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Autore: Fuuma    08/06/2012    2 recensioni
Ogni cosa ha un inizio ed una fine, nel suo caso coincidevano, ma non era questo il punto. Non era questo il problema. E non era neppure il tempo.
Il tempo non era mai stato un problema per Rumpelstilskin.
O, almeno, di questo si era convinto...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: That something he lost

Serie: Once Upon a Time

Character: Rumpelstilskin/Mr. Gold, nominati anche altri personaggi

Pairing: vaghi accenni alla Rumbelle

Rating: PG

Genre: Introspettivo, Malinconico

Conteggio Parole: 1.055

Warning: SPOILER sulla Season Finale.


 

Tic-tac.

Il tempo non era mai stato un problema, era un amico con cui condividere le proprie pene e le ferite della mente -perché quelle del corpo poteva guarirle con un semplice schiocco di dita-, un alleato prezioso a cui affidare i propri propositi. Con pazienza aveva teso un filo alla volta, disponendoli tutti scrupolosamente su un invisibile fuso, legandoli con morbosa meticolosità al collo delle sue pedine, per poterle guidare sul percorso che aveva predisposto per ognuna di loro.

Un patto alla volta. Un inganno dopo l’altro. Nascondendo ogni suo intento dietro a sorrisi sottili e meschini.

Il tempo non era mai stato un problema, ne aveva avuto bisogno per contrastare i piani della Regina Cattiva, per recuperare la bacchetta di una fata madrina, attirare a sé la più bella del reame e ricongiungerla con il suo Principe nel trionfo del Vero Amore.

Il vero problema era stato cominciare. Era stato mentire a suo figlio che desiderava solo che tutto tornasse come prima; invece l’aveva guardato venir strappato dalle proprie mani, inghiottito da un buco nero di cui lui aveva avuto paura.

«Bae! Bae! No, no, no, no!»

L’aveva guardato svanire nel nulla, senza poter fare niente per impedirlo, verso un mondo senza magia. Un mondo impossibile da raggiungere.

«Mi dispiace Bae! Voglio venire con te, voglio venire con te, Bae!»

In pochi inarrestabili istanti, aveva perso ogni cosa. Tutto a causa della propria vigliaccheria (della propria debolezza!) e delle stupide fantasie che una Fata Turchina aveva messo in testa a suo figlio; ma Reul Ghorm sapeva che Baelfire era l'unico flebile barlume di luce che aveva permesso a Rumpelstilskin di non perdersi completamente nell'oscurità della propria anima e senza di lui, il suo cuore sarebbe presto marcito.

«Creerò una maledizione. Ho tutto il tempo del mondo.»

Fu l’inizio di tutto, di ogni inganno, patto, sotterfugio e segreto. Fu l’inizio della fine.

Le ore, dapprima, faticavano a passare, troppo lente e troppo pesanti per essere sopportate; la propria mente era annebbiata dalla follia della disperazione, le mani tremavano gettando contro la parete della piccola casa tutto quello che trovava -sedie, mobili, posate, oggetti, abiti, ricordi- e gli occhi erano sbarrati, rivivendo in continuazione la scomparsa di Baelfire, lo sguardo del bambino colmo di delusione, le sue labbra schiuse ad urlargli la verità: “Codardo! Sei un codardo, papa!”

Poi, alle ore si erano sostituiti i giorni, le settimane ed i mesi.

Il tempo passava e le idee si facevano sempre più chiare.

Il tempo passava e la Maledizione prendeva sempre più corpo.

«Non farò nient'altro. Non amerò nient'altro. Troverò un modo. Hai preso mio figlio, ma lo riporterò indietro!»

E così era stato, nonostante l’arrivo di Belle -oh dolce, dolcissima Belle-, i suoi sorrisi, la sua voce, il suo amore. Non era riuscito a capirla, forse, in qualche modo, non era nemmeno riuscito a perdonarla di averlo reso così vulnerabile, di avergli strappato quel primo vero bacio d’amore.

Aveva pianto alla sua morte -odiando Regina ed ogni sua parola ed ogni sua risata-, desiderando strapparsi il cuore dal petto e poi gettarlo dalla stessa torre da cui Belle si era gettata. Perché possedere un cuore quando il dolore era così tanto ed il suo battito così pesante da sopportare?

Ormai non ci sarebbe stato più nessuno in grado di distrarlo dai propri propositi - in grado di amarlo.

«Sono un uomo difficile da amare.»

Sulle morti degli uomini, sulla sofferenza di chi rimaneva e sulle promesse degli innamorati, Rumpelstilskin creò la sua orribile Maledizione e condannò ogni singolo abitante di quelle terre magiche ad un'esistenza senza ricordi e senza lieto fine, trascinando un intero mondo con sé, facendolo cadere in rovina e scivolare nell'oblio.

Per ventotto lunghi anni.

Ventotto anni senza magia, ventotto anni senza Bae, ventotto anni senza Belle.

Un’intera vita di rimpianti e solitudine, fatta di giorni tutti uguali passati tra la polvere ed i ricordi nel suo Banco di Pegni, in una città immobile.

Ne era diventato il padrone, conosciuto e temuto con il nome di Mister Gold, ma a quale prezzo?

«Ogni magia ha il suo prezzo, dearie.»

Ventotto anni. Rivivendo ogni anno lo stesso anno, senza mai andare avanti, fare progressi o regredire, senza nessuno al suo fianco.

Erano stati troppi da sopportare, anche per lui che del tempo aveva fatto il suo miglior alleato.

Senza rendersene conto, capitolò sotto il trascorrere delle stagioni, dei natali mai festeggiati, delle pasque passate in sordina o dei Thanksgiving day per cui non aveva nulla da ringraziare. Invecchiò dentro, pur rimanendo identico alla prima volta in cui mise piede a Storybrooke, uscendo da una nebbia violacea che si era portata via i ricordi dei suoi abitanti, ma non i suoi; lui, con la sua aria distinta, il bastone elegante a sorreggere i suoi passi zoppicanti, il sorriso mai completo e gli occhi scuri ed impenetrabili che celavano false alleanze, inconfessabili misteri e pericolose menzogne.


 

E quando Emma era finalmente arrivata …

«Emma. Che nome incantevole.»

…Rumpelstilskin aveva ormai smesso di aspettare.


 

Aveva preferito dimenticare e trovare un modo più semplice per non dover più soffrire, lasciandosi alle spalle colpe e peccati, speranze e amore.

«Si dice che l'acqua che alimenta questo pozzo abbia il potere di ridare a una persona ciò che ha perso.»

Avrebbe dovuto utilizzarlo per riportare a sé suo figlio, riabbracciarlo e piangere per lui -così come aveva pianto per quel misero burattino di legno che aveva osato ingannarlo-, pregare perché lo perdonasse di essere stato più mostro che padre e, finalmente, tornare a dare un senso a quella sua vita d’attesa e rimorsi.

Gli sarebbe bastato soltanto esprimere un semplice desiderio per avere il proprio happy ending, insieme a Belle -viva accanto a lui!-, insieme a Bealfire, ritrovando il significato di famiglia, ritrovando se stesso.

Ma a lungo andare, nella mancanza di fede di Emma Swan, dopo la crudele recita di Booth e gli inganni della Regina, si era convinto che esistesse un modo soltanto per ottenere ciò che più desiderava al mondo.

E alla redenzione aveva preferito la magia.

A suo figlio, il potere.

«Siamo in un mondo senza magia ed io la sto portando.»

Per la terza volta, Rumpelstilskin sacrificò quel poco di umanità che gli era rimasta, per misero egoismo.

Ed una nebbia viola ed oscura lo avvolse insieme alla città di Storybrooke.


 

«Magic is coming.»


 

Note finali: Non so che diavolo mi sia uscito, è un’accozzaglia di momenti Golderosi (?) intervallati dalle sue quotes, prendiamolo per un esperimento che, purtroppo, temo non mi sia riuscito poi tanto bene.

Tutto questo è nato perché chiunque, almeno per un colpevole istante, ha creduto -sperato?- che Mister Gold riportasse indietro suo figlio dal pozzo. Invece, nonostante abbia ritrovato Belle (persa perché LUI ha preferito il potere a lei), ha di nuovo preso la strada che porta dritta al Dark Side.

Più che stupirmi mi ha deluso, la sua scelta intendo, non lui (anche se, in effetti, lui è fatto delle proprie scelte, per lo più sbagliate, sob) da cui, nonostante tutto, forse avrei dovuto aspettarmi un colpo di scena del genere. Dannato bastardo egoista! y_y In fondo, però, continuo ad essere convinta che, differentemente da Regina, lui non sia cattivo (e anche lo fosse, non posso fare a meno di amarlo), o, almeno, non si parla dello stesso tipo di cattiveria, ecco, non che sia giustificabile, però mi piace pensare -sperare- che questa cosa del riportare la magia a Storybrooke sia fatta perché la magia è in qualche modo parte di lui, perché gli ha facilitato (ma anche reso difficile) l’esistenza e che, senza questa, si sia alla fine convinto di non avere abbastanza forza per ritrovare e ricongiungersi con Baelfire. Alla fine è solo e unicamente per suo figlio che ha traviato un intero mondo affinché finissero nel Maine, a rischiare di venire tutti ammazzati dalla Signora in Giallo, no? Perché lui se lo ricorda anche senza doversi riguardare le puntate di Once Upon a Time come ho dovuto fare io, vero?

Vabbeh, questo per dire che la flashfic non è altro che… boh, un modo per spigarmi che diavolo gli sia saltato in testa, perché ok andare avanti con le serie, ma diamine Rumpelstilskin!, cerca di capire le maledette priorità della vita! è__é


 

   
 
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