Capitolo 6: Perché?

Le ore di scuola finirono più in fretta del dovuto.
All’ora di pranzo Keita ed i ragazzi non si erano seduti al nostro tavolo come al solito.
Se ne erano andati fuori nel campo da calcio a pranzare mentre io, Lucy e le altre eravamo rimaste da sole a mangiare i nostri panini al tavolo di sempre.
-Avete programmi per oggi?-chiese Misao impaziente, fissandoci con i suoi grandi e bellissimi occhi marroni.
-Io dovrei…-mi fermai per un istante.
Non potevo dirle che stasera non potevo stare con loro perché dovevo uscire con Kyoshi, sarebbero rimaste di sasso e si sarebbero messe a ridere, l’unica soluzione era inventarmi una scusa.
-Io dovrei uscire con mia madre stasera.-
Lucy mi fece un occhiolino e mi diede un colpetto dietro alla schiena.
-Anche io sono impegnata stasera, mi dispiace Misao!-
-Ma voi due avete sempre da fare?!-replicò Naomi con il suo solito carattere cinico e malizioso.
-Non fa niente, faremo la prossima volta.-
Misao era sempre gentile, sorrideva ogni singolo giorno ed è sempre a disposizione di tutti.
-Ehi…- Naomi mi stringeva da dietro la sedia.
-Tu che avresti di tanto bello da fare?-
-N…Non respiro!!- Naomi era una ragazza davvero forte, pratica tutti gli sport della scuola ed è considerata un mito da tutte le ragazze.
-Non ti lascio finché non mi dici la verità!-
-Devo uscire con mia madre!!-cerca di sforzarmi a parlare ma la sua stretta era davvero forte!
-E va bene!Ci avete beccate!-replicò Lucy.
Naomi e Misao la guardarono per qualche minuto, Lucy aveva gli occhi chiusi e le braccia incrociate.
-Io ed Hikari dobbiamo uscire con dei ragazzi stasera!-
Naomi mi lasciò di nuovo respirare.
Sul volto di Misao apparve un sorriso.
-Ecco il perché di tutta questa scenata!-
Naomi ci guardava in modo perplesso e preoccupato.
-Cosa c’è, Naomi?-chiese Lucy prendendo la bottiglia dalla sua borsa.
-Niente, stavo solo pensando che sarebbe una cosa orribile vedervi abbracciati a dei ragazzi.-
-E perché?!-chiesi perplessa.
Naomi si alzò dalla sedia e ci strinse a se.
-Perché non voglio perdere le mie tenere ragazze!-era come se il sorriso ed il calore di Naomi stesse inondando tutta la sala pranzo.
Una lacrima uscì fuori sul mio viso, Naomi mi guardava perplessa.
-Hi…Hikari stai bene?-
Naomi lasciò la stretta e si allontanò di qualche passo.
Mi alzai dalla sedia e mi buttai addosso a lei.
-Sei così gentile, Naomi-chan!!!-
Lucy e Misao si erano messe a ridere mentre io ero tra le braccia di Naomi e la stringevo forte a me.
-Se non ti stacchi da me entro cinque secondi, giuro che riceverai un bel pugno in testa!-
Mi staccai in fretta da Naomi e la fissai per qualche secondo.
-Ehi voi quattro!-una voce ci chiamava da lontano.
Quando mi voltai incontrai lo sguardo divertito di Keita.
-Stiamo facendo una partita a pallamano, vi unite a noi?-ci chiese mentre agitava il pallone che aveva in mano.
-Certo!-disse Naomi euforica.
Lucy mi guardò per qualche secondo, poi si alzò prendendo la bottiglia di acqua che era sul tavolo.
-Io ci sto!-si avvicinò verso di me di qualche centimetro e mi sussurrò all’orecchio: “Non ti preoccupare Hikari, lui ti ama ancora.”
Restai immobile per qualche secondo, le parole di Lucy mi avevano lasciato di sasso.
-Tu ti unisci a noi, Hikari?-mi chiese Misao.
-N…no penso che me ne starò qui a fare i compiti per domani.-
-Puoi sempre farli fuori.-replicò Naomi.
-Meglio di no.-le sorrisi.
-Fa come vuoi.-
Quando uscirono tutte fuori io ne approfittai prendendo il cellulare.
Composi il numero di Kyoshi e gli inviai un messaggio.
 
Io: “Lei è sicuro di voler uscire con me stasera?”
 
Premetti il tasto invio e aspettai per qualche minuto.
Dopo qualche secondo, il cellulari iniziò a vibrare.
 
Kyoshi-san: “E perché non dovrei?”
 
Io: “Forse perché io sono una sua alunna…no, ho solo paura, lei mi lascerà in meno che non si dica…”
 
Kyoshi-san: “Lo pensi veramente?”
 
Io: “Non lo so.”
 
Kyoshi-san: “Allora rimandiamo.”
 
L’ultimo messaggio del sensei mi lacerò il cuore.
 
Io: “Tu vuoi rimandare?”
 
Kyoshi-san: “Penso che sia la cosa migliore.”
 
Io: “E per te?”
 
Kyoshi-san: “Di certo non starò male per una mocciosa come te…”
 
Quelle erano le parole peggiori che avessi mai sentito in tutto la mia vita….
 
Io: “Come vuole…sensei.”
 
La nostra conversazione si interruppe con quel messaggio.
Strinsi fra le mie braccia il cellulare e dopo pochi minuti le mie stupide lacrime uscirono dal mio viso.
-Hikari?-una voce vicina sussurrava il mio nome.
Keita mi strinse fra le sue braccia e non mi mollò nemmeno per un secondo.
-Puoi dirlo ora.-gli dissi.
-Cosa?-
-La tua solita parola: “Te lo avevo detto.”-
-Non lo dirò mai a te, mai!-
Lo guardai per qualche secondo e gli sorrisi.
-Keita tu sei…un amico veramente importante per me.-gli sorrisi.
Lo sguardo di Keita si fece cupo.
-Io non voglio essere solo un per te e tu lo sai benissimo.-
Le sue mani si posarono sul mio viso.
­-Hikari io non voglio essere un tuo amico.-
Poggiai la mia mano sulla sua testa e gli arruffai i capelli.
-Keita posso essere la tua ragazza?-gli chiesi sorpresa delle mie stesse parole.
 Keita mi strinse a se e le sue lacrime si fecero largo sul mio collo.
-I ragazzi non piangono, che scemo che sono!-
-Io sono peggio di te!-
-Lo so.-
-Ehi, non dovresti offendere la tua ragazza!!-
Le sue labbra si posarono sulla mia guancia.
-Non lo farò mai.-