Ti ho visto su una spiaggia, d’estate. La sabbia calda ammorbidiva i miei passi e il vento scompigliava i tuoi capelli, già spettinati. L’infrangersi delle onde sulle nostre caviglie rinfrescava le parole che uscivano libere dalle nostre bocche, una corrente continua, rigenerante.
Mi piace la tua voce, mi entra in testa e mi rilassa. E’ calda come il sole che ci osserva dall’alto, illuminando la giornata di sorrisi.
Abbiamo camminato fino alla fine della baia, raggiungendo il punto più estremo dell’isola. Da lì si vede il tramonto, mi hai detto. Così, stringendo la mia mano nella tua, ci siamo seduti sulla sabbia, aspettando che il sole cadesse dietro il mare.  La tua risata risuona nell’aria, contagiata dalla mia. Quando succede sento il mio cuore espandersi nella cassa toracica, come a voler contenere tutta la tua allegria.
Con un braccio mi stringi a te, la mia spalla è incredibilmente fragile e bianca, la tua è appena scurita dal sole, proporzionata.

Per un attimo stiamo in silenzio. Il sole è una grande sfera cremisi. Mi piace la luce del tramonto, rende tutto più tiepido e disteso. Un paio di gabbiani in lontananza, nel paesaggio da cartolina. Il tuo sguardo mi accarezza come una brezza leggera e tutto è perfetto. In quel momento non esistono tempi passati e futuri domani, ma solo il presente, l’estate, tu. Il cielo tramuta le sue vesti, colorandosi di tonalità più serali, magiche, e tu appoggi le tue labbra sulle mie, un bacio di sale, che sa di mare.
Sento una canzone nella testa, e solo tu conosci tutte le parole. Lascio il mio corpo aderire al tuo, cadiamo morbidamente sul manto vellutato sotto di noi. Mi sollevi una ciocca di capelli: vedo il tuo sguardo seguire l’onda scarlatta, posarsi sulla mia fronte. Gli angoli delle tue labbra s’increspano e, insieme, sorridiamo vicini.

Poco più in là, l’acqua marina lascia la sua impronta scura sul bagnasciuga, scappando verso l’orizzonte.
Il mio vestito bianco è pieno di sabbia.
Ma non importa.