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Autore: EarthquakeMG    10/06/2012    10 recensioni
[IN REVISIONE.]
Zayn si rese immediatamente conto che il castano stava piangendo. Fu un attimo e le sue gambe si mossero automaticamente, si ritrovò vicinissimo al castano; aveva il cuore in gola e non sapeva il perché, era agitato come non lo era mai stato, vedere Louis in quello stato lo faceva star male, aveva paura di ferirlo anche soltanto con il proprio respiro. Il castano sembrava essere davvero a pezzi e tutto era accaduto così velocemente che Zayn non riuscì a capire cosa gli fosse accaduto e cosa avesse provocato in lui quel repentino cambiamento d’umore; gli sfiorò un braccio con le dita e lo sentì sobbalzare ma non vide le sue palpebre alzarsi, sospirò e fece ciò che in quel momento gli suggerì la sua mente, gli cinse le spalle con le braccia e lo avvicinò a sé, Louis sobbalzò e senza neanche accorgersene si ritrovò a singhiozzare, con le mani strette alla maglia del moro ed il corpo vicinissimo al suo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!
Ho da poco postato la mia primissima Zouis e già son qui a postarne un'altra, è strano ma mi sono maledettamente innamorata di questi due e non soltanto singolarmente ma anche come vera e propria coppia; questa volta ho deciso di scrivere una long-fic ma non so quanti capitoli avrà, continuo a scrivere praticamente ogni giorno ed ho sempre più voglia di continuarla, è quasi come una droga (una droga positiva, ovviamente) e spero che possa fare lo stesso effetto anche a voi. 
Ovviamente tutto ciò che leggerete sarà il frutto della mia immaginazione -della mia mente malata- perché i One Direction non mi appartengono ed i loro gusti sessuali sono appunto..loro.
Spero vi piaccia.
MG.   

It started with a kiss

 


 
Louis Tomlinson e Zayn Malik sono i membri di un gruppo che è stato creato dal nulla, due ragazzi comuni che sono diventati famosi quasi per caso e grazie al loro talento. Sono completamente diversi, Louis è estroverso e divertente, ha sempre la battuta pronta e sembra avere sempre il sorriso stampato sul viso; Zayn è egocentrico, ama prendersi cura di se stesso, ma è anche un tipo introverso e che sorride di rado, non è il tipico ragazzo che si apre con chiunque gli capita a tiro. Sono amici i due ma non si sono mai trovati in situazioni davvero intime. Quando Zayn è giù corre immediatamente dal suo migliore amico Liam e quando Louis ha un crollo di nervi c’è il suo migliore amico Harry ad aiutarlo. I due ragazzi sono partners in crime -come ama definirli Zayn stesso- ma non sono mai riusciti a condividere niente che non avesse a che fare con il loro lavoro, gli scherzi, le domande o le provocazioni; sono amici ma non troppo.
«Loueh.»
La voce di Zayn arrivò a Louis dritta alle orecchie, il castano sobbalzò per poi voltarsi, il moro era poggiato allo stipite della porta e lo stava osservando quasi accigliato.
«Zayn.» Disse di rimando.
«Hai finito di auto commiserarti?» Domandò il moro. «Adesso hai intenzione di uscire da qui?»
Zayn non aveva torto, Louis era chiuso in sala prove da circa tre ore e si era perso nei suoi pensieri, in realtà non si era neanche accorto che il tempo fosse passato così in fretta.
«Non mi stavo auto commiserando.» Rispose. «Riflettevo! Non è colpa mia se tu non sai farlo.» Disse poi, con un pizzico di sarcasmo nella voce.
Zayn rise, si chiuse la porta alle spalle e si avvicinò a lui per poi sedersi su di un puff vicino alla scrivania.
«So riflettere amico, semplicemente non ci metto tre ore e non mi chiudo in una saletta soffocante.» Ribatté.
Louis alzò le spalle.
«Qui mi rilasso e poi posso cantare senza che nessuno mi dia fastidio.» Affermò, provando a giustificare il suo comportamento.
Zayn annuì, poggiandosi alla scrivania e osservandolo con curiosità.
«Allora, cosa ti turba?» Gli chiese.
Louis si aprì in una risata nervosa, poi parlò.
«Vuoi davvero saperlo?»
Zayn fece una smorfia e arricciò il naso.
«Certo che sì, non prendermi per un menefreghista.» Rispose stizzito.
Louis sorrise e gli si avvicinò, per poi poggiargli una mano sulla spalla.
«Lo so, Zayn.» Asserì. «Pensavo al fatto che tutti voi avete un obiettivo, tutti voi sapete cosa volete fare nella vita, io invece sono qui, immobile, senza la minima idea di cosa voglio fare nella vita.» Concluse.
Zayn sorrise, annuendo appena, riuscendo perfettamente a capire cosa l’altro provasse.
«La gente indecisa è quella più figa, lo sai?» Gli chiese.
«Non è vero, Liam ha le idee molto chiare.» Ribatté Louis.
«Ma Liam è un caso a parte.» Asserì il moro. «Lui è figo ma ha anche una dannatissima mania per la perfezione, lui sa sempre cosa fare e come farla.» Concluse.
Louis annuì.
«Hai ragione.» Disse poi.
Zayn alzò le braccia e mise su un’espressione soddisfatta, palesando che sapesse di avere ancora una volta ragione, Louis alzò gli occhi al cielo e rise per poi dargli un colpetto sulla spalla.
«Egocentrico.» Asserì.
Zayn rise a sua volta e fece spallucce.
Louis sembrò improvvisamente ricordarsi di qualcosa e sorrise, quasi con provocazione, poggiò i gomiti sulle gambe e il viso sulle mani, non distogliendo lo sguardo da quello del moro.
«Quindi io sarei...figo?» Domandò.
Zayn sobbalzò, non aspettandosi né quella domanda né quel repentino cambio d’argomento, poi sorrise e ricambiò lo sguardo dell’altro, annuendo.
«Non credo ti sia nuova questa affermazione.» Rispose.
«La gente non mi saluta dicendomi “Hey, ciao Louis figo!”» Ribatté Louis.
Il modo in cui si mosse, l’espressione che assunse e il tono della sua voce fecero ridere il moro che portò indietro la testa e si lasciò andare in una risata.
«Con me lo fanno.» Disse poi, facendo ridere Louis.
«E chi, di grazia?» Chiese il castano. «A parte…te.»
«Harry!» Rispose di rimando il moro. «Lo ha fatto spesso anche Perrie.» Continuò.
Louis si aprì in una smorfia e roteò gli occhi.
«Perrie? Zayn quella ti avrebbe anche baciato i piedi se solo glielo avessi chiesto.» Affermò.
Quella ragazza a Louis non era mai piaciuta, l’aveva sempre considerata ruffiana ed opportunista, sapeva benissimo che aveva usato Zayn per diventare ciò che lei definiva una celebrità e continuava ancora a chiedersi –nonostante si fossero lasciati da qualche mese- perché Zayn avesse deciso di stare con lei; il moro meritava sicuramente di meglio.
Zayn ridacchiò, poggiandosi con la schiena alla scrivania, stiracchiandosi appena.
«Mh...Hai ragione.» Disse. «Però Harry no.» Continuò.
«Ma Harry dice a tutti che sono fighi, lo fa per hobby.» Ribatté Louis.
Nessuno conosceva il riccio come il suo migliore amico.
«Ma tu...no!» Disse poi Zayn.
Louis si ritrovò a schiudere la bocca, non riuscendo a seguire il discorso del moro.
«Ed io cosa c’entro?» Gli chiese.
Zayn alzò le spalle e sorrise.
«Tu sei mister sincerità, non mi mentiresti mai.» Rispose.
Louis scosse la testa e si arrese. Sapeva benissimo di dovergli dare una risposta, altrimenti si sarebbe ritrovato uno Zayn petulante alle calcagna che l’avrebbe torturato fino alla fine dei tempi e non aveva alcuna intenzione di passare giorni a scappare dalle sue domande. Si mise comodo sulla propria sedia e si perse ad osservarlo, iniziò dal suo viso, osservò i suoi lineamenti marcati ma delicati allo stesso tempo, i suoi occhi castani –quasi sempre lucidi e a volte troppo profondi-, le sue labbra quasi perfette, il suo collo liscio sul quale a volte sporgeva una vena che suscitava in molti pensieri impuri, poi si fermò; i suoi occhi avevano visto abbastanza, non aveva voglia di perdersi in quei meandri per lui ancora sconosciuti.
«Allora?» domandò Zayn spazientito, battendo il pieno per terra.
Louis ridacchiò e poi annuì.
«Beh…Sì, sei figo.» Rispose poi.
Zayn si aprì in un sorriso soddisfatto e Louis scosse la testa.
Il castano era consapevole del fatto che il moro da quel momento in poi sarebbe stato ancor più egocentrico, facendo leva su quel suo complimento spassionato che era certamente più sincero di quello di una delle loro fan che avrebbe detto qualunque cosa pur di farli felici; il suo complimento era sincero, forse, se fosse stato pronunciato in luogo pubblico sarebbe sicuramente stato frainteso dalle loro fan che vivevano per il bromance, finché erano da soli però non dovevano preoccuparsi di nulla.
«Grazie, Tommo.» Ribatté Zayn.
Louis alzò le spalle e poi si mise in piedi.
«Alla fine si finisce sempre per parlare di te.» Asserì aprendosi in uno sbuffo ma non smettendo di sorridere.
Zayn gli lanciò un’occhiataccia e sbuffò a sua volta, stizzito.
«Sei tu che non parli mai di te, con me.» Gli disse, calcando sulle ultime due parole con enfasi. «La gente pensa che tu sia estroverso ma a me serve la pinza per cavarti le parole di bocca.» Concluse.
Louis sobbalzò, non aspettandosi quella reazione da parte del moro, Zayn aveva sempre preso le cose alla leggera quando si parlava di loro; forse non si era mai comportato in quel modo perché non avevano mai affrontato un discorso serio.
«Non pensavo t’interessasse la mia vita privata.» Asserì, sincero.
Zayn alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, sempre più spazientito.
«Se non mi interessasse non sarei venuto a cercarti, non credi?» Domandò.
Louis sembrò rifletterci su e poi annuì, non essendone ancora del tutto certo.
«Sì, ma...»
Non riuscì a parlare perché fu interrotto da uno Zayn più stizzito del solito.
«Non mi ha mandato nessuno, Louis, nessuno.» Disse.
Louis intravide il nervosismo nella sua espressione e sorrise, quasi intenerito, piacevolmente colpito da quella reazione che lo faceva quasi sentire davvero importante. Tutti si erano sempre interessati al Louis felice, a quello spensierato e carismatico, ma nessuno si era mai preoccupato dei suoi sentimenti.
Si avvicinò al microfono e sentì l’ansia nascere in sé, una strana sensazione si sprigionò nel suo corpo e fu costretto ad inspirare ed espirare più volte prima di riuscire a riacquistare il controllo di sé; forse per una volta, soltanto per quella volta, avrebbe potuto lasciarsi andare.
«Vuoi davvero che io parli di me?» Domandò al moro, con voce incerta.
Zayn puntò i propri occhi sui suoi per qualche attimo per poi annuire.
Il castano chiuse gli occhi e tirò un sospiro, era agitato, cantare di fronte a Zayn –pronunciare proprio quelle parole- non era come aprirsi a un Harry che era a conoscenza di ogni più piccolo dettaglio della sua vita, era come rivolgersi ad uno sconosciuto ma decise di provarci lo stesso; si schiarì la voce ed iniziò a cantare.
Le parole che fuoriuscirono dalle sue labbra, Zayn le conosceva benissimo.
«Hands are silent, voice is numb, try to scream out my lungs. It makes this harder and the tears stream down on my face...» Sussurrò, chiudendo gli occhi.
Louis si bloccò improvvisamente, non riuscendo a continuare, avvertendo la gola seccarsi improvvisamente; non riuscì più ad andare avanti, quelle parole erano troppo significative e facevano più male del previsto.
Zayn vide l’altro fermarsi e sobbalzò, un velo di preoccupazione apparve nei suoi occhi quando avvertì la voce dell’altro incrinarsi e le sue mani tremare.
«Louis?» Lo chiamò, con voce incerta.
Era la prima volta da quando lo conosceva che lo vedeva in quello stato, che lo vedeva fragile.
«Mh?» Mugugnò Louis, la sua voce tremava e non riuscì a dire altro.
Zayn si rese immediatamente conto che il castano stava...piangendo? Fu un attimo e le sue gambe si mossero da sole, si ritrovò vicinissimo al castano, aveva il cuore in gola ma non sapeva il perché, era agitato come non lo era mai stato, vedere Louis in quel modo lo faceva star male, aveva paura di ferirlo anche soltanto con il suo respiro; Louis sembrava davvero a pezzi e tutto era accaduto così velocemente che Zayn non riuscì a capire cosa gli fosse successo e cosa avesse provocato in lui quel cambiamento repentino d’umore. Gli sfiorò un braccio con le dita e lo sentì sobbalzare ma non vide le sue palpebre alzarsi, tirò un sospiro e fece ciò che in quel momento gli suggerì la sua mente, gli cinse le spalle con le braccia e lo attirò a sé, Louis sobbalzò e senza neanche accorgersene si ritrovò a singhiozzare, afferrando la sua maglietta e stringendosi a lui.
«Louis?» Domandò preoccupato Zayn ma non ricevette risposta.
Iniziò ad accarezzare i suoi capelli, aspettando con ansia che si calmasse e che smettesse di singhiozzare; si maledisse, se ci fosse stato Harry al suo posto probabilmente avrebbe saputo cosa fare, avrebbe consolato il suo migliore amico e l’avrebbe fatto stare meglio, mentre lui era incapace di fare qualsiasi cosa.
Louis si sorprese di se stesso. Perché stava piangendo? Perché si era aperto in quel modo con Zayn? Lui non era un tipo dalla lacrima facile, di solito era l’anima della festa e quando doveva piangere lo faceva in privato, lo faceva soltanto tra le braccia del suo migliore amico Harry. Perché stava piangendo tra le braccia di Zayn? E soprattutto perché Zayn lo stava consolando senza chiedergli alcuna spiegazione? Louis si ritrovò a non capire cosa stesse succedendo, si sentì confuso, si chiese se davanti a sé vi fosse ancora lo Zayn malizioso e sarcastico o se quello fosse un altro Zayn; un ragazzo che lui non aveva ancora avuto il piacere di conoscere. Si strinse ancor di più a lui e si lasciò andare, pianse come non faceva da qualche tempo e continuò a singhiozzare nonostante si sentisse una ragazzina, nonostante non sapesse perché lo stava facendo; Zayn non si allontanò da lui ma aumentò la presa sul suo corpo e continuò ad accarezzargli i capelli.
L’atmosfera era cambiata, non si stava più giocando. Chi erano quei due ragazzi? Dov’erano finiti i due ragazzi che non facevano altro che punzecchiarsi e ridere di loro stessi? Dov’erano i partners in crime?
Fu Louis a rompere quel silenzio diventato assordante, allontanandosi dal moro; dopo essersi asciugato le lacrime e aver ripreso il controllo del proprio corpo alzò gli occhi e gli sorrise
«Grazie, Zayn.» Gli disse accarezzandogli un braccio.
Zayn sembrò risvegliarsi da un coma temporaneo e continuò ad osservarlo, aprendosi in un’espressione preoccupata.
«Cosa ti è successo?» Domandò.
«Un crollo di nervi, mi spiace che sia capitato davanti a te.» Rispose Louis.
Il moro si aprì in una smorfia.
«Io non voglio vederti così!» Disse, incerto, non riuscendo a capire neanche lui dove volesse arrivare.
Louis sorrise, addolcito dalle parole del moro; ogni volta che veniva fuori quel lato preoccupato ed incerto di Zayn aveva voglia di abbracciarlo e stringerlo a sé, sembrava quasi un piccolo bimbo impaurito.
«Sto bene.» Ribatté. «Davvero.» Continuò, provando a convincere più se stesso che il moro.
Zayn non sembrò per nulla convinto dalle sue parole e continuò a fare domande.
«Da quanto va avanti questa storia?»
Louis sembrò pensarci su ma non arrivò a una risposta esauriente.
«Non so quando sia iniziata…E’ iniziata e basta.» Rispose, facendo spallucce.
Zayn roteò gli occhi.
«Harry lo sa?» Gli chiese.
Ma cos’era quello? Un interrogatorio?
Louis annuì.
«E...?» Chiese ancora il moro.
«E niente, Zayn. Non sto mica morendo!» Asserì Louis, quasi spazientito.
Zayn annuì.
Che cosa stava facendo? Perché era così preoccupato per Louis? C’era Harry a preoccuparsi per il castano, lui non doveva neanche essere a conoscenza di quelle strane crisi di nervi che colpivano il castano e allora perché aveva voglia di sapere? Perché aveva avvertito qualcosa incrinarsi quando lo aveva sentito piangere?
«Sì, hai ragione.» Disse alla fine, arrendendosi ai suoi dubbi.
Louis sorrise e a Zayn sembrò avesse riacquistato quasi tutta la sua allegria.
«Finalmente!» Disse il castano per poi stiracchiarsi. «Adesso ho bisogno di una bella boccata d’aria.» Continuò, avvicinandosi alla porta. «Non sei venuto qua per portarmi fuori?» Gli chiese.
Zayn annuì, avvicinandosi a lui.
«E allora andiamo.» Asserì Louis, afferrandolo per un braccio.
Zayn continuò a osservarlo fino a quando Louis, fuori dalla porta, mollò la presa. Quel ragazzo era strano, pensò, come faceva ad essere così tranquillo dopo aver avuto un crollo di quel tipo? Come faceva a non aver voglia di lanciarsi sul letto e addormentarsi –lui aveva sempre voglia di dormire dopo un pianto-, come faceva ad essere così attivo? Zayn per un attimo lo invidiò ma poi si ricordò di quel corpo tremante stretto a sé ed ebbe nuovamente voglia di aiutarlo; si avvicinò a lui e cinse le spalle con le braccia.
«Ora ci vorrebbe un bel gelato.» Disse, osservandolo dall’alto.
Il volto di Louis si illuminò ed i loro occhi si incontrarono.
«Ho indovinato.» Continuò il moro, sorridendo.
Louis sorrise di rimando e annuì.
«Sì!» Ribatté per poi poggiare la testa sulla sua spalla. «Andiamo a chiamare gli altri?» Domandò.
Zayn annuì e con l’amico ancora stretto a sé si recò dagli altri che sarebbero stati ignari, forse per sempre, di quello che i due avevano vissuto in quella piccola sala registrazioni.




P.s. Non ho nulla contro Perrie, in realtà neanche la conosco e non mi interesso a lei, l'ho soltanto utilizzata (che brutta parola ma beh..è così) per citare una delle ragazze di Zayn.
   
 
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