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Autore: HermyLily89    09/06/2012    14 recensioni
Esistono diversi modi per stare accanto a qualcuno a cui tieni. L'importante è volerlo. Ed Hermione vuole. SECONDA CLASSIFICATA al Fan Art Flash - Contest! - Per i festeggiamenti "It's just one year- Big BDA" del gruppo Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione].
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa storia partecipa al Fan Art Flash - Contest! - Per i festeggiamenti "It's just one year - Big BDA" del gruppo Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione].
 

 

Coming Back ~ Tornando indietro

      


 

I will never let you fall
I'll stand up with you forever 



« Crede sia la cosa giusta, signore? »
Mi guarda con aria preoccupata, aggrottando la fronte e riflettendo i suoi brillanti occhi azzurri nei miei.
« Credo sia semplicemente quello di cui ha bisogno. »
« Ma… » inizio a obiettare.
«Non è contro le regole della vita, signorina Granger. Lei ha deciso di andare oltre e lo sappiamo, sia io sia il signor Potter. Non si tratta di tornare ad essere in vita e nemmeno ad aleggiare come un fantasma. E’ essergli accanto. Semplicemente. »
Sistema i suoi occhiali a mezzaluna sul naso e si allontana, mescolandosi al biancore del posto in cui siamo.
Mi avvicino alla marmorea colonna su cui fino a poco fa era chino Silente ed improvvisamente ricordo che assomiglia a ciò di cui Harry mi parlò in passato, quando eravamo ancora a scuola: un Pensatoio, fornito di un ampio spazio circolare in cima in cui immergere la testa e rivivere particolari momenti, cercando di trovare una soluzione. Eppure per quanto ne abbia la forma, questo non può essere quel particolare strumento che era riposto nella stanza del Preside, a Hogwarts. Quel che si riusciva a scorgere erano stralci di vita che non appartenevano a Silente, ma vite diverse, vite lontane, ma soprattutto vite ancora in procinto di essere, di esistere. Una finestra sul mondo, non su questo sbiadito ingresso di Hogwarts. Il mio luogo di passaggio.
Ricordi confusi si mescolano nella mia testa, variopinti attimi e una luce verde, poi il buio. Faccio ancora fatica a ricordare come sia avvenuta la mia morte, ma la sensazione che ho è di aver fatto la cosa giusta, di aver agito per il meglio.
Immergo il viso in quel bizzarro Pensatoio  e vengo risucchiata da una forza potentissima, mentre i colori iniziano a colorare quella realtà che prima appariva in bianco e nero. Atterro con eleganza di fronte ad una casa di mattoni a vista, rossicci, che sembro vedere solo io. Il numero 12 è quasi completamente sbiadito, l’edera è ormai cresciuta ovunque, ma riconoscerei quel posto tra mille. Grimmauld Place.
Harry.
Senza un attimo di esitazione, mi fiondo verso la porta e mi rendo conto che non ho bisogno della maniglia per aprirla, perché riesco a passarci attraverso. Mi fermo un attimo, cercando di guardarmi, di vedere se sono diventata perlacea, ma non è così. Silente aveva ragione, non sono un fantasma, perché ho deciso di andare oltre, come hanno fatto altri prima di me; sono semplicemente così com’ero il giorno che sono morta, con la stessa camicetta chiara a maniche corte e gli stessi pantaloni. Passo leggera una mano sui miei indumenti, cercando di carpire qualcosa del giorno di un mese fa in cui la mia vita è finita. Ma nulla, solo un turbinio di colori e quel lampo verde. E Harry.
Harry c’era, sì. E questo dettaglio che avevo rimosso, ora c’è, limpido nella mia testa, come una certezza che non ha bisogno di conferme. Harry era con me quella sera.
Mi avvio verso le scale, le gambe mi guidano senza che sia io a dirigerle. O meglio, credo sia il mio cuore che, alleggerito da questo punto fisso, sa dove portarmi, sa cosa fare. Perché per quanto tutto ci sia stato contro, per quanto  le nostre due vite fossero imprigionate in relazioni che non eravamo in grado di soddisfare appieno, io e lui avevamo qualcosa che ci univa, che sapeva renderci unici.
La porta della vecchia stanza di Sirius è accostata e riesco ad intravvedere nella fessura con lo stipite, nonostante un’accecante luce polverosa e pulviscolare, il mio migliore amico disteso su un letto ormai fatiscente e con addosso una camicia a quadri. Quella camicia a quadri.
E’ come se nella mia mente si aprissero delle ante, come se la mia memoria fosse un armadio per la maggior parte chiuso a chiave e solo qualche cassetto è stato aperto. Ora se n’è aperto un altro.
Sento i miei occhi iniziare ad inumidirsi, anche se ancora non riesco a comprendere quale sia la causa. Mi avvicino al letto e vedo Harry stringere il pesante cuscino su cui ha adagiato la testa e gli occhi socchiusi e gonfi di quelle lacrime mai piante, di quel dolore che difficilmente riesce ad esternare. So che forse quello che sto per fare è inutile, forse anche sbagliato, ma ho deciso di seguire il mio istinto, il mio cuore e quindi mi stendo accanto a lui, guardandolo dolcemente e accarezzando dolcemente il suo viso.
Non riesco più a trattenere le lacrime e lo stringo a me, lo avvolgo, baciando la sua fronte, cercando di fargli capire che ci sono.
« Her- Her- Hermione… »
Lo biascica appena, tra il sonno e la veglia, ed io ricordo, improvvisamente tutto.
La missione, gli irriducibili Mangiamorte ancora in circolazione, alla ricerca della gloria, nella speranza di seminare il panico. Io, Ron ed Harry con le bacchette sguainate, circondati da una decina di seguaci dell’oramai decaduto Lord Voldemort. E quella Maledizione Senza Perdono, quel fiotto di luce verde puntato verso Harry, la smorfia di esultanza dipinta nel volto di quell’uomo, io che faccio da scudo, ponendomi tra la maledizione e il mio migliore amico, rendendomi conto di essere troppo distante da Harry per allontanarlo e privata della mia bacchetta. Il lampo verde. Harry era lì. Sono morta per salvare Harry.
« Resto qui, Harry. Ci sarò sempre. »
Rimango lì, stringendolo a me, riuscendo a comprendere tutto, finalmente.

*

«Ora ha capito cosa intendevo, signorina Granger. Lei è quello che chiamano ‘angelo custode’.
Non tutti lo possono diventare e non è sempre chiaro come accada.
Ma lei è comunque un’eccezione alla regola.
Lei era già un angelo custode.
Lo era ancora prima di sceglierlo. »


 

I'll be there for you through it all
Even if saving you sends me to heaven.



 




NdA: La canzone che apre e chiude la storia è Your guardian angel dei The Red Jumpsuit Apparatus. Ho scritto sotto l'influsso di quella canzone meravigliosa e di questa fan art sensazionale.
Approfitto per augurare a tutti i componenti del gruppo Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione] un anniversario fantastico e pieno di... aurorosità. E poi, com'è che si dice?! Ah, sì... 'Cento di questi giorni!'

   
 
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