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Autore: Black_Eyeliner    09/06/2012    3 recensioni
Nel giorno del suo compleanno, Itachi si aspettava le solite cose: un’atmosfera tranquilla e familiare, una fetta di dolce, gli auguri di Shisui e le braccia del suo otouto-chan allacciate al collo, le sue piccole labbra fredde premute sulla guancia e la sua vocina emozionata a sussurrargli dolce e imbarazzata buon compleanno niisan all’orecchio.
[Uchihacest]
[Flashfic]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Nda: questa piccola, sconvolta flash altro non è che un bis per il compleanno di Itachi. Niente di pretenzioso, solo un delirio scaturito dall’ascolto ripetuto di “Physical (You’re so)” dei Nine Inch Nails (l’idea di Sasuke che si spoglia su questa canzone, da fan girl malata qual sono, mi uccide X°D). Enjoy.

 

 

 

Physical (you’re so)

 

 

 

Nel giorno del suo compleanno, Itachi si aspettava le solite cose:  un’atmosfera tranquilla e familiare, una fetta di dolce, gli auguri di Shisui e le braccia del suo otouto-chan allacciate al collo, le sue piccole labbra fredde premute sulla guancia e la sua vocina emozionata a sussurrargli dolce e imbarazzata buon compleanno niisan all’orecchio.

Gli anni erano passati -non molti in realtà- ma, nel giorno del suo diciottesimo compleanno, mai  Itachi avrebbe immaginato di rincasare la sera e di trovare tutte le luci spente; mai di riaccenderle solo per trovare Sasuke, il suo adorabile fratellino, con nient’altro che uno yukata nero addosso, le braccia immobili lungo i fianchi stretti, i polsi sottili, i polpacci glabri e i piedi nudi, snelli e pallidi. Mai avrebbe neanche solo pensato di vederlo dirigersi  a passi lenti verso lo stereo e abbassarsi in avanti quel tanto da premere il tasto play, con una grazia delicata e una carica erotica tali da far accapponare la pelle, da fargli girare la testa e rinsecchire la bocca. E mai e poi mai, nemmeno nel più perverso dei suoi incubi, avrebbe neppure lontanamente  osato  figurarsi il modo in cui Sasuke prese poi a danzare, ammiccante, troppo piano sulla musica troppo forte, giocando seducente col proprio obijime, facendolo oscillare, tirandolo, sciogliendolo. Il modo in cui Sasuke rese quasi nulla la distanza fra i loro corpi con un’estenuante, crudele lentezza, senza smettere di far ondeggiare la testa e di canticchiare sulla musica così insopportabilmente alta, asfissiante.

-Oh, I wanna twist and twist and shout I want you hot in my arms So soft on my bed You get the key to my heart...

Il modo in cui sorrise provocante, gli occhi neri e vacui, offuscati dalla lussuria; il modo in cui due delle sue dita affusolate, immacolate e al contempo impudiche lo attirarono a sè in un bacio brutale per la cintola dei jeans in denim che indossava: il modo in cui con quel gesto le sue unghie lo graffiarono impietose, appena sotto l’ombelico.

-... na, na, na... I want the touch of your charms The heat of your breath I wanna say all those things That would be better unsaid... No...

-Sasuke...

-Shhhhh...!

 

Il modo in cui lo zittì baciandolo ancora con foga, il modo in cui lottò con i bottoni e la zip dei suoi jeans, il modo in cui gemette lascivo nell’intreccio scomposto delle loro lingue e della loro stessa saliva.

 

-Buon compleanno, Itachi…

  

Lo yukata toccò il pavimento.

 

E Itachi si svegliò di colpo.

Una goccia di sudore gelido gli solcò la tempia e ben presto realizzò che era mattina, di essere solo e di stare seduto al centro del proprio letto sfatto, ansimante e con le lenzuola spasmodicamente strette fra le mani. Realizzò anche che c’era una musica, assordante.

 

You're too physical to me You're really jus- just too- just Too really fuck.... no...

 

-Sasuke, puoi per favore abbassare questo volume?!

Si rese conto di aver urlato e di aver colpito troppo forte con un pugno la parete confinante con quella della camera di suo fratello solo quando la musica cessò definitivamente. Quattordicenni, pensò stizzito; dopodichè tirò un lungo respiro per cercare di placare l’affanno, per non pensarci più. Era stato solo un sogno, dopotutto...

 

-Itachi... Posso?

La voce di Sasuke oltre la porta quasi gli fece tornare la tachicardia; sussultò e, in un eccesso di pudore, si coprì di più con il lenzuolo, bianco quasi quanto il suo viso provato.

Fu questione di pochi secondi e la maniglia ruotò e nello spiraglio fra l’anta e la porta apparve Sasuke già pronto per uscire, con la divisa scolastica, la cartella a tracolla: e Itachi si sentì orribile, un pervertito per aver solo pensato di mettergli le mani addosso, di infilargli la lingua in bocca, di affondare con forza fra le sue gambe lisce e bianche.

-Scusa se ti ho svegliato, ma volevo essere il primo...

Itachi deglutì nervosamente e per non darlo a vedere abbassò il viso imbarazzato, chiudendo gli occhi alla sensazione impagabile delle labbra fredde del suo otouto-chan premute sulla guancia.

-Buon compleanno, niisan. A stasera.

Gli sorrise flebilmente Sasuke, prima di voltarsi e richiudersi la porta alle spalle.

 

Gli anni erano passati, ma nulla pareva essere cambiato.

Itachi sperò, quasi pregò che davvero non cambiasse nulla, nemmeno o almeno non per quella sera.

 

 

 

   
 
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