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Autore: danidani23    10/06/2012    2 recensioni
One shot tratta da una normale giornata ad Hogwarts, nell'ora di Pozioni. I protagonisti sono Hermione, Draco e il professor Piton, principalmente. La vicenda è ambientata durante il sesto anno. Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Ciao a tutti! Questa è la mia prima ff in assoluto e ho deciso di cimentarmi con due personaggi che adoro della saga di Harry: Draco e Piton.
Ho voluto soffermarmi su un episodio della loro vita quotidiana (una lezione di pozioni) ed analizzarlo più approfonditamente. Non nutro grandi pretese, perciò come mio primo esperimento da “autrice” ho preferito la formula One shot. Vediamo un po’ come va XD
Che dire ancora, spero sia di vostro gradimento…buona lettura!
 
 
 
 
 
 
COME SEI VERAMENTE
 
 
 
 
 
Illuminata dalla flebile luce della lampada ad olio della biblioteca, assorta nella lettura di “Mille erbe e funghi magici”, Hermione Granger non si era resa conto di quanto fosse tardi. L’indomani avrebbero dovuto affrontare la temuta verifica di fine trimestre di Pozioni ed era agitatissima, considerando la palese avversione che il professor Piton nutriva per lei. Seconda forse solo al disgusto per Harry.
Con un sospiro chiuse il tomo, lo ripose nella sacca e si avviò verso la sala comune di Grifondoro, dove sicuramente Harry l’attendeva sveglio davanti al camino.
-Ma hai visto che ora è? Sono le tre passate!-
-Lo so Harry, ma dovevo finire la ripetizione. Non sarei stata tranquilla altrimenti- bisbigliò lei in risposta, per non svegliare Ron che russava sulla poltrona accanto.
-Forza, andiamocene a dormire e speriamo che Merlino ce la mandi buona domani! Sono terrorizzato Herm, se non mi aiuterai mi beccherò un altro Desolante…-
-Sempre meglio del mio Troll dell’altra volta!- mugugnò Ron con la bocca impastata dal sonno. Scacciò via bruscamente Grattastinchi, maledicendolo per averlo svegliato. –Stupido gattaccio spelato! Prima o poi ti trasfiguro in una pantofola, vedrai!-
 
 
 
-Il Distillato della Morte Vivente o la Bevanda della Pace- annunciò Piton alla classe, i freddi occhi neri che brillavano sgradevoli. –Come vedete, oggi mi sento magnanimo: avete la possibilità di scegliere quale preparare. Due ore di tempo per portare qui la vostra fiala. Da adesso.-
E girò la clessidra sulla cattedra.
Tutti si misero immediatamente all’opera.
Harry, avvicinandosi all’armadio degli ingredienti, notò i Serpeverde che avevano già tutto l’occorrente disposto sui loro tavoli. Come al solito Piton li aveva avvantaggiati.
Nel frattempo Ron recitava nella mente una filastrocca, affidando la scelta della pozione da preparare al Caso.
Hermione era già al lavoro sulla sua Bevanda della Pace e sfogliava febbrilmente le pagine consunte del manuale, alla ricerca di chissà cosa.
Piton come un corvo si aggirava fra i banchi, e ogni tanto ficcava il naso adunco in un calderone.
-Paciock tu conosci i numeri?-
-Sì signore, credo di sì- balbettò Neville dalla sedia.
-Mi stavo appunto chiedendo perché la tua essenza di elleboro non è stata mescolata per tre volte in senso orario-.
E infatti, come volevasi dimostrare, nel paiolo di Neville qualcosa scoppiò improvvisamente e un liquido verdastro iniziò a schiumare al di fuori, riversandosi tutto intorno.
-Potter- proseguì quasi casualmente -vieni ad aiutare il tuo degno compare nell’impresa. Poi potrai tornare al tuo calderone…o a ciò che ne rimane.-
-Ma professore, la mia…-
-Ascolti quando parlo Potter? O la signorina Granger con il suo continuo ciarlare ti ha irrimediabilmente compromesso il canale uditivo?-
Mellifluo e letale come sempre.
-No signore- rispose Harry trattenendosi a stento.
-Allora vieni a compiere il tuo atto giornaliero di glorioso eroismo, Potter. Magari i posteri in futuro ricorderanno con una targa questo tuo contributo alla salvaguardia del mondo magico.-
Furente, Harry si diresse da Neville, che lo guardava con un’aria affranta, fra le risate dei Serpeverde e del loro principe. Malfoy.
Il sadismo di Piton, non pago, si riversò allora su un’altra vittima: Hermione.
-Troppo strano che mi lasciasse tranquilla per due ore- pensò la grifoncina, imponendosi padronanza di sé e calma.
Giunto davanti al suo tavolo, Piton la fissava senza battere ciglio. Era un contatto fastidioso.
Dopo un tempo infinito, durante il quale cercava appigli per deriderla, commentò innervosito -La tua arroganza non ha pari, vero signorina Granger?-
Hermione, sconcertata, non rispose.
-La Bevanda della Pace…quasi tutta la classe ha scelto il Distillato della Morte Vivente. Ma tu devi distinguersi, come al solito. Dimostrare di essere un’inguaribile sapientona.-
-Ma signore, avevo già preparato il Distillato per l’esame scorso e lei mi ha messo un Oltre Ogni Previsione. Credevo di potermi cimentare con qualcosa di più difficile e così…-
-Tu credevi?- la interruppe adirato Piton. -Hai sempre la presunzione di sapere tutto Granger. Comunque vedremo alla fine dell’ora cosa avrai prodotto.-
E con un ghigno perfido si allontanò.
Hermione, nervosa più che mai ed umiliata per quell’intervento del docente, abbassò mesta la testa sul suo mortaio e continuò a tritare la sua pietra di luna, riducendola in polvere.
All’altro capo della stanza sedeva Malfoy, girato di tre quarti sulla sua sedia, e gettava sguardi fugaci al di là della cortina di fumo e vapori, in direzione della Granger, rossa in volto e desolata.
Era certo che lei stesse per scoppiare in lacrime, ma si trattenne da qualsiasi movimento che potesse tradire il fatto che la stava fissando.
Draco Malfoy aveva creato e mantenuto quell’aria spavalda nei confronti di tutti per cinque lunghi anni, anche se era arrivato a non poterne più.
Quello non era lui. Era ciò che suo padre gli aveva intimato di essere, sin dalla più tenera età. Un’algida maschera di superiorità e snobismo.
E lui aveva obbedito, seppellendo emozioni e sentimenti sotto una patina di fredda indifferenza verso tutto.
-Non servono amici che ti pugnalano alle spalle quando puoi avere dei fidati servitori ed esecutori. Il timore genera deferenza e rispetto, Draco. Rammentalo. Tu sei un Malfoy.-
Ciò nonostante, Draco aveva osservato a lungo quei tre, lo Sfregiato e la sua gang. Il loro strambo modo di approcciarsi l’uno all’altro, il loro sostenersi, farsi forza a vicenda. La lealtà, la fiducia riposta, le aspettative. Sembravano una famiglia…
Una cosa di cui lui sin da piccolo leggeva nelle fiabe, ma che gli sembrava un’utopia nella vita reale. Nella realtà non esistono rapporti disinteressati, gli aveva spiegato Lucius. Tutto ciò che si fa ha un prezzo.
E lui ci aveva creduto.
Non aveva mai fatto avvicinare nessuno a sé, convinto che gli altri ambissero solo a servirsi del suo nome, del suo prestigio, della sua abilità scolastica. Si era circondato di tirapiedi, adulatori e ruffiani, con buona pace di tutti.
Col tempo però aveva iniziato ad avvertire una certa insofferenza verso il “sistema”. Era strano, sentiva di essersi privato di qualcosa. Lui, un Malfoy.
Ecco che si era dato da fare anche lui, aveva iniziato a scoprirsi, ad abbassare le alte barriere che aveva costruito attorno alla sua figura. E conobbe Blaise. Blaise. L’unica persona sincera e vera che avesse mai incontrato. Un amico? Non lo sapeva, era tutto così nuovo, tutto così strano per Malfoy…
Ma la cosa più strana di tutte, quella di cui non si capacitava affatto, era quella malcelata gelosia che nutriva nei confronti di quei due sfigati, Potter e Weasley, che sfruttavano a loro piacimento l’ingegno e il cervello della Granger. Senza rendersi conto di quanto lei valesse.
Era strana, la Mezzosangue.
Brillava di una sua luce, era forte, determinata e pronta a tutto pur di ottenere quello per cui lottava.
-Sarebbe stata una valida Serpeverde- si ritrovava a pensare Malfoy sempre più frequentemente. –Peccato…è un soggetto interessante.-
Per non parlare di quanto, col passare degli anni, fosse diventata attraente. Solo lei e quei due impediti sembravano non accorgersene.
Quando si rendeva conto che i suoi pensieri lo portavano a queste riflessioni, Malfoy troncava tutto ripetendosi che era la stanchezza a farlo straparlare e che aveva bisogno semplicemente di un Whisky Incendiario.
-Tempo scaduto. Consegnatemi le vostre boccette-. La voce strascicata di Piton riscosse Draco dalle sue elucubrazioni mentali.
Aveva già terminato la sua Bevanda della Pace ed era sicuro di aver svolto un buon lavoro. Il liquido contenuto nella sua fiala riluceva di un’opalescenza blu, esattamente come nella raffigurazione sul libro.
Il Distillato della Morte Vivente di Neville invece era di uno scioccante rosso porpora, a dispetto del “limpido trasparente” previsto.
Harry aveva a sua volta prodotto un grigio pallido, mentre Ron e Seamus, che avevano lavorato copiandosi a vicenda l’uno all’insaputa dell’altro, portarono speranzosi sulla cattedra di Piton due fialette giallognole e maleodoranti.
-Bene, bene. Dall’arcobaleno di colori deduco che la maggior parte di voi abbia fallito- gongolò Piton compiaciuto.
-Potter, l’artemisia magari aggiungila prima di togliere il calderone dal fuoco, ti pare? E tu Paciock. Non mi prendo neanche il disturbo di parlare della porcheria che hai fatto. Potremmo però verificare gli effetti della tua pozione sul tuo rospo. Se muore, esito più che probabile, vorrà dire che hai sbagliato qualcosa.-
Proseguì implacabile nel distruggere la dignità degli studenti, fino a che giunse dinanzi alla fiala di Hermione.
-E cosa abbiamo qui? Il temerario tentativo, mi duole dirlo, miseramente fallito, della signorina Granger. Granger, vieni un attimo qui.-
Hermione, rossa dalla vergogna, si mosse frettolosamente verso la cattedra.
-Di grazia, Granger, illuminaci con una delle tue pillole di saggezza. Che colore dovrebbe assumere una corretta Bevanda della Pace una volta fermentata e pronta all’utilizzo?-
-Blu opalescente, signore.-
Raramente Hermione si limitava a dare una risposta senza argomentarla. Avveniva solo quando era veramente terrorizzata.
Piton, annoiato, le pose davanti agli occhi la sua boccetta. –Questo per te che colore è?-
-Blu cobalto signore- rispose mesta.
-Quindi la tua proverbiale arroganza, che ti aveva fatto supporre di riuscire, ha fatto un buco nell’acqua. Solo abili pozionisti alla tua età sono capaci di produrla-
-Con tutto il rispetto signore- Hermione iniziava a svegliarsi da quel torpore causato dalla paura –ho seguito il procedimento alla perfezione, ma quando lei si è avvicinato al mio tavolo, mi ha interpellato e per risponderle ho dovuto smettere di mescolare per qualche attimo. Sono quasi certa che sarebbe riuscita se lei non…-
-Come osi dirmi quello che devo fare! I pozionisti del Ministero portano a termine il loro lavoro egregiamente, anche se sono sotto attacco o con la bacchetta puntata alla tempia! È tuo compito riuscire a lavorare anche con qualche distrazione, Granger! Se non ne sei capace, esci da quella porta.-
-Come può essere così crudele con Hermione, professore! Sa bene che è una dei migliori studenti del nostro anno!- saltò su Ron, che non resisteva più in silenzio.
-Il suo è un errore trascurabile rispetto ai nostri!- constatò esasperato Harry. –Perché ce l’ha tanto con lei? Almeno il colore della sua pozione si avvicina all’originale! La mia è grigia, quella di Ron è gialla!-
-Grazie amico- bisbigliò Ron tra i denti.
-Eccoli là- pensò Draco –i moschettieri delle cause perse che si ergono in difesa della donzella in difficoltà. Spirito Grifondoro…mah!-
-Grazie per aver parlato non richiesti, signor Potter e suo fido scudiero Weasley. Venti punti in meno alla vostra nobile Casa.-
in tutta l’aula si levò un acceso mormorio che Piton non fece fatica a sedare. Harry e Ron, infervorati, si sedettero.
-Adesso, se possiamo andare avanti. Bel lavoro Draco, è perfetta.- esclamò fiero Piton.
-Signorina Greengrass, l’unica pecca è l’aver tritato troppo grossolanamente l’asfodelo. Stessa cosa vale per Nott e la signorina Parkinson. La prossima volta ragazzi, pestate meglio i vostri ingredienti.-
in realtà le pozioni dei Serpeverde erano improponibili esattamente come quelle dei Grifondoro, ma chissà perché, i loro erano sempre errori trascurabili.
-Signore, lei è ingiusto ed è di parte! Non può farmi questo, la prego! Così mi rovinerà la media, e se non passo questo test non potrò accedere al M.A.G.O. in pozioni l’anno prossimo!- Hermione non riusciva più a trattenersi e riversò sul professore anni e anni di silenzi ed umiliazioni subite.
-Lei si diverte a torturarmi solo perché non sono una Serpeverde e sono nata Babbana!-
-Basta così! Punizione, Granger- esclamò ghignando Piton. –Ti fermerai qui nel sotterraneo a ripulire tutti i calderoni dei tuoi compagni. Spiegherò io al professor Vitious il perché della tua assenza. La lezione è finita. Voi potete andare.- disse avviandosi alla porta.
Poi, voltandosi improvvisamente sull’uscio, soffiò in un sussurro maligno –Ah Granger, senza la magia ovviamente.-
E le confiscò la bacchetta.
 
 
 
 
-Herm mi dispiace. Davvero.- tentò di consolarla Ron dandole qualche pacca sulla spalla. –Ci dev’essere un modo per aiutarla!- sospirò frustrato ad Harry.
-Si che c’è. Vado su al dormitorio, prendo il mantello dell’invisibilità e ti diamo una mano noi con le bacchette. Non ci scoprirà mai!- insistè Harry.
-No ragazzi. No!- Hermione si rifiutò categoricamente. – Grazie per il vostro sostegno- riprese poi dolcemente –ma me la caverò da sola. Innanzitutto, conoscendo Piton, sicuramente farà un’incursione a sorpresa per vedere se sto pulendo da sola, e non voglio che vi mettiate nei guai anche voi.
E poi voi dovete andare ad Incantesimi adesso, e io avrò bisogno dei vostri appunti di oggi! Per favore… - proseguì vedendo le loro espressioni sconvolte all’idea di dover seguire Incantesimi per lei.
-Oggi Vitious spiega gli Incantesimi di Disillusione. Non dovete assolutamente perdere la lezione!-
E detto questo, li cacciò via quasi a spintoni dall’aula.
-Ci vediamo in Sala Grande a pranzo!- le urlò dietro Ron.
 
 
 
 
-Che ci fai tu qui!- si rivolse brusca Hermione verso Malfoy. –Sei venuto ad ammirare l’opera del tuo mentore? Forza, avanti. Dì quello che devi dire e sparisci.-
-Sempre sul piede di guerra tu, eh Granger?- noncurante, Malfoy passeggiava su e giù per l’aula guardandosi intorno. –La nostra sala comune è da queste parti, ricordi? Passavo di qui e sono venuto a vedere come te la cavi con secchio e ramazza.-
Hermione, seduta per terra, era intenta a pulire un calderone particolarmente incrostato. Fece finta di non vedere il suo interlocutore e proseguì in silenzio il suo compito.
-Da quando sei così taciturna, Granger?
-E tu da quando sei così fastidiosamente loquace, Malfoy?- proseguì lei sempre senza degnarsi di guardarlo. –Guarda che se Piton torna e ti becca qui…ah già. Dimenticavo che sei il suo serpente preferito.- aggiunse poi acida.
Con un ghigno compiaciuto, Malfoy si sedette sulla cattedra ed evocò la Gazzetta del Profeta, che iniziò a sfogliare.
-Severus non verrà a controllarti, tranquilla. È stato convocato nello studio del Preside. E comunque ti ha messo un Accettabile. Vedi che poi non è così perfido?-
Lei lasciò la spugnetta e lo guardò, sondandolo per capire cosa tramasse.
Malfoy proseguì innocente –Dico sul serio. Ah se ti può servire, c’è una bacchetta “di riserva” diciamo così, nel terzo cassetto a destra. Potresti usarla per fare prima.-
E riprese a leggere il giornale.
-Chissà perché, ma la mia testa mi sta urlando di non credere nemmeno ad una delle tue parole, Malfoy. Per quanto ne so, potrebbe benissimo essere una trappola per prolungare la mia punizione.-
-Fa come credi, lo dicevo per te.- rispose lui con un’alzata di spalle.
-E da quando in qua tu, Draco Malfoy, il Principe delle Serpi, fai qualcosa per un altro? O meglio ancora, per me?-
Lui la fissò insistentemente con una strana furia negli occhi grigi. Sembrava quasi offeso.
Poi distolse bruscamente lo sguardo e tornò il solito indifferente, freddo, Malfoy di sempre.
-Per tua informazione, cara la mia saputella-, e a quell’epiteto lei si sentì avvampare, -non sono cattivo come mi si dipinge, lassù, nella vostra bella torre dorata. Credevo che tu, proprio tu, circondata ormai da sei anni da pregiudizi, potessi comprendere che non siamo poi così diversi io e te-.
Lei lo guardò interrogativa, invitandolo a proseguire.
-Ma voi Grifondoro non eravate quelli valorosi e impavidi che non si fermano alle apparenze, che non giudicano per sentito dire e bla bla bla? E invece, sorpresa! Siete uguali a tutti gli altri comuni mortali, con le vostre debolezze e i vostri problemi. Mi avete sempre descritto come un viscido, calcolatore, cinico, arrogante, superficiale, e chi più ne ha più ne metta. Mi avete costruito questo personaggio addosso…e diciamo che il più delle volte mi sta anche bene. Ho contribuito io stesso a dare questa immagine di me. Ma nessuno di voi puri e nobili di cuore si è mai preso la briga di venire a verificare di persona se le voci su di me corrispondessero al vero. Proprio come per te. La  “Sanguesporco”. Vittima delle dicerie della gente.-
Hermione non aveva mai sentito un discorso così lungo da parte di Malfoy. –Io però a differenza di te, ho sempre cercato di farmi accettare- si difese debolmente. –Tu ti sei crogiolato nella tua algida aura di Purosangue e non ti sei mai sprecato affinché gli altri cambiassero opinione su di te-.
-Ma che ne sai tu!- la interruppe lui quasi gridando. –Cosa ne sai tu di me? Vedi solo ciò che vuoi vedere. Leggo ogni giorno il disprezzo nei vostri occhi, quando sono nei paraggi. Come credi che mi senta? Mi adulano solo per paura, non c’è un briciolo di fiducia, rispetto o amicizia. Io ti invidio, Granger. Ti invidio per quella tua cricca che ti protegge, ti sostiene e ti sta accanto sempre e comunque. Io sono stato educato all’indipendenza, alla scaltrezza, a cavarmela da solo. Ma si cambia, Granger. Il tuo non è l’unico cervello funzionanate qui dentro. Anche gli altri crescono-.
-E allora perché non cambi atteggiamento? Perché continui a mantenere le distanze da tutti, ad ergerti sul tuo piedistallo in attesa che qualcuno scopra e apprezzi come sei veramente?- chiese lei sincera, del tutto dimentica della sua punizione.
-Perché il pregiudizio è difficile da sradicare, lo sai bene anche tu. Perché sarei la delusione di mio padre, se mi accompagnassi a gente come voi altri. Perché ho paura, Granger.- disse in un sussurro impercettibile. –Mi chiedo perché sto parlando con te di queste cose…non lo so, probabilmente perché ti trovo simile a me e credo che tu possa comprendere. Difficilmente parlo della mia vita privata. Tu mi dai speranza, Granger.- concluse arreso, voltandosi di spalle.
Avvicinandosi cauta, Hermione gli posò una mano sulla spalla, ma lui brusco, come scottato, si scostò immediatamente e con occhi furenti rispose –Non voglio la tua pietà!-.
E si allontanò da lei a grandi passi.
Hermione, immobile dov’era, sussurrò flebilmente –Ti sto offrendo la mia amicizia, non la mia pietà, Malfoy-.
-Non sono abituato a simili manifestazioni. Perdona il mio sfogo, Granger. Sarà sicuramente colpa delle esalazioni delle pozioni che si respirano qui sotto. Alla lunga danno alla testa. Torna pure alla tua punizione, prima che Piton si accorga del tempo che ci stai mettendo.-
Si appoggiò all’armadio e accese una sigaretta.
Hermione, ancora turbata per quell’improvvisa apertura di Malfoy, soprappensiero iniziò a raccogliere da terra i resti degli ingredienti caduti e, senza accorgersene, si tagliò un dito ad una scheggia di fiala. –Cavolo!- mormorò.
Malfoy alzò lo sguardo su di lei a quell’esclamazione, e osservava divertito come lei si ostinasse a medicare quel taglio senza la magia. Con risultati penosi, chiaramente.
-Quanto era caparbia!- pensò lui. Non si era data nemmeno la pena di verificare se la bacchetta nel terzo cassetto, di cui lui aveva parlato, i fosse realmente.
-Tipico dell’orgoglio Grifondoro…lavorare più duramente per avere più gratificazione poi-. Lui non li capiva quei ragionamenti. –Perché non adoperare l’astuzia e l’ingegno per aggirare l’ostacolo e assicurarsi la buona riuscita di ciò che si sta facendo?-.
Si avvicinò a lei e prendendole la mano, le puntò la bacchetta sul dito, pronunciando “Ferula”.
Il sangue cessò di gocciolare e la ferita si richiuse, lasciando solo un leggero graffio rosa.
Lei lo guardava stupita. Non si sarebbe mai aspettata un gesto così…altruista? da parte di Malfoy.
E lui evidentemente si rese conto di quello sguardo dorato su di sé e spezzò il silenzio: -Bè, che c’è? Preferivi sporcare il pavimento con quel sangue per poi dover ripulire? Guarda che non ti porto in infermeria se svieni dissanguata.-
Gentile e premuroso come al solito.
Hermione gli sorrise un grazie. E poi decise di dargli quella fiducia che lui tacitamente aveva chiesto.
Si avvicinò alla scrivania di Piton, forzò il terzo cassetto e lo aprì.
Dentro c’era una bacchetta.
Sorrise e alzò lo sguardo verso di lui per scusarsi della sua diffidenza e malafede.
E scoprì di essere sola nell’aula.
 
 
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Spazio autore
Le informazioni specifiche sulle pozioni sono state tratte da Pottermore, oltre che dall’Harry Potter’s Lexicon e da Potterpedia. Il colore della Bevanda della Pace invece è di mia invenzione. 
  
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