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Autore: bik90    08/06/2012    2 recensioni
Questa storia è ambientata 18 anni dopo "Il portale", aspetto opinioni per sapere se ho il benestare a continuarla! Non voglio annoiare nessuno, grazie!
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nagi Homura, Natsuki Kuga, Nuovo Personaggio, Shizuru Fujino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kyoshiro provava a dimenarsi dalla ferma presa delle radici che gli avvolgevano le gambe fino al ginocchio ma era tutto inutile. Urlava il nome di Midori cercando di tenerla sveglia ma la diciottenne, dopo quelle brevi frasi, teneva gli occhi chiusi come se dormisse.
<< Ti prego, non te ne andare! >> gridò allungando una mano verso di lei << Io ho bisogno di te! >>.
Si guardò intorno cercando qualcosa che potesse essergli utile ma non c’era niente.
Dannazione!, pensò in preda all’agitazione.
Non poteva fare nulla, stava di nuovo osservando impotente la morte.
Ho promesso che non sarebbe morto nessuno!
Kyoshiro,
Il ragazzo si guardò intorno ma non vide nessuno che lo stava chiamando.
Kyoshiro.
Di chi era quella voce? Ingoiò un groppo di saliva senza smettere di cercare la fonte di quel suono.
Una luce si materializzò davanti ai suoi occhi così bianca e cristallina che il ragazzo fu costretto a socchiudere gli occhi mentre si portava una mano sul volto.
Kyoshiro.
<< Natsuki? >> domandò con voce incerta.
Non era possibile che fosse davvero la voce della donna. Continuò a fissare la luce che lentamente si stava trasformando finché non apparve una spada brillante e bianca come il bagliore di prima. Kyoshiro guardò l’arma stupefatto, non aveva mai visto niente di simile. La lama era di cristallo, affilata e appuntita mentre l’elsa era intarsiata d’oro e d’argento.
Prendi la spada, Kyoshiro.
Il ragazzo ubbidì e immediatamente le sue mani iniziarono a bruciare. Tentò di mollare la presa ma scoprì che era impossibile farlo mentre cercava di non urlare per il dolore. Guardò davanti a sé sperando che quella sofferenza finisse presto. Dovette sbattere varie volte le palpebre per capire che era tutto vero quando davanti a sé vide la figura di una donna.
<< Natsuki? >> ripeté tremando leggermente.
Siamo forse morti tutti?, si domandò l’istante successivo.
La donna che gli stava di fronte sorrideva ed era bella, davvero meravigliosa. Era Natsuki e al tempo stesso non lo era. Tutto il suo corpo era investito di una candida e accecante luce, la sua pelle era così chiara da parere eterea, i suoi occhi due fonti di luminosità.
Non sei morto, Kyoshiro, disse la figura che gli stava di fronte dissipando i suoi dubbi.
Il ventunenne si rese conto che la voce della donna era nella sua testa, lei non muoveva le labbra per parlare.
Tu sei la nostra speranza.
Dopo quelle parole, una nuova luce apparve accanto a Natsuki e lentamente prese la forma di un uomo. Era stato lui e parlare e, esattamente come lei, sorrideva al ragazzo con calore. Kyoshiro sentì gli occhi riempirsi di lacrime nel vederlo.
<< Nonno? >> chiese mentre iniziava piangere.
Sua madre aveva delle foto a casa, sia lui che sua sorella sapevano bene chi fossero i genitori di Mai e soprattutto l’uomo che era stato un guardiano morto assieme alla madre di Natsuki.
L’uomo annuì posandogli una mano sulla spalla. In quel momento un profondo calore invase il ventunenne e fu così forte da fargli trattenere il fiato. Dopo quel contatto, accanto a lui iniziarono a formarsi molte altre luci. Kyoshiro guardava estasiato senza comprendere.
Siamo qui, Kyoshiro, disse il nonno senza smettere di stargli accanto, Noi siamo i guardiani, tutti i guardiani, e siamo qui per aiutarti. Usa la spada, Kyoshiro.
<< Ma io non ho… >>.
Non esitare, non permettere alla paura di albergare nel tuo cuore. Noi guideremo le tue mani, saremo la tua forza contro Nagi e il suo piano.
Salva Midori, Kyoshiro,aggiunse Natsuki.
Salva tua madre, concluse l’uomo, Salva questo mondo. La spada che impugni è quella di Aruk, solo i puri di cuore possono tenerla in mano e usarla contro le forze maligne e tu lo sei, ragazzo. Lo sei altrimenti non saresti qui. Il tuo cuore ti ha portato a provare a salvare le persone che ami e questa tua qualità adesso sarà ricompensata. Noi ti staremo accanto.
Kyoshiro annuì. Tutto dipendeva da lui e non aveva intenzione di deludere le aspettative di nessuno. Impugnò strettamente la spada mentre chiudeva gli occhi e la sua lama si illuminò di una luce accecante. Quando li riaprì, sentì la forza dei suoi antenati muovere le sue dita, le sue mani e renderlo più potente di quanto fosse mai stato. Tagliò le radici che gli bloccavano i piedi con un colpo netto e si precipitò a liberare Midori. La diciottenne era pallida più che mai ma almeno respirava ancora. Nel sentirsi spostare mugugnò qualcosa che Kyoshiro non riuscì a sentire. Si chinò su di lei mentre la stendeva a terra e le chiedeva di aspettarlo.
<< Torno presto >> le disse dopo averle dato un bacio sulla fronte.
<< Perché… >> iniziò la ragazza << …perché…non…perché non sei…andato via? >>.
Il ventunenne sorrise a quelle parole e le prese una mano per baciargliela.
<< Perché io ti amo >> rispose sentendo una lacrima rigargli il volto << E non ti avrei mai abbandonata. Verrei con te anche all’inferno >>.
Si rimise in piedi e si voltò cercando Nagi e sua madre. La grossa fenice si librava in aria a diversi metri da lui ed era in difficoltà. Kyoshiro impugnò la spada davanti a sé con entrambe le mani e respirò profondamente.
Vi prego nobili antenati, pensò sentendo il loro calore, Datemi tutta la forza che posso contenere.
Ancora prima di accorgersene, stava correndo in aiuto di Mai.
 
La donna combatteva con tutte le sue forze e le sue capacità ma sapeva che Nagi era nettamente superiore a lei. Era stata ferita in diversi posti e lasciava una scia di sangue ogni volta che si muoveva. La sua fenice attaccava il nemico ma era rallentata dalla poca forza che conservava Mai. Non riusciva a rimanere concentrata per molto, le girava la testa e delle volte era costretta a fare un respiro profondo per impedire alla nausea di avere il sopravvento. Nagi si era accorto della sua difficoltà e giocava con lei come avrebbe fatto il gatto col topo. Si stava divertendo, per lui era un piacevole passatempo dopo tanto tempo di inattività. Si fermò un attimo sorridendo.
<< Sei in difficoltà, Mai? >> la canzonò passandosi una mano tra i capelli. Si osservarono in silenzio << Adesso ti svelo un segreto >>.
Si piantò le unghie della mano destra nel braccio sinistro e fece cadere sul terreno alcune gocce di sangue. La donna lo osservava terrorizzata.
<< Sai perché Aruk non è riuscito a sconfiggere gli Orphan? >> disse iniziando a correre verso di lei << Perché sono io quello che li comanda, sono io che li mando ad uccidere i guardiani >>.
La colpì in viso mentre la ferita che si era appena inferto sanguinava copiosamente. La rossa cadde per terra perdendo l’equilibrio e si portò una mano al naso per tamponarlo. Kagutsuchi sparì per un attimo per poi riapparire. Mai vide il volto di Nagi pericolosamente vicino al suo e inghiottì un groppo di saliva. Il ragazzo leccò la lama del pugnale completamente estasiato da quello che stava accadendo.
<< Io ho mandato a uccidere tuo padre e la madre della tua amichetta. Io ho praticamente tolto la vita a Natsuki >>.
<< Sei un figlio di puttana! >> esclamò la donna con le lacrime agli occhi.
Nagi allargò le braccia mentre la sovrastava.
<< E’ arrivato il momento di finirla >> disse semplicemente.
Improvvisamente la terra tremò e da ogni goccia del sangue del fratello del Principe d’Ossidiana caduta sull’erba nacque un Orphan. Mai sentì il cuore tremarle per la paura. Erano centinaia e la sua fenice venne accerchiata.
<< Kagutsuchi! >> urlò allungando una mano verso il Child.
<< Ora muori >>.
<< No, ora muori tu >>.
Nagi voltò appena la testa in direzione della voce maschile che aveva parlato e l’attimo dopo Kyoshiro affondò la lama della spada nel suo petto fino all’elsa, esattamente come lui aveva fatto a Midori. Il sangue uscì immediatamente dalla ferita mentre il venticinquenne muoveva dei passi all’indietro.
<< La…la spada di Aruk… >> mormorò cadendo a terra.
<< Kyoshiro, stai bene? >>.
Il ragazzo annuì mentre aiutava la madre a rialzarsi e la abbracciò felice di essere riuscito a salvarla. Fissò per qualche secondo il corpo senza vita di Nagi e la spada bruciò intensamente tra le sue dita. Di nuovo il terreno sotto i loro piedi ondeggiò. Kyoshiro si guardò intorno; tutti gli Orphan, ora che era morto il loro padrone, erano completamente allo sbaraglio e cercavano, come potevano, di mettersi in salvo. Prese la mano di Mai correndo nel posto in cui aveva lasciato Midori.
<< Dobbiamo andare via di qui! >> gridò per cercare di sovrastare il rumore del terremoto che diventava più intenso.
Kagutsuchi lanciò dall’alto una fiammata per spianare loro la strada dagli Orphan. Non avevano molto tempo, doveva fare in fretta. Anche il portale iniziò a vacillare e formari crepe sulla sua superficie di marmo bianco.
<> domandò il ventunenne senza guardare la donna.
Mai scosse il capo cercando di conservare le energie per tenere attiva la sua fenice. Arrivarono da Midori e Kyoshiro si chinò su di lei sollevandole il volto.
<< E’ finita >> le sussurrò dolcemente << Adesso ce ne andiamo davvero >>.
La ragazza non si mosse né diede segni di vita mentre la rossa disegnava le rune per uscire da quella dimensione. In un tempo che parve loro infinito, si ritrovarono a contemplare il paesaggio familiare della loro città. Kyoshiro stringeva tra le braccia il corpo di Midori ma non aveva lasciato la spada che gli aveva permesso di sconfiggere Nagi. Mai gli posò una mano sulla spalla chinandosi sulla ragazza.
<< No… >> mormorò appena il figlio accarezzandole il volto << …io…io ho promesso che l’avrei salvata… >>.
Anche la madre piangeva nel contemplare il corpo della diciottenne.
<< Kyoshiro… >> iniziò baciandolo su una tempia dopo averlo abbracciato << …le sue ferite…erano… >>.
Le parole le morirono in gola quando vide la spada illuminarsi e liberarsi dalla stretta del figlio come se avesse una vita autonoma. Si librò nell’aria fermandosi davanti a loro e in quel momento apparvero sia Kagutsuchi che Duran. Entrambi si avvicinarono alle loro rispettiva padrone. Il lupo di metallo sfiorò con la punta del muso il volto di Midori mentre la fenice toccò con una zampa la fronte della donna. Immediatamente le ferite che avevano riportato si rimarginarono e la vita tornò a scorrere nel corpo della diciottenne che aprì gli occhi. Kyoshiro le baciò una mano piangendo per la felicità mentre lei gli sorrideva.
Sei stato bravissimo, Kyoshiro.
Entrambi i ragazzi alzarono gli occhi sulla spada e videro la madre di Midori e il nonno del ventunenne. Alle loro spalle erano presenti tutti gli altri guardiani.
<< Mamma… >> sussurrò la ragazza piangendo. Riconobbe nella figura dietro di lei sua nonna Saeko << Nonna… >>.
Non piangere bambina mia, finalmente è tutto finito. Finalmente la nostra famiglia avrà una vita normale. Niente più Orphan, niente più portale, niente più Child. Siete liberi da questo fardello, liberi di essere semplicemente bambini, ragazzi e adulti. Nessuno sarà più investito di una così grande responsabilità. Questa è la fine.
<< Vuoi dire che non ci saranno più Orphan da combattere? >>.
Natsuki scosse il capo.
Uccidendo Nagi hai sconfitto la fonte del male, lui era l’unico collegamento tra il Principe d’Ossidiana e gli Orphan. Adesso che è morto, anche loro sono scomparsi. Per sempre. Nessuno vi chiederà mai più di vestire i panni degli eroi.
Le dita di Midori s’intrecciarono a quelle di Kyoshiro nel sentire quelle frasi. Non le sembrava possibile, da quel momento avrebbero avuto una vita come tutti gli altri.
I guardiani guardarono in alto per un attimo prima di voltarsi verso i due Chid.
Ora dobbiamo andare.
In quel momento la diciottenne comprese che avrebbe dovuto dire addio a Duran. Si voltò verso di lui allungando la mano libera dalla presa di Kyoshiro. Non desiderava staccarsi dal ragazzo, la sua vicinanza le scaldava il cuore. Il lupo metallico si avvicinò e lasciò che Midori gli accarezzasse il muso. Silenziosamente gli stava dicendo addio. Il ventunenne vide che sua madre stava facendo la stessa cosa con Kagutsuchi. La figura di Natsuki si mosse con leggiadria verso i due ragazzi e sfiorò il volto di entrambi mentre sorrideva. Midori ricominciò a piangere nonostante quel tocco le avesse fatto provare quel calore familiare che sentiva ogni volta che da bambina sua madre l’abbracciava.
Va tutto bene, piccola mia. Lasciati alle spalle tutto quest’odio e questo rancore che hai provato fino ad ora e fai posto nel suo cuore ad altri sentimenti. Permettiti di essere finalmente felice con la persona giusta accanto e lasciati amare per quello che sei. Nessuno vuole vedere me in te; tutti desiderano che tu sia semplicemente te stessa. Io ti ho dato la vita affinché tu potessi essere una persona a se stante, non la mia copia e adesso è venuto il momento di liberarti del passato e vivere la tua vita da diciottenne. Non sprecare questa possibilità.
La ragazza strinse con più forza la mano di Kyoshiro sentendo il cuore battere nel petto ad una velocità folle. Altre lacrime le rigarono il volto e poggiò la testa sul petto del ragazzo.
Ti voglio bene.
<< Anch’io >> disse Midori e, nell’attimo in cui le figure evanescenti dei guardiani sparirono, fu come se il grande peso che si portava dentro scomparisse allo stesso modo.
Si girò verso Kyoshiro sorridendo e il ragazzo le accarezzò una guancia stringendola contro il suo corpo. Sapeva che ora sarebbe stata solo sua.
 
Midori si appoggiò alla ringhiera e fissò il mare sotto di lei con un sospiro. Kyoshiro le si avvicinò dopo averle dato qualche secondo per fissare la distesa d’acqua salata. Era trascorsa una settimana da quando aveva sconfitto Nagi e gli pareva che fosse trascorso un secolo. La ragazza che gli stava di fronte non era così diversa da quella che per dieci anni aveva conosciuto, era tornata ad essere la bambina spensierata della quale si era innamorato. Shizuru e Ruka erano tornate ad Ombras il giorno prima con un gran sollievo. Adesso nessuno avrebbe più combattuto e rischiato la vita per salvare il mondo, erano liberi. Sapeva che per Midori quella libertà aveva lo stesso sapore della possibilità di cominciare una vita nuova, lontana dal dolore e la sofferenza. E lui ne avrebbe fatto parte. In fondo era tutto quello che desiderava. Amava la diciottenne, l’aveva amata per tutti quegli anni e non avrebbe smesso ora che finalmente stava insieme a lei. Il loro rapporto era solo all’inizio, entrambi avevano ancora bisogno di tempo per metabolizzare quello che era successo eppure sentivano che ad unirli c’era un forte legame. Un legame che non si sarebbe mai spezzato. Le sfiorò con la punta delle dita il dorso della sua mano che stringeva la balaustra e sorrise. Prima non avrebbe potuto permettersi di farlo, Midori gli sarebbe saltato addosso con intenzioni tutt’altro che gentili, mentre adesso il contatto col suo corpo le metteva allegria. Si guardarono negli occhi sorridendo; poi la diciottenne tornò a fissare le onde del mare. Era sera e la luna rifletteva la sua luce sulla superficie facendola apparire argentata. Avevano cenato a casa di Mai ed erano usciti per fare una passeggiata. La donna dai capelli rossi si era raccomandata di non far tardi visto che entrambi dovevano studiare il giorno seguente. Gli esami universitari e di maturità erano alle porte.
<< Allora, hai deciso? >> le domandò il ragazzo senza staccare gli occhi da lei.
Gli era impossibile farlo, credeva che sarebbe potuto rimanere delle ore a fissarla senza stancarsi. La vide annuire lentamente.
<< Sì, torno ad Ombras >>.
Kyoshiro annuì, si era aspettato che la ragazza scegliesse di tornare a vivere a casa di Shizuru. Dovevano recuperare parecchio tempo e la diciottenne era intenzionata a non perdere questa nuova occasione che le si offriva. Stavolta la madre non l’avrebbe allontanata, era stata lei stessa a proporglielo. Desiderava tornare a sentire il profumo familiare dei biscotti che preparava la donna, la sua voce affettuosa, il calore del suo corpo quando l’abbracciava. Quando Nagi l’aveva ferita a morte, il suo primo pensiero era stato per il ragazzo e subito dopo il volto della donna si era affacciato tra i suoi ricordi. Come le aveva consigliato Natsuki, non aveva intenzione essere lasciata sola e voleva tornare ad essere circondata da quegli affetti che da bambina la facevano sentire protetta e al sicuro. Intrecciò le sue dita con quelle di Kyoshiro e il ventunenne le si avvicinò abbracciandola da dietro. Le diede un bacio sulla guancia senza dire nulla. Sapeva che sarebbe partita il giorno seguente, non c’era bisogno di dirlo. Shizuru sarebbe riuscita a farle ottenere il trasferimento scolastico e le avrebbe fatto prendere il diploma ad Ombras senza problemi.
<< Credi di riuscire ad aspettarmi? >> gli chiese con un filo di voce poggiando la testa sul suo collo e respirando il suo odore.
Kyoshiro sorrise a quella domanda.
<< Ti ho aspettata per dieci anni, penso che potrei attenderti in eterno >>.
 
  
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