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Autore: WhiteLight Girl    09/06/2012    1 recensioni
Terriermon correva a perdifiato sulla sabbia del deserto. Le grandi orecchie erano mosse dal vento che gli sferzava addosso, e spesso sfioravano il terreno quando lui si voltava di scatto a controllare ciò che aveva alle spalle.
Attorno a lui, immensi fasci di luce rosa si muovevano frenetici, e lui riusciva ad evitarli solo per pura fortuna.
Continuò a correre mettendo una zampa dietro l’altra anche se ormai gli facevano male entrambe. Il deserto sembrava essere infinito, ma sapeva che doveva uscirne, sapeva che era la sua unica possibilità di salvezza. Si voltò ancora a guardarsi le spalle e si rese conto di essere spacciato.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryo Akiyama, Takato Matsuda, Un po' tutti | Coppie: Jianlinag Wong/Henry, Ruki Makino/Rika
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guilmon attaccò Guardromon che schivò il colpo e sfondò l’ennesimo macchinario.
«Fai sul serio?», rise quella che aveva il volto di Rika «Uccideresti il Digimon di Kazu così, alla leggera» Kenta sbarrò gli occhi: «Quello è il Digimon di Kazu?»
Guardromon gli inviò contro i suoi missili sibilanti. Gomamon non poteva fare molto in assenza di acqua, quindi si limitava a fare un tifo sfegatato per Guilmon «Vuoi battere un Digimon di livello Campione con un Digimon Intermedio? Devi fare digievolvere Guilmon subito»
Takato strinse il Digivice e chiamò Guilmon: «Ha ragione, digievolvi».
Guilmon obbedì, e Growlmon attaccò Guardromon.
«Guarda che sei ancora uno stadio indietro», rimbeccò Gomamon.
«E chi se ne frega! Non farò fuori il Digimon di Kazu! Dove cavolo è finito Ryo?»
«Oh! MondoCane!», esclamò Kenta. Lo spettacolo che gli era apparso davanti era sconvolgente; la buca nel pavimento era svanita portandosi dietro le tenebre ed al suo posto aveva lasciato MonoDramon, Ryo e Rika. I due ragazzi, avvinghiati, si baciavano come se non si fossero ancora resi conto di essere stati catapultati nella realtà.
«Takato!», chiamo Kenta sconvolto.
Il ragazzo si voltò e li vide. «Oh MondoCane»
«E’ quello che ho detto io!»
Ryo e Rika li ignoravano, continuando ad abbracciarsi e baciarsi senza prendere fiato. Takato distolse lo sguardo e tornò a prestare attenzione a Growlmon, che era stato appena scaraventato contro la parete.
«Non è il momento di restare shockati da un bacio», si disse.
«E che bacio!», commentò Kenta. «Takato attento!»
Un altro colpo di missili sibilanti arrivò poco distante da Takato sbalzandolo poco distante da Kenta. «Credi che ne abbiano ancora per molto? Avrei bisogno di una mano o di un’idea»
Tornò a far digievolvere Growlmon e WarGrowlmon atterrò Guardromon senza difficoltà, lasciando un po’ di tempo ai ragazzi.

Rika si separò da Ryo con titubanza.
«La prossima volta che dirai di dovermi parlare spegnerò il cellulare e cancellerò tutti gli impegni della giornata», scherzò Ryo strappando alla ragazza un sorriso.
«Dov’è Renamon?», gli chiese lei per cambiare argomento.
Il ragazzo le sfiorò leggermente la guancia livida: «Con Henry e Kazu. La stanno medicando», prese la mano di Rika e le restituì il Digivice. Lei lo strinse e chinò il volto «Grazie»
Ryo le sorrise, poi lanciò un’occhiata di sbieco a Growlmon «Credo di dover aiutare Takato adesso. Tu dovrai stare in disparte per un po’, ma ti prometto che avrai la tua dose di battaglie»
«Ci conto, non strapazzarli troppo»
Ryo le diede un altro bacio veloce e scese in campo «MonoDramon», disse «Digievolvi»

«Eih Kenta», disse allora Rika avvicinandosi al ragazzo.
Lui indietreggiò e fece in modo d mettere Gomamon tra se stesso e la ragazza «Non ho visto niente, giuro!»
Rika lo ignorò ed andò avanti: «Mi dispiace»
Kenta sgranò gli occhi sbiancando: «Ti dispiace cosa esattamente?»
«Di averti trattato sempre male da quando ti ho conosciuto, cioè, non è che tu non mi faccia saltare i nervi ogni volta, perché è vero che ti comporti da idiota e che spesso vorrei strangolarti, però…» interruppe per un istante il discorso confuso che stava facendo e voltò la testa per evitare che Kenta vedesse la sua espressione imbarazzata. Vide Ryo schivare con un’abile mossa un modem lanciato da qualcuno ad alta velocità «Ti considero comunque un amico»
Kenta si sistemò gli occhiali preoccupato «Si», balbettò «Ecco, anche tu per me sei un’amica…»
«Questo però non significa che smetterò di tormentare te e Kazu», chiarì Rika.
Kenta le sorrise quasi commosso «Rika, posso», si bloccò trattenendo le lacrime «Posso abbracciarti?» e prima che lei potesse rispondere di no lui aveva lasciato cadere Gomamon a terra e le aveva buttato le braccia al collo piangendo sulla sua spalla «Sono contento che tu stia bene!»
Gomamon, che era atterrato di testa, si massaggiava leggermente il punto in cui aveva sbattuto.
Rika diede una pacca incerta sulla spalla di Kenta, non sapendo come farlo smettere di frignare «Guarda che hanno rapito me, non te, sono io quella che dovrebbe essere sconvolta…», ma il ragazzo non voleva saperne di staccarsi «Oh! Andiamo! Piantala!», strillò allora Rika nervosa.

Kazu e Terriermon spuntarono dalla porta che dava nel corridoio, Henry li seguiva poco distante sorreggendo Renamon.
I ragazzi guardarono confusi la battaglia, strabuzzando gli occhi nel vedere il volto di Rika contorto in un ghigno sadico.
«Che sta succedendo qui?», domandò Terriermon prima di notare Kenta che si sbracciava dall’altra parte della stanza.
Kazu percorse la distanza che li separava a grandi pedate, poi abbracciò stretta la vera Rika. «Grazie al cielo stai bene!», disse ridendo «Eravamo così preoccupati!!»
Rika s’irrigidì spiazzata «Kazu…», disse soltanto prima di sentire gli occhi che le pizzicavano.
«Va tutto bene, vero?», le chiese allora il ragazzo allontanandosi per guardarla in faccia. Terriermon ne approfittò per arrampicarsi sui suoi pantaloni ed avvolgerla con le sue grandi orecchie.
Henry li aveva raggiunti, poggiò Renamon a terra ed allontanò Kazu da Rika mentre Terriermon passava sulla schiena della ragazza. «E’ il mio turno», disse abbracciandola anche lui calorosamente. Quasi stupendosi di se stessa Rika ricambiò l’abbraccio. Si sentiva in un modo in cui non si era mai sentita prima.
Un groppo alla gola la minacciava di un imminente pianto, ma lei non voleva che loro la vedessero così. Aprì la bocca per tranquillizzarli ma la voce sembrava non volere uscire. «Sono stata una stupida», disse alla fine.
Gli altri la guardarono confusi. «Di cosa stai parlando?», le domandò Terriermon asciugandole con una zampa una lacrima che le era sfuggita senza che se ne accorgesse.
«Io gli ho creduto», continuò lei tentando di spiegare; ma non voleva davvero dirglielo, non in quel momento almeno. Si avvicinò a Renamon e la abbracciò: «Come stai?»
«Meglio, grazie a Kazu ed Henry», le rispose il Digimon.
«Grazie ragazzi», disse allora Rika.
Il sorriso di Terriermon si spense, Kazu si guardò attorno, poi puntò il dito contro se stesso e chiese: «Stai ringraziando anche me?»
«Si, ma non ti ci abituare», gli rispose la ragazza.
Poi lo sguardo di Kazu piombò ancora sul combattimento e notò il Digimon contro cui CyberDramon e Growlmon stavano combattendo. «Guardromon! Si può sapere che cavolo stai facendo?»
Takato e Ryo si erano avvicinati di nuovo a loro e sembravano spazientiti: «Fai qualcosa»
Kazu li superò cercando di raggiungere il suo Digimon, i tentativi di Henry di fermarlo fallirono.
«Coraggio amico», disse sventolando le braccia «Sono io! Perché attacchi i tuoi amici?»
Guardromon non lo ascoltò, continuando ad avanzare a passi decisi verso di lui.
«Non ti sente. Io sono la sua domatrice, dà retta solo a me», disse ghignando la Rika cattiva.
«Tu non sei una domatrice! Sei solo un involucro vuoto! Una copia!», le stillò contro Rika cercando di andarle incontro probabilmente per schiaffeggiarla. Ryo la afferrò per un braccio costringendola ad arretrare: «Spiega, cos’è esattamente? Sai cosa vogliono fare?»
«Vogliono un essere umano che stia agli ordini del proprio Digimon, possibilmente malvagio e che faccia Digievolvere il Digimon allo stadio più alto», rispose la ragazza.
Takato le si avvicinò cauto, senza distogliere lo sguardo da Kazu che, affiancato da Growlmon e Cyberdramon, tentava di far ragionare il suo Digimon a meno di venti metri di distanza; «Perché quella cosa ti somiglia così tanto?»
«E’ una mia copia», rispose Rika sbrigativa «Senza sentimenti però, li considerano un ostacolo. E’ un test - prima di svuotare i veri umani - fatto su un essere umano artificiale»
Guardromon attaccò Kazu, Growlmon deviò i suoi missili sibilanti salvando il ragazzo.
«Non mi piace affatto essere ignorata» Sbottò la copia di Rika camminando a piccoli passi verso di loro. «Sta zitta!», sbottò Kazu «e ridammi il mio Digimon subito! Strega!»
«Osi dare ordini alla Regina dei Digimon?», strepitò lei.
Ma Kazu le ringhiò ancora contro: «Non sei la Regina dei Digimon, quindi ti do ordini eccome!!!»
«Il fatto che tu abbia la faccia di Rika non significa affatto che tu sia lei!», disse Takato.
La copia digrignò i denti, poi disse con calma: «Falli fuori Guardromon», strisciò una carta nel Digivice «Digimodificati, carta del Cannone UltraSonico!»
Guardromon caricò il colpo e lo puntò contro Kazu, prevedendo che la distruzione sarebbe arrivata fino agli altri facendoli fuori tutti. Rika strinse la mano di Ryo mentre il ragazzo la spingeva dietro di se come se questo servisse a proteggerla. Terriermon si parò tra loro e Guardromon mentre Renamon tentava di alzarsi.
«Non lo farà davvero?», chiese Gomamon preoccupato.
Ma prima che il colpo potesse partire il pavimento cominciò a tremare tanto forte che Kenta scivolò e Renamon perse di nuovo l’equilibrio.
«Che cavolo sta succedendo?», si chiese la Copia tentando di non perdere l’equilibrio. Datamon apparve al suo fianco con aria preoccupata. «Non siamo pronti», disse. Ma poi ghignò «Pare che ci sarà un anticipo dei piani. Andiamo via»
La Copia lo guardò con sufficienza «Non sono ai tuoi ordini»
Il sorriso di Datamon si spense «Maledetta ragazzina», disse. Poi il ghigno tornò e Devimon apparve dal nulla stringendola tra le braccia. La Copia scalciò, si ribellò e tentò di morderlo, ma alla fine la ebbe vinta lui e la portò via.
«Ragazzi, qui sta per succedere qualcosa di grosso», osservò Kazu spaventato. Il tremore del pavimento aveva indebolito i muri, una strana pressione sembrò arrivare dall’alto schiacciando i ragazzi ed i loro Digimon e costringendoli a piegarsi, poi un boato gli ferì le orecchie ed il soffitto venne giù.

   
 
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