NezumixShionxNezumixShionxNezumixShion
Caffè
Nostalgia
Misetai to omou mono ga kitto atte
Kikasetai kotaba mo takusan aru
Egao nakigao mo zenbu mite hoshikute
Matteiru watashi wa yamete chansu o tsukamu yo
Nezumi sospirò soddisfatto, la tazza – calda – tra le dita – fredde.
L’aveva fatto da poco, quel caffè, amaro – bollente – come piaceva a lui.
Sorrise – nostalgia e rimpianto – ricordando Shion e la strana espressione che assumeva il suo viso quando, preso da un’irruenza a dir poco bambinesca, afferrava violento la tazza e veloce se la portava alle labbra, ingurgitandone il contenuto. Shion odiava il caffè, soprattutto se amaro e, per questo, quando sentiva quel liquido inondargli la bocca, Nezumi vedeva il suo viso deformarsi. La bocca si piegava all’ingiù, arricciandosi e gli occhi si chiudevano fino a nascondersi dietro le palpebre.
Il Sorcio allora sorrideva, anche se impercettibilmente, e gli occhi – solo per un attimo – si illuminavano.
Era un bambino, Shion. Ne aveva molti comportamenti. E, quando lo guardava, seduto sul letto e con il suo caffè in mano, non poteva non sentirsi un po’ bambino anche lui, riportando alla mente – tristezza e pace – gli attimi – dolci e rassicuranti – che avevano segnato il loro incontro.
Pensare a te mi fa piangere,
così i miei occhi sono pieni di lacrime
Ed ora ho capito:
è la mia volontà ad essere ancora con te