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Autore: Zarathustra    26/12/2006    0 recensioni
Xenosaga è una saga di Jrpg nata su PS2 che conta ad oggi tre episodi principali più un gioco per cellulari ( Pied Piper) ed una serie di filmati in flash ( Xenosaga: A Missing Year)che vanno ad integrare la storia. L'autore della storia è Tetsuya Takahashi, autore anche del famoso Xenogears per PSX. Sfortunatamente, per problemi economici ( gli ultimi episodi hanno venduto veramente poco) la saga è stata tagliata a metà. Dei sei episodi previsti, solo tre hanno visto la luce. Questa fanfiction vuole essere un seguito a questa saga, cominciando proprio da Episode IV. Nuovi capitoli saranno rilasciati appena ne avrò il tempo materiale, quindi non chiedetemi quando usciranno ( non penso ci sarà la fila, comunque...), cercherò di essere più regolare possibile. Il sottotitolo della fanfiction è Götzen-Dämmerung, "The Twilight of the Idols". Gli episodi precedenti avevano come sottotitoli varie opere di Nietzsche, filosofo tedesco di fine 1800, e ho voluto continuare con questa "tradizione". Spero vi piaccia, e spero che ci sia almeno qualcuno a seguirla.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo spazio profondo si stagliava di fronte ai loro occhi

Lo spazio profondo si stagliava di fronte ai loro occhi. Ma le stelle dov'erano? Intere galassie erano state spazzate via dell' Arca. In quel luogo, non rimaneva più niente. Nessun pianeta, nessuna stella, nessun essere vivente. Un vuoto incolmabile al centro dell' Universo. Solo i detriti rimanevano a testimoniare cos'era accaduto a Michtam, il pianeta Sacro ad Ormus. La piccola nave nell' oscurità cercava risposte.

" Qui Prometheus, riferiamo alla Dammerug: l'esplorazione non sembra dare risultati. Nessuna fonte di energia individuata. Aspettiamo istruzioni." 

" Prometheus, qui divisione esplorativa del centro comando della Dammerug. Riceviamo un segnale da una qualche fonte di energia vicino alla vostra posizione. Sospendere le comunicazioni e sfruttare tutta l'energia per individuarla. Passo e chiudo."

Asteroidi delle dimensioni più varie fluttuavano intorno alla nave. Ma non c'era niente che potesse emettere l'energia individuata dalla Dammerug. Il pilota della Prometheus era un giovane nato su Miltia. Stringeva nella mano tremante un piccolo pendaglio rappresentante il simbolo sacro di Ormus. Stava navigando tra le macerie della sua fede. Della terra degli eletti dallo Zohar non vi era più traccia. E lo Zohar? Dov'era lo Zohar? Scomparso. Come l' UMN. Come tutte le certezze. Da quel giorno, nessuno sapeva perchè, nessuno sapeva cosa fosse accaduto, da quel giorno il mondo aveva cominciato a sgretolarsi.

Un segnale sonoro risvegliò il ragazzo. BIP BIP BIP. Il rivelatore aveva cominciato a funzionare. C'era una fonte di energia li vicino.

" Capitano!" urlò il ragazzo. Il capitano fece un segno affermativo e ordinò agli altri due membri dell' equipaggio di uscire con gli AGWS. Dopo pochi minuti, una comunicazione avvertì il pilota che l’oggetto era stato individuato.

 

“ Prima di portarlo a bordo, identificatelo” disse il capitano, parlando attraverso la radio.
” Signore, non riusciamo a capire cosa sia. Sembra una specie di macchina di grandi dimensioni”

“ Niente storie, Brown. Non accetterò sulla Prometheus qualcosa di sconosciuto e potenzialmente pericoloso. Voglio sapere cosa sia prima di comunicarlo alla Dammerug”

Alcune interferenze, poi la comunicazione ritornò chiara.

“ Signore, abbiamo trovato alcuni segni sulla superficie esterna”

“ Segni?”

“ Sembrerebbe una scritta”

“ Cosa dice ?”

La comunicazione stava diventando sempre più disturbata.

“ Cosa dice, Brown?!”

“O…M…E…G…A”

 

 

Una figura incappucciata camminava lentamente tra le sabbie del deserto. In lontananza, si ergevano le macerie di quella che una volta era stata una grande città. Un vento fortissimo faceva arrancare la figura. Sembrava uno spettro, un’ombra che passeggiava tra le memorie di un’antica civiltà. Tra i palazzi vetrati distrutti e grandi edifici di cemento, si stagliava una costruzione di roccia che sembrava appartenere ai primordi dell’ Universo. La fragilità delle costruzioni umane si mostrava in quel paesaggio con una forza accecante. Solo un tempio antico , costruito dalla fede di molti uomini, era rimasto intatto, e guardava beffardamente il “progresso” dell’ uomo marcire ai suoi piedi. Era li che lo spettro si stava dirigendo. Salì i grandi gradini di pietra, accompagnati ai lati da colonne imponenti. Finiti i gradini, si aprì un grande porticato, retto da colonne più lunghe  più sottili. Una grande porta in pietra aperta sembrava invitare il misterioso individuo ad entrare. Dietro ad essa, ancora scalini, ma questa volta scendevano nelle profondità della terra. La figura sembrava che nemmeno li toccasse. In fondo agli scalini si apriva una piccola stanza circolare. Al centro, un sarcofago di pietra. Sulla superfice era finemente incisa una croce.

 

Il misterioso individuo la sfiorò con la mano e poi le diede le spalle. Stava fermo, come se aspettasse, come se non sapesse cosa dire.

“ Sono venuto a salutarti… mio vecchio amico” Finalmente si decise a parlare, nonostante il tono della voce tradisse una certa insicurezza.

“ E’ bello tornare a casa dopo tanto tempo. Anche lei sta arrivando, sai? Presto sarà qui. Sai…forse finalmente ho capito cosa hai cercato di insegnarmi. La tua risposta…Forse l’ho trovata. La ragione per continuare ad esistere in questo mondo. Presto il futuro dell’ essenza stessa dell’ Universo verrà messo in gioco. Al solo pensiero sto tremando dalla paura. Vorrei che tu fossi qui con me…vorrei che tu vedessi la fine di tutto con me. “Non è detto che ogni volta l’ Eterno ritorno sia portato a termine” Non eri tu a dirlo? Avevi ragione.

Guardala con me. La fine dello scontro tra le coscienze. Guardala con me.. Yeshua”

  
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