Jareth quante te ne aveva sottratte quella volta? Tre e mezzo, mi pare...dico bene?” chiese alzando la voce, rivolto al fratello “Pensi di farcela, Sarah?” chiese con tono di chi non ammette risposta negativa.
Lei ingollò il groppo che le aveva stretto la gola e annuì.
E pensi che lui” disse indicando il fratello con un cenno del capo “Ti aiuterebbe? Non pensi che potrebbe rallentarti? Infondo...era quello il suo obiettivo fin dall'inizio, no?” chiese, ricalcando i suoi già cocenti dubbi. Rajeth si stava divertendo un mondo a seminare così tanta zizzania.
Non ascoltarlo!” rantolò Jareth
Taci, una buona volta...” sbuffò il moro seccato. Un lamento sommesso arrivò dalla parete e non si udì più una parola da parte di Jareth.
Credo...che mi aiuterebbe, sì...prima rivuole il suo trono.” fu la risposta abbastanza convinta di Sarah
Bene...” disse compiaciuto Rajeth “E...pensi di farcela? O vuoi barattare il rilascio di tuo fratello? Cosa mi daresti in cambio?” chiese lascivo allungando una mano verso il volto di lei.
Niente!” rispose quella, schiaffeggiandogli la regale mano e sfidandone gli occhi rossi “Vincerò secondo le regole.”
Rajeth parve rabbuiarsi “Ricorda...mia cara...hai solo tre ore e mezza...prima anche lui diventi mio, come te...Ti aspetto, mia diletta...” concluse con un sorriso sardonico e svanendo nel nulla


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Oggi ho postato un po' prima :) dovrò festeggiare in qualche modo l'esame di economia, no? E anche il fatto che -forse- mi passano l'esame di antropologia dalla precedente laurea (o lauree...non so mai)... certo..scoprirlo prima (della laurea e possibilmente prima di sostenerlo) mi avrebbe fatto risparmiare tanti magoni (i libri son ben felice di essermeli presa tutti, in compenso) ...ma meglio tardi che mai... :) sono felicissima, non potete capire quanto!
Bene...detto ciò, come avrete capito, sono in fase paranoia da esame... T_T specie per colpa del laboratorio che mi sta mandando fuori di testa...me la son proprio cercata... e ancora penso a prendermi una terza laurea (dato che studio per piacere, visto che lavoro non se ne trova da nessuna parte)...devo avere qualche serio problema XD
Vabbè....la pianto di divagare...Inoltre volevo annunciarvi che -in teoria, se i personaggi non mi fanno strani tiri- abbiamo passato il giro di boa... sto scrivendo i capitoli finali...






1 Tanto per intendersi...la scatola in cui sono chiusi, è simile a questa...non è photoshop, è solo un'illusione ottica ;) http://archivioromanolil.blog.tiscali.it/files/2006/09/11396c33b08.580.0.jpg

2L'idea è presa da “Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi”, film disney dell'89

3Il riferimento è, ovviamente, a Dune (libro di Frank Herbert del '65 e film dell'84 di Lynch), uno dei miei preferiti <3 Lo ficco un po' ovunque ogni volta che posso.

4Liberamente ispirata alla Tzara House di Adolf Loos, a Parigi. La struttura labirintica della casa ruota tutta attorno a questo sgabuzzino-pensatoio. Dall'esterno sembra che ci siano solo 3 piani ma in realtà, in un solo piano, sono concentrati anche 4 cambi direzionali. Questo è lo spaccato...buon puzzle a tutti!
http://24.media.tumblr.com/uesUZ3ti4o04un3kDYIVhVMLo1_400.jpg http://26.media.tumblr.com/uesUZ3ti4o04v7kyJQaa8gAoo1_400.jpg

5Un'idea potete averla a quest'indirizzo http://www.exoticindiaart.com/artimages/the_holy_trinity_brahma_vishnu_mahesh_audio_cd_icn040.jpg Shiva è quello in basso, Vishnu è in alto a destra, col copricapo e la pelle blu. Il vecchio a sinistra è Brahma.

Pur non essendomi ispirata alla Trimurti (o forse, inconsciamente sì, visto il mio retaggio infantile) la somiglianza è evidente...e forse non è così casuale.... no..mi sa proprio di no..quindi attendete altri sviluppi XD
Cmq mentre Vishnu, lo “splendente” (e qui mi riaggancio alla già citata Rajeta...capirete sempre tutto alla fine!) è di carnagione scura (e per ora non vi dirò altro sennò è spoiler...anche se non ho molto da copiare al riguardo..giusto una cosina...osservate qual'è l'animale che veglia sul sonno di Vishnu e qual è il suo ruolo nella trimurti), Shiva è di carnagione chiara (bianco brillante). Inoltre, quest'ultimo è detto il distruttore, è colui che “porta via” ma anche il “dispensatore di felicità”, è “il sovrano” “generoso, che esaudisce ogni desiderio”, “dai capelli arruffati”, “il coronato di luna”, “signore del sonno”, “signore del desiderio”(è associato al culto del fallo, come Dioniso e Osiride), “signore della danza”, “vagabondo nella notte”

   
 
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