Disclaimer: Questa storia è stata scritta per divertimento. Non è mia intenzione offendere Orlando Bloom, e gli altri attori Guest Star che appariranno in questa fic, che non vengono nominati per non togliere il gusto della sorpresa. Non ho mai voluto mancar loro di rispetto, trattasi solo di pensieri e fantasie tradotti in parole. Ovviamente le situazioni da me descritte sono esclusivamente frutto della mia immaginazione, aggiungerei malata!

NOTA:. E' una fic diversa, un tentativo di spaziare un po’ al di fuori dei soliti canoni da me usati nelle precedenti storie. E’ un alternative universe, ma molto particolare, fondamentalmente è una commedia, che vorrebbe divertire. E’ scritta in maniera molto discorsiva, ci sono delle situazioni decisamente poco probabili, ma indispensabili per costruire una storia assolutamente di pura fantasia che mai potrebbe avere attinenza con la realtà. Non ho voluto usare le molte parolacce che vi leggerete all’interno per maleducazione, ma solo per enfatizzare le situazioni, infondo trattasi ragazzi giovani e non credo che tra loro usino un lessico prettamente Oxfordiano! Spero che la cosa non disturbi nessuno, in tal caso chiedo scusa e ricordo che si può anche evitare di leggerla. Grazie in anticipo a chi invece la leggerà, siate buoni trattasi di un esperimento… e non so se sono riuscita nell’intento! Ho fatto pure la rima OLE’! ^_^

Grazie a chi legge e... Buona lettura!

UNA VITA “MOLTO” ALTERNATIVA

Sliding Doors

PROLOGO

Si può essere insoddisfatti pur avendo tutto?

E' possibile domandarsi se quella che si sta percorrendo è la strada giusta, o se magari certe scelte hanno condizionato per sempre la propria esistenza forzandola verso una direzione di non ritorno?

Tutte queste domande affollavano la mente di Orlando Bloom, giovane attore ventisettenne in forte ascesa. Il suo cachet era aumentato a dismisura, guadagnava una quantità di soldi che nemmeno avrebbe mai potuto immaginare. Frequentava l'ambiente più esclusivo del cinema mondiale ed era fidanzato con una giovane attrice: bella e pure di sangue blu. Amato dalla folla, corteggiato dai migliori registi e ben voluto dalla critica, che cosa poteva desiderare di più dalla vita?

Niente.

Però, c'era un piccolo neo, ultimamente si domandava spesso e con una certa insistenza, che cosa sarebbe accaduto se quel giorno non l'avessero scritturato per interpretare la parte di Legolas ne Il Signore degli Anelli. Ce l'avrebbe fatta lo stesso? O la sua vita avrebbe preso un'altra direzione, e se sì, quale sarebbe stata? A quest'ora lui chi sarebbe? E soprattutto che cosa starebbe facendo? L'attore o…

Erano domande che gli gironzolavano per la testa in maniera sempre insistentemente e anche un po’ ossessivamente in quei giorni. Forse perché dopo tanto tempo si trovava a Londra per una breve vacanza e finalmente poteva fare quelle cose che aveva dimenticato, come uscire con i suoi vecchi amici, andare a giro per negozi e passeggiare in Hide Park.

Quel sabato pomeriggio aveva deciso di andare a Camden Town con Paul, George e Mark, i suoi tre migliori amici. In nome dei vecchi tempi volevano fare un po’ di compere al mercato del fine settimana. Stavano girellando da un paio d'ore in mezzo alla folla colorata che caratterizzava quel particolare mercato pieno di ogni tipo di stramberie, quando l'attenzione di Orlando fu catalizzata da un banchetto fuori di un negozio.

Sopra il banchetto erano esposti dei contenitori di vetro con dei funghi di vario tipo e dimensioni, le etichette apposte sui barattoli, spiegavano che erano funghi allucinogeni direttamente importati dal Messico. Orlando, che era una persona curiosa di natura, si mise ad osservarli, anche se dubitava fortemente che fossero realmente quello che dicevano le varie iscrizioni. Uno sembrava essere un potente afrodisiaco, capace di dare allucinazioni erotiche, un altro prometteva viaggi dal sapore psichedelico e via dicendo.

“Non mi dirai che vuoi prendertene uno vero?” gli domandò ridendo Mark.

“Ma va! Sono solo incuriosito!” rispose Orlando divertito.

“Le persone curiose, dimostrano di essere intelligenti” li interruppe l'omino dietro il banchetto. Era piuttosto basso e tarchiato, ma con due occhi molto furbi e vispi e stava osservando Orlando in modo strano.

“Tu hai la testa piena di domande e muori dalla voglia di conoscere le risposte, se vuoi io posso aiutarti” disse rivolto direttamente al ragazzo, guardandolo come se fosse capace di leggergli dentro.

Orlando si sentì a disagio e abbozzò un mezzo sorriso. Rimase però come catturato da quello sguardo magnetico e disse: “E sentiamo, come avresti intenzione di fare? Mi vuoi forse leggere il futuro?”.

Intanto gli altri tre erano andati un poco più avanti dentro un negozio di anfibi.

L'uomo continuò a guardarlo incatenandolo al suo sguardo.

“Io posso fare molto di più ragazzo mio, io posso farti vivere in prima persona quello che tu vorresti conoscere…”.

Orlando lo guardò strano, come faceva quello a sapere certe cose? Cominciò a sentirsi sempre più a disagio, ma malgrado ciò rimase lì.

L'omino tirò fuori da sotto un banchetto un funghetto rosso piccolo e glielo porse.

“Mettilo sotto lingua e fallo sciogliere, questo potentissimo fungo, scoperto dai Toltechi antichi e sanguinari rivali dei Maya, sarà in grado di svelarti tutte le cose che desideri sapere, starà poi a te scegliere! Ma ricordati bene, ci sono due cose fondamentali che devi assolutamente conoscere: la cosa durerà il tempo necessario che deve, tu non potrai in alcun modo fermarla finché non sarà la giusta ora, la seconda cosa molto importante è, che una volta che avrai deciso quali delle due cose vorrai per te, dovrai scegliere, e una volta che avrai scelto non potrai MAI più tornare indietro…”

Orlando lo guardò come si guarderebbe un pazzo e per non contraddirlo prese il fungo e se lo cacciò in tasca distrattamente.

“Quanto le devo?” chiese poi ansioso di andarsene, era agitato e non sapeva neanche lui perché.

“Niente ragazzo! Questo è un privilegio che riserviamo a pochi… consideralo una specie di regalo” gli rispose l’omino con fare solenne.

Orlando ringraziò e lo salutò allontanandosi in fretta.