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Autore: Muddy911    08/06/2012    0 recensioni
Silenzio. Assordante, assurdo, insostenibile silenzio. Puro, amato, incontestato silenzio. Lei lo odiava, lo amava. Odiava ascoltare i propri pensieri, amava perdersi e calmarsi. Il silenzio è morte, è nuova vita. Una fine, un inizio.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eternità del silenzio.

 
Silenzio. Assordante, assurdo, insostenibile silenzio. Puro, amato, incontestato silenzio. Lei lo odiava, lo amava. Odiava ascoltare i propri pensieri, amava perdersi e calmarsi.  Il silenzio è morte, è nuova vita. Una fine, un inizio.
Un bisogno innato.
È il cerchio che si chiude, raccogliendo tutto  in sé.
Era quel silenzio che l’alba gli stava offrendo. Osservava il paesaggio che si presentava ai suoi occhi. Avvolta in un coperta, seduta su una panca l’alba la illuminava di una luce rosata. Dall’alto del suo terrazzo poteva vedere le colline che passavano dal verde scuro a quello più chiaro, mostrando le mille sfaccettature, le forme, i boschi che limitavano la vista, e avvicinavano l’orizzonte frastagliato. Ad est il sole era ancora basso, un mezzo disco acceso di fuoco, che emanava bagliori rossastri, nell’azzurro del cielo che era ancora scuro, e mentre avanzava cancellava una ad una le stelle, come piccoli punti luminosi. Il paese, arroccato sulla collina di fronte a lei, dormiva. Il campanile della chiesa spiccava alto, un po’ malandato. Stranamente ancora nessuno si era mosso per iniziare il suo lavoro, ed i campi aspettavano la loro dose di acqua.
Un brivido lungo la schiena, per il freddo ancora presente, e per la bellezza inaudita di quello spettacolo di cui era erronea spettatrice.
Nessuno accudiva e pensava a proteggere quella forma speciale di amore, un inno alla bellezza dell’attimo prima che tutto abbia inizio.
Un momento quasi impossibile da cogliere. Ma lei ci era riuscita.
All’improvviso il gallo cantò. L’incanto si era spezzato. Eccolo, l’attimo in cui tutto ha inizio. Il sole era avanzato, quasi del tutto visibile ora, un raggio si infiltrava fino alla punta dei suoi piedi scaldandoli.
Si alzò in piedi, un leggero vento le scompigliava i capelli. Non si era nemmeno accorta che si fosse alzata la brezza. Lasciò scivolare la coperta a terra.
Passò ancora una volta lo sguardo sulle casupole blu, gialle e rosa davanti a lei, che come tessere di un puzzle colorato che si incastravano perfettamente tra loro. Poi salì sul corrimano, e stava lì, in bilico… si sentiva come la protagonista del Titanic. La vestaglia svolazzava avvolgendosi attorno alle gambe. Si sporse in avanti, e come volando sorretta dal vento, si lasciò andare nel vuoto con le braccia aperte. Fu un attimo, e ritrovò la sensazione del silenzio che permea il momento dove tutto ha fine, prima dell’inizio.
 
Il sole continuava ad avanzare inarrestabile, distendendo la luce dappertutto. Sul cemento di un deprimente grigio, spiccava, coperta di una strana luminosità una macchia bianca. Era un corpo disteso, dal viso rilassato ed i capelli sparsi intorno al capo. Equilibrio, questo esprimeva nella compostezza degli arti. Gli occhi spalancati come a memorizzare quel silenzio e quella pace a lungo ricercata. Ora, finalmente eterno sarà il silenzio. Inizio di una nuova lunga infinita gioia. Fine di un lungo, antiquato dolore.
Preludio di una luce accecante come quella del sole che si ostinava a riscaldare quel freddo blocco di marmo, un gracile corpo umano, privo di qualsiasi ombra di vita.
 



Piccolo esperimento tratto da un sogno.
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate.
Un pensiero va a tutte quelle persone che come me stanno vivendo un periodo difficile a seguito del terremoto dell'Emilia - Romagna. Facciamoci forza ragazze, solo con l'unità supereremo questo momento.
With love,
M.
   
 
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