Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: ChiaWeasley    08/06/2012    1 recensioni
Breve racconto ambientato alla fine della seconda guerra mondiale, riflettendo su uno dei valori più importanti della vita, la pace, attraverso gli occhi di una bambina di nove anni.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
­­
Un rombo la svegliò improvvisamente, forte e spaventoso.
Clara si sedette sul letto, la bambola di pezza stretta al cuore. Ormai sentire i rumori nella notte era diventata un’abitudine per lei, come mangiare e bere. Da tre giorni non si muovevano da casa, a causa dei continui bombardamenti e attacchi nella città.  Si guardò intorno e si accorse di trovarsi nel rifugio; sua madre era vicino a lei, addormentata su un letto pieghevole, mentre sua sorella Luisa se ne stava immobile nella culla.  Suo padre non c’era: forse perché quella notte aveva avuto il turno nel magazzino.
Clara sperava che lui in quel momento si trovasse al riparo. A  malapena  ricordava un giorno in cui aveva dormito beatamente, senza incubi e rimbombi notturni.
Da quando aveva cinque anni non aveva visto altro che uomini in divisa che si aggiravano per le strade della città,  gente spaventata che si muoveva  con cautela e aveva udito soltanto  urla strazianti,  pianti di altri bambini e quei rimbombi. Non sapeva mai cosa succedesse alle persone che dopo notti come quelle non vedeva più; forse le avevano rapite gli angeli o si stavano semplicemente nascondendo.
Ripensò alle persone che non vedeva più da tanto tempo, da quelle che le erano state più vicine a quelle che invece conosceva di vista.
Ripensò al ragazzo alto e bruno, che vendeva il Corriere della Sera nelle strade. Ogni giorno leggeva a voce alta le notizie del mattino poi cercava di farlo acquistare dai passanti, che però lo ignoravano.  Clara notava spesso la sua delusione; capitò un giorno alla bambina di girare nei dintorni con una lira in tasca e di acquistare il giornale per suo padre, proprio da quel ragazzo. Aveva visto la gioia e la commozione di questo, e lei era felice di averlo fatto sorridere.
Ripensò alla maestra Marta, che aveva avuto fino all’anno precedente: era una donna molto giovane, ma gentile e disponibile con i bambini. Clara ricordava soprattutto quando dedicava delle ore di lezione a raccontare delle splendide storie e anche quando aveva assegnato il compito di scrivere una storia per casa e le aveva dato otto. A metà della terza elementare, era stata sostituita da un’altra insegnante, più severa e autoritaria, che come compiti per casa dava soltanto noiose pagine da copiare. Da quel momento aveva smesso di scrivere storie o filastrocche.
Ripensò ad Alberto, il suo amico del cuore e compagno di giochi: si conoscevano da quando erano nati e si erano sempre divertiti a giocare assieme agli altri bambini del quartiere. All’inizio dell’estate lui, mentre facevano volare un aquilone nel giardino, le aveva detto che sarebbe partito per un’avventura:
-Mio papà ci porta in Svizzera!-
-E quando torni?- gli aveva chiesto, un po’ tristemente, la bambina.
-Non lo so, penso presto!- e dal giorno seguente non lo aveva più visto.
Clara strinse forte la bambola di pezza al petto, come se fosse la sua unica protezione e si guardò intorno; il rifugio lo sapeva riconoscere anche al buio. Suo padre lo aveva costruito all’inizio di quell’anno, perché sua madre era rimasta incinta e quando la sirena annunciava l’arrivo degli aerei nel cielo, lei faticava a raggiungere il rifugio comune che si trovava a qualche miglio dalla loro abitazione. Così aveva scavato quella grotta, l’aveva arredata e da quel momento era diventato la sua seconda casa; per la loro famiglia l’unica cosa bella era stata proprio la nascita di Luisa, in quel grande periodo di crisi e di paura.
Si portò una mano allo stomaco. Da giorni brontolava, ma Clara poteva soddisfarlo ben poco: da quando era più piccola era stata abituata a mangiare porzioni ridotte, e nell’ultimo anno era dimagrita sempre di più. L’ultima volta che aveva mangiato abbondantemente era stato pochi mesi prima, il giorno della nascita di Luisa, quando i suoi genitori avevano voluto festeggiare con una cena che prevedeva quasi il doppio di quello che Clara trovava sul tavolo quotidianamente.
Cominciò a sentire freddo: era solo settembre, ma le notti stavano già diventando più gelide e la città era sempre circondata da un alone di paura e solitudine.
S’avvicinò alla madre e le scrollò le spalle:
-Clara… non dormi?- scosse il capo e la donna le fece un po’ di spazio nel suo letto; Clara si accoccolò.
-Quando finisce tutto questo?-
-Non lo so piccola...-
-Mi dicevi che stanotte ci sarebbe stato silenzio! Io non ce la faccio più, ho sempre tanta paura di questi tuoni!- lei li chiamava “tuoni” quei rumori, perché ormai non riusciva più a distinguere i bombardamenti da un temporale. -Non smettono mamma! Non smettono!-
-Devi avere pazienza, sai forse è proprio dopo i giorni più bui che torna il sole.-
-Quando torna il sole?- chiese Clara.
-Presto piccola, presto!- rispose sua madre, con la voce che le tremava.
Quando Clara riaprì gli occhi, erano le luci dell’alba; Luisa piangeva e faceva dei versi strani.
Scese dal letto e corse verso l’entrata del rifugio; vide alcuni dei suoi vicini che correvano verso l’uscita della via. Ma sembravano felici e stavano esultando:
-Cosa è successo?- chiese loro sua madre, che nel frattempo si era alzata e aveva preso in braccio Luisa.
-Venite! Ci sono gli Alleati! Venite!- gridò forte una donna. La mamma restò per un attimo sconcertata, ma poi sulle sue labbra si disegnò un sorriso; prese Clara per mano e la trascinò con sé. Guardandosi attorno, la bambina si accorse quanto la città si fosse ridotta ad un cumulo di macerie: fino alla piazza, dove una folla di persone salutava alcuni uomini. Uno di loro guardò Clara e gli altri bambini e agitando la mano disse una frase incomprensibile:
-Ai cildren!- o qualcosa del genere.
-Ciao!- rispose lei, un po’ timidamente.
Poco dopo il papà di Clara si fece strada tra le persone e le raggiunse: baciò la moglie e abbracciò forte le sue figlie per poi ricominciare ad esultare assieme al resto della folla.
-Siamo liberi! Pace! Pace!- continuavano a gridare le persone intorno a lei, mentre quegli uomini che parlavano in modo strano li salutavano, sventolando una bandiera a strisce e a colori; a quel punto Clara si aggrappò alla gonna della madre, cercando di attirare la sua attenzione:
-Mamma! Mamma!-
Lei si abbassò: aveva un viso felice e la guardava sorridendo, come non faceva da tanto tempo.
-Cosa c’è Clara?- le chiese con dolcezza.
-Mamma, cos’è la pace? È una parola che non ho mai sentito! Che cos’è? È bella, cattiva?-
Improvvisamente gli occhi della donna cominciarono a diventare lucidi e poco dopo scoppiò in lacrime, sebbene cercasse di trattenersi e Clara non credette a ciò che stava vedendo. Non aveva mai visto uno grande piangere.  Rimase ferma per un attimo, poi le si avvicinò abbracciandola e le baciò la guancia rigata dalle lacrime; lei la prese in braccio e la strinse forte.
-Mamma, ridi! C’è anche il sole!- e sua madre improvvisò un sorriso, uno vero e sincero, senza più traccia della tristezza che aveva sempre cercato di nascondere; tutti gridavano di gioia sventolando i fazzoletti e lanciando i cappelli verso quel cielo che, fino alla notte prima, era stato solo la più grande minaccia e paura per la città. Era tornato azzurro e con esso era tornata la pace.
La pace. Una cosa che Clara aveva appena scoperto, e di qualunque materia  fosse fatta, sembrava che piacesse davvero a tutti quanti.



{   Spazio Autrice
Questo racconto lo avevo scritto per un concorso della scuola, non ha vinto ma la mia professoressa di italiano, che faceva parte della giuria, ha detto che era molto bello e interessante. Mi sono ispirata dai racconti di mia nonna (in questa storia sarebbe Laura), e allora ho usato il contesto per scrivere questo episodio.
Un bacio a tutti,
ChiaWeasley
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: ChiaWeasley