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Autore: SalazarSerpeverde    10/06/2012    9 recensioni
In un normalissimo liceo italiano arriva un ragazzo del primo anno, Claudio, non proprio nella norma. Adora poltrire, NON seguire i consigli, non studiare e raggiungere i massimi risultati con il minimo sforzo (ovviamente non riuscendoci).
La sua presenza sconvolgerà letteralmente e matematicamente la classe coinvolgendo Professori, Alunni e anche il suo Autore, che nonostante tenti di fargli sempre fare la cosa giusta, scoprirà che non sarà poi così facile.

SalazarSerpeverde
Dal Capitolo Primo:  ...Io mi chiamo Claudio Orlando Gennaro Luigi Igor Oronzo Nicola Emilio, ma per fare prima, tutti mi chiamano COGLIONE per via delle iniziali dei miei nomi...
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 24 – Creare programmi suicidi in una scuola frequentata da Claudio può essere pericoloso
 
Prof. Pitagora: “Eccoci ad un’altra insipida mattinata dove farò finta di essere felice spiegando argomenti che a nessuno interessano a delle capre.”

Autore: “Accidenti, certo che ha una voglia di vivere incredibile la tua prof.”
Io: “Già, pensa che l’altro giorno l’ho beccata ad annusare gesso triturato.”
Autore: “Si... gesso. Bé, almeno oggi farete lezione normalmente, senza interruzioni o gite organizzate all’ultimo secondo.”
 
Prof. Pitagora: “Sentite, io prendo un poco di dro... cioè gesso triturato e mi chiudo nell’armadietto, voi andate pure nella Sala Informatica.”
Io: “Si vede che è molto felice negli ultimi giorni la prof. Pitagora. Secondo me ha un amante.”
 
Autore (pensiero): “Che coglione.”
NELLA SALA INFORMATICA
 
Prof. Gates: “Salve ragazze, sono il vostro Billy Gates e non sono affatto un’imitazione di Bill Gates. Oggi, con la Realtà Virtuale andremo in America, la terra delle nuove opportunità e terra di sperimentazione di nuove droghe giovanili.”
Io: “Che sciroccato.”
Prof. Gates: “Cosa? Vuoi dello sciroppo? Che hai la tosse?”
Io: “Lasciamo stare.”
Prof. Gates: “Mi vuoi scop***?”
Jessica: “Prof. accenda l’apparecchio acustico.”
DOPO AVER INDOSSATO I CASCHI
Matteo: “Uao, che bella l’America. Così avanzata che persino i barboni hanno una casa meglio della mia.”
Io: “Parla per te, nel mio casco c’è una cicca di gomma stagionata. Odio quello che c’è l’ha messa, mi sta dando un fastidio...”
DUE SETTIMANE PRIMA
Prof. Gates: “Mi raccomando, prima di indossare i caschi sputate le gomme.”
Io (pensiero): “Fanculo, la sputerò nel casco appena perde sapore o quando le mie mascelle si romperanno.”
 
In quel momento un uomo a cavallo arrivò urlando come un indiano schizofrenico e prese Claudio al volo trascinandolo per le gambe.
 
Autore: “No! Quello già è stupido, poi gli fai scontrare la testa contro dei sassi...”
 
Io: “Professoreeeeeeeeee, ma dove mi sta portando ‘sto rimbencoglionito?”
Prof. Gates: “Che cazzo significa rimbencoglionito?”
Io: “Oh, è una fusione tra rimbecillito e rincoglionito. Le piace?”
Jessica: “Ma ti sembra il momento di creare parole che userai solo tu?”
Io: “Ah già. Aiutooooooooooooo. Dove mi sta portando?”
Prof. Pitagora: “ *SNIFF SNIFF* ”
Prof. Gates: “Ottima idea prof. Pitagora.”
Jessica (pensiero): “Ma che cazzo ha detto?”
Prof. Gates: “Ha detto che lo stanno portando in un antico tempio indiano dove giocheranno a Monopoli con i suoi organi.”
Jessica: “E tutto questo in un misero Sniff Sni... un momento, ma mi ha letto nel pensiero?”
Prof. Gates: “Certo. Io sono un genio dell’informatica e in questa Realtà Virtuale ho creato un sistema per leggere nel pensiero. Infatti so che Gianmarco quando non parla, si ripete in continuazione nella sua testa la storia della sua vita, oppure che Luigi si eccita immaginandosi Angela Merkel nuda oppure che Matteo ha continui incubi riguardanti degli unicorni arcobaleno.”
Jessica: “Cambiare classe *annotando sul taccuino* ”
Prof. Gates: “Comunque adesso dobbiamo salvare Claudio.”
Matteo: “Ma chi se ne importa. Basta resettare il programma, e poi anche se quell’indiano lo uccide, non morirà davvero.”
Prof. Gates: “Ecco, veramente ho inventato un programma che in questa Realtà Virtuale fa accadere davvero quello che succede nella realtà. Quindi se l’indiano lo uccide, morirà davvero.”
Luigi: “Dobbiamo trovare una ragazza al professore. Così almeno la pianta di creare programmi sucidi.”
Prof. Gates: “Allora, l’indiano drogato più della vostra prof. di matematica è andato in quella direzione. Ricordate, il viaggio è lungo, quini preparatevi a sudare.”
Matteo: “Veramente cinque metri più avanti c’è un cartello che dice – Tana Dell’Indiano Schizofrenico Che Ha Rapito Un Coglione, Da Questa Parte- ”
Prof. Gates: “Secondo voi parla del nostro Claudio?”
Matteo: “Si, c’è scritto Coglione. Sicuro che è lui.”
 
ALLA TANA DELL’ INDIANO SCHIZOFRENICO CHE HA RAPITO... vabbè, avete capito.
 
Prof. Gates: “Ecco laggiù gli indiani sottosviluppati che stanno facendo un rito satanico intorno a Claudio.”
Jessica: “A me sembra di più che stanno giocando ad Acchiapparello.”
Prof. Gates: “Qualunque cosa stiano facendo ricordate che non ci ridaranno Claudio a meno che non ricorriamo alle armi. Quindi preparatevi a morire.”
Jessica: “Ridateci quel coglione *si alza la camicetta* ”
Abdul: “Oh, bella ragazza. Tu tenere coglione. Tu prendere. Vai vai.”
Prof. Gates: “Ma Jessica, proprio davanti a tua madre fai queste scene di nudo?”
Jessica: “Ma quella è strafatta di gesso, non mi ha nemmeno visto e poi, noi Pitagora siamo spogliarellisti dai tempi di Giulio Cesare. La tradizione purtroppo si è fermata quando è nata mia madre. Era troppo brutta secondo i proprietari dei locali a luci rosse.”
Prof. Gates: “Dici davvero?”
Jessica: “Certo. Figurati che il vero nome di Cleopatra è Cleo Pitagora.”
Prof. Gates: “Oh, che putt***”
Jessica: “Lo so, era la vergogna della famiglia, infatti nell’albero genealogico abbiamo cancellato il suo viso e messo invece, la faccia di un gattino.”
Prof. Gates: “Bene. Adesso prima che Hilary Clinton rapisca Claudio e lo prenda come ostaggio per farsi eleggere presidentessa degli Stati Uniti, togliamo i caschi.”
 
Autore: “Bene, questa tortura è finita. Peccato, l’indiano c’era quasi. Ah bé, ci saranno altre occasioni per fare fuori Claudio e dedicarsi ad una vita normale.”
  
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