Il delitto perfetto
Capitolo
IV
A
sorpresa dei due grandi detective la terza coppia vincitrice della gara di
indovinelli furono proprio Sonoko e Yusuke.
Entrambi
avevano pensato che non ce l’avrebbero fatta, vedendoli in difficoltà
all’inizio della sfida, invece ci erano riusciti e trionfanti avevano
consegnato i dobloni alla giuria.
«Ragazze,
siamo tutte e tre in finale!» esultò Sonoko andando dalle sue due care amiche
che annuirono contente.
Sonoko
intuì immediatamente che qualcosa era successo alle due, Kazuha era pensierosa
e per niente vispa, mentre Ran aveva un’insolita aria fin troppo sognante.
Entrando
nello spirito della grande detective che si proponeva di essere quella sera,
espose chiaramente le sue intuizioni: «Kazuha-chan,
cosa ti ha detto di strano Hattori-san? Ran-chan, cosa ti ha detto di dolce Kudo-kun?»
Le
due la fissarono stupite provocando moti di orgoglio nell’animo di Sonoko che
spiegò le ragioni delle sue domande.
Entrambe
arrossirono ma nessuna delle due spiegò i motivi delle loro reazioni, i ragazzi
erano troppo vicini e non era proprio il momento.
«Va
bene, me lo direte dopo tanto. Yamamoto-kun, invece,
a me ha fatto un discorso stranissimo!» dichiarò sollevando le curiosità delle
giovani.
«Sonoko-chan, non è che sta nascendo qualcosa tra di voi?»
chiese Kazuha maliziosamente.
«No
no, al contrario! Sentite cosa mi ha detto! E’ successo tutto dopo che ho
risposto a una telefonata del mio Makoto!»
«Scusa se ti ho
fatto aspettare, dovevo rispondere.» disse la ragazza in segno di difesa per
averlo fatto attendere.
«Non importa, Suzuki-san. Quella era una persona a cui tu tieni molto.»
rispose a bruciapelo il Yusuke lasciandola sorpresa.
«Come fai…?»
«Oh, dal tono
della voce. Come mai lui non è qui con te?»
«Il lavoro lo
tiene molto impegnato e spesso non ci possiamo vedere.» rispose Sonoko,
stranita per essersi confidata con quello che, in fondo, era uno sconosciuto.
«Anche io ho una
persona lontana a cui tengo davvero tanto. Neanche lei poteva essere qui
stasera.» dichiarò Yusuke con l’espressione un po’ triste e malinconica.
«Presto li
rivedremo Yamamoto-kun.» concluse Sonoko facendolo
sorridere per aver cambiato tono nei suoi confronti, come se fossero diventati
amici.
«Ma
che dolcezza! Quel ragazzo deve essere veramente una brava persona.» dichiarò
Ran dopo aver ascoltato il racconto dell’amico.
«Chissà
chi è la fortunata che gli manca così tanto.» si domandò Kazuha con aria
interrogativa.
«Non
so, ma spero tanto che la possa rivedere il prima possibile.» replicò Sonoko
sorridendo.
Le
ragazze si voltarono nella sala e videro che tutti gli invitati stavano
mangiando seduti ai tavoli. I bambini erano seduti, intenti a progettare
qualche strepitoso piano, i tre ragazzi chiacchieravano confrontandosi sugli
indovinelli e Kogoro ed Akiki erano seduti a
chiacchierare.
«Quella
donna non mi piace, sembra quasi essere contenta delle lusinghe di mio padre.»
disse Ran stizzita e contrariata.
In
effetti le sensazioni di Ran erano totalmente giuste. I due avevano legato in
maniera particolarmente veloce e si trovavano perfettamente a loro agio, mentre
discutevano.
Kogoro
si sentiva in totale sintonia e capì che quella donna gli sarebbe potuta
piacere veramente molto.
L’unica
volta che aveva sperimentato una sensazione del genere era stato con sua moglie
Eri e, ora, sembrava passato così tanto tempo.
Ora
con Eri non faceva altro che litigare e, per quanto gli piacesse stuzzicarsi
con lei, gli mancavano i momenti d’amore vissuti con la moglie.
L’ultima
volta che l’aveva vista sorridere nei suoi confronti era stato quando le aveva
dato quel regalo di compleanno, anche se poi l’aveva fatta infuriare per averlo
scambiato con un rosario del Poirot.*
Interiormente
sospirò e si chiese quale dovesse essere la sua mossa.
Guardò
Akiki e, nonostante lei fosse bella e avvenente,
desiderò che al suo posto ci fosse Eri. Non voleva sentirsi così bene in
compagnia di qualcuna che non fosse lei.
«Kogoro-san, mi sto divertendo davvero moltissimo stasera,»
affermò Akiki d’improvviso «non credevo che la sua
compagnia potesse essere così piacevole. Sono stupita.»
«Concordo
Akiki-san, non tutte le donne sanno conversare in
maniera così amabile.»
«Mi
piacerebbe scoprire di più su di lei, magari anche qualche altra sera.»
commentò Akiki mentre Kogoro era in procinto di
strozzarsi con l’acqua che stava bevendo.
Annuì
in modo poco convincente sperando che bastasse per farle capire che non poteva
accettare il suo invito e, infatti, la donna di colpo cambiò completamente
argomento di discussione.
La
quarta coppia ad avere l’accesso al gioco fu una coppia di sposi novelli.
Entrarono nella sala tenendosi per mano ed avvicinandosi al bancone della
giuria.
Poi
individuarono il gruppo degli altri tre partecipanti e andarono a presentarsi.
«Piacere
di conoscervi! Speriamo che questa sfida sia interessante come si racconta. Io
mi chiamo Atsushi Teshima e
questa è la mia dolce metà, Miyuki Hirano. Ci siamo sposati da pochi mesi e siamo grandi
appassionati del crimine e delle investigazioni.» disse il ragazzo
presentandosi a tutti.
Gli
altri ricambiarono i saluti ed iniziarono a conversare sulla serata.
Dopo
una decina di minuti Heiji strattonò la manica di Shinichi per sussurrargli
all’orecchio: «Ehi, ma quei due non ti sembrano strani? Insomma, per essere
sposi freschi non si rivolgono un minimo gesto affettuoso.»
«Forse
non amano le effusioni in pubblico.»
«Ma
se sono entrati tenendosi per mano! E ora invece sembrano quasi due estranei.»
Shinichi
annuì pensoso, notando anch’egli i comportamenti poco amorevoli della coppia.
Tuttavia non aveva motivo di sospettare di loro e perciò, per il momento,
lasciò cadere le sue deduzioni.
Alle
22:35 entrò nella sala l’ultima coppia.
Il
gruppo si stupì non poco notando come fossero gli agenti Takagi e Sato!
«Eccoli
finalmente. Allora Megure-san era serio quando aveva
detto di averli messi qui ad investigare sotto copertura.» disse Ran alzando
una mano per salutare i due che ricambiarono contenti.
«Pensavamo
davvero di non riuscire a qualificarci! Ci abbiamo messo troppo tempo a
risolvere l’enigma!» dichiarò Takagi mentre si avvicinavano a loro.
«Invece
ce l’avete fatta, complimenti!» rispose Shinichi stupendosi leggermente di come
conoscesse quasi tutte le persone che quella sera avrebbero giocato insieme a
lui e Ran.
«Beh,
quegli indovinelli erano di una facilità imbarazzante.» sussurrò Heiji per non
farsi sentire dai due agenti, mentre Shinichi ridacchiava.
«Sato-san, questo vestito le sta benissimo! Il bianco le
dona molto.» disse Ran entusiasta.
«Grazie
Ran-chan, anche tu stai molto bene.» replicò Sato,
sistemandosi la maschera bianca che le copriva gli occhi.
Takagi
non disse nulla ma gli sguardi che le lanciava parlavano benissimo per lui,
dirle che la trovava fantastica era totalmente riduttivo in quanto per lui
quello lo era sempre e comunque, indipendentemente da come si vestiva. Sbuffò
consapevole che quelle cose doveva essere capace di dirgliele, senza magari
diventare di colore rosso bordò, e non soltanto di pensarle.
«Gentili
signori, dichiaro ufficialmente conclusa la prima parte della nostra serata.
Prego le sei coppie di salire sul palco, insieme a me. A breve tutti gli altri
partecipanti dovrebbero ritornare e potrò spiegare a tutti le regole del nostra
sfida e voi potrete iniziare a investigare sul nostro delitto perfetto!» disse
Takayama, interrompendo il chiacchiericcio dei vari invitati.
Il
gruppo dei sei si avvicinò come richiesto e, dopo una quindicina di minuti, il
presidente iniziò ad esporre le direttive da seguire.
«Dunque,
prometto che sarò il più celere possibile nella spiegazione. In questo ottavo
piano del Mitsui Garden Hotel abbiamo questa grande sala ricevimenti e poi
sette stanze, adibite all’uso per la clientela. Ovviamente per questa sera le
sette stanze sono vuote.» iniziò quindi, prendendo una lavagnetta e disegnando
una mappa del piano dell’hotel, per far meglio comprendere le sue parole.
«Abbiamo sei coppie, quindi abbiamo inscenato sei omicidi. Le nostre vittime
sono naturalmente solo dei pupazzi, però le armi usate sono del tutto
autentiche. Anche gli schizzi di sangue sono autentici e vi saranno utili nella
vostra investigazione. La modalità di ogni omicidio è identica, così ogni
coppia potrà investigare nella propria stanza.
Infatti
dovrete lavorare ignorando completamente le altre cinque situazioni, il
colpevole è unico ma come vittima dovete considerare solo quella nella stanza
assegnatavi.
L’unica
cosa di cui debbo pregarvi è di non andare nella stanza n°7, non è stata
assegnata a nessuno perché al momento è inagibile e, proprio per questo motivo,
dentro non vi è alcuna prova che possa esservi utile.
Ora
vi presenterò i tre sospettati del delitto,» dichiarò facendo segno dietro il
palco, di modo che i tre salissero sul palco. «Eccoli a voi. Abbiamo il signor Tsubasa Sumiya, che nel nostro
caso di omicidio è il portiere dell’hotel. Poi abbiamo la signorina Mai Sasamoto che è la cuoca che si è occupata degli ultimi
pasti della nostra vittima. Infine il signor Hayato Nishimoto che è uno dei camerieri! Loro sono veramente
dipendenti di questo albergo, però per stasera saranno anche un po’ attori!»
I
tre si inchinarono e, vestiti esattamente come la loro professione richiedeva,
presero un sacchettino e lo porsero al presidente.
«Tutti
e tre sono stati chiamati nella stanza della nostra vittima per tre motivi
diversi ma negli stessi tempi. Le loro testimonianze indicano che tutti e tre
hanno lasciato la camera che la vittima era ancora viva, ovviamente uno dei tre
mente e toccherà a voi scoprire chi sta dicendo la verità e chi menzogne. Per
quanto riguarda il movente si è pensato che il colpevole si sia infiltrato a
lavorare sotto copertura nell’Hotel per poter avere l’occasione di far fuori la
nostra vittima, per motivi personali di vendetta. Ora procederemo
all’estrazione del colpevole,» continuò Takayama facendo pescare un biglietto a
tutti e tre i sospettati «questo lo facciamo ovviamente per evitare qualsiasi
tipo di favoreggiamento, fino a questo momento nessuno, neanche loro, sapevano
quale parte avrebbero dovuto recitare. Bene, ora andranno tutti e tre via
dietro il palco e si procederà al delitto.»
«Delitto?»
chiese Kogoro sorpreso.
«Certo
Mouri-san. Il delitto si svolgerà esattamente adesso,
tra poco sentiremo sei colpi di pistola e, dopo cinque minuti, potrete iniziare
ad investigare. Vostro compito sarà trovare il colpevole, una prova sufficiente
a sostenere la vostra teoria ed infine anche l’arma del delitto, che non è
addosso al colpevole. Non ci sarà bisogno di andare in altri piani
dell’albergo, ricordando di evitare la stanza sette che è fuori uso, tutti gli
indizi e le prove sono su questo piano. Sempre se riuscirete a trovarne
ovviamente! Avrete tempo fino a mezzanotte.» scherzò il direttore convinto che
nessuno avrebbe mai potuto risolvere quel caso.
La
serata si stava rivelando un successo e già molti invitati avevano fatto
numerosi donazioni, se avesse potuto tenere anche la Spilla di Lapislazzuli
sarebbe stato il massimo. Però c’era da dire che soprattutto i due ragazzi
liceali sembravano essere particolarmente svegli, forse anche più del grande
detective Mouri.
Nel
pubblico tutti commentavano quell’insolita serata, nessuno si sarebbe aspettato
che il “delitto” sarebbe avvenuto durante la festa.
I
bambini, seduti al tavolo, erano anche frementi di eccitazione poiché Genta aveva
trovato la soluzione al loro problema.
«Andremo
nella stanza inagibile! La n°7! In questo modo, mentre loro saranno nelle
stanze noi staremo al sicuro nella camera sette, poi quando saranno usciti
potremo entrare nelle scene del crimine!»
«Ma
potrebbe essere pericoloso, hai sentito che non si può utilizzare quella
camera.» replicò Ayumi pensierosa.
«Ma
no, cosa deve succederci! E poi io mi sto annoiando, non ho propria voglia di
restare qui ad aspettare.»
«Non
so…»
«Dai
Ayumi-chan, Genta-kun ha
ragione! Vedrai che sarà semplicemente sporca, per questo non hanno voluto
utilizzarla, è un nascondiglio perfetto! Diciamo al professor Agasa che andiamo
un po’ ad esplorare l’albergo e ci nascondiamo.» confermò Mitsuhiko
insistendo.
«Potreste
farvi male.» disse Ai, intervenendo nella discussione.
«Haibara-san… non ci feriremo. E poi ci siamo noi due a
proteggervi, farò di tutto per difenderti! Cioè, ehm, per difendere tutti.»
borbottò Mitsuhiko arrossendo vistosamente per
essersi lasciato sfuggire una frase di troppo.
Ai
sorrise per l’innocenza del bambino e diede il suo consenso al piano.
«Verrai
con noi, Ai-chan?» chiese Ayumi sorridendo.
«Certo,
non posso mica lasciare tutto il divertimento a voi.»
“E
poi devo tenervi d’occhio” pensò, senza dirlo, per non infastidire Genta e Mitsuhiko che tanto valorosamente volevano proteggerle.
«Dopo
che avremo guardato la stanza, sarà necessario interrogare i tre sospettati.»
disse Heiji, prima che la sfida iniziasse.
«Certo,
appena vorrete sentirli saranno a vostra disposizione. Intanto venite qui, così
ad ogni coppia sarà assegnata una camera.» replicò Takayama.
Dopo
l’assegnazione dei vari numeri Shinichi e il detective dell’Ovest sbuffarono
sonoramente dato che, fino a quel momento, niente li stava divertendo.
«Spero
proprio che l’assassino non lasci la pistola sul letto.» commentò infatti Heiji
mentre Shinichi annuiva.
Di
colpo, poi, si sentì il primo colpo di pistola. E di seguito gli altri cinque.
Takayama
dette inizio ufficialmente alla gara e le coppie uscirono dal salone per
recarsi nelle stanze. Nella confusione i 4 bambini, con una scusa, riuscirono
ad arrivare alla camera 7, la aprirono e vi entrarono, aspettando che la
situazione si calmasse per poter uscire.
A
Ran e Shinichi era stata assegnata la stanza n°1.
Il
detective aprì la porta con la tessere automatica che era stata data loro dalla
giuria ed entrarono vedendo la “vittima” seduta di fronte alla porta.
Il
pupazzo, vestito con giacca e cravatta, aveva un foro all’altezza del cuore,
con il sangue che fuoriusciva dalla ferita.
La
camera era perfettamente pulita, a parte il sangue che gocciolava sul
pavimento, nulla pareva essere stato contaminato.
Shinichi
effettuò una prima ispezione della stanza, ovviamente non trovando l’arma del
delitto.
«Figurati
se poteva essere sotto il letto. Forse non ci credono tanto stupidi come avevo
pensato. Allora, sicuramente è stato ucciso dopo aver spontaneamente aperto la
porta, del resto hanno detto che aveva chiamato tutti e tre i sospettati per
motivi diversi.» iniziò a dire Shinichi mentre Ran cercava qualche dettaglio
nella stanza. «Sul tavolino, accanto a lui, abbiamo un piatto con del cibo,
ordinazione che avrà trasportato probabilmente il cuoco. Poi c’è del sale,
sicuramente questo portato dal cameriere ed infine un saldo delle sue ultime
spese, proveniente dalla visita del portiere. Questo dimostra che tutti e tre
avevano una buona occasione per effettuare il crimine.
Il
fatto che lui sia seduto, sporto per avanti, ci indica che il colpevole abbia
aspettato che lui si sedesse, per poi richiamare la sua attenzione, farlo
girare e quindi sparargli.
Purtroppo,
essendo seduto, non posso ben valutare l’altezza del colpevole, anche se potrei
escludere il portiere che è il più alto dei tre.»
«Potrebbe
aver posato l’arma fuori, da qualche parte? C’è un piccolo stanzino, in fondo
al corridoio. Se l’avesse nascosta lì?» chiese Ran, continuando a guardarsi
attorno.
«Andremo
a controllare. Quello che normalmente non mi convincerebbe è il sangue. E’ secco. Non è il sangue che troveremmo se
una persona fosse stata appena uccisa.»
«Probabilmente
hanno usato del sangue non fresco, del resto questo pupazzo non è reale.»
«Sarà
come dici tu. Eppure Takayama-san si è tanto vantato
dell’autenticità del loro delitto e poi cade in un dettaglio così importante.»
«Normalmente
se il sangue fosse così secco, capiremmo che l’ora del delitto è diversa da
quella che sappiamo, giusto?» teorizzò Ran, mettendosi un dito sotto al mento.
«Esattamente.»
replicò Shinichi ridacchiando e andando verso la porta. Il suo sguardo, però,
si posò su un punto che luccicava nel terreno. Si abbassò e prese quella che
sembrava una piccola trasmittente.
«E
questa cosa ci fa qui?»
~
Kogoro
e Akiki erano, invece, diretti verso la stanza n°4.
Kogoro faticava a complimentarsi come prima poiché temeva che Akiki le avrebbe nuovamente fatto una qualche proposta.
Si
chiede se facesse veramente bene a rifiutarla, in fondo stava davvero bene con
quella donna, era seducente come poche ne avesse viste e le stava dicendo di no
per una donna che sembrava non volerne più sapere di lui.
Che
voleva soltanto litigare con lui.
Però… per quanto si
dicesse quelle cose sensate, nessuna donna avrebbe mai potuto prendere il posto
di Eri. La conosceva da così tempo e la amava da sempre, non avrebbe trovato
nessun’altra che sapesse cucinare male come lei, che lo facesse arrabbiare con
quei commenti così sarcastici, nessuna che lo spingesse ad essere un detective
migliore.
«Kogoro-san, la sua risposta mi è sembrata poco convinta,»
disse improvvisamente Akiki quando furono dentro la
stanza «io supero l’imbarazzo e la invito a cena e in tutta risposta ricevo
solo un borbottio. Mi era sembrato che fossimo in sintonia.»
Kogoro
deglutì, sperava proprio di non dover fare quella conversazione ed ovviamente
lei aveva tirato fuori l’argomento di nuovo.
«Akiki-san, anche io sento questa intesa che dice lei, però… non posso. Io sono sposato e, cosa più importante, io
sono innamorato di mia moglie. Quindi sarebbe inutile un’uscita insieme, se non
da amici.» concluse Kogoro iniziando a perlustrare la stanza in cerca di
indizi.
Akiki non aveva
risposto ed era rimasta ferma, vicino alla porta.
Il
detective pensò a cosa altro dirle quando una voce che ben conosceva si sentì
nella stanza.
«Scusami
Goro.»
Si
girò trovandosi di fronte proprio sua moglie Eri che teneva in mano la maschera
che aveva indossato fino a quel momento.
Di
colpo dentro di lui si mescolarono la rabbia - come poteva prenderlo in giro in
quel modo fingendo di essere un’altra donna? – ma anche altre sensazioni
positive.
Stava
bene con lei perfino quando fingeva di essere una persona che non era, la
riconosceva pure quando i suoi occhi lo tradivano.
«Perdonami.
Non volevo prendermi gioco di te, non avevo alcuna intenzione di inscenare una
falsa identità. Quando sono stata sorteggiata ho pensato che mi avresti
riconosciuta subito, ma quando ho notato che a causa della maschera la mia voce
usciva alterata e quindi non ti permetteva di riconoscerla, ho pensato di
provare a fingere per un po’. E poi, vedendo che facendo finta di essere
un’altra donna abbiamo passato due bellissime ore, ho continuato e ti ho
chiesto stupidamente di uscire! Credimi, te l’avrei detto stasera stessa…» continuò Eri sentendosi in colpa e non sapendo
come venire fuori da quella situazione.
Non
voleva ingannarlo, ma solo trascorrere del tempo con lui senza litigare. Non
immaginava assolutamente che lui le avrebbe fatto quella dichiarazione
inaspettata, si era sentita come se l’avesse tradito.
Avrebbe
continuato a dire altro se Kogoro non le avesse messo due dita davanti alla
bocca, come per zittirla.
«Non
sono arrabbiato con te, anzi un po’ sì, a dire il vero però se devi sentirti responsabile
di qualcosa rimproverati il fatto che mi hai fatto sentire in colpa.»
«Come
ti sei sentito?»
«In
colpa… Insomma, Akiki mi
piaceva davvero e mi sono sentito in colpa per aver provato una cosa del genere
per qualcuna che non fossi tu. Anche se poi eri tu.» concluse alzando la mano per grattarsi la testa leggermente
confuso.
Eri
sorrise, alzandosi per dargli un bacio.
Poteva
anche essere il detective più tonto del pianeta, poteva avere un carattere che
aveva il potere di irritarla come nessun altro riusciva, poteva avere tutti i
difetti di questo mondo, ma sicuramente l’amava.
«Però
Akiki non voleva invitarti per una cena, diciamo non
tra amici.» disse divertita.
«No?»
«No
e sai perché? Perché anche lei è sposata, con un marito che ama veramente
tanto.» replicò arrossendo così tanto che non ricordava l’ultima volta che il
cuore le aveva battuto tanto forte.
Kogoro
la baciò a sua volta per poi staccarsi, iniziando a dedicarsi alla scena del
crimine.
«Credo
che sarebbe ora che il grande detective scopra la soluzione di questo mistero,
no?» dichiarò indicando il pupazzo mentre Eri annuiva, sentendosi insolitamente
felice e completa.
~
Kazuha
ed Heiji avevano ricevuto la stanza n°3. Dopo essere entrati i due avevano
tratto le stesse conclusioni della coppia di Tokyo e avevano deciso di guardare
proprio in quello stanzino, anche loro in cerca dell’arma del delitto.
Heiji
aveva notato la medesima imperfezione di Shinichi, ma anche lui l’aveva
imputata al fatto che il delitto non fosse reale.
Fu
Kazuha però a notare la trasmittente nella stanza, alzandola per mostrarla ad
Heiji.
«Diventi
sempre più attenta ai dettagli, brava.»
La
ragazza non rispose e pensò che, forse, era il momento di dirgli quello che la
tormentava da un’ora buona.
Aveva
continuato a pensarci e aveva capito cosa nelle parole di Heiji l’avesse
turbata, non era arrabbiata, era un po’ confusa.
«Heiji,
vuoi davvero sapere cosa avessi?» chiese, infatti, a bruciapelo mentre le
guance si imporporavano leggermente.
«Ehm… sì, certo. Però ora non mi sembra il momento più adatto…» tentennò il detective sentendo nell’aria che
l’amica non voleva fare una discussione piacevole.
«Mi
hai fatto venire un dubbio, Heiji. So che non volevi ferirmi dicendo quelle
cose, però mi è venuto il sospetto che magari tu le pensi davvero…
Insomma, sono così poco intuitiva da farti vergognare?
Tu preferiresti un’altra amica da avere al tuo fianco?» chiese lentamente
diventando sempre più rossa.
Heiji
arrossì vistosamente, però pensò che doveva farle capire quanto lei fosse giusta per lui. Kazuha non doveva avere
dubbi di quel genere.
Le
posò una mano sulla spalla, preparandosi per il discorso più imbarazzante di
tutta la sua vita, quando un acutissimo urlo spezzò il silenzio in cui l’ottavo
piano era avvolto.
Fine
del IV capitolo.
Kogoro
ed Eri sono bellissimi, io li adoro <3 vi prego di perdonarvi se pensiate
che siano troppo dolci (anche se in qualche puntata Kogoro ha dimostrato di
saper dire qualche parola d’amore per Eri) ma io me li immagino così *__* che
quando sono in “pace” si sciolgono.
Avevate
già capito tutti che Akiki era Eri? xDD
L’asterisco
del capitolo: quella cosa che pensa Kogoro accade realmente nell’anime,
precisamente nelle puntate 589 e 590, che trattano appunto del compleanno di
Eri *_* se la coppia vi piace vi consiglio caldamente di guardare quell’episodio
perché io mi sono sciolta dalla dolcezza.
Il
delitto-gioco ha un qualche senso? Ho tentato, vi giuro, di crearlo il più
sensato possibile ma non so scrivere
gialli e questa storia ne è la prova xD
Commentate!
u.u
EclipseOfHeart