Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: EclipseOfHeart    09/06/2012    3 recensioni
La J.T.P. è orgogliosa di presentare la prima grande serata dedicata interamente all’investigazione!
La sfida è aperta!
Noi abbiamo ideato il delitto perfetto, qualcuno sarà in grado di scoprire la verità? Di trovare l’indizio che non esiste?
Unitevi a noi nel Gran Galà del Crimine!

Cosa succede quando una sfida del genere si presenta nelle vite dei detective di Tokyo?
Leggete per scoprirlo! :D
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kogoro Mori, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il delitto perfetto

 

 

Capitolo IV

 

 

A sorpresa dei due grandi detective la terza coppia vincitrice della gara di indovinelli furono proprio Sonoko e Yusuke.

Entrambi avevano pensato che non ce l’avrebbero fatta, vedendoli in difficoltà all’inizio della sfida, invece ci erano riusciti e trionfanti avevano consegnato i dobloni alla giuria.

«Ragazze, siamo tutte e tre in finale!» esultò Sonoko andando dalle sue due care amiche che annuirono contente.

Sonoko intuì immediatamente che qualcosa era successo alle due, Kazuha era pensierosa e per niente vispa, mentre Ran aveva un’insolita aria fin troppo sognante.

Entrando nello spirito della grande detective che si proponeva di essere quella sera, espose chiaramente le sue intuizioni: «Kazuha-chan, cosa ti ha detto di strano Hattori-san? Ran-chan, cosa ti ha detto di dolce Kudo-kun

Le due la fissarono stupite provocando moti di orgoglio nell’animo di Sonoko che spiegò le ragioni delle sue domande.

Entrambe arrossirono ma nessuna delle due spiegò i motivi delle loro reazioni, i ragazzi erano troppo vicini e non era proprio il momento.

«Va bene, me lo direte dopo tanto. Yamamoto-kun, invece, a me ha fatto un discorso stranissimo!» dichiarò sollevando le curiosità delle giovani.

«Sonoko-chan, non è che sta nascendo qualcosa tra di voi?» chiese Kazuha maliziosamente.

«No no, al contrario! Sentite cosa mi ha detto! E’ successo tutto dopo che ho risposto a una telefonata del mio Makoto!»

 

«Scusa se ti ho fatto aspettare, dovevo rispondere.» disse la ragazza in segno di difesa per averlo fatto attendere.

«Non importa, Suzuki-san. Quella era una persona a cui tu tieni molto.» rispose a bruciapelo il Yusuke lasciandola sorpresa.

«Come fai…

«Oh, dal tono della voce. Come mai lui non è qui con te?»

«Il lavoro lo tiene molto impegnato e spesso non ci possiamo vedere.» rispose Sonoko, stranita per essersi confidata con quello che, in fondo, era uno sconosciuto.

«Anche io ho una persona lontana a cui tengo davvero tanto. Neanche lei poteva essere qui stasera.» dichiarò Yusuke con l’espressione un po’ triste e malinconica.

«Presto li rivedremo Yamamoto-kun.» concluse Sonoko facendolo sorridere per aver cambiato tono nei suoi confronti, come se fossero diventati amici.

 

 

«Ma che dolcezza! Quel ragazzo deve essere veramente una brava persona.» dichiarò Ran dopo aver ascoltato il racconto dell’amico.

«Chissà chi è la fortunata che gli manca così tanto.» si domandò Kazuha con aria interrogativa.

«Non so, ma spero tanto che la possa rivedere il prima possibile.» replicò Sonoko sorridendo.

Le ragazze si voltarono nella sala e videro che tutti gli invitati stavano mangiando seduti ai tavoli. I bambini erano seduti, intenti a progettare qualche strepitoso piano, i tre ragazzi chiacchieravano confrontandosi sugli indovinelli e Kogoro ed Akiki erano seduti a chiacchierare.

«Quella donna non mi piace, sembra quasi essere contenta delle lusinghe di mio padre.» disse Ran stizzita e contrariata.

In effetti le sensazioni di Ran erano totalmente giuste. I due avevano legato in maniera particolarmente veloce e si trovavano perfettamente a loro agio, mentre discutevano.

Kogoro si sentiva in totale sintonia e capì che quella donna gli sarebbe potuta piacere veramente molto.

L’unica volta che aveva sperimentato una sensazione del genere era stato con sua moglie Eri e, ora, sembrava passato così tanto tempo.

Ora con Eri non faceva altro che litigare e, per quanto gli piacesse stuzzicarsi con lei, gli mancavano i momenti d’amore vissuti con la moglie.

L’ultima volta che l’aveva vista sorridere nei suoi confronti era stato quando le aveva dato quel regalo di compleanno, anche se poi l’aveva fatta infuriare per averlo scambiato con un rosario del Poirot.*

Interiormente sospirò e si chiese quale dovesse essere la sua mossa.

Guardò Akiki e, nonostante lei fosse bella e avvenente, desiderò che al suo posto ci fosse Eri. Non voleva sentirsi così bene in compagnia di qualcuna che non fosse lei.

«Kogoro-san, mi sto divertendo davvero moltissimo stasera,» affermò Akiki d’improvviso «non credevo che la sua compagnia potesse essere così piacevole. Sono stupita.»

«Concordo Akiki-san, non tutte le donne sanno conversare in maniera così amabile.»

«Mi piacerebbe scoprire di più su di lei, magari anche qualche altra sera.» commentò Akiki mentre Kogoro era in procinto di strozzarsi con l’acqua che stava bevendo.

Annuì in modo poco convincente sperando che bastasse per farle capire che non poteva accettare il suo invito e, infatti, la donna di colpo cambiò completamente argomento di discussione.

 

La quarta coppia ad avere l’accesso al gioco fu una coppia di sposi novelli. Entrarono nella sala tenendosi per mano ed avvicinandosi al bancone della giuria.

Poi individuarono il gruppo degli altri tre partecipanti e andarono a presentarsi.

«Piacere di conoscervi! Speriamo che questa sfida sia interessante come si racconta. Io mi chiamo Atsushi Teshima e questa è la mia dolce metà, Miyuki Hirano. Ci siamo sposati da pochi mesi e siamo grandi appassionati del crimine e delle investigazioni.» disse il ragazzo presentandosi a tutti.

Gli altri ricambiarono i saluti ed iniziarono a conversare sulla serata.

Dopo una decina di minuti Heiji strattonò la manica di Shinichi per sussurrargli all’orecchio: «Ehi, ma quei due non ti sembrano strani? Insomma, per essere sposi freschi non si rivolgono un minimo gesto affettuoso.»

«Forse non amano le effusioni in pubblico.»

«Ma se sono entrati tenendosi per mano! E ora invece sembrano quasi due estranei.»

Shinichi annuì pensoso, notando anch’egli i comportamenti poco amorevoli della coppia. Tuttavia non aveva motivo di sospettare di loro e perciò, per il momento, lasciò cadere le sue deduzioni.

Alle 22:35 entrò nella sala l’ultima coppia.

Il gruppo si stupì non poco notando come fossero gli agenti Takagi e Sato!

«Eccoli finalmente. Allora Megure-san era serio quando aveva detto di averli messi qui ad investigare sotto copertura.» disse Ran alzando una mano per salutare i due che ricambiarono contenti.

«Pensavamo davvero di non riuscire a qualificarci! Ci abbiamo messo troppo tempo a risolvere l’enigma!» dichiarò Takagi mentre si avvicinavano a loro.

«Invece ce l’avete fatta, complimenti!» rispose Shinichi stupendosi leggermente di come conoscesse quasi tutte le persone che quella sera avrebbero giocato insieme a lui e Ran.

«Beh, quegli indovinelli erano di una facilità imbarazzante.» sussurrò Heiji per non farsi sentire dai due agenti, mentre Shinichi ridacchiava.

«Sato-san, questo vestito le sta benissimo! Il bianco le dona molto.» disse Ran entusiasta.

«Grazie Ran-chan, anche tu stai molto bene.» replicò Sato, sistemandosi la maschera bianca che le copriva gli occhi.

Takagi non disse nulla ma gli sguardi che le lanciava parlavano benissimo per lui, dirle che la trovava fantastica era totalmente riduttivo in quanto per lui quello lo era sempre e comunque, indipendentemente da come si vestiva. Sbuffò consapevole che quelle cose doveva essere capace di dirgliele, senza magari diventare di colore rosso bordò, e non soltanto di pensarle.

«Gentili signori, dichiaro ufficialmente conclusa la prima parte della nostra serata. Prego le sei coppie di salire sul palco, insieme a me. A breve tutti gli altri partecipanti dovrebbero ritornare e potrò spiegare a tutti le regole del nostra sfida e voi potrete iniziare a investigare sul nostro delitto perfetto!» disse Takayama, interrompendo il chiacchiericcio dei vari invitati.

Il gruppo dei sei si avvicinò come richiesto e, dopo una quindicina di minuti, il presidente iniziò ad esporre le direttive da seguire.

«Dunque, prometto che sarò il più celere possibile nella spiegazione. In questo ottavo piano del Mitsui Garden Hotel abbiamo questa grande sala ricevimenti e poi sette stanze, adibite all’uso per la clientela. Ovviamente per questa sera le sette stanze sono vuote.» iniziò quindi, prendendo una lavagnetta e disegnando una mappa del piano dell’hotel, per far meglio comprendere le sue parole. «Abbiamo sei coppie, quindi abbiamo inscenato sei omicidi. Le nostre vittime sono naturalmente solo dei pupazzi, però le armi usate sono del tutto autentiche. Anche gli schizzi di sangue sono autentici e vi saranno utili nella vostra investigazione. La modalità di ogni omicidio è identica, così ogni coppia potrà investigare nella propria stanza.

Infatti dovrete lavorare ignorando completamente le altre cinque situazioni, il colpevole è unico ma come vittima dovete considerare solo quella nella stanza assegnatavi.

L’unica cosa di cui debbo pregarvi è di non andare nella stanza n°7, non è stata assegnata a nessuno perché al momento è inagibile e, proprio per questo motivo, dentro non vi è alcuna prova che possa esservi utile.

Ora vi presenterò i tre sospettati del delitto,» dichiarò facendo segno dietro il palco, di modo che i tre salissero sul palco. «Eccoli a voi. Abbiamo il signor Tsubasa Sumiya, che nel nostro caso di omicidio è il portiere dell’hotel. Poi abbiamo la signorina Mai Sasamoto che è la cuoca che si è occupata degli ultimi pasti della nostra vittima. Infine il signor Hayato Nishimoto che è uno dei camerieri! Loro sono veramente dipendenti di questo albergo, però per stasera saranno anche un po’ attori!»

I tre si inchinarono e, vestiti esattamente come la loro professione richiedeva, presero un sacchettino e lo porsero al presidente.

«Tutti e tre sono stati chiamati nella stanza della nostra vittima per tre motivi diversi ma negli stessi tempi. Le loro testimonianze indicano che tutti e tre hanno lasciato la camera che la vittima era ancora viva, ovviamente uno dei tre mente e toccherà a voi scoprire chi sta dicendo la verità e chi menzogne. Per quanto riguarda il movente si è pensato che il colpevole si sia infiltrato a lavorare sotto copertura nell’Hotel per poter avere l’occasione di far fuori la nostra vittima, per motivi personali di vendetta. Ora procederemo all’estrazione del colpevole,» continuò Takayama facendo pescare un biglietto a tutti e tre i sospettati «questo lo facciamo ovviamente per evitare qualsiasi tipo di favoreggiamento, fino a questo momento nessuno, neanche loro, sapevano quale parte avrebbero dovuto recitare. Bene, ora andranno tutti e tre via dietro il palco e si procederà al delitto.»

«Delitto?» chiese Kogoro sorpreso.

«Certo Mouri-san. Il delitto si svolgerà esattamente adesso, tra poco sentiremo sei colpi di pistola e, dopo cinque minuti, potrete iniziare ad investigare. Vostro compito sarà trovare il colpevole, una prova sufficiente a sostenere la vostra teoria ed infine anche l’arma del delitto, che non è addosso al colpevole. Non ci sarà bisogno di andare in altri piani dell’albergo, ricordando di evitare la stanza sette che è fuori uso, tutti gli indizi e le prove sono su questo piano. Sempre se riuscirete a trovarne ovviamente! Avrete tempo fino a mezzanotte.» scherzò il direttore convinto che nessuno avrebbe mai potuto risolvere quel caso.

La serata si stava rivelando un successo e già molti invitati avevano fatto numerosi donazioni, se avesse potuto tenere anche la Spilla di Lapislazzuli sarebbe stato il massimo. Però c’era da dire che soprattutto i due ragazzi liceali sembravano essere particolarmente svegli, forse anche più del grande detective Mouri.

Nel pubblico tutti commentavano quell’insolita serata, nessuno si sarebbe aspettato che il “delitto” sarebbe avvenuto durante la festa.

I bambini, seduti al tavolo, erano anche frementi di eccitazione poiché Genta aveva trovato la soluzione al loro problema.

«Andremo nella stanza inagibile! La n°7! In questo modo, mentre loro saranno nelle stanze noi staremo al sicuro nella camera sette, poi quando saranno usciti potremo entrare nelle scene del crimine!»

«Ma potrebbe essere pericoloso, hai sentito che non si può utilizzare quella camera.» replicò Ayumi pensierosa.

«Ma no, cosa deve succederci! E poi io mi sto annoiando, non ho propria voglia di restare qui ad aspettare.»

«Non so…»

«Dai Ayumi-chan, Genta-kun ha ragione! Vedrai che sarà semplicemente sporca, per questo non hanno voluto utilizzarla, è un nascondiglio perfetto! Diciamo al professor Agasa che andiamo un po’ ad esplorare l’albergo e ci nascondiamo.» confermò Mitsuhiko insistendo.

«Potreste farvi male.» disse Ai, intervenendo nella discussione.

«Haibara-san… non ci feriremo. E poi ci siamo noi due a proteggervi, farò di tutto per difenderti! Cioè, ehm, per difendere tutti.» borbottò Mitsuhiko arrossendo vistosamente per essersi lasciato sfuggire una frase di troppo.

Ai sorrise per l’innocenza del bambino e diede il suo consenso al piano.

«Verrai con noi, Ai-chan?» chiese Ayumi sorridendo.

«Certo, non posso mica lasciare tutto il divertimento a voi.»

“E poi devo tenervi d’occhio” pensò, senza dirlo, per non infastidire Genta e Mitsuhiko che tanto valorosamente volevano proteggerle.

 

 

«Dopo che avremo guardato la stanza, sarà necessario interrogare i tre sospettati.» disse Heiji, prima che la sfida iniziasse.

«Certo, appena vorrete sentirli saranno a vostra disposizione. Intanto venite qui, così ad ogni coppia sarà assegnata una camera.» replicò Takayama.

Dopo l’assegnazione dei vari numeri Shinichi e il detective dell’Ovest sbuffarono sonoramente dato che, fino a quel momento, niente li stava divertendo.

«Spero proprio che l’assassino non lasci la pistola sul letto.» commentò infatti Heiji mentre Shinichi annuiva.

Di colpo, poi, si sentì il primo colpo di pistola. E di seguito gli altri cinque.

Takayama dette inizio ufficialmente alla gara e le coppie uscirono dal salone per recarsi nelle stanze. Nella confusione i 4 bambini, con una scusa, riuscirono ad arrivare alla camera 7, la aprirono e vi entrarono, aspettando che la situazione si calmasse per poter uscire.

A Ran e Shinichi era stata assegnata la stanza n°1.

Il detective aprì la porta con la tessere automatica che era stata data loro dalla giuria ed entrarono vedendo la “vittima” seduta di fronte alla porta.

Il pupazzo, vestito con giacca e cravatta, aveva un foro all’altezza del cuore, con il sangue che fuoriusciva dalla ferita.

La camera era perfettamente pulita, a parte il sangue che gocciolava sul pavimento, nulla pareva essere stato contaminato.

Shinichi effettuò una prima ispezione della stanza, ovviamente non trovando l’arma del delitto.

«Figurati se poteva essere sotto il letto. Forse non ci credono tanto stupidi come avevo pensato. Allora, sicuramente è stato ucciso dopo aver spontaneamente aperto la porta, del resto hanno detto che aveva chiamato tutti e tre i sospettati per motivi diversi.» iniziò a dire Shinichi mentre Ran cercava qualche dettaglio nella stanza. «Sul tavolino, accanto a lui, abbiamo un piatto con del cibo, ordinazione che avrà trasportato probabilmente il cuoco. Poi c’è del sale, sicuramente questo portato dal cameriere ed infine un saldo delle sue ultime spese, proveniente dalla visita del portiere. Questo dimostra che tutti e tre avevano una buona occasione per effettuare il crimine.

Il fatto che lui sia seduto, sporto per avanti, ci indica che il colpevole abbia aspettato che lui si sedesse, per poi richiamare la sua attenzione, farlo girare e quindi sparargli.

Purtroppo, essendo seduto, non posso ben valutare l’altezza del colpevole, anche se potrei escludere il portiere che è il più alto dei tre.»

«Potrebbe aver posato l’arma fuori, da qualche parte? C’è un piccolo stanzino, in fondo al corridoio. Se l’avesse nascosta lì?» chiese Ran, continuando a guardarsi attorno.

«Andremo a controllare. Quello che normalmente non mi convincerebbe è il sangue. E’ secco. Non è il sangue che troveremmo se una persona fosse stata appena uccisa.»

«Probabilmente hanno usato del sangue non fresco, del resto questo pupazzo non è reale.»

«Sarà come dici tu. Eppure Takayama-san si è tanto vantato dell’autenticità del loro delitto e poi cade in un dettaglio così importante.»

«Normalmente se il sangue fosse così secco, capiremmo che l’ora del delitto è diversa da quella che sappiamo, giusto?» teorizzò Ran, mettendosi un dito sotto al mento.

«Esattamente.» replicò Shinichi ridacchiando e andando verso la porta. Il suo sguardo, però, si posò su un punto che luccicava nel terreno. Si abbassò e prese quella che sembrava una piccola trasmittente.

«E questa cosa ci fa qui?»

 

 

~

 

Kogoro e Akiki erano, invece, diretti verso la stanza n°4. Kogoro faticava a complimentarsi come prima poiché temeva che Akiki le avrebbe nuovamente fatto una qualche proposta.

Si chiede se facesse veramente bene a rifiutarla, in fondo stava davvero bene con quella donna, era seducente come poche ne avesse viste e le stava dicendo di no per una donna che sembrava non volerne più sapere di lui.

Che voleva soltanto litigare con lui.

Però… per quanto si dicesse quelle cose sensate, nessuna donna avrebbe mai potuto prendere il posto di Eri. La conosceva da così tempo e la amava da sempre, non avrebbe trovato nessun’altra che sapesse cucinare male come lei, che lo facesse arrabbiare con quei commenti così sarcastici, nessuna che lo spingesse ad essere un detective migliore.

«Kogoro-san, la sua risposta mi è sembrata poco convinta,» disse improvvisamente Akiki quando furono dentro la stanza «io supero l’imbarazzo e la invito a cena e in tutta risposta ricevo solo un borbottio. Mi era sembrato che fossimo in sintonia.»

Kogoro deglutì, sperava proprio di non dover fare quella conversazione ed ovviamente lei aveva tirato fuori l’argomento di nuovo.

«Akiki-san, anche io sento questa intesa che dice lei, però… non posso. Io sono sposato e, cosa più importante, io sono innamorato di mia moglie. Quindi sarebbe inutile un’uscita insieme, se non da amici.» concluse Kogoro iniziando a perlustrare la stanza in cerca di indizi.

Akiki non aveva risposto ed era rimasta ferma, vicino alla porta.

Il detective pensò a cosa altro dirle quando una voce che ben conosceva si sentì nella stanza.

«Scusami Goro

Si girò trovandosi di fronte proprio sua moglie Eri che teneva in mano la maschera che aveva indossato fino a quel momento.

Di colpo dentro di lui si mescolarono la rabbia - come poteva prenderlo in giro in quel modo fingendo di essere un’altra donna? – ma anche altre sensazioni positive.

Stava bene con lei perfino quando fingeva di essere una persona che non era, la riconosceva pure quando i suoi occhi lo tradivano.

«Perdonami. Non volevo prendermi gioco di te, non avevo alcuna intenzione di inscenare una falsa identità. Quando sono stata sorteggiata ho pensato che mi avresti riconosciuta subito, ma quando ho notato che a causa della maschera la mia voce usciva alterata e quindi non ti permetteva di riconoscerla, ho pensato di provare a fingere per un po’. E poi, vedendo che facendo finta di essere un’altra donna abbiamo passato due bellissime ore, ho continuato e ti ho chiesto stupidamente di uscire! Credimi, te l’avrei detto stasera stessa…» continuò Eri sentendosi in colpa e non sapendo come venire fuori da quella situazione.

Non voleva ingannarlo, ma solo trascorrere del tempo con lui senza litigare. Non immaginava assolutamente che lui le avrebbe fatto quella dichiarazione inaspettata, si era sentita come se l’avesse tradito.

Avrebbe continuato a dire altro se Kogoro non le avesse messo due dita davanti alla bocca, come per zittirla.

«Non sono arrabbiato con te, anzi un po’ sì, a dire il vero però se devi sentirti responsabile di qualcosa rimproverati il fatto che mi hai fatto sentire in colpa.»

«Come ti sei sentito?»

«In colpa… Insomma, Akiki mi piaceva davvero e mi sono sentito in colpa per aver provato una cosa del genere per qualcuna che non fossi tu. Anche se poi eri tu.» concluse alzando la mano per grattarsi la testa leggermente confuso.

Eri sorrise, alzandosi per dargli un bacio.

Poteva anche essere il detective più tonto del pianeta, poteva avere un carattere che aveva il potere di irritarla come nessun altro riusciva, poteva avere tutti i difetti di questo mondo, ma sicuramente l’amava.

«Però Akiki non voleva invitarti per una cena, diciamo non tra amici.» disse divertita.

«No?»

«No e sai perché? Perché anche lei è sposata, con un marito che ama veramente tanto.» replicò arrossendo così tanto che non ricordava l’ultima volta che il cuore le aveva battuto tanto forte.

Kogoro la baciò a sua volta per poi staccarsi, iniziando a dedicarsi alla scena del crimine.

«Credo che sarebbe ora che il grande detective scopra la soluzione di questo mistero, no?» dichiarò indicando il pupazzo mentre Eri annuiva, sentendosi insolitamente felice e completa.

 

~

 

 

Kazuha ed Heiji avevano ricevuto la stanza n°3. Dopo essere entrati i due avevano tratto le stesse conclusioni della coppia di Tokyo e avevano deciso di guardare proprio in quello stanzino, anche loro in cerca dell’arma del delitto.

Heiji aveva notato la medesima imperfezione di Shinichi, ma anche lui l’aveva imputata al fatto che il delitto non fosse reale.

Fu Kazuha però a notare la trasmittente nella stanza, alzandola per mostrarla ad Heiji.

«Diventi sempre più attenta ai dettagli, brava.»

La ragazza non rispose e pensò che, forse, era il momento di dirgli quello che la tormentava da un’ora buona.

Aveva continuato a pensarci e aveva capito cosa nelle parole di Heiji l’avesse turbata, non era arrabbiata, era un po’ confusa.

«Heiji, vuoi davvero sapere cosa avessi?» chiese, infatti, a bruciapelo mentre le guance si imporporavano leggermente.

«Ehm… sì, certo. Però ora non mi sembra il momento più adatto…» tentennò il detective sentendo nell’aria che l’amica non voleva fare una discussione piacevole.

«Mi hai fatto venire un dubbio, Heiji. So che non volevi ferirmi dicendo quelle cose, però mi è venuto il sospetto che magari tu le pensi davvero… Insomma, sono così poco intuitiva da farti vergognare? Tu preferiresti un’altra amica da avere al tuo fianco?» chiese lentamente diventando sempre più rossa.

Heiji arrossì vistosamente, però pensò che doveva farle capire quanto lei fosse giusta per lui. Kazuha non doveva avere dubbi di quel genere.

Le posò una mano sulla spalla, preparandosi per il discorso più imbarazzante di tutta la sua vita, quando un acutissimo urlo spezzò il silenzio in cui l’ottavo piano era avvolto.

 

 

 

 

Fine del IV capitolo.

Kogoro ed Eri sono bellissimi, io li adoro <3 vi prego di perdonarvi se pensiate che siano troppo dolci (anche se in qualche puntata Kogoro ha dimostrato di saper dire qualche parola d’amore per Eri) ma io me li immagino così *__* che quando sono in “pace” si sciolgono.

Avevate già capito tutti che Akiki era Eri? xDD

L’asterisco del capitolo: quella cosa che pensa Kogoro accade realmente nell’anime, precisamente nelle puntate 589 e 590, che trattano appunto del compleanno di Eri *_* se la coppia vi piace vi consiglio caldamente di guardare quell’episodio perché io mi sono sciolta dalla dolcezza.

Il delitto-gioco ha un qualche senso? Ho tentato, vi giuro, di crearlo il più sensato possibile ma non so scrivere gialli e questa storia ne è la prova xD

Commentate! u.u

 

EclipseOfHeart

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: EclipseOfHeart