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Autore: Isabriel    10/06/2012    2 recensioni
Fan Fiction sul XIII Apostolo un po' "sopra le righe" scritta da due fans nel tentativo di colmare il vuoto che questa serie ha lasciato con la sua "fine".
E' stata scritta immaginando perchè Claudia abbia chiesto alla sua segretaria di annullare tutti gli
appuntamenti della settimana
Insomma,nessuno di voi moriva dalla voglia di chiedere a Claudia PERCHE'?!
La storia,dopo i primi tre capitoli si evolverà in un modo completamente diverso,buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era quasi sera ormai, il sole stava calando su Roma e mentre i turisti giunti in massa si preparavano ad uscire  per ammirare la capitale di notte, Gabriel e Isaia entravano nella hall dell’ospedale.

Isaia: “La stanza del dottor Gaslini per favore…?”

Gabriel: “Come mai è stato portato qui e non alla clinica?”

Isaia: “Quando l’hanno trovato l’ambulanza l’ha portato qui; ci è stato chiesto se volevamo trasferirlo, ma alla fine abbiamo, o meglio, ho deciso che tenerlo qui sarebbe stato più sicuro.”

Gabriel: “Ma alla clinica avremmo potuto dargli qualcuno che lo tenesse sotto controllo 24h/24,mentre qui è in una stanza da solo, tutti possono entrare ed uscire…”

Isaia: “Gabriel, per una volta fidati.”

 

Arrivarono così al corridoio che li avrebbe portati alla camera di Gaslini. Incontrarono il primario che usciva dalla stanza di Gaslini.

 

Gabriel: “Dottore mi scusi, come sta?”

Dottore: “Oh no, sta bene, era una ferita lieve, siamo riusciti a fermare l’emorragia senza problemi…” il dottore guarda dalla testa ai piedi i due uomini che lo avevamo appena fermato per chiedergli del suo paziente e continua “…e non c’è bisogno di nessuna estrema unzione!” dice sorridendo.

Isaia: “noi veramente saremmo qui per parlargli di quanto è successo”

Dottore: “l’orario delle visite è ormai finito da molto…”

Gabriel: “non pensa che potrebbe fare uno strappo alla regola? l’hanno appena ricoverato e non ha ancora potuto parlare con nessuno…”

Dottore: “Si si, entrate pure, per questa volta passa, ma trattenetevi il meno possibile. Lo troverete sicuramente sveglio, ma ha bisogno di dormire.”

 

Il dottore volta loro le spalle e prosegue verso la sua strada, entrando nella camera di un altro paziente.

 

Gabriel: “Isaia, è stato così facile ottenere il permesso di entrare nella stanza di Gaslini dopo l’orario delle visite, pensi che non lo sarà anche per qualcun altro?”

Isaia lancia un occhiataccia a Gabriel e senza bussare entra nella camera.

 

Gaslini: “Ragazzi, siete arrivati! Devo raccontarvi cos’è successo!” disse mentre cercava di alzarsi dal letto, prima che una smorfia di dolore lo bloccasse e lo costringesse sdraiato.

Gabriel: “E’ ancora molto debole, non si deve sforzare troppo”

Isaia: “Allora dottore, chi è stato a ferirla?”

Gaslini: “Esther. Stavo camminando, era da molto che non facevo più un giro a piedi, quando d’un tratto è sbucata lei…ha tirato fuori una lama affilata…non so da dove, è stato tutto molto veloce… per fortuna sono arrivate delle persone, si sarà sentita in trappola e non è riuscita a completare il suo lavoro.”

Isaia: “Come pensavamo”

Gaslini: “Forse se mi avesse ucciso sarebbe stato meglio…ora Serventi penserà che vi dirò e consegnerò tutto…”

Gabriel: “Dottore, non lo deve dire nemmeno per scherzo! Troveremo un modo per cogliere di nuovo Serventi di sorpresa…”

Isaia: “Esattamente Gabriel. E forse ho già un idea.”

 

Gaslini e Gabriel si voltano verso Isaia diventato improvvisamente più serio del solito.

Isaia si riaggiusta gli occhiali sul naso dopo averli puliti col fazzoletto e dice “Gabriel, devi sapere che oggi mentre tu eri fuori non so dove, è venuta in congregazione tua madre a cercarti. Voleva parlare con te, fortunatamente sono riuscito a convincerla a dire tutto a me.”

Gabriel guarda Isaia quasi dispiaciuto per l’assenza della giornata.

“Aveva delle informazioni che inizialmente ho considerato quasi superflue, ma ora potrebbero tornarci molto utili.”

Gaslini: “Sarebbe? Clara è sempre stata molto vicina a Serventi…”

Isaia: “Dice di aver scoperto il luogo in cui Serventi e Esther si nascondono.”

Gabriel: “Be ma è fantastico! Andiamo subito no?”

Isaia: “Non ti sembra un po’ avventata la cosa? Ormai è notte, non possiamo andare solo noi due…abbiamo bisogno di qualcun altro…anche se sarà un’imboscata, non li coglieremo di certo impreparati…”

Gabriel: “E dimmi un po’,chi pensi dovrebbe venire con noi due?”

Isaia: “…”

Gaslini: “Io penso che…”

Isaia: “Va bene, andremo solo io e Gabriel…però domani mattina, questa sera è fuori questione, e dovremo almeno informare Alonso su quello che stiamo facendo.”

Gaslini: “Bene, allora domani mattina sarà il giorno decisivo…avete bisogno di dormire, tornate a casa, non perdete del tempo dietro a un vecchio bloccato a letto, domani sarà una giornata impegnativa.”

Isaia e Gabriel salutano Gaslini, escono dall’ospedale e durante tutto il tragitto in macchina nessuno dei due dice niente. Arrivano infine al portone della casa di Gabriel.

Isaia: “Bene, allora a domani mattina. Ti aspetto presto in congregazione, parlerò io con Alonso non appena lo vedrò.”

Gabriel: “Allora è tutto deciso…a domani mattina”

Gabriel chiude la portiera della macchina e mentre cercava di aprire il portone di casa sua, Isaia abbassa il finestrino della macchina, osserva Gabriel serio e dice  “Ah Gabriel, mi raccomando, non devi dire niente a Claudia.”  

Gabriel si volta verso Isaia e serio dice “No, questa volta ne rimarrà completamente fuori io…”

Isaia: “Buonanotte Gabriel”

 

Rialza il finestrino della macchina e se ne va.

 

                                                                                          **

 

Gabriel aveva dormito poco durante la notte e in quel poco tempo in cui era riuscito a dormire, aveva solo avuto incubi.

Sudato, si alza dal letto, entra in bagno, apre l’acqua per farsi la doccia e si blocca ad osservarsi davanti allo specchio. Nonostante il giorno prima avesse passato una giornata rilassante insieme a Claudia, non riusciva a smettere di pensare a quello che sarebbe successo quel giorno. Forse era la volta buona, forse sarebbero riusciti davvero a sconfiggere Serventi…o forse no. Forse quella del giorno prima sarebbe stata l’ultima volta in cui Claudia avrebbe visto Gabriel. Perlomeno avevano passato un’ultima giornata insieme, felici e lei ora sapeva dei sentimenti che provava Gabriel.

 

Un’enorme nuvola di vapore esce dalla doccia, e Gabriel si risveglia dai suoi pensieri, stropiccia un po’ gli occhi ed entra nella doccia.

 

                                                                                 **

 

Un ora più tardi, Gabriel arriva in congregazione e va a cercare Isaia nel suo studio. Arriva e vi trova Isaia e Alonso intenti a confabulare qualcosa sottovoce.

Alonso: “Hola chico! Hai dormito poco questa notte eh?”

Gabriel sorride ad Alonso che gli da una pacca sulla spalle ed esce dalla stanza lasciando soli Isaia e Gabriel.

Gabriel: “Ma…?”

Isaia: “Ho già parlato io con Alonso, non ti preoccupare. Gli ho lasciato in custodia i quaderni di Gaslini, gli ho dato l’indirizzo della casa e gli ho detto di sorvegliare Claudia, senza però dirle niente.”

Gabriel: “Grazie Isaia”

Isaia: “Allora andiamo?” e alza da terra spostandolo sulla scrivania una pesante borsa.

Gabriel: “Isaia, cosa c’è lì dentro di così pesante?”

Isaia: “Gabriel, tu avrai anche i poteri per combattere contro Serventi, ma io sono un semplice uomo e nonostante abbia Dio dalla mia parte, non penso mi basti per sconfiggere Esther…cosa dici?”

Gabriel guarda divertito Isaia e insieme escono dalla congregazione e si dirigono verso il luogo dove Serventi avrebbe dovuto nascondersi.

 

                                                                                    **

 

Arrivati alla cittadina, vedono davanti a loro una schiera di villette tutte uguali.

Gabriel: “l’indirizzo?”

Isaia: “Siamo giusti, questa a sinistra dovrebbe essere la via…”

Gabriel: “Magari chiediamo a qualcuno…”

Isaia: “Non credo sia necessario, guarda là in fondo!”

Una casa uguale alle altre per la forma, spiccava per la sua poca cura.

Gabriel: “Si, credo proprio sia quella!...Forse è meglio proseguire a piedi.”

Gabriel e Isaia scendono dalla macchina, per la prima volta Isaia era vestito in borghese come Gabriel, per cercare di dare meno nell’occhio.

 

Arrivati davanti alla casa, una signora si affaccia alla finestra della casa di fianco.

 

Signora: “Ah Buongiorno! Voi sareste i novi possibili acquirenti? E’ da anni che non si vede più nessuno…avrebbe proprio bisogno di una sistemata, rovina l’immagine del quartiere! Inoltre ultimamente si sentono parecchi rumori…non oso pensare che bestie vi si nascondano dentro!”

Isaia scocciato dalla conversazione, sperava che dentro alla casa, nessuno si fosse accorto della loro presenza.

 

Gabriel: “Signora non si preoccupi, faremo il possibile”

 

Dopo essersi soffermata ad osservarli per un po’,la signora decide di chiudere la finestra, visto che i due sembravano infastiditi dalla sua presenza, continuando però a sbirciare da dietro le tende.

Ovviamente, non c’era bisogno di avere una chiave per entrare nella casa perché la serratura era rotta, così, senza dover scassinare la porta riuscirono ad entrare senza problemi, togliendosi di dosso gli occhi della vicina impicciona.

 

Gabriel: “non so, ma o si stanno nascondendo bene o ho l’impressione che qui non troveremo nessuno.”

Isaia: “Dividiamoci”

 

Gabriel e Isaia iniziano così a perlustrare centimetro per centimetro la casa, senza però trovare niente di interessante. Si ritrovano poi al piano superiore.

 

Isaia: “Devono essersene andati non appena Esther ha detto a Serventi del fallimento del sua missione…”

Gabriel: “Forse saremmo dovuti intervenire subito ieri sera…”

Isaia: “Sono convinto che non avremmo trovato comunque nessuno.”

 

Gabriel si gira attorno spaesato, frustrato per la rabbia di aver fatto un’altra volta un buco nell’acqua. Preso dalla disperazione urla “DOVE SEI?FATTI VEDERE!” tirando un calcio all’armadio.

Qualcosa al suo interno cade, rompendo qualcosa simile a del vetro. Isaia apre l’armadio, raccoglie quello che era caduto e lo osserva.

Gabriel: “Che cos’è?”

Isaia passa la cornice a Gabriel, osserva la foto al suo interno e vede sua madre abbracciata a Serventi. Entrambi sembravano felici. Senza dire niente, Gabriel toglie la foto dalla cornice ormai rotta e la ritira in tasca.

Insieme ad Isaia escono dalla casa e una volta fuori trovano di nuovo la vicina impicciona che chiede “Allora? Ho sentito gridare, tutto a posto? e la casa, la comprate?”

Isaia: “signora è tutto a posto, non si preoccupi…la casa non lo so vedremo, non ne siamo più molto interessati. Arrivederla.”

 

Lasciano sola la signora che li guarda perplessa mentre Gabriel e Isaia si dirigono in silenzio verso la macchina.

 

                                                                                     **

 

Claudia si sveglia.

E' mattina, ma non ha nulla da fare e rimane a letto a fissare la luce che filtra dalle persiane chiuse. Ripensa alla giornata passata con Gabriel.

 

Claudia: “Se solo tutto non fosse così complicato.”

 

Non si era mai innamorata veramente di qualcuno, non aveva mai trovato la persona giusta e ora che l'aveva trovata era praticamente irraggiungibile. O quasi. Dopo un'ora nel letto a fissare il vuoto si alza, toglie il pigiama e si veste con le prime cose che le capitano tra le mani. Sola, nel silenzio assordante della sua casa, accende la tv mentre prepara qualcosa per colazione. Seduta al tavolo intenta a sgranocchiare dei cereali dalla busta aspetta che il caffè sia pronto, ma suona il campanello. Spegne la moka e si dirige alla porta.

Claudia: “Alonso! Che ci fai qui?”

Alonso: “...non posso neanche venirti più a trovare? Comunque buongiorno!”

Claudia: “Scusami...entra. Di solito è Gabriel che ti manda o è successo qualcosa, scusa se penso male”

 

Alonso entra, cercando di non far notare la sua espressione dipinta in viso, anche questa volta Claudia l'aveva quasi scoperto, ma non poteva farglielo sapere.

 

Alonso: “No, no...tutto a posto. Resto solo cinque minuti, ero in zona per delle commissioni e sono passato a trovarti. Come stai?”

Claudia: “Molto meglio. Stavo facendo il caffè, vuoi?”

Alonso: “Un caffè non si rifiuta mai.”

 

Claudia entra in cucina, recupera due tazzine, versa il caffè e ritorna in salotto. I due rimangono seduti sul divano a parlare del più e del meno, senza fare riferimenti a Gabriel. Claudia voleva sapere qualcosa in più sulle ultime scoperte di Serventi, ma Alonso non le avrebbe mai detto nulla.

 

Alonso: “Devo andare ora...hai bisogno di qualcosa?”

Claudia: “Si...una macchina nuova.”

Alonso: “Quella non te la posso portare” ride.

Claudia: “Mi accontento anche di una bicicletta...”

Alonso: “...neanche quella...”

Claudia: “Sto scherzando! No, è tutto a posto, non ho bisogno nulla...ma se mi viene in mente qualcosa ti chiamo visto che sono ancora reclusa qua...”

Alonso: “Va bene...allora chiama e non fare di testa tua, prometti.”

Claudia: “Promesso...”

 

Alonso esce e Claudia chiude la porta. Forse era solo una sua impressione, ma c'era qualcosa di strano in Alonso quella mattina. Non sa il motivo, ma è come se le avesse, di nuovo, nascosto qualcosa. Non può continuare a dubitare di tutti quelli che entrano in casa per cui alla fine opta per l'impressione sbagliata e torna alla sua colazione. Non ha ancora raggiunto la cucina che il campanello suona di nuovo.

 

Claudia: “ E no...ma non aveva delle commissioni???”

Appena riapre la porta, però, si ritrova imbambolata. Lo stesso uomo di qualche giorno fa la fissa.

Stefano: “Ciao Claudia”

Claudia: “Chi è lei? Come fa a sapere il mio nome?”

Stefano: “Non mi riconosci?”

Claudia rimane senza parole. Non sa che dire, non conosce quell'uomo.

Stefano: “Mi dispiace per quello che ti ho fatto. Non sai quanto ci sono rimasto male l'altro giorno quando non mi hai riconosciuto.”

Claudia rimane immobile.

Stefano: “Sono Stefano, Claudia...tuo...”

Claudia: “...papà...”

Stefano: “Si...io, Claudia...”

Claudia: “Vattene.”

Stefano: “Ti prego, lasciami spiegare...”

Claudia: “No.”

Stefano: “Ma non sai come sono andate le cose, io non ti volevo abbandonare...”

Claudia: “Ma lo hai fatto...”

Stefano: “Ho dovuto...ma ti ho cercata...”

Claudia: “Non mi interessa. Che cosa hai fatto per me??? Nulla...Te ne sei andato e con me hai chiuso...”

Claudia tenta di chiudere la porta, ma il padre mette un piede in mezzo e la blocca.

Stefano: “Ti prego ascoltami, ti devo parlare...”

Claudia: “Ti ho detto di andartene!!!” Alza la voce.

Stefano: “Ma..”

Claudia: “Non ti è bastato che non ti abbia riconosciuto? Per me sei un estraneo...”

Stefano: “Dimenticati Gabriel, vattene da qua...”

Claudia: “Cosa hai detto?...”

Stefano: “Devi andartene e uscire da tutta questa storia.”

Claudia: “Tu che ne sai? Cosa ne sai???”

Stefano: “Ne so quanto basta...”

Il padre lascia la porta che si richiude sotto al peso di Claudia.

Claudia rimane li, non ha il coraggio di muoversi.

Dopo qualche minuto gira la maniglia e riapre la porta. Il corridoio è deserto.

 

**

 

Gabriel e Isaia tornano in congregazione.

Gabriel: “Isaia, ho bisogno di qualche minuto, vado a casa a recuperare due cose e torno...”

Isaia: “Si, non c'è problema. Appena torni parliamo.”

 

Isaia sa che andare a casa è solo una scusa, ha visto il volto di Gabriel subito dopo aver scoperto la fotografia.

Gabriel esce dalla congregazione e si avvia verso la moto, ma all'ultimo momento ci ripensa e si incammina per strada, non sta andando a caso.

Ha solo bisogno di pensare. Sono quasi le undici e la zona è piena di turisti che visitano la città eterna sotto il cocente sole estivo.

Cercare un posto tranquillo è praticamente quasi impossibile. Si avvicina a un parco e trova una panchina all'ombra.

Sapeva che sua madre era stata molto vicina a Serventi, non ne era all'oscuro, ma vederlo lo ha colpito. Non sapeva che pensare, stava male per quella cosa che già sapeva. Non capiva perché dover star male per una persona che fino a pochi mesi prima credeva morta. In fin dei conti era praticamente un'estranea per lui, ricordava ancora pochissimo di lei quando era bambino.

 

Poco lontano una donna si incammina per il vialetto e si avvicina a lui.

 

Clara: “...Gabriel...”

Gabriel alza lo sguardo e vede sua madre di fronte a lui. Doveva aspettarselo.

Clara: “Lo avete trovato?...”

Gabriel: “Non eri la?...”

Sua madre non risponde, Gabriel la guarda.

Clara: “...vi ho seguito per un po', poi non c'è l'ho fatta.”

 

Gabriel non sa che fare. Vorrebbe parlarle, vorrebbe chiedere come sono andate realmente le cose, ma quella fotografia lo aveva fatto arrabbiare.

 

Gabriel: “No, non c'era. Però c'era questa...” risponde, con tono quasi ironico mostrandogli la fotografia stropicciata.

Clara rimane di sasso.

Non si aspettava quello e soprattutto non si aspettava che Serventi conservasse ancora una loro foto.

 

Clara: “...Gabriel, io...”

Gabriel: “Non voglio spiegazioni.” Taglia corto.

Clara non sa come affrontare l'argomento, non sa cosa dire. Rimane di fronte al figlio per qualche attimo poi si avvicina per baciarlo sulla guancia, ma lui si scosta. Ferita, con una mano gli accarezza i capelli e si allontana sparendo nel nulla poco più avanti.

 

Gabriel rimane a fissare il vuoto. Le voci dei ragazzi che giocano a pallone nel parco gli arrivano attutite e un leggero venticello cerca di alleviare la calura estiva. Non sa cosa pensare e non vuole pensare.

Pochi secondi dopo squilla il cellulare. Nel display compare il numero di Claudia.

 

Gabriel: “Claudia...”

 

Una voce rotta dal pianto lo raggiunge. Gli racconta del padre, dell'incontro.

Gabriel: “Stai calma. Arrivo subito.”

Corre a recuperare la moto e si precipita da Claudia.

 

**

 

 

Claudia non riesce a trattenere le lacrime. Non si aspettava di avere una reazione simile, non era facile farla piangere, ma questa volta le lacrime non ne volevano sapere di andarsene e scendevano copiose sulle sue guance.

Gabriel stava arrivando, lo aveva chiamato pochi minuti prima al cellulare. Non riusciva più a rimanere sola, non questa volta. Si siede sul divano, raggomitolata con le gambe al petto.

Sente il rumore di una moto, si avvicina alla finestra e vede Gabriel togliersi il casco ed entrare nel portone.

Corre alla porta e lo aspetta sul pianerottolo.

Gabriel: “Claudia!...Cos'è successo?”

Claudia evita la domanda e lo abbraccia, continuando a piangere.

Gabriel la stringe forte.

Claudia: “...ha detto....ha detto che ti devo dimenticare.....che me ne devo andare...”

Gabriel passa una mano fra i capelli di lei. Sono quasi le stesse parole che ha detto a lui quella notte quando Claudia era in ospedale. Si allontana un po' da lei, le prende una mano e la trascina in casa.

Gabriel: “Ora calmati...”

Claudia: “Non ci riesco...”

La fa sedere sul divano, poi l'abbraccia di nuovo.

Gabriel: “Ti preparo qualcosa da bere?...”

Claudia fa si con la testa.

Alcuni minuti dopo Gabriel torna in salotto con una tazza di the fumante. L'appoggia sul tavolino di fronte a Claudia e si risiede al suo fianco.

Gabriel: “Deve averci seguito...verrai a stare da me fino a che non troviamo un'altra soluzione.” Claudia: “No, resto qui...”

Gabriel: “Claudia...”

Claudia: “Se avesse voluto farmi del male lo avrebbe già fatto...”

 

Claudia evita di dirgli che suo padre l'aveva già vista pochi giorni prima e lei non lo aveva riconosciuto. Gabriel non è convinto.

 

Gabriel: “...allora verrò io da te...”

Claudia: “Non potrai controllarmi tutto il giorno...”

Gabriel: “Ma..”

Claudia: “No, tu devi prendere Serventi. Me lo hai promesso.”

 

Gabriel la guarda poi, con la mano, le asciuga le lacrime che ancora le scorrono sul volto. Claudia gira il viso per baciargli la mano, poi si avvicina e lo bacia.

Gabriel l'abbraccia e risponde al bacio.

La sera prima aveva pensato che non l'avrebbe più rivista se alla casa di Serventi le cose fossero andate male. Claudia, con una mano, inizia a sbottonargli la camicia, il bacio si fa sempre più intenso. Arriva all'ultimo bottone poi gli e la sfila dalle braccia.

Gabriel: “Claudia...”

Claudia non l'ascolta.

Gabriel: “Claudia...aspetta...”

Claudia non ha la minima intenzione di fermarsi.

Gabriel: “...fermati...non ora...”

Claudia si blocca e arrabbiata si alza di scatto.

Claudia: “Neanche tu mi vuoi più ora?”

Poi si volta, entra in camera e sbatte la porta.

Gabriel sul divano a torso nudo fa un lungo sospiro.

Si sente in colpa per quello che ha fatto, se fosse stato in qualsiasi altro momento non l'avrebbe mai fermata.

Si avvicina alla porta della camera da letto, non ha sentito chiudere a chiave per cui gira la maniglia. La porta si apre e Claudia è distesa sul letto che piange con la testa sprofondata nel cuscino. Gabriel le si avvicina, lei cerca di allontanarlo ma poi si arrende.

Gabriel: “Claudia....io ti voglio...” lascia cadere le parole “...ma non voglio che sia così, sei ferita...e poi non voglio vederti piangere...”

Claudia alza il volto dal cuscino.

Claudia: “Resta qui con me...”

Gabriel prende una coperta dalla sedia di fronte al letto, si corica di fianco a lei.

Claudia si avvicina a lui e abbracciati si addormentano.

   
 
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