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Autore: Rainbowcorn    09/06/2012    2 recensioni
E se l'unico motivo per cui ti danno la caccia è per amore? E' solo perchè sei gay?
-Dal primo capitolo:
E in un istante è come se la vedesse. Una pallottola, diretta al cuore di Tiziano Ferro. Con un salto rapidissimo sale sul palco, quasi come se i bodyguard al suo cospetto fossero semplicemente dei bambolotti incapaci. Nessuno l´ha fermata. Nessuno l´ha neppure vista balzare. Rapida, silenziosa, letale.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti! Torno dopo un lunghissimo periodo di pausa (tipo due anni) e con un nuovo account. Chi ero prima? Oh, tanto non mi ricordereste comunque. Non lo dico semplicemente perchè io non sono più quella persona. Sono un'altra.. E perchè mai perderci nel labirinto del passato? Sempre andare avanti e non voltarsi!

Beh, vi auguro una buona lettura! E spero in una recensione, tanto per sapere cosa ne pensate!

A presto!

               TheCrazyVitty

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Kill me softly

 

Pioggia, umido, confusione.

 

La ragazza sorrise a quel pensiero, sarebbe stato molto più semplice scappare.

 

Loro non avevano le sue conoscenze.

 

Uscì dall´albergo con il cappuccio sulla testa e il giacchettino di pelle. Nera.

 

Camminava veloce tra le vie di quell´immensa città. Torino.

 

Guardò l´ora ferma davanti alla fermata del tram, le sette di sera. Era in perfetto orario, come sempre, dopo tutto. Lei era la migliore, come tutti dicevano. Perfetta, rapida, silenziosa e specialmente letale.

 

Sorrise a quel pensiero. Lei letale, ma dopotutto cosa le importava? Lei che avrebbe voluto semplicemente avere una vita felice, spensierata. Lei che avrebbe voluto vestirsi tutta colorata, invece di indossare sempre quei jeans scuri, quelle maglie attillate, nere e gli occhiali da sole.

 

Ma cosa poteva farci? La vita era la cosa più importante e lei non poteva permettersi di lasciarla distruggere.

 

Il tram passò, in perfetto ritardo di tre minuti, come sempre. Quella città era davvero il suo asso nella manica. La conosceva meglio di tutte le altre. Meglio ancora del posto dove era nata. Nata? Lei era nata? Non aveva né madre né padre. Non aveva una famiglia. Non aveva una vita. Lei non aveva nulla del passato. Aveva solo una certezza e un missione. Salvare la vita.

 

Non aveva mai avuto una famiglia, una vera. Due genitori, sorelle, parenti vari. Non aveva mai avuto funerali, mai nulla.

 

Ne aveva una, finta. Meglio di qualsiasi cosa potesse mai desiderare, forse. Solo un gruppo. Solo un po´ di persone organizzate, che sapevano volersi bene ed opporsi a tutto.

 

Chiuse gli occhi, salì sul tram. Le porte si chiusero, i suoi occhi si riaprirono. Occhi profondi che avevano visto troppe cose e che alle volte sembravano non poter più illuminarsi. Ma no. Sembrava solo. Lei era troppo forte per smettere di sorridere.

 

Una frenata. Il tram si fermava al primo posto per far salire e scendere i passeggeri.

 

Quanta gente. Quanta gente c´è nel mondo. Tutte persone che hanno una vita. Tutte persone con buoni motivi per ridere e altri per non farlo. Tutte persone con la propria storia, con un passato. Persone che lasciavano le loro impronte sulla sabbia. Non come i piedi della ragazza. Non come quei piedi, come quel passo leggero che non lasciava nessun´orma. Una ragazza senza passato. Una ragazza dal nulla. Lei era solo questo. Un albero senza radici. Una casa senza fondamenta. Una stella destinata, forse, a spegnersi senza grande importanza. Lei non era il sole. Nessuno viveva per lei. Nessuno dipendeva da lei. Sì, forse la vita di alcune persone dipendeva, ma non le loro emozioni. Non le paure. Non la felicità.

 

Niente. Era semplicemente un´anima nera, tormentata e mascherata da tante speranze. Lo sapeva, lei, di non avere una speranza. Ma continuava a crederci. Un futuro esisteva per tutti. Forse anche per lei, da qualche parte, c´era uno spazio.

 

Nessuno capita su questa Terra per caso. Nessuno è solo. Sì, nessuno è solo. Ma cos´era questa frase? Solo uno sciocco titolo per vendere tanti dischi. E poi sei tu che ti ritrovi in balia della vita, senza una vera roccia. Sei tu che devi lottare ogni giorno per vivere. Sei tu che devi superare le difficoltà. Ogni persona è responsabile della propria felicità.

 

Una seconda fermata, una terza. Ecco, ora era arrivata.

 

Scese sotto la pioggia senza guardare in faccia nessuno, mentre già vedeva le file infinite di persone davanti a quei cancelli, chiusi. Era ancora troppo presto.

 

La ragazza aggirò il palazzetto e andò diretta alla sua via di accesso nascosta.

 

Entrò e percorse una serie di infiniti labirinti. Tutti al buio. Si fermò davanti alla porta ed aspettò che i primi "fan" entrassero e si piazzassero davanti al palco. Quel palco che forse avevano sognato per notti intere. E ora, erano lì. Ad un passo dal loro idolo. A poco più di un´ora.

 

Anche lei uscì dalla piccola porta e prese posizione sotto al palco. Ancora, ad un nuovo concerto. Avrebbe quasi iniziato ad odiarlo questo spettacolo se non fosse stato sempre lui a cantare.

 

Forse era orgogliosa di potergli salvare la vita. Almeno questo, dopo tutta la compagnia glielo doveva.

 

Il palazzetto iniziò a riempirsi e ben presto fu pieno. Anziani, ragazzini, bambini tutti erano in quel posto per vedere la stessa persona. Tutti aspettavano con ansia. Il sudore si mescolava all´eccitazione. Cartelloni appesi, fascette in vista, lucine ad intermittenza per segnalare la presenza.

 

Un attimo, si spensero le luci. Le grida presero il loro posto tra le corde vocali di tutti e la sua voce iniziò a intonare per tutto lo spazio.

 

Una navicella che scende dall´alto. Lui all´interno. I cuori che scoppiano. Tiziano Ferro scende da un cubo sospeso in aria.

 

Ma lei non è lì per divertirsi. Lei non è mai lì per divertirsi.

 

Dopo la prima apparizione tutti iniziano a rilassarsi, l´atmosfera diventa tranquilla. La confusione si placa.

 

Le persone sorridono e cantano, anche loro. Ogni persona inizia a divertirsi e a dimenticare il mondo, solo per quella sera.

 

Ma lei non è lì per divertirsi. Lei non è mai lì per divertirsi.

 

Chiude gli occhi, sente qualcosa. Cosa può sentire in quella confusione infernale? Niente. Eppure la sente. Lo sa. E´ vicino. Se non lo sentisse non sarebbe lei, non sarebbe la migliore. Non le avrebbero dato quell´incarico.

 

E in un istante è come se la vedesse. Una pallottola che punta dritta al cuore di Tiziano Ferro. Con un salto rapidissimo sale sul palco, quasi come se i bodyguard al suo cospetto fossero semplicemente dei bambolotti incapaci. Nessuno l´ha fermata. Nessuno l´ha neppure vista balzare. Rapida, silenziosa, letale.

 

Si butta su di lui che canta, e non capisce. Non riesce a capire. Nessuno potrebbe.

 

Un balzo e la pallottola va a vuoto.

 

La gente urla, disperata, un´altra. Un´altra ancora. Chiude gli occhi e sente tutte le pallottole che vengono sparati dalla canna di quella pistola, è come se le vedesse. Ogni suo senso è all´erta. E´ pronta a scattare.

   
 
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