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Autore: korkyna    09/06/2012    3 recensioni
Ci sono cose che non sempre hanno bisogno di spiegazioni.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Weasley, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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                  I PENSIERI IN FORSE E LE RISPOSTE INAFFERRABILI
                                                                                                                
                                                                                                                                                                                                           





                                                                                                                                                                               “ Più a fondo vi scava il dolore,
                                                                                                                                                                                    Più gioia potrete contenere.”
                                                                                                                                                                                                                                             G.K.



La verità è che non sapeva come tutto fosse iniziato. E' questo era, per lei, anche peggio della situazione stessa.
Hermione Granger si riteneva figlia della Curiosità e nipote diretta della Precisione, perciò le era assolutamente impensabile ritrovarsi... cosi e non sapere quali erano stati i passi che lì l'avevano condotta. Trovare una spiegazione le era vitale come respirare e il suo Orgoglio Grifondoro non ammetteva scorciatoie.
 
 
 
Forse...forse fu in quei giorni alla Tana, i primi dopo la Battaglia, quelli più difficili. Erano tutti riuniti lì,  Molly non sembrava in grado di sopportare l'allontanamento di uno dei suoi figli, naturali o adottati come lei, a più di dieci metri dalla sua cucina, cosi stretti l'uno agli altri avevano passato quei primi giorni di pace, se cosi si poteva chiamare quell'atmosfera sospesa di lacrime trattenute e incredulità. In quella situazione si era sentita estranea come mai in quella casa, ma non aveva avuto abbastanza determinazione per andarsene e poi c'era Ron, Ron che da quando l'aveva presa per mano sotto le macerie di Hogwarts non l'aveva più lasciata per più di cinque minuti.
La notte prima dei funerali non riusciva a prendere sonno, anche Ginny pareva sveglia ma le spalle incurvate erano un chiaro invito a lasciarla stare, la casa era immersa nel silenzio, gli unici rumori udibili erano i sussurri di Harry e Ron nella loro camera e delle imposte dimenticate aperte, che sbattevano al vento. Scese piano i gradini verso la cucina, un lieve scricchiolio dopo l'altro, ma mentre passava accanto alla porta dei gemelli, si fermò. Dentro la sua camera George piangeva cosi forte da sentirne i gemiti soffocati dal cuscino che evidentemente si era premuto sul viso.
Forse fu in quel momento, mentre il suo cuore subiva l'ennesimo contraccolpo di dolore al pensiero di quello che succedeva dentro quella stanza, mentre la casa taceva nel buio più totale.
 
Forse fu durante le colazioni in cucina, in quell'estate inglese straordinariamente calda, quando lo vedeva disegnare con il polpastrello nelle briciole dei biscotti rimasti sul tavolo; l'ultimo a fare colazione, a un’ora sempre più vicina a quella del pranzo, l'ultimo ad andare a letto la sera, anzi la notte, quando chiudeva le ante della sua camera e lo vedeva volare per il giardino sulla sua Comet, oppure sdraiato sull'amaca a guardare il cielo.
 
Forse fu durante la Vigilia di Natale, mentre tutti gli altri erano in cucina per la terza fetta del tronchetto e, lui, in salotto, appendeva la calza di Fred al caminetto, lei lo aveva raggiunto e con un colpo di bacchetta l'aveva riempita di dolci e caramelle, lui aveva alzato lo sguardo per incontrare il suo e le aveva sorriso di una gratitudine infinita.
 
Forse fu durante l'ultima cena delle vacanze, prima di tornare a scuola, quando con l'allegria negli occhi George aveva intrattenuto la famiglia sulle incapacità di "Ronnino piccino" nell'aiutarlo con i nuovi prodotti Weasley, sulla sua poca inventiva e su quanto Fred lo avrebbe picchiato se avesse visto le scene che aveva dovuto vedere lui. Ron con le orecchie fumanti cercava invano di replicare alle accuse del fratello, per poi lanciarle uno sguardo di traverso, chiedendole un aiuto con gli occhi, chiedendole di difenderlo. Lei lo guardava ridendo e non sapeva veramente che rispondergli, perche, santo cielo, quella era la verità e lei non poteva fare nient'altro che ridere di gusto.
 
Forse fu alla Riapertura del negozio quando, sbalordita da quei nuovi trucchi, era andata apposta a cercarlo in mezzo ad una folla di ragazzini adoranti e l'aveva trascinato via per farsi spiegare l'incantesimo e lui, sbalordito e sorpreso, aveva spalancato gli occhi dall'eccitazione ed era partito in quarta nella spiegazione dei mille esperimenti che aveva dovuto fare prima di arrivare a quel risultato.
 
Forse fu sempre quel giorno ma mezzora più tardi, quando, affacciata dalla balconata del primo piano aveva osservato prima Ron, che con il suo solito modo goffo cercava di convincere Neville a comprare una nuova versione di Ricordella, e poi aveva seguito i suoi movimenti, più sciolti ma non meno insicuri,  tra gli scaffali e al bancone, dove capeggiava una gigantografia animata dei due gemelli all'inaugurazione del negozio, due anni prima. Aveva visto le sue spalle, prima tese e rigide, afflosciarsi mentre si dirigeva alla cassa, aveva seguito il suo sguardo e un sorriso triste le era nato spontaneo. George aveva trafficato con il resto e una volta tornato solo, aveva dato un’ultima occhiata alla foto per poi guardarsi intorno e incontrare il suo sguardo e il suo sorriso sghembo. Le aveva risposto con lo stesso sguardo e lo stesso sorriso, forse un po' più amaro.
 
Forse fu in quei minuti in cui rimasero a guardarsi, da un capo all'altro del locale.
 
O forse fu molto prima... forse quando erano ancora tutti a Hogwarts e, insieme a Fred, la faceva impazzire con le sue Merendine Marinare.
Forse fu quella volta, appena tornati dalla pausa natalizia, quando lei si era fiondata in Sala Comune, senza neanche disfare i bagagli, per finire di leggere un libro e lui, più mingherlino, più spensierato, nel suo maglione Weasley con un enorme G melanzana stampata davanti, si era seduto a gambe incrociate sopra il suo tavolo e cercava di farla ridere molestandola con una piuma allungata.
 
Forse fu durante la sua ultima gita e Hogsmeade, quando Ginny era da qualche parte con Harry e Ron era troppo occupato per venirla a trovare, quando da sola ai Tre manici di scopa si beveva una burrobirra e lui era entrato per cercarla e poi trascinarla fuori. Si era giustificato dicendo che gli serviva una mano e sua sorella era troppo occupata ad amoreggiare per prenderlo in considerazione. L'aveva convinta, Merlino sapeva come, a fare un atto di spionaggio alla concorrenza, da Zonko, cosa assolutamente inaccettabile per i suoi principi morali. Ma ormai la Guerra l'aveva ammorbidita troppo, si era lasciata abbindolare da due preghiere e un'occhiata implorante, e quella che avrebbe dovuto essere un'azione deplorevole e meschina si era trasformata in una delle avventure più divertenti della sua vita, forse proprio perche di tutte le cose che aveva passato, questa era una delle poche che non prevedeva la minaccia di un Avada Kedavra alle spalle ma solo un po’ di sfacciataggine e tanta leggerezza.
 
Forse fu quando, tornata al Castello e nei giorni successivi, si rese conto che lui non aveva raccontato a nessuno di quello che avevano combinato, come se fosse il loro piccolo segreto.
 
Forse fu il giorno del Diploma, di fronte ai suoi genitori, a Harry, a Ginny, a Molly e Arthur, che la guardavano orgogliosi; di fronte a Ron, al suo sguardo serio che sapeva, Dio se lo sapeva cosa significava; di fronte a lui, che con i suoi occhi cosi luminosi, rendeva il peso di quello che la aspettava un po' più sopportabile.
 
Forse fu qualche ora più tardi, quando durante la sua festa alla Tana non era riuscita ad aspettare oltre, aveva costretto Ron in un angolo in tutti i sensi e mentre lui parlava, vedeva le sue labbra muoversi ma non sentiva nulla perche sapeva già cosa voleva dirle, erano le stesse cose che aveva scritto lei nel cuore già da un po'. Non aveva pianto, non ne aveva la necessità, aveva solo un sassolino in meno sul cuore e un ricordo in più nell'anima.
 
Forse fu durante quella stessa notte, quando scese in cucina per una tazza di the e l'aveva trovato li, gli stessi disegni nelle briciole, la stessa scopa appoggiata sulla sedia, lo stesso sorriso triste e un po' meno amaro. Non avevano parlato di Ron, lui aveva letto la conferma nei suoi occhi, l'unica cosa che fece fu portarla fuori, sull'amaca dove rimasero a guardare le stelle fino a quando il sonno non li colse, le dita che si sfioravano.
 
Forse fu una sola di queste occasioni o forse tutte quante, Hermione non lo sa e forse ora ha anche smesso di chiederselo, ora che lo vede, elegante e slanciato, al matrimonio di Percy, mentre le prende la mano dopo il valzer e la porta sull'amaca, nel retro della Tana.
Forse ha smesso di chiederselo mentre lo vede tormentarsi le dita nel dirle che stasera è bellissima.
Forse ha smesso di chiederselo mentre lo vede avvicinarsi e pensa che, Forse, tutte le risposte che cerca sono sulle labbra di George.
  
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