Ehilà, come sempre vi incito a leggere ascoltando questa canzone (da cui è tratto il primo pezzo qui sotto): http://www.youtube.com/watch?v=dYQ_lse44gQ buona letturaaa
Puoi giacere affianco a lei e darle il tuo cuore, il tuo cuore. Così come il tuo corpo? E puoi giacere affianco a lei e confessare il tuo amore, il tuo amore. Così come la tua follia? E puoi inginocchiarti davanti al re.
Ma ditemi ora, dov’è la mia colpa nell’amarti con tutto il mio cuore? Una pagina bianca e una rabbia crescente. Non pensavi quando mi hai mandato all’orlo, all’orlo. Desideravi la mia attenzione ma hai negato il mio affetto, il mio affetto
POV CAROLINE
In un attimo Klaus fu alle mie spalle, pronto a bloccarmi.
-Prendilo! –Ordinò a Tyler, il quale afferrò il pezzo di legno e lo portò sotto il bidone.
In quel preciso istante, Klaus affondò il suo naso fra i miei capelli, quasi ansimando. E poi sparì, come il vento.
I brividi percorsero il mio corpo, stretto fra le braccia di un disperato Tyler.
-Vado a casa. –Aggiunsi, smorzando il suo sentimento.
-Ti accompagno? –Chiese, cercando di non assumere un tono fastidioso.
Sulle prime ci pensai, poi decisi di farmi una camminata.
-No, vado a piedi. Ci metto un attimo.
Non gli diedi il tempo di rispondere, che il mio corpo era già sparito dalla scena, lasciando l’ibrido avvolto dalla nebbia.
Mi infiltrai fra gli alberi del bosco, con velocità assurda e con estrema perfezione: era troppo divertente. Correre così mi faceva sentire viva e libera dai pensieri.
Arrivata a casa, raggiunsi subito il bagno e mi feci una doccia. Ero un vampiro, ma la stanchezza era così tanta che sprofondai nel letto senza neanche asciugarmi i capelli. Dopo pochi minuti mi ero già addormentata.
POV KLAUS
Ero posizionato come un giaguaro sull’albero. La luce della sua stanza era spenta, stava già dormendo. Ne fui felice. Mi aggrappai alla finestra e l’aprii, inserendomi nella camera di Caroline come fosse la cosa più naturale del mondo. Effettivamente lo facevo spesso: quelle volte che si addormentava lo faceva così profondamente da permettermi di entrare nel suo spazio senza ostacoli.
Dopo aver chiuso la finestra alle mie spalle mi stesi accanto a lei, sfiorandole le braccia stese supinamente.
-Quanto sei bella, Caroline. –Sussurrai in quell’orecchio insensibile alle mie affermazioni.
I capelli odoravano di lavanda, il corpo di ciliegia.
Odorai entrambi i due tipi di sostanze, sentendomene riempito fino al midollo. Sentivo che Caroline era dentro di me, sulla mia pelle. Anche se non come avrei tanto desiderato.
Non l’avevo mai sfiorata, semmai le accarezzavo il viso o la osservavo tenendomi a debita distanza e ritenendo la notte troppo corta per contemplare a pieno tutta quella bellezza.
Anche quella notte passò velocemente. Così mi alzai e andai verso la finestra. Mi voltai un’ultima volta a guardarla, compiacendomi di aver vissuto quello spettacolo e sentendomi quasi stremato dal suo aspetto angelico. Presi la rosa che avevo lasciato nel taschino, dimenticandomene, e la misi sotto il suo letto. Amava tanto le rose, ed io l’avevo capito.
-Klaus, no! Ti prego, aspetta. Aspetta ancora. –Ero a metà fra la finestra e la stanza, quando la giovane vampira proferì quelle parole. Spaventato e al contempo sorpreso, mi voltai. Fortunatamente non era sveglia.
Sorrisi, felice di essere presente nei suoi sogni, e me ne andai, prima che si svegliasse davvero.
POV CAROLINE
La mattina successiva mi alzai, leggermente rintronata. La testa mi scoppiava e avevo delle tremende occhiaie. Nello specchio, oltre a quelle enormi macchie violacee sotto i miei occhi, notai anche che la finestra era semi aperta.
La cosa mi sembrò piuttosto strana perché ero fissata su questa cosa. Come vi ho spesso detto, tendo a mantenere salde le abitudini passate. Infatti, pur non soffrendo né il caldo, né il freddo, sentivo in me il bisogno di chiudere sempre gli infissi di inverno. Ignorai comunque la cosa. Prima di alzarmi, inoltre, notai di aver assunto una posizione davvero strana. Ero così esporta che avrei rischiato di cadere. Sembrava come se due persone avessero tentato di stendersi su un letto singolo. Pensai subito che dovevo seriamente smetterla con quelle riflessioni assurde e che dovevo muovermi.
Mi vestii in un attimo e andai a fare colazione. Quel giorno ci sarebbe stato un ballo a Mystic Falls. Un ballo di mattina, al chiuso. Ero felicissima e volevo sbrigarmi, per raggiungere gli altri. Soprattutto Elena.
Indossai uno dei miei vestiti preferiti: bianco, totalmente ornamentato da pizzo. Smanicato e aderente. Sotto il seno ci inserivo sempre una cinturina beige con un fiocco. Indossai i miei decoltè dello stesso colore dell’accessorio. Aggiustai in un attimo i miei capelli spettinati, trasformandoli in soffici boccoli. Mi truccai, indossai una collana di perle e partii, prima di dare un ultimo sguardo alla camera che era impregnata di uno strano e piacevole odore, probabilmente rose. Sì, rose rosse e profumate. Prima di andar via definitivamente, mi inebriai ancora di quel famigliare e confortevole aroma.
Note dell’autrice:
Ordunque, che ne pensate?? Fatemi sapere. Come sempre ringrazio tutte voi che mi seguite, che avete la storia fra le preferite, e che mi riempite di complimenti. Un bacione enormissimooo!