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Autore: scrittoremascherato    09/06/2012    0 recensioni
Quando Marius vide il “suo” quarto uomo unirsi agli altri accelerò il passo. La mano destra affondò nella valigetta, le dita trovarono il calcio della skorpion e lo afferrarono saldamente. Pietro fu il primo ad accorgersi della sua venuta e disse qualcosa agli altri. Quattro teste si voltarono nel medesimo istante in cui l'arma vide la luce...
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando Marius vide il “suo” quarto uomo unirsi agli altri accelerò il passo. La mano destra affondò nella valigetta, le dita trovarono il calcio della skorpion e lo afferrarono saldamente. Pietro fu il primo ad accorgersi della sua venuta e disse qualcosa agli altri. Quattro teste si voltarono nel medesimo istante in cui l'arma vide la luce. L'onorevole fu il più reattivo e si catapultò letteralmente verso l'automobile. Un fragoroso applauso all'interno del ristorante coprì il rumore della raffica e la gomma sinistra dell'Alfa Spider si afflosciò subito. Il politico rimase immobile e guardò il sindaco altrettanto impietrito, mentre il sorriso beffardo di Francesco si tramutò in terrore puro. Pietro scattò come un toro infuriato verso l'individuo che li stava minacciando, ma fu costretto a fermarsi dopo pochi passi. Marius aveva infatti afferrato il fratello per il collo puntandogli la skorpion alla tempia.” In quella direzione... svelti!” esclamò rabbiosamente. Lo disse in un italiano perfetto ma con un accento chiaramente straniero, gli uomini lo fissarono ma nessuno di loro si mosse. Con un movimento violento e repentino, Marius infilò di forza la canna dell'arma in bocca all'ormai pallidissimo Francesco. Il gesto gli spaccò il labbro inferiore e un rivolo di sangue gli colò sulla camicia bianca.”Subito!” ringhiò stavolta l'uomo. Ancora una volta fu Pietro a muoversi per primo, gli altri lo seguirono mestamente mentre un altro applauso si levava dall'interno del ristorante. Dopo aver attraversato la boscaglia che circondava il parcheggio, arrivarono nei pressi di una radura. Un vecchio furgone senza scritte si trovava parcheggiato al limite di quella che, a prima vista, sembrava una strada sterrata e piena di buche. Marius fece cenno ai tre che lo precedevano di aprire il portellone posteriore e di entrare. Una volta rimasti soli, scaraventò Francesco a terra e richiuse con una chiave. “ Tu mi servi per guidare pezzo di merda...muoviti!” Dopo aver vagato per mezza campagna, Marius ordinò a Francesco di svoltare in una stradina priva di indicazioni. Quest'ultimo riconobbe immediatamente il posto e inchiodò il furgone di colpo. “ Chi sei? Cosa vuoi? “ La canna della pistola, stavolta, gli affondò in una narice. L'uomo che gli stava di fianco si tolse il cappello e lo fissò con i suoi profondi occhi azzurri. “ Lo saprai tra poco figlio di puttana, ora riprendi la marcia se non vuoi che ti faccia saltare il cervello! “ Dopo circa un chilometro di quella strada costeggiata da filari di pioppi, arrivarono al casolare. Francesco sentì un grumo pesante come un macigno danzargli nello stomaco. A parte qualche tegola mancante e un paio di vetri rotti, la casa principale appariva identica a vent'anni prima. Solamente il recinto degli animali e il fienile erano stati mandati in malora, per il resto tutto era rimasto tale e quale. Marius lo fece fermare davanti all'ingresso e, sempre sotto la minaccia della pistola, gli porse la chiave del portellone ordinandogli di aprirlo. Una volta scesi dal retro del furgone, Pietro e l'onorevole fissarono disorientati e atterriti quel luogo che ben conoscevano, solo Giuseppe fissò il giovane negli occhi e scosse il capo rassegnato. Una volta dentro, l'odore di muffa, mischiato a qualcosa di più sgradevole, li assalì come una pestilenza. La grande stanza al pianterreno si trovava nelle stesse condizioni in cui l'avevano abbandonata vent'anni prima, nessun oggetto nuovo, nessun cambiamento. Quando Marius indicò loro le scale, Pietro tentò l'ultima carta e questo segnò la sua fine. Si lanciò verso il giovane a testa bassa confidando nella sorpresa, ma la skorpion fu più veloce. La raffica lo raggiunse al ventre e lo fece stramazzare al suolo, una pozza di sangue si formò e si allargò rapidamente sotto il suo corpo. Giuseppe e l'onorevole sussultarono ma restarono immobili, Francesco vomitò. “ Salite! “ urlò Marius quasi spaventato da ciò che aveva fatto,mentre grosse gocce di sudore gli colarono sul volto stravolto dalla rabbia. Anche la stanza da letto era identica. La donna al centro di essa li fissò in modo neutro, come se li vedesse per la prima volta. Stavolta non aveva una pistola che li minacciasse, entrambe le mani stringevano infatti i braccioli di una sedia a rotelle. I capelli le cadevano a ciocche sul viso pallido e scheletrico, uno scialle le copriva le spalle cadenti, così come una coperta nascondeva le gambe. Alternò lo sguardo tra loro e Marius con espressione interrogativa, inquisitoria. “ Mi dispiace madre, ho dovuto far fuori il più pericoloso... mi ha assalito” disse il giovane. La donna annuì e riportò lo sguardo sui tre uomini. “ Comandante Fosco... quanto tempo è passato vero? “ In contrapposizione all'aspetto, la voce le uscì limpida e chiara e il sindaco non poté che guardarla sconcertato. Irene P. la collaborazionista sposata a un tedesco che avevano violentato e torturato vent'anni prima, avrebbe dovuto avere al massimo una cinquantina d'anni, il fantasma che aveva di fronte ne dimostrava almeno venti in più. Quando sentirono la donna chiamarlo col suo nome di battaglia, Francesco e l'onorevole lo guardarono interdetti. Il fratello sopravvissuto, in particolare, gli si piazzò davanti, mentre Marius lo tenne sempre sotto tiro. “ Chi è questa donna Giuseppe? Perché è morto mio fratello? Cosa cazzo sta succedendo? “ Le lacrime scesero copiose sul volto distrutto. Finalmente l'onorevole ruppe il silenzio che l'aveva avvolto da quando era apparso quel pazzo con la pistola.” Credo di averlo intuito Francesco, e dovresti averlo capito anche tu.” A queste parole la donna proruppe in una risata che le provocò un accesso di tosse. Quando l'attacco ebbe termine disse semplicemente. “ Quindi non disse nulla ai suoi degni compari comandante Fosco. “ Un altro attacco di tosse la costrinse a interrompersi, ma si riprese quasi subito. “ Bene, avrà tempo per spiegare loro... Marius! Portali dove sai” Il giovane pungolò con la mitraglietta la schiena di Francesco e li fece uscire dalla stanza.
  
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