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Autore: hinata 92    08/06/2012    5 recensioni
Nuovi arrivi alla Shibusen: un'arma che ha appena scoperto i suoi poteri e che nasconde un enorme segreto; un maestro senza arma a cui non interessa nulla delle lezioni e un'altra arma alla quale è stata nascosta la verità per molto tempo...
Molti nemici li attendono, ma forse solo uno è reale... quello che si nasconde nell'ombra e attende...
Tutti i protagonisti e tanti nuovi personaggi in una saga avventurosa e divertente in puro stile Soul Eater!!!
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Black Star, Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Polvere incantata'
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L’ombra nera nel deserto dorato

L’ombra nera nel deserto dorato! Il triumvirato della promessa tradita?

 

Maka aveva caldo, nonostante avesse saggiamente deciso di lasciare a casa la divisa della Shibusen e partire con abiti leggeri. Continuava a guardare la bussola che aveva portato con sé e a camminare sempre verso ovest, così come aveva suggerito la lettera. L’unico problema era che non sapeva per quanto avrebbe dovuto camminare…

Non le importava, anche se dovette ammettere di essere un po’ stanca. Rimpiangeva la moto di Soul.

Già, Soul… l’aveva abbandonato senza dire una parola… ma lui era forte, se la sarebbe cavata per qualche giorno senza di lei! Non rischiava, sapeva cosa l’aspettava e non avrebbe corso rischi.

Ora doveva aiutare Lucy a cambiare il suo destino…

 

 

 

Un tavolo.

Una lettera.

Due imputati.

Un giudice.

 

Gli imputati guardavano imbarazzati chi il tavolo, chi direttamente il pavimento. Uno dei due giocherellava con un ciuffo di capelli rossi, l’altro tamburellava la gamba ritmicamente, seguendo il ritmo di una melodia.

Il giudice li fissava furiosa.

« COME AVETE OSATO DECIDERE DELLA MIA VITA SENZA NEMMENO CONSULTARMI??? »

« Calmati, Lucy, noi volevamo solo… »

« Solo cosa? Condannare Maka al posto mio? »

« Nessuno ha mai pensato questo, ci mancherebbe altro! Non immaginavamo assolutamente che Maka scappasse! Volevo solo proteggerti… »

Lucy si voltò furiosa verso Kevin:« E tu? Non potevi dirmelo? »

Simon rispose per lui:« Ha provato a convincermi a dirtelo… »

Lucy lo guardò con le lacrime agli occhi:« E tu non potevi ascoltarlo??? Io… io ti od… »

« Basta così. Piantiamola di litigare. Lucy, sei sconvolta in questo momento, ma non dire cose di cui ti potresti pentire. Tanto abbiamo sbagliato tutti e tre. »

« Cosa intendi dire, Kevin? »

Il ragazzo dai capelli rossi li fissò tutti e due serissimo:« Tutti e tre abbiamo tradito il patto. Ricordate? Quello che abbiamo fatto nella caverna, prima del compleanno di Lord Shinigami… »

Simon sussurrò:« Niente più segreti… »

Kevin continuò imperterrito:« E invece li abbiamo tenuti ben stretti, tutti e tre. Prima Simon, nascondendo la lettera che prevedeva l’incidente nella prigione del Kishin, poi Lucy, nascondendoci il suo legame mentale col demone, e infine io, celando l’ultima lettera… »

Lucy si asciugò una lacrima:« Ma l’abbiamo fatto per proteggere chi ci stava a cuore, no? »

Il volto serio di Kevin si sciolse in un sorriso triste:« Già. Credo che il nostro problema sia proprio questo… non avevamo capito che per proteggerci l’un l’altro non serve nascondere i problemi, ma affrontarli insieme! »

Simon mise una mano sul tavolo:« Io vi propongo di rinnovare il nostro patto. Ancora una volta. Ma questa volta sul serio! »

Kevin aggiunse la mano su quella dell’amico:« Niente più segreti. »

Lucy fece lo stesso:« Niente più segreti. »

Simon annuì:« Niente più segreti. E ora andiamo, abbiamo un’amica da recuperare! »

 

 

 

Maka continuava a lasciare le sue orme sulla sabbia. Il sudore le colava sugli occhi facendoli bruciare. Era sfinita. Forse aveva fatto una sciocchezza colossale. Forse era ancora in tempo per tornare indietro, ma non aveva più forze. Il suo corpo procedeva meccanicamente un passo dopo l’altro, sempre verso ovest. Sempre verso la sua condanna.

Un’ombra passò davanti ai suoi occhi. Un’ombra nera sui riflessi dorati della sabbia.

Maka alzò gli occhi e vide un castello nero in mezzo alle dune.

« Ok, inizio ad avere le allucinazioni… »

Nonostante questo continuò ad avanzare, fino a che le sue mani non toccarono i freddi mattoni della costruzione.

« Ma… è vero! Non è un’allucinazione! E allora perché fino a poco fa non l’ho notato? »

Un’altra cosa le diede i brividi. Perché i mattoni erano gelati, nonostante intorno a lei ci fossero più di quarantacinque gradi?

Ci avrebbe pensato dopo. Ora aveva bisogno di un riparo all’ombra e di acqua…

Le palpebre le si fecero improvvisamente pesanti e tutto cadde nel buio.

 

 

Maka riaprì gli occhi lentamente. Vide altri colori oltre al giallo della sabbia e al nero del castello, ma impiegò un bel po’ per rendersi conto di essere coricata su un divanetto in una stanza riccamente decorata.

« Cosa… dove… »

« Siete nella mia umile magione, signorina Maka! Il caldo può fare brutti scherzi, soprattutto nel deserto! »

La ragazza annuì e cercò di mettersi seduta, ma la testa le girava e dovette ricoricarsi ancora per un po’. L’uomo intanto versò un bicchiere di acqua fresca in un bicchiere di cristallo finemente decorato e glielo porse.

« È una fortuna che siate capitata qui, così ho potuto soccorrervi immediatamente… »

Maka bevve un lungo sorso, poi chiese con voce impastata:« Grazie, ma lei chi è? »

Finalmente la ragazza riuscì a guardarlo un po’ più nitidamente. Era un uomo sulla quarantina, dai capelli neri tirati all’indietro con la brillantina legati in un piccolo codino e vestito con abiti decisamente fuori moda. Ma da quando un uomo metteva una camicia con pizzi e merletti sotto una giacca verde coi ricami dorati??? Sembrava uscito da un film in costume sul Settecento!

« Oh, solo un gentiluomo che ha deciso di costruirsi una dimora lontano dalla confusione delle città… vi sentite meglio? »

Maka era ancora intontita. La sua testa sembrava ragionare al rallentatore. Qualcosa non quadrava, ma non riusciva ad avere una visione d’insieme. Ragionò che dopotutto i colpi di caldo potevano fare anche quest’effetto. Tuttavia l’uomo la incuriosiva. Non solo la foggia dei suoi abiti, ma anche il modo di parlare le sapeva di antico. Cos’era a non quadrarle? Ah, già, per rivolgersi a lei stava usando il voi… un modo molto desueto di parlare…

« Il suo castello è apparso all’improvviso… »

« Un effetto ottico curioso, causato dalla rarefazione delle correnti d’aria. Bisogna avvicinarsi parecchio per notarlo. »

« Capisco… »

Non era vero, Maka non capiva. Iniziava a ricordare i dettagli. Come diavolo spiegava allora i mattoni freddi?

« Volete ancora un po’ d’acqua, signorina Maka? »

La ragazza scosse la testa e l’uomo andò a sedersi dietro una grossa e antica scrivania. Lentamente Maka si mise seduta. Il mondo non girava più e la confusione che le attanagliava il cervello si stava lentamente diradando. L’uomo, invece, prese in mano un cubo di Rubik poggiato sulla scrivania e iniziò a giocherellarci, apparentemente senza prestarci attenzione e mantenendo fisso il suo sguardo su Maka.

 

TICKTICKTICKTACK, TICKTICKTICKTACK …

 

La ragazza osservò i movimenti delle dita dell’uomo come ipnotizzata. Era rapidissimo, muoveva le tessere senza nemmeno guardare il cubo e nonostante questo sembrava seguire esattamente la combinazione.

 

TICKTICKTICKTACK, TICKTICKTICKTACK …

 

No, il rumore non le piaceva. Era il normale ticchettio di un cubo di Rubik quando veniva mosso, ma nella sua testa rimbombava, ricordandole molto di più il ticchettio di un orologio. Di un conto alla rovescia.

« Il suo cubo ha dei colori un po’ strani… »

Era vero. Tutti i cubi di Rubik che Maka aveva visto fino ad allora avevano colori molto sgargianti e allegri, ma quello no.

Nero, bianco, argento, rosso cremisi, blu scuro, verde chiaro… un verde familiare… le cui tessere si stavano avvicinando sempre di più…

« Avete ragione, signorina Maka, ma vedete, questo non è un cubo normale… »

Solo in quel momento Maka si rese conto di un particolare.

« Come sa il mio nome? »

Gli occhi grigi dell’uomo si strinsero a una fessura, mentre il suo volto abbronzato si allargava in un sadico sorriso:« Studio da parecchio voi della Shibusen, signorina Maka Albarn… e per rispondere alla sua domanda precedente, per risolvere questo cubo non serve seguire logiche matematiche… basta capire l’anima della persona prescelta… »

Maka si voltò e iniziò a correre. La lettera l’aveva avvertita, ma lei non le aveva dato ascolto. Sciocca, sciocca, sciocca!

 

“Sempre verso ovest la raminga cammina

verso un castello che pian piano si avvicina,

ignara si consegna a un ingrato destino,

regalerà la sua anima a un oscuro secondino.”

 

L’uomo la seguì camminando e continuando ad armeggiare il suo rompicapo.

 

TICKTICKTICKTACK, TICKTICKTICKTACK …

 

« Vedete, signorina Maka, questo non è un normale cubo di Rubik. Questa è la mia arma, un’arma molto, molto speciale… le basta toccare una persona e assegnarle un colore, poi entro in scena io. Ovviamente devo completare il gioco perché il piano funzioni correttamente… »

Maka correva disperatamente, ma le porte erano chiuse e spesso inciampava nei lunghi tappeti rossi che ornavano i pavimenti. Sapeva che era dietro di lei.

« Così le ho chiesto di toccare delle persone con capacità particolari… nero per Lord Shinigami, bianco per suo figlio Death The Kid, argento per Lucy Gin, rosso cremisi per Kevin Akai, blu scuro per il Secondo Kishin e verde… »

La ragazza sbatté contro l’ennesima porta chiusa e iniziò a tirarle dei pugni, poi si voltò. L’uomo era dietro di lei. Era in trappola.

« … verde come i vostri occhi, Maka Albarn, i vostri occhi molto speciali! »

L’ultima tessera andò a posto. Il lato verde era completato.

« E ora la vostra anima è di mia proprietà, signorina Maka! »

 

 

Soul:« Maka! Dove sei? »

Spirit:« La mia bambina!!! È scappata!!! »

Tsubaki:« Su, coraggio! La ritroveremo! »

Black Star:« Esatto! Si fidi di una divinità!!! »

Spirit:« La mia Maka!!! Perché te ne sei andata? Il tuo papà è forse stato cattivo con te? »

Soul:« Non credo che il motivo sia quello… »

Spirit:« MAKA!!! »

 

Soul Eater, Polvere incantata, 20 capitolo: Non fidarti di me! Posso vedere il mondo con i tuoi occhi?

 

Soul:« Ma perché non si dà al teatro? Con le scene melodrammatiche è perfetto! »

Tsubaki:« Signor Spirit, vuole un fazzoletto? »

Soul:« Tutto questo è ancora meno figo… »

Black Star YAHOOOO!!! »

Soul Appunto. »

 

 

Ciao a tutti! Due capitoli in meno di una settimana! Vedete di non farci l’abitudine, però, perché è un caso più unico che raro! E per di più ora si alternerà con una storia su Katekyo Hitman Reborn che ho promesso da mesi a un’amica (Sakurax16, sei autorizzata ad esultare… ma che te lo dico a fare? Tanto non leggi mai la nota qui sotto… XD)

Ringrazio come al solito TokorothX3, Mitzune_chan, Jan Itor 19 e Sakurax16 per le recensioni entusiastiche!

Vi lascio, mi aspetta un “bel” libro di diritto da studiare per l’esame di giovedì… sì, sì, arrivo, non piangere (il libro è sensibile, scusatelo, se lo abbandono piange!).

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
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