Il delitto perfetto
Capitolo
II
{Casa Mouri – 9 Giugno, ore 19:30}
«Come
sarebbe? Conan è malato?» chiese uno stupito Kogoro a sua figlia, mentre questa
usciva dalla stanza del piccolo detective.
«Sì,
niente di preoccupante, deve aver preso un colpo di freddo ed è un po’
raffreddato. Gli avevo detto che non sarei andata alla serata per rimanere con
lui, ma non vuole assolutamente che non vada.» rispose Ran mentre si dirigeva
nella sua camera.
«Beh,
se non è grave e non ha la febbre, non ha tutti i torti. Quel moccioso sa
badare a se stesso e poi sa che può sempre chiamarci per qualsiasi problema.»
replicò il padre entrando da Conan.
«Ragazzino,
sei sicuro che starai bene?»
«Certo,
non preoccupatevi per me! Ora mi riposo e domani mattina sarò come nuovo!»
replicò Conan infilandosi sotto le coperte, sorridendo leggermente.
«Bene.
Dai Ran, forza, alle otto dobbiamo essere all’Hotel, è meglio se ci
sbrighiamo!» gridò Kogoro.
«Sono
pronta, sono pronta! Noi andiamo Conan, mi raccomando tieni vicino il
telefono!» raccomandò gentilmente Ran, prima di uscire dalla casa insieme al
padre.
Dopo
una decina di minuti Conan saltò fuori dalle coperte, sano come un pesce. Andò
velocemente in bagno per ingerire il prezioso antidoto e, dopo pochi minuti e
alcune fitte di dolore, il ragazzino Conan lasciava il posto all’adolescente
Shinichi Kudo.
Il
giovane, prima di uscire, sistemò il letto in modo che sembrasse riempito dal
corpo di Conan. L’effetto non sarebbe finito per quella sera e Ran, tornata a
casa, sarebbe sicuramente entrata in stanza per controllarlo.
Indossò
lo smoking che aveva preso da casa Kudo il pomeriggio ed uscì di casa fischiettando,
emozionato dalla serata che lo attendeva.
{Hotel Mistui Garden – 9 Giugno,
ore 20:00}
«Conan
è ammalato? Oh no!» esclamò Ayumi quando Ran aveva comunicato a tutti i bambini
la triste novella.
«Questa
non ci voleva proprio, si sarebbe divertito un sacco!» disse Mitsuhiko condividendo la tristezza dei suoi due amici.
Ai,
senza farsi notare, ridacchiava mentre il professor Agasa s’informava sulla
salute di Conan, consapevole che il giovane godesse di ottima salute.
«Mi
dispiace per Conan, ma penso che sarebbe meglio entrare.» dichiarò Sonoko,
prendendo a braccetto Ran mentre tutti i bambini le seguirono, accompagnati dal
professore.
«Hai
portato la maschera?» chiese Sonoko, sorridendo furbescamente.
«Certo.»
«Che
peccato che Shinichi non possa fare coppia con te!» continuò maliziosamente
l’amica.
«Già… chissà dove si trova. Makoto non è potuto venire?»
«No,
purtroppo sono sempre separata dal mio amore! E’ lontano e non poteva proprio
esserci. Però stasera forse vedrò il mio Kiddo-sama!»
gridò gioiosa, con gli occhi illuminati.
«Sonoko,
non cambierai mai!» rise Ran, contenta di come la sua amica riuscisse sempre a
tirarla su di morale.
Il
gruppo entrò nella hall dell’Hotel, preceduta da Kogoro che faceva loro strada.
«Venite,
il party si svolge all’ottavo piano. Hanno costruito una sala da ricevimento
davvero grandissima, vi presenterò l’organizzatore.» disse il detective
avvicinandosi all’ascensore.
«Quello
cos’è?» domandò un curioso Genta, osservando una porticina poco distante.
«Mh, credo che sia un piccolo ascensore per le emergenze,
così minuscolo non credo possa sopportare più di una persona.» rispose Kogoro,
invitando poi gli altri a salire nell’ascensore appena arrivato.
Nella
salita tutti commentavano il lusso del nuovo albergo, aperto da poco e già
famoso per la sua bellezza ed il suo sfarzo.
Arrivati
all’ottavo piano, uscirono in un corridoio, davanti a loro c’era una porta
immensa che Kogoro si apprestò ad aprire. Furono tutti investiti dalla potente
luce che rifulgeva nella sala, al centro di essa troneggiava un lampadario di
cristallo, con le gocce che scendevano e riflettevano la luce. Era stato
allestito un piccolo palchetto in fondo e da un lato della sala c’era un lungo
tavolo dove i camerieri stavano iniziando a portare cibo.
Dall’altro
lato vi era tutta una serie di tavoli, che già ospitavano gruppetti di persone intente a conversare.
Un
cameriere si avvicinò a Sonoko e Ran per chiedere loro se volessero partecipare
all’estrazione per diventare le partner del grande detective nel gioco;
ovviamente le due rifiutarono subito notando però che già molte donne, nella
sala, indossavano il braccialettino con il numero.
«Guardate
quante belle signore! Speriamo che me ne capiti una meravigliosa!» esultò
Kogoro, notando la stessa cosa delle due ragazze.
Si
avvicinarono all’interno della sala e notando come tutte le donne indossassero
la maschera, presero la loro per metterla sul viso; Ran aveva optato per una
maschera azzurra che le coprisse semplicemente gli occhi, con i lati che
finivano punteggiati di bianco, come a rappresentare le ali di un angelo,
Sonoko invece aveva una maschera più lunga e che le copriva anche leggermente
la bocca, di colore dorato e argentato.
Ovviamente
entrambe le maschere erano abbinate ai vestiti delle due giovani, Ran, infatti,
indossava un elegante e delicato vestito di tonalità azzurro tenue con due
spalline sottili che s’incrociavano sulla schiena e che scendeva morbido fino
alle ginocchia, Sonoko invece vestiva un vestito dorato con riflessi argentei
nel copri spalle.
Ayumi
le guardava con sguardo sognante, sentendosi piccola e desiderando, un giorno,
di diventare bella come loro, soprattutto per far colpo su un certo bimbo con
gli occhiali. A quel pensiero arrossì di colpo, cosa che Haibara
notò subito
«Ayumi-chan, come mai sei tutta rossa?» chiese Ai fingendo
un’aria da bambina e attirando l’attenzione dei due amici.
«Oh
no, niente Ai-chan, tranquilla! Fa un po’ caldo, ecco
tutto.» rispose la bimba ridacchiando.
«Ma
questa sala è immensa, si potrebbero fare dei balli stupendi!» esclamò Mitsuhiko guardandosi attorno.
«Ma
credo che spesso venga utilizzata anche per questo motivo, no?» ipotizzò Ayumi.
«A
proposito di sale da ballo, miei cari bambini, che ne dite di un
bell’indovinello?» propose il dottor Agasa, accarezzandosi i baffi con aria
pensierosa.
I
tre bambini sospirarono al pensiero del nuovo indovinello del dottore ma
ovviamente non si opposero e lo ascoltarono.
«In
una sala da ballo ci sono uomini e donne, le donne presenti sono 3, gli uomini
sono il 99%. Quanti uomini devono uscire dalla stanza affinché la percentuale
scenda al 98%? Le risposte sono: 5, 150 o 125.»*
«Ma
dottore, è troppo difficile per noi!» si lamentò Genta che di calcoli non ci
capiva proprio nulla.
«In
effetti, professore, arrivare a mettere le percentuali mi sembra esagerato.»
commentò Ai tranquilla.
«Sono
sicura che Ai-chan l’ha risolto! Lei sa sempre
tutto!»
«Penso
sia 150, giusto?»
«Giusto… Ovviamente.» sussurrò infine Agasa, scontento che i
suoi indovinelli fossero sempre troppo facili per Ai e Conan.
«150?!»
disse Genta sgranando gli occhi.
«Certo,
in origine erano 300, perché raggiungano il 98% le donne devono raggiungere la
percentuale del 2%, quindi devono esserci 150 uomini in meno.» spiegò
brevemente Ai mentre i tre la guardavano allibiti.
«La
matematica è troppo difficile!» fu il mormorio di risposta che dettero alla
piccola scienziata che rideva silenziosamente.
«Ran,
chissà quale ragazzo ci chiederà di fare coppia con lui per la gara!» esclamò
Sonoko adocchiando nella sala tutti i possibili ragazzi carini che avrebbe
accettato molto volentieri.
«In
realtà non credo che mi vada molto di giocare…»
rispose flebilmente Ran osservando la sala con malinconia.
«Come
no? Tu devi giocare con me!» dichiarò una voce dal nulla, spuntando dietro Ran
e coprendole gli occhi con le mani.
Lei
sentì il cuore accelerare di colpo, quella
voce l’avrebbe riconosciuta tra mille, quelle mani che tante volte aveva
stretto e che molte più volte desiderava che la cingessero non potevano essere
confuse.
Arrossita,
si girò piano mormorando un flebile “Shinichi”, piano perché temeva che fosse
tutto un sogno e un suono di troppo l’avrebbe fatto scomparire.
Però
non era un sogno e Shinichi, appena si fu girata, le sorrise.
«Shinichi!
Ma che ci fai qui?» esclamò quindi Ran con l’espressione più felice del mondo.
«Beh,
avevo sentito di questa serata in onore del crimine e dell’investigazione e non
potevo permettermi di perdermela!» rispose molto semplicemente infilandosi le
mani nelle tasche.
«Sono
contenta di vederti.» replicò lei, arrossendo al ricordo del loro ultimo
incontro, a Londra, della loro ultima conversazione.
«Anche
io.» concluse lui, imbarazzato anche lui per gli stessi motivi.
«Kudo-kun! Finalmente ti fai rivedere da queste parti!»
disse Sonoko per spezzare la tensione che aveva visto crearsi.
Shinichi
salutò anche lei e poi andò verso il professor Agasa e Kogoro che manifestarono
una grande sorpresa nel vederlo, anche se quella del dottore era tutt’altro che
reale.
«Bene
Ran, direi che ora non hai più nessuna scusa per non partecipare. Ora tocca a
me trovare qualcuno!» affermò Sonoko, decisa e battagliera come sempre,
iniziando a girare intorno a qualche tavolo.
«Ti
va allora di partecipare con me?» le chiese Shinichi a bruciapelo mentre Ran
era intenta ad osservare la sua amica.
«Certo
che mi va. Dovremo impegnarci per vincere!» dichiarò combattiva alzando il
pugno in segno di vittoria.
«Non
avrete certamente battaglia facile voi due!» affermò improvvisamente una voce
femminile alle spalle dei due giovani.
Ran
e Shinichi si girarono di scatto e sorrisero nel vedere il famoso detective
dell’Ovest, accompagnato dalla sua fidata amica.
«Hattori-kun! Kazuha-chan!»
esclamò Ran andando incontro ai ragazzi, seguita da Shinichi.
«Ehi,
ma cosa fate voi anche qui?» chiese il detective dopo i primi saluti.
«Secondo
te potevo perdere una serata del genere? Ero troppo curioso e sono riuscito a
procurarmi due biglietti grazie a mio padre!» rispose Heiji.
«E’
la stessa risposta che mi ha dato Shinichi, voi detective siete tutti uguali.»
disse Ran scherzando e allontanandosi con Kazuha per andare a cercare Sonoko.
Heiji,
appena le due si allontanarono, si rivolse verso Shinichi con aria
interrogativa, non si aspettava di vederlo comparire nelle sue reali sembianze.
«La
gara non era aperta ai bambini e io volevo partecipare ugualmente.» spiegò
brevemente in risposta.
«Bene!
Mi fa piacere! Altrimenti sarebbe stata una sfida troppo facile per me,
finalmente potrai effettuare un’investigazione alla mia altezza.» replicò Heiji prendendolo in giro per l’usuale
bassezza che si ritrovava da quando era diventato Conan.
«Divertente
come sempre Hattori.» concluse Shinichi stizzito mentre l’amico gli dava pacche
sulla schiena ridendo.
Intanto
Sonoko girava nei tavoli della sala, un po’ per la curiosità insita in lei e un
po’ alla ricerca di qualche bel cavaliere con cui passare la serata.
Aveva
però notato che tutti i ragazzi più carini erano già occupati e, sospirando,
stava per tornare verso il punto in cui aveva lasciato Ran, quando un ragazzo
le urtò contro e le versò il bicchiere d’acqua che stava tenendo in mano sul
vestito.
«Ma
dove guardi! Menomale che era acqua!» gridò Sonoko per la macchia bagnata che
le spuntava sul vestito.
«Perdonami!
Non ti avevo proprio vista.» le rispose il ragazzo inchinandosi in segno di
scusa.
«Tranquillo… Tanto questa serata non poteva proseguire se
non peggiorando…» borbottò lei stizzita dalla
sfortuna che quella sera sembrava perseguitarla.
«Mi
dispiace davvero… Mi permetti di farmi perdonare chiedendoti
se vuoi essere la mia detective per questa sera?» le propose galantemente il
ragazzo imitando un gesto di baciamano.
Sonoko
arrossì leggermente e osservò, per la prima volta, attentamente il giovane che
l’aveva urtata. Vestiva uno smoking come tutti gli uomini della sala, però il
suo era bianco, con il papillon e le scarpe nere, i capelli marroni chiari e
corti e un viso con due occhi così scuri da tendere al nero.
Sì,
era decisamente carino.
«Va
bene, permesso accordato. Mi chiamo Sonoko Suzuki.» rispose quindi
presentandosi.
«Piacere,
io sono Yusuke Yamamoto.» replicò lui a sua volta
offrendole un braccio che Sonoko accettò volentieri.
Verso
di loro poi videro arrivare Kazuha e Ran, intente
proprio nel cercare la loro amica. Lei alzò una mano nella loro direzione e
dopo aver calorosamente salutato l’amica dell’Ovest, passò alle presentazioni
del ragazzo appena incontrato.
Questi
fece immediatamente impressione sulle due ragazze per l’impeccabile galanteria
che dimostrava.
«Kazuha-chan indossi un vestito stupendo.» commentò Sonoko
osservando l’abito rosa chiaro, stile impero che la giovane vestiva. Abbinato
ad esso, anche la maschera di Kazuha era di un tenue rosa chiaro che faceva
risaltare ancora di più i suoi occhi verdi.
«Grazie
Sonoko-chan, anche tu stai davvero benissimo. Ora che
l’abbiamo trovata possiamo tornare dai ragazzi e dai bambini. Ha detto Heiji
che alle nove inizierà la sfida per le coppie.»
«Per
bambini intendi Kudo e Hattori e per ragazzi gli altri quattro, giusto?» chiese
Sonoko ridacchiando e spiegando a Yusuke il gruppo che presto avrebbe
incontrato.
«Cosa?
I famosissimi detective Shinichi Kudo ed Heiji Hattori? E tuo padre è Kogoro
Mouri? Potrò seriamente conoscerli dal vivo?» gridò sorpreso Yusuke, con gli
occhi aperti dalla sorpresa.
Le
tre risero rassicurandolo e si dissero verso il tavolo, dove il professor
Agasa, insieme ai quattro bambini, si era già seduto.
Anche
la galanteria di Yusuke cessò quando si ritrovò davanti tre detective così
importanti e famosi in una volta sola, iniziando a domandare una cosa dietro
l’altra incapace di contenere l’entusiasmo.
«Effettivamente
viviamo circondati da detective tutti i giorni e, ormai, ci sembra una cosa
normalissima.» commentò ridendo il dottor Agasa.
«Detective
tanto intuitivi, quanto tonti. Anche se a qualcuno l’aria londinese sembra aver
fatto bene.» precisò Kazuha, guardando complice Ran che arrossì.
Ad
interrompere quel momento fu la voce di Ayumi che disse: «Ehi, quelle persone
si stanno avvicinando verso di noi.» indicando con il dito due uomini e una
donna che, in effetti, erano proprio diretti verso di loro.
«Ma
quelle sono proprio le persone che dovevo presentarvi! Che fortuna!» disse
Kogoro, scostandosi dai due detective e Yusuke ed andando incontro alle tre
figure, per poi presentarle.
«Allora,
lui è l’organizzatore dell’evento nonché proprietario dell’albergo e stretto
collaboratore del J.P.T. team, il signor Hiroshi Takayama! Questa donna è sua
moglie, la signora Kayoko Nakamura
e per finire questo è l’architetto che ha progettato l’intero Hotel, il signor Kazutoshi Imoto!»
«Grazie della presentazione Mouri-san,
siamo onorati di averla qui.» replicò Imoto.
«L’Hotel è veramente bellissimo, i miei più vivi
complimenti.» disse Heiji.
«Grazie. Ora con la prima sfida potrete visitarlo
in maniera più approfondita, l’hotel è composto da 8 piani, sopra di noi c’è un
attico in cui abbiamo anche una piccola piscina all’aperto, ma che viene poco
utilizzata. La piscina più grande si trova al primo piano, superata la hall e
il bar. Le cucine sono nei piani inferiori e ovviamente in ogni piano sono
presenti le varie camere d’albergo con una sala ristorante.» spiegò brevemente
Takayama.
«C’è una sala ristorante ad ogni piano?» chiese
Shinichi.
«Sì, ma solitamente le usiamo nei periodi in cui
l’albergo ha un alto afflusso di gente, negli altri periodi si riuniscono nella
sala ristorante grande sempre al primo piano.»
«Oh ma guardate che strano gruppo di gente che
vedo qui riunita! Siete sicuramente il tavolo più eclettico!» esclamò di colpo
una voce, interrompendo la discussione.
«Zio!» rispose Sonoko alzandosi per salutarlo.
«Salve Sukuzi-san! Ho
visto la Spilla di Lapislazzuli e devo dire che è veramente un bellissimo
gioiello.» disse Kogoro complimentandosi.
«Vero, vero Mouri-san.
E sono qui, oltre che per la festa, proprio per impedire che quel ladruncolo da
quattro soldi di Kaito Kid se ne impadronisca!
Stavolta la sicurezza attorno alla spilla è troppa e lui non potrà passare
sopra le mie difese e quelle della polizia!» affermò Jirokichi
mentre Sonoko, invece, sperava ancora di poter vedere il famoso ladro quella
sera.
«Ma dove tenete nascosta e protetta la spilla?»
chiese Shinichi.
«E’ proprio in questa stanza! E’ in quella camera
da cui si accede dalla porta in fondo alla sala, ma è custodita in modo
impeccabile!» concluse Jirokichi continuando a
pavoneggiarsi.
«Oh ma sono quasi le 22:00! Le chiedo di
seguirmi, per favore, Mouri-san. Ora andremo nel
palco, in fondo alla sala, per estrarre il numero della donna che vi farà da
partner per stasera. Nel frattempo spiegheremo le regole della prima parte del
gioco, invitando tutte le coppie ad iscriversi il più presto possibile che alle
22 precise il gioco inizierà.» disse Takayama per poi dirigersi verso il palco,
in compagnia della moglie, dell’architetto e di Kogoro.
«Ran, presto, dobbiamo andare ad iscriverci!»
«Sì giusto, Sonoko. Tu non vieni Kazuha-chan?»
«Nono, io ed Heiji ci siamo già iscritti, vi
aspetteremo qui.»
Fine del II capitolo.
Cosa dire…? Il gruppo
inizia a formarsi xD potevano mancare i miei adorati
Heiji e Kazuha? Giammai <3
Ho fatto una ricerca sui nomi giapponesi e vi assicuro
che tutti quelli che leggete esistono sia nomi che cognomi u_u
Passando all’*: so che Agasa fa sempre
indovinelli inerenti alle parole giapponesi, ma perdonate la mia scarsa
conoscenza della lingua giapponese x°D ho dovuto per
forza trovare enigmi italiani.
Spero stia continuando a piacervi :3
Bacio!
EclipseOfHeart