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Autore: Just a Shapeshifter    08/06/2012    8 recensioni
Licantropi e Lupi Mannari... Da sempre creature avvolte da uno strato di mistero, così fitto che non se ne intravede neanche la differenza.
Figli del diavolo. Dannati per l'eternità. Figli della più buia delle notti, illuminata solo da una lucente luna piena, che si rispecchia in un piccolo ruscello, solo la sua immagine è mossa dall'acqua.
Due Clan, due capi, due Immortali, e una continua lotta per trovare la luce, la liberazione.
Ma è veramente tutto come sembra?
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Personaggi: TUTTI :D (Sarebbe troppo lungo scriverli)
Genere: Guerra, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, B, Blaineley, Courtney, Dawn, Duncan, Heather, Scott | Coppie: Alejandro/Heather, Duncan/Courtney
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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L'ultimo ululato si librò nell'aria come un falco che si preparava a ghermire la sua preda.

In un attimo tutto finì.
Quella sanguinosa lotta era giunta finalmente al termine.
Gli occhi del ragazzo finalmente si spalancarono tingendosi di quel così strano ma dannatamente invitante blu. La testa gli girava, confusa, che cosa era successo?
Un braccio slittò indietro facendo sollevare il torace del moro, inizialmente sdraiato al suolo. Si massaggiava le tempie cercando, invano, di ricordare anche solo un frammento di quelle ultime ore accorgendosi, solo dopo, di una carcassa orribilmente puzzolente vicino a lui.
Un orso... quell'orso, quello che aveva tentato di sbranare Courtney...ma adesso era li, morto. Con uno squarcio che partiva dall'occhio destro fino alla gola per poi interrompersi e proseguire sul ventre svuotato.
Ma che razza di mostro era? Come poteva, anche solo aver pensato di fare una cosa così terribile? Se l'eremita l'avesse scoperto, avrebbe passato davvero dei grossi guai.
Intorpidita, ecco com'era la sensazione che inizialmente gli stimolava la spalla. Il suo sguardo precipitò vedendo una lacerazione alquanto profonda. La carne pulsava ancora e il sangue fuoriusciva velocemente sporcandogli la camicia. Un’artigliata lunga e netta gli prendeva di traverso tutta la parte superiore del braccio.
Pensò di aver sognato tutto, ma quelle mani così sporche di quel rosso così invitante dicevano il contrario.
Si girò di scatto, sentendo un rumore dietro di sè. << Lo-Logan. >> Il lupo non rispose, il suo sguardo era fisso su un punto.
<< LOGAN! >> l'urlo del ragazzo non fece altro che potenziare la sua curiosità. Voltò gli occhi e la vide, i capelli castani abbracciavano il terreno estendendosi come i raggi del sole. Girata su un lato dormiva, il vestito bianco risaltava il suo corpo con quella pelle cosi dannatamente ambrata.
Duncan si alzò appoggiando le mani sul suolo dipingendolo di rosso.
Non si accorse di nulla, si avvicinò alla ragazza e mentre cercava di risvegliarla, senza badare alla sua ferita, si accorse che sul suo abito c'era del sangue, sperava non si fosse ferita, quando finalmente concepì che le sue mani erano sporche di sangue, ma non era il suo, o almeno non lo credeva.
Continuava a girarle dal palmo al dorso, il sangue era quasi seccato, ciò voleva dire che non era li da molto.
Un fugace sguardo d'intesa verso l'argentato e il ragazzo sparì fra la boscaglia, dicendo al compagno di fare guardia a Courtney.

Sapeva che doveva tornare, ma doveva prima di tutto curarsi quella ferita, o sarebbe morto dissanguato.
Prese un po' d'acqua ricavata da un ruscello che sgorgava dalle rocce del terreno e si disinfettò la ferita. Dopo di che, grazie agli insegnamenti della Zia prese delle grandi foglie che usò come bende, assicurandole con delle morbide radici.
Bruciava, cavolo se bruciava.

Tornò indietro.
Il manto di Logan scintillava, riflesso dai raggi lunari. Il piccolo lupo se ne stava seduto di fianco a qualcosa, o meglio, di fianco a qualcuno.

Quella visione, quella visione gli era già capitata di vederla...
Duncan ricordò improvvisamente tutto…
Quell’incontro quasi predestinato, quella ragazza dalla pelle caramellata e la voce così dolce ma decisa allo stesso tempo… L’incontro con l’orso, l’eclissi di luna, la sua rabbia e… quella cosa… quella trasformazione…
Ecco perché le sue mani erano tinte di rosso. Non era un sogno.

Prese il suo arco, se lo mise dietro la schiena e poi sollevò delicatamente il busto della ragazza, lasciando le sue gambe penzolare all'aria, dirigendosi verso casa, mentre una nuova alba spuntava nel cielo, sconfiggendo ancora una volta la tenebrosa notte.

***

<< Ma dove si sarà cacciato quel deficiente! >> Heather era furiosa, il figlio non era ancora tornato. La preoccupazione la stava portando lentamente alla pazzia.
<< Ti prego calmati! Sento che sarà qui presto... >> la veggente cercava di tranquillizzarla, ma sapeva benissimo che cosa poteva rischiare, nonostante le occhiate raggelanti della mora non segnalavano nulla di buono.
La strega camminava nervosamente avanti e indietro, pronunciando qualche parola incomprensibile, i suoi lunghi capelli color corvino ondeggiavano seguendo il ticchettio dei suoi talloni sul pavimento di legno d'acero. La nera veste cadeva fino ai piedi alzandosi ogni suo passo.
Dawn si sentiva di troppo... meglio lasciar sfogare la strega in pace e cercare di meditare. Chiuse di nuovo gli occhi, ma come mai non riusciva nel suo intento? Come mai continuava a vedere immagini della sua infanzia?
Un episodio più forte degli altri le si insinuò nella mente, e la giovane eremita non poté far altro che dargli spazio e rivivere quel momento...

Disperazione. Questo avvertiva la ragazza dai capelli biondo splendente. Sentiva la morte annidarsi in ogni angolo, in ogni via. Occhi pieni di odio la osservavano dappertutto.
Lei, così giovane e indifesa. Al suo passaggio tutti la squadravano, nessuno l'apprezzava. Sapeva di essere diversa, ma arrivare ad odiarla solo per la sua diversità era troppo... Camminava per le strade la piccola veggente. Teneva un passo svelto ma allo stesso tempo delicato.
Arrivò a casa Dawn. Si chiuse la porta alle spalle, chiedendosi perché il destino aveva scritto una storia così struggente per lei.
Salutò i suoi genitori, anche se loro non ricambiarono, come sempre.
Erano nere le loro auree, come quelle di tutto il popolo d'altro canto...
Dawn non ci badò, una strana sensazione le avvolgeva l'anima... La violenza si istigava ovunque, e lei l'avvertiva...
Doveva scappare, o il fato avrebbe continuato a scrivere orrori su quel pezzo di carta rovinato nel tempo.
Una coperta, un cuscino, un bracciale, questi erano i suoi oggetti più cari.
La prima e il secondo l'accompagnavano da sempre nelle più scure e solitudini notti. Che di solito passava in bianco.
Il terzo invece non era un oggetto, era un vero e proprio ricordo, un ricordo concreto, di quelli che si potevano toccare, vedere, e addirittura ascoltare.
Apparteneva a sua madre.

La sua vera madre.

La peste... non poteva prevedere che sarebbe arrivata... perché? Non doveva finire così. Perché Dio ha voluto così tanto male nel mondo. Perché non possiamo cambiare il corso del fiume...
La sua vecchia vita le mancava terribilmente. Da quando stava li con i suoi falsi genitori non era felice. Neanche se avesse scavato nelle profondità della sua mente, avrebbe trovato un attimo di felicità su cui contare.
Discriminata da tutti, lei era differente, ma non le dispiaceva, se gli altri non l'apprezzavano per quella che era, perché apprezzare loro?
Quando non era a lavorare nei campi, l'unico suo rifugio era il suo letto, dove poteva ricordare la sua vera famiglia, la sua vera casa, e crearsi il suo piccolo spazio segreto, dove nessuno poteva entrare.
Ma oramai era stufa di quella orribile situazione.

La coperta, il cuscino e il bracciale, ecco cosa mise nella sacca prima di uscire definitivamente da quella finestra.
Correva, correva più veloce del lupo più giovane, più agile di uno scoiattolo. Correva con i capelli che ondeggiavano dietro di lei, senza una meta precisa.
Il giorno dopo arrivò una terribile malattia al villaggio, il colera.
Non risparmiò nessuno... Uomini, donne, bambini... nessuno scampò a quella tortura... Solo la giovane veggente riuscì a scappare, rifugiandosi in una caverna.
Non sapeva neanche lei il motivo per cui proprio in quel momento era scappata.
Non sapeva neanche lei cosa l'aveva spinta a fuggire. Divinità? Poteri magici? O solo fortuna sfacciata?

Ad un certo punto si riprese, attratta da qualcosa.
Il sole accompagnò l'entrata tanto attesa del ragazzo a casa, che spalancò la porta con un piede facendo sobbalzare Dawn in piena meditazione.
Logan seguì il giovane e, superata l'entrata, sparì in una delle stanze.

Heather si girò di scatto e fece per saltargli al collo. Neanche lei sapeva se quel gesto era una sottospecie di abbraccio affettuoso o un piccolo e micidiale modo per strangolarlo, fatto sta che si fermò a metà del suo intento, dopo aver notato la ragazza fra le braccia del figlio.
Dawn, oltre alla ragazza, analizzò anche le foglie avvolte intorno al braccio del ragazzo, così prese in mano la situazione. << È evidente che quella ragazza ha bisogno di tutto l'aiuto possibile, presto; falla stendere sul letto. >> enunciò tenendo gli occhi chiusi e non abbandonando la sua posizione e concentrazione.
Duncan roteò gli occhi, ma si vedeva chiaramente che era preoccupato per il suo primo contatto umano. Sparì nella sua stanza provocando nella madre una sensazione di ribrezzo e stupore allo stesso tempo.
Il suo sguardo era fisso su un punto ben preciso. Non poteva credere ai suoi scuri occhi.
Quando il ragazzo tornò, si accorse dello sguardo scioccato della strega.
<< Bhe, che hai da fissare? >> chiese il moro fissando la madre negli occhi con uno sguardo strafottente.
Dawn aprì gli occhi, e notò anche lei quello strano particolare.
<< Duncan... perché hai la coda? >> Pronunciò Heather con uno sguardo di irrequietezza negli occhi.


Angolo autrice:

Autrice/i: Ma saaaaaaaaaaaalve *un ghigno gli affiora sulle labbra*
Duncan: A-HAH l'avevo detto che avrei ucciso quella bestia e... O__O da quando ho la coda?!? E soprattutto dov'è Scottex? Di solito è sempre qui a rompere con le sue frasi fatte...
della serie "E io quando arrivo?" eccetera eccetera...
Autrice/i: Hem... diciamo che scott ha avuto un piccolissimo contrattempo *sguardo sadico*
Duncan: Che intendi dire?
Autrice/i: Hem....nieeente ^^
Scott: *Appare dal nulla* HEY! credevi di sbarazzarti di me eh? E invece eccomi qui. E ora...hahahahhaa Duncan da bravo, dammi la zampa ahhhahahaha
Duncan: -.- *prende la mazza*
Scott: O__O heyheyhey! che vorresti fare con quella?!?
Duncan: Ora vedi >:D
Autrice/i: *si da una manata in faccia* Bene...io direi di finirla qui...
Voglio assolutamente un vostro parere *si rifugia sotto un potenziale tavolo prima di essere colpita da qualcosa* Aloha :D

  
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